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Perche' ci sono tanti mali nel mondo?

Ultimo Aggiornamento: 02/08/2009 14:59
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31/07/2009 19:44

Re:
°Teofilo°, 31/07/2009 19.10:

Caro Cattolico, se clicco sul Rispondi che trovo in basso al riquadro di Risposta veloce, parte il messaggio che ho inserito in formato testo semplice. Intorno al riquadro non vi sono neppure le faccine, come appunto in questo momento che sto scrivendo non vedo altro che un riquadro privo di tutto e mi permette solo di premere su rispondi che premerò adesso per prova. Mi attendo che il risultato sarà come il messaggio precedente... stiamo a vedere...



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01/08/2009 12:38

Grazie Cattolico per l'aiuto, finalmente sono riuscito a ottenere il riquadro giusto.
Ho messo insieme gli elementi a mia disposizione per fare un testo che affrontasse la questione in modo da offrire una risposta a questo dilemma, anche se mi rendo conto che talune domande potrebbero non avere una risposta se non dal silenzio del Crocifisso.

Coloro che non hanno visto intervenire Dio per risolvere  positivamente le sofferenze umane, hanno concluso che Egli non esiste, o che se esiste gode nel farci soffrire oppure che ci ha abbandonati a noi stessi.

 

L’orientamento della nostra fede e della nostra vita, dipende molto dalla risposta a questa importante domanda che non è né semplice né scontata. Tuttavia facendo ricorso ai mezzi che abbiamo a disposizione, è anche ragionevole sperare di trovare una risposta valida.

Molti grandi pensatori cristiani hanno affrontato questo difficile argomento dal punto di vista filosofico e teologico: basti ricordare s.Agostino e s.Tommaso d’Aquino. Le loro stringenti argomentazioni restano tuttora fondamentali e portano a comprendere molti aspetti del problema del male. Basti qui ricordare alcune loro deduzioni basilari: se esistesse un Dio del male, assoluto e perfetto nel male, tenderebbe a distruggere anche se stesso, il che è assurdo; quindi solo il Bene assoluto, che è l’unico Dio ha una sussistenza eterna e permette che tutte le cose abbiano una origine, un ordine, un’armonia; il male quindi non è che una diminuzione, una deviazione o una deformazione del bene. L’allontanamento da questo Bene, porta al male. In sostanza anche il principale agente del male deve necessariamente essere stato creato con tutta la perfezione della sua natura, compresa quindi la libertà per mezzo della quale poteva decidere se allontanarsi dal sommo Bene.

 



La riflessione che segue è fatta in modo semplice e si avvale della osservazione, della ragione e soprattutto della Rivelazione, che ci permette di conoscere, cercando tra le "carte"  ( la Scrittura)  del principale "Indagato", (l'Autore del creato)  i motivi del Suo agire o non agire.

Dalla osservazione possiamo rilevare che la natura possiede delle leggi di ordine fisico, chimico, dinamico o di altro genere, attraverso cui generalmente ciò che accade è l’effetto di una determinata causa.

   Attraverso l’esplicarsi delle leggi inscritte nella creazione, ( la natura con i propri moti, e l’uomo con i propri atti positivi o negativi), si producono dei miglioramenti oppure dei danni che si possono ripercuotere su lui stesso, o sui propri simili, sia immediatamente che successivamente, anche sui propri stessi discendenti per la legge della ereditarietà. Ad esempio l’immissione nell’atmosfera, nei mari o nei terreni di tante sostanze nocive può causare malattie anche mortali a piante, animali ed uomini per molte generazioni. Altre volte i processi naturali sono indipendenti dall’azione dell’uomo e se non ben conosciuti, o possibilmente evitati, possono causare disastri come ad esempio le tempeste, le valanghe, i terremoti ecc

 

L’uomo, sfruttando la conoscenza delle leggi della natura può intervenire decidendo liberamente molte cose, sia individualmente che insieme ad altri uomini, i quali determinano in base alle loro decisioni degli effetti che saranno positivi o negativi costruttive o distruttive, per far vivere o far morire e questo ci permette di dedurre che l’uomo possiede la libertà di scegliere tra il bene e il male con innumerevoli sfumature che possono accentuare l’una o l’altra possibilità. Una decisione individuale o collettiva può determinare una serie di effetti che si ripercuoteranno su essi stessi o su altri individui interferendo con l’altrui libertà, limitandola o promuovendola. Tanto per fare un esempio, le statistiche ci confermano che quando aumenta l’uso del fumo, della droga o dell’alcol si ha un maggior numero di effetti negativi anche mortali e la responsabilità non può essere imputata a Dio ma a chi ne usa pur sapendo dei rischi che si corrono o si fanno correre ad altri indirettamente. Se poi pensiamo a tanti sfruttamenti, violenze, soprusi, eccidi che si perpetuano tra gli uomini possiamo dedurre che è possibile generalmente fare del male in aperto contrasto con i comandamenti di Dio, senza che Egli intervenga subito in modo straordinario per impedire né l’attuazione né le conseguenze di questo male. E’ chiaro però che la responsabilità di questi mali non è da imputare a Dio come talora si potrebbe a torto pensare. (cf. Mal.3,13 ss)


LA LIBERTA'

   Se noi non fossimo liberi di scegliere tra il bene e il male, sia come responsabili di noi stessi, sia come responsabili della natura che è affidata alle nostre cure, saremmo semplicemente degli automi programmati a senso unico e quindi incapaci di sentimenti e decisioni autonome, di esprimere una nostra creatività, di coltivare un qualsiasi vero sentimento, né di amare sinceramente nessuno: in sostanza non saremmo affatto degli esseri a cui è stato fatto il dono prezioso della libertà, come elemento irrinunciabile della nostra perfezione originaria, ma solo dei sudditi programmati e costretti ad ubbidire. Anche per questo dovremmo far fruttare le nostre capacità facendo uso della nostra libertà nel rispetto delle leggi di Dio e della natura, al fine di realizzarci, senza attendere passivamente che le cose ci provengano solo dall’alto, anche se è certo che Dio aiuta gli uomini di buona volontà.

Possiamo ancora pensare che se Dio intervenisse nel modo che vorremmo noi, per impedire agli uomini di commettere un qualsiasi tipo di errore colpevole o meno, voluto o involontario, per quanto ci è dato di scoprire, si avrebbero comunque diversi problemi evidenti, quali ad esempio:

- un impedimento, una violazione costante dell’esercizio della libertà umana che invece per essere un vero bene deve essere rispettato.

- Dio sarebbe costretto a fare una serie continua di prodigi per affermare il Suo potere e limiterebbe la Sua libertà di intervenire solo quando e come lo ritenesse opportuno.

- violerebbe continuamente le leggi della natura che Egli ha creato dovendo provvedere a impedire il compiersi di ogni errore o di ogni danno conseguente.

- toglierebbe a tutti la possibilità e il merito di esercitare la Fede e le altre virtù, in quanto risulterebbe continuamente evidente e ingombrante la Sua presenza, avvertita come repressiva e oppressiva.

Un intervento costante di Dio per interferire, limitare o annullare la responsabile autorealizzazione dell’uomo e le sue libere decisioni, sarebbe perciò inopportuno. Tuttavia Dio non è mai né indifferente nè assente dalla scena umana lasciando che ognuno si arrangi o faccia tutto a proprio capriccio. Ha dato degli ordinamenti sia scritti che incisi nella coscienza individuale, che se tutti ne tenessero conto si avrebbe armonia sia nell’uomo stesso che nella natura, mentre invece tutto è stato stravolto (cf.Rom.8,22). Comunque Dio non manca di illuminare gli uomini per guidarli in ciò che Egli desidera per il nostro bene, di far sentire i suoi richiami amorevoli, di far annunciare la sua Parola che contiene tutto quanto all’uomo è necessario sapere, né manca di assisterlo in tanti modi, prevenendo, accompagnando e seguendo tutti; ma poi vuole che ognuno decida liberamente se corrispondere o meno ai suoi richiami che fa sentire nella coscienza. Purtroppo però molti seguono il richiamo materiale del piacere, del potere o del prevalere e tutto ciò comporta innumerevoli mali a sé e agli altri.

Paradossalmente in questo nostro mondo non sempre avviene ciò che Dio vuole ma spesso ciò che non vorrebbe, anche se noi credenti potremmo pensare che tutto è direttamente voluto e determinato da Dio. La prova più evidente di questo è che i Comandamenti, dati da Dio quale espressione del suo volere per il bene degli uomini, non sono quasi mai messi in pratica; e quindi ciò che accade in noi o intorno a noi è spesso il risultato non della compiacenza di Dio ma della Sua contristata sopportazione.

Quando Gesù dice che non cade a terra un passero senza la volontà del Padre, intende dire che tutto accade per permissione di Dio, ma non che tutto gli è gradito. Dio è la causa prima di tutte le cose e non si potrebbe far nulla se Lui non avesse dato inizio alla creazione e non permettesse ciò che noi decidiamo liberamente di fare, ma non è direttamente responsabile delle cause seconde e cioè degli effetti conseguenti ai nostri continui errori, anche se li tollera o li permette in vista di motivazioni che cercheremo di individuare nella Scrittura.

Quando diciamo: "Sia fatta la tua volontà" oltre a chiedere che tutto si svolga secondo i progetti di Dio, dovremmo anche intendere "sia fatta da noi la Tua volontà" oppure "sia fatta la tua volontà come rimedio ai nostri errori".

La libera volontà di Dio, per quanto possiamo dedurre, interagisce con la libera volontà dell’uomo e spesso è conseguente ad essa. Ad esempio Cristo non sarebbe stato costretto ad incarnarsi, a soffrire e morire se l’uomo non avesse deciso superbamente di diventare come Dio sostituendosi a Lui. Dio non avrebbe mandato il diluvio se gli uomini non fossero stati tanto malvagi. Prima di distruggere Sodoma e Gomorra, Dio avrebbe voluto che vi fosse almeno un manipolo di giusti per risparmiare tali città, ma non ne trovò che uno solo. Cambiò la sua volontà decisa di distruggere Ninive quando i suoi malvagi abitanti si pentirono, risparmiando la città. Così pure in tante manifestazioni della volontà divina, troviamo che il più delle volte Egli opera in modo da servirsi di taluni mali per riportare l’armonia nelle creature, analogamente a quanto fa per esempio un chirurgo che per ottenere la guarigione di un organo malato deve usare metodi e strumenti che fanno male durante l’uso ma sono finalizzati alla salute finale. Dio quindi, quando non ottiene che noi compiamo ciò che direttamente desidera e cioè la sua reale volontà, mette provvidenzialmente in atto la volontà di poter comunque trovare un rimedio, cercando di raddrizzare, restaurare o migliorare ciò che noi andiamo man mano distorcendo o distruggendo, analogamente a quanto fa un premuroso padre di famiglia che cerca di rimediare alle cadute e agli errori dei figli.

Siccome non è estraneo ai nostri mali, né incapace di risolverli, Dio sa come trovare la soluzione agli errori, alle colpe e ai danni prodotti dall’uomo che non ha né desiderati né predeterminati Lui, altrimenti sarebbe andato contro se stesso, ma che essendo onnisciente sapeva in anticipo che si sarebbero concretizzati.

Prima ancora che l’uomo decidesse di rovinare il meraviglioso disegno originario, Dio sapeva come avrebbe dovuto porvi rimedio (cf Gen.3,15). E allo stesso modo Dio sa già come rimediare ai mali provocati da ogni uomo, facendo in modo che non venga lesa la libertà umana che Egli stesso ha donato, che le leggi della natura trovino la loro attuazione, che non venga meno la Sua stessa libertà, che l’uomo non debba credere per forza alla Sua esistenza e non si debba piegare coercitivamente e immediatamente alla Sua volontà.

Vi sono ancora altri fattori di cui Dio deve tener conto, che risultano dalla Scrittura e in determinati casi anche dall’osservazione: quelli legati all’azione degli angeli ribelli, la cui libertà viene anch’essa rispettata da Dio. Essi spingono l’uomo al male e provocano il male essi stessi. Se Dio impedisse loro di esercitare la libera attività, potrebbe risultare che Egli rinunci a mostrare anche ad essi la sua pazienza, di non saper accettare le loro sfide concedendo loro di mettere alla prova la fedeltà umana. (cf. libro di Giobbe e Luca 21,31). Ma anche la loro azione non sfugge alla prescienza e alla provvidenza divina che ha posto ad essi dei limiti. Se gli operatori del male non avessero delle restrizioni avrebbero già distrutto tutto il creato. (cf Sal.123,1-8). Infatti nel mondo vi sono, oltre a tanti mali, anche tanti esempi e operatori del bene, compresa l’opera costante e benefica degli angeli fedeli a Dio. Infatti nonostante tutte le atrocità, l’umanità non si è ancora estinta e la Chiesa nonostante tutti gli attacchi dall’interno e dall’esterno, continua la sua missione (cf.Mt,16,18). Dio sostiene ancora tutto il creato, perché, se togliesse il Suo sostegno, esso non esisterebbe più. (cf. Col. 1,16-17) E’ comunque da ricordare che il male dispiegherà il massimo della sua potenza di inganno e di crudeltà nel tempo finale, relativamente breve per divina disposizione, in cui i credenti saranno sottoposti a una prova eccezionale. (cf.2Tess.2,3 e Matt.24,12-22 cf.Catechismo art.675)

Di fronte a tale quantità e complessità di fattori, Dio procede in modo da interagire con l’uomo e con gli altri esseri invisibili, tutti da Lui dotati di libertà e di dignità, nonché con le leggi della natura da Lui creata, con la massima discrezione, saggezza, giustizia e soprattutto con il Suo Amore anche quando non vediamo il suo operare.

Egli può tuttavia sospendere, o diversamente orientare qualsiasi evento della natura o qualsiasi decisione degli esseri creati con un intervento soprannaturale, come supremo ordinatore, sommamente libero e onnipotente, quando lo ritiene necessario per un suo imperscrutabile disegno.

Stando a quanto ci riferisce non solo la Scrittura ma anche la narrazione di tante vicende umane apprendiamo che ci sono stati molti interventi soprannaturali ma, almeno secondo la nostra osservazione, è più frequente vedere il normale svolgimento dell’ordine naturale delle cose.

Dalla Scrittura si evince che questi eventi straordinari hanno il fine di risolvere non tanto il problema contingente ma di essere un segno manifesto (cf.Gv.6,26) per offrire a noi la prova che Dio non è lontano dall’uomo, non è indifferente, non gli è nemico ma innamorato di lui, e che è in grado di risolvere qualsiasi problema anche se evidentemente ritiene necessario non risolvere tutto come vorremmo noi (cf.Mt 24,6). In sostanza tutto è possibile a Dio ma non tutto è conveniente che faccia, tutto possiamo anche chiedergli ma non tutto ci gioverebbe (cf.Giac.4,3).

Tali interventi divini non rispondono a delle regole fisse che gli uomini possano padroneggiare. Infatti non è scontato che la Fede e la preghiera e neppure l’essere osservanti dei comandamenti, producano automaticamente un determinato risultato così come ce lo aspetteremmo. (cf. Ger.15,10-21 e Sal. 9,22ss) Permise che venissero decapitati Giovanni Battista e Giacomo apostolo ma fece liberare Pietro dal carcere in modo soprannaturale da un angelo.

Ogni tentativo di forzare le decisioni divine sconfinerebbe nella superstizione o peggio nella magia che è uno dei più gravi mali che gli uomini possano fare, in quanto anziché piegare la volontà di Dio, pur di ottenere ciò che si pretende, si rischia di essere asserviti ai demoni che disponendo di talune facoltà potrebbe sembrare che arrechino qualche beneficio.

Gesù pur implorando di essere risparmiato dal bere il calice amaro della passione non ottenne quel risultato, ma accolse il volere del Padre. Paolo pur pregando ripetutamente per essere affrancato da quella che definiva "la spina nella carne", non ottenne ciò che avrebbe desiderato lui ma ciò che il Signore riteneva strettamente necessario (cf 2Cor.12,7 ss); accade invece talora che ottenga un miracolo chi non se lo aspetta o chi addirittura non crede. Paolo era persecutore dei Cristiani quando ottenne per Grazia straordinaria di essere chiamato a diventare il più grande promotore del cristianesimo. Dio non ha debiti con nessuno e anche gli eventuali meriti umani sono da attribuire alla sua Grazia e ai suoi doni, nulla infatti potremmo fare senza di Lui: quindi non possiamo far valere diritti, anche se Lui saprà ricompensare ciascuno secondo il proprio operato al momento opportuno, e comunque certamente nel giorno del giudizio. (cf Rom 2,6) La Fede, la carità e la preghiera, avvicinano al Bene e permettono che si riduca il male. Dio si serve anche dei suoi fedeli per ridurre il male nel mondo e soccorrere tanti che soffrono. Quando apparentemente non ci ascolta è perché sta operando in un modo che recherà vantaggi diversamente ma più opportunamente di come ce lo aspettiamo e non solo a noi stessi. La Passione e morte di Cristo se fosse stata evitata, come egli aveva umanamente implorato in quel momento, non avrebbe prodotto il massimo beneficio possibile all’umanità.

Dio in realtà sempre ascolta le preghiere esaudendole nel modo più conveniente e per questo Gesù assicura che se la sua parola resta in noi, il Padre concederà ciò che chiediamo (cf.Gv.15,7): ma questo presuppone l’uniformarsi alla sua volontà (cf.1Gv 5,14); inoltre non si precisa né come né quando lo concederà: questo dobbiamo lasciarlo decidere a Lui. Nell’immediato potrebbe concedere di essere fortificati per fronteggiare la situazione emergente, per resistere nelle prove, per avere le ispirazioni opportune e agire con la prudenza del caso evitando mali maggiori, per agire convenientemente in quelle cose che competono a noi; in ogni caso la preghiera è il mezzo ordinario per chiedere umilmente ed ottenere anche grazie straordinarie se Dio lo desidera. Però se non vediamo il risultato delle nostre preghiere, dobbiamo essere certi che Dio opera continuamente come ci assicura Gesù, "il Padre mio opera sempre, e anch’io opero" (Gv.5,17) "nel segreto" (cf.Mt 6,6) cercando di condurre tutto e tutti alla salvezza nel rispetto di ciascuno e donando comunque la grazia attuale strettamente indispensabile. (cf.2Cor.12,9)

Possiamo supporre, esaminando diversi testi della Scrittura, che Dio abbia cercato di adottare pazientemente una serie di misure nei confronti degli uomini facendoli maturare progressivamente in un clima di reciproco rispetto.

Questa ipotesi trova riscontro ad esempio nella vicenda del popolo eletto che viene liberato dalla schiavitù attraverso numerosi e grandiosi interventi divini, ma anche attraverso lunghi e penosi silenzi. Trascorsero ben 430 anni di schiavitù degli ebrei in Egitto, quando Dio decise di provvedere alla loro liberazione (cf Gal.3,17), annunciando a Mosè: "ho veduto l’afflizione del mio popolo e sono sceso per liberarlo" (Esodo 3,7) . Ci vollero poi altri 40 anni di tribolazioni nel deserto prima di arrivare alla terra promessa, che però Mosè vide solo da lontano, e molti ebrei infedeli non videro affatto. Abramo dovette attendere di essere centenario prima di avere Isacco quale unico figlio, che oltretutto gli fu anche chiesto in sacrificio rischiando quindi di non poter mai vedere realizzata la promessa di avere una discendenza numerosa come le stelle del firmamento. Ma Abramo ebbe fede e gli fu concessa la discendenza promessa, che però nella vita terrena intravide soltanto. La vita terrena di Gesù fu una pena continua e un grande apparente fallimento. Avendo tanti esempi come questi, dobbiamo fare solo un atto di FIDUCIA in Dio e rimanergli FEDELI. E’ questa la Fede che ci è chiesta. Dobbiamo credere che quando vi è qualcosa di ingiusto, doloroso e insopportabile, il Padre attraverso il Figlio soffre con noi ma non rimane inerte e sa già come operare per trovarne la soluzione, anzi, tiene conto di tutti i fattori in gioco per portare tutto a compimento nei tempi necessari. Anche quando una vicenda si concludesse definitivamente e negativamente con la sconfitta e con la morte, che presto o tardi, più o meno dolorosamente si verifica per tutti, il maggior male potrà essere in realtà risolto definitivamente e positivamente nella gioia del Suo Regno che a noi non è ancora dato sperimentare né misurare. Gesù infatti assicura che i capelli dei suoi fedeli son tutti contati (Luca 12,7) e li invita a non temere la morte del corpo, ma solo la morte dell’anima (cf Mt 10,28), per evitare la quale, Egli ha restituito al Padre il frutto che era stato con superbia tolto, offrendo se stesso con estrema umiliazione come frutto a Lui gradito e perfetto, sull’albero della Croce, al fine di risolvere alla radice il vero male che è il peccato e la morte spirituale che ne è l’ultima conseguenza. L’astuzia del serpente ha sempre cercato di corrompere il bene per conseguire il male, mentre la sapienza del Creatore si propone di far concorrere anche i mali, al bene di coloro che sperano in Lui, finché un giorno tutto sarà risolto, secondo giustizia e misericordia. (cf.Isaia 42,14 e 65,17-18 Rom.8,28 2Pietro 3,13 Matt.5,1 ss) . Sta ora a noi e alla nostra libertà accettare questo dono gratuito di salvezza.

 



Dalla Scrittura si possono ricavare molte ragioni che spiegano l’esistenza del male sulla terra.

Quelle elencate qui di seguito sono tra le più evidenti:


Per un atto libero di ribellione di Lucifero che ha trascinato altri nella sua insensata decisione:

Is14,12 Come mai sei caduto dal cielo, Lucifero, figlio dell'aurora? Come mai sei stato steso a terra, signore di popoli? 13 Eppure tu pensavi: Salirò in cielo, sulle stelle di Dio innalzerò il trono, dimorerò sul monte dell'assemblea, nelle parti più remote del settentrione. 14 Salirò sulle regioni superiori delle nubi, mi farò uguale all'Altissimo. 15 E invece sei stato precipitato negli inferi, nelle profondità dell'abisso!...

Per la conseguenza del peccato originale commesso liberamente dai progenitori:

Ro 5,18 …per la colpa di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna,….

Per il rispetto di Dio della libertà individuale e collettiva che spesso sceglie il male:

De 30,19 Prendo oggi a testimoni contro di voi il cielo e la terra: io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita, perché viva tu e la tua discendenza…

Ap 3,20 Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me.

Per l’esplicarsi delle leggi di una natura stravolta dal peccato, che l’uomo a volte subisce e con cui deve cercare di interagire:

Ro 8,22 Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; 23 essa non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo

Mat 7,26 Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. 27 Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande».

Lu 13,4 O quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre di Sìloe e li uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? 5 No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».

2Co 11,24 …tre volte ho fatto naufragio, ho trascorso un giorno e una notte in balìa delle onde. 26 Viaggi innumerevoli, pericoli di fiumi, pericoli di briganti, pericoli dai miei connazionali, pericoli dai pagani, pericoli nella città, pericoli nel deserto, pericoli sul mare, pericoli da parte di falsi fratelli; 27 fatica e travaglio, veglie senza numero, fame e sete, frequenti digiuni, freddo e nudità…

 

Per effetto o conseguenza di qualche colpa

Mat 9,2 Ed ecco, gli portarono un paralitico steso su un letto. Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati».

Ger 14,10 Così dice il Signore di questo popolo: «Piace loro andare vagando, non fermano i loro passi». Per questo il Signore non li gradisce. Ora egli ricorda la loro iniquità e punisce i loro peccati.

Per correggere e condurre al ravvedimento:

 

Ebrei 12,5-7. "-Figlio mio, non disprezzare la disciplina del Signore, e non ti perdere d’animo quando sei da Lui ripreso; perche il Signore corregge quelli che Egli ama, e punisce tutti coloro che riconosce come figli.- Sopportate queste cose per la vostra correzione. Dio vi tratta come figli; infatti qual è il figlio che il padre non corregga?"

Ebrei 12,11 "E’ vero che qualunque correzione sul momento non sembra recar gioia, ma tristezza: in seguito, tuttavia, produce un frutto di pace e di giustizia in coloro che sono stati addestrati per mezzo di essa"

2Macc 6,12 Io prego coloro che avranno in mano questo libro di non turbarsi per queste disgrazie e di considerare che i castighi non vengono per la distruzione ma per la correzione del nostro popolo.

1Cor 5,5 questo individuo sia dato in balìa di satana per la rovina della sua carne, affinché il suo spirito possa ottenere la salvezza nel giorno del Signore…

 

Sap 12,2 Per questo tu castighi poco alla volta i colpevoli e li ammonisci ricordando loro i propri peccati, perché, rinnegata la malvagità, credano in te, Signore.

Le 26,23 Se nonostante questi castighi, non vorrete correggervi per tornare a me, ma vi opporrete a me, anch'io mi opporrò a voi.

Sal 118,71 Bene per me se sono stato umiliato, perché impari ad obbedirti.

 

Per far maturare e acquisire delle virtù:

 

Ro 5,3 … noi ci vantiamo anche nelle tribolazioni, ben sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata 4 e la virtù provata la speranza.

Per prevenire che si radichi o si sviluppi qualche vizio:

 

2Cor.12,7 Perché non montassi in superbia per la grandezza delle rivelazioni, mi è stata messa una spina nella carne, un inviato di satana incaricato di schiaffeggiarmi, perché io non vada in superbia. 8 A causa di questo per ben tre volte ho pregato il Signore che l'allontanasse da me. 9 Ed egli mi ha detto: «Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza». Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. 10 Perciò mi compiaccio nelle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: quando sono debole, è allora che sono forte.

Per mettere alla prova la fedeltà dei credenti:

Giob 1,9 Satana rispose al Signore e disse: «Forse che Giobbe teme Dio per nulla? 10 Non hai forse messo una siepe intorno a lui e alla sua casa e a tutto quanto è suo? Tu hai benedetto il lavoro delle sue mani e il suo bestiame abbonda di terra. 11 Ma stendi un poco la mano e tocca quanto ha e vedrai come ti benedirà in faccia!». 12 Il Signore disse a satana: «Ecco, quanto possiede è in tuo potere, ma non stender la mano su di lui»...

2Cor 8,1 Vogliamo poi farvi nota, fratelli, la grazia di Dio concessa alle Chiese della Macedonia: 2 nonostante la lunga prova della tribolazione, la loro grande gioia e la loro estrema povertà si sono tramutate nella ricchezza della loro generosità.

Giac 1,12 Beato l'uomo che sopporta la tentazione, perché una volta superata la prova riceverà la corona della vita che il Signore ha promesso a quelli che lo amano.

1Pt 1,7 … perché il valore della vostra fede, molto più preziosa dell'oro, che, pur destinato a perire, tuttavia si prova col fuoco, torni a vostra lode, gloria e onore nella manifestazione di Gesù Cristo:

2Pt 2,9 Il Signore sa liberare i pii dalla prova e serbare gli empi per il castigo nel giorno del giudizio…

Lu 22,31 Simone, Simone, ecco satana vi ha cercato per vagliarvi come il grano; 32 ma io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede;

Ap 2,10 Non temere ciò che stai per soffrire: ecco, il diavolo sta per gettare alcuni di voi in carcere, per mettervi alla prova e avrete una tribolazione per dieci giorni. Sii fedele fino alla morte e ti darò la corona della vita.

Ap 3,10 Poiché hai osservato con costanza la mia parola, anch'io ti preserverò nell'ora della tentazione che sta per venire sul mondo intero, per mettere alla prova gli abitanti della terra.

 

Per purificare e perfezionare i credenti:

 

Sal 25,2 Scrutami, Signore, e mettimi alla prova, raffinami al fuoco il cuore e la mente.

Mal 3,3 Siederà per fondere e purificare; purificherà i figli di Levi, li affinerà come oro e argento, perché possano offrire al Signore un'oblazione secondo giustizia.

At 14,22 rianimando i discepoli ed esortandoli a restare saldi nella fede poiché, dicevano, è necessario attraversare molte tribolazioni per entrare nel regno di Dio.

Giov 16,33 Vi ho detto queste cose perché abbiate pace in me. Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo!».

 

per conseguire un fine provvidenziale di bene per molti:

 

Gen 50,20 "Io sono Giuseppe, il vostro fratello, che voi avete venduto per l’Egitto. Ma non vi rattristate e non vi crucciate per avermi venduto quaggiù, perché Dio mi ha mandato qui prima di voi per conservarvi la vita"

Gen 45,4-5 "Se voi avevate pensato del male contro di me, Dio ha pensato di farlo servire a un bene, per compiere quello che oggi si avvera: far vivere un popolo numeroso".

Ro 8,28 Del resto, noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno.

Lu 24,25 Ed egli disse loro: «Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! 26 Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?».

Eb 2,10 Ed era ben giusto che colui, per il quale e del quale sono tutte le cose, volendo portare molti figli alla gloria, rendesse perfetto mediante la sofferenza il capo che li ha guidati alla salvezza.

Per rendere partecipi delle sofferenze di Cristo a beneficio del Suo Corpo mistico:

Col 1,24 Perciò sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa.

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Tanti motivi sono sufficienti per rispondere alla domanda: "Perché Dio, se può e vuole, non toglie tanti mali dal mondo? In sintesi la risposta è che Egli li toglierà al momento opportuno dopo che anche i mali saranno serviti a far maturare noi o altri o a farci dare un contributo per il Suo disegno di salvezza.

OFFLINE
02/08/2009 13:33

Non avevo dubbi sulla capacità di Teofilo di esporre in modo chiaro, logico ed esaustivo il suo pensiero, che è senz’altro un contributo di arricchimento per tutti, ma questa volta ha superato se stesso,  anche se possono permanere alcune divergenze interpretative che tuttavia non invalidano l’essenza del messaggio.


Mi permetto solo una piccola riflessione sul passo seguente:

……… Cambiò la sua volontà decisa di distruggere Ninive quando i suoi malvagi abitanti si pentirono, risparmiando la città. Così pure in tante manifestazioni della volontà divina, troviamo che il più delle volte Egli opera in modo da servirsi di taluni mali per riportare l’armonia nelle creature, analogamente a quanto fa per esempio un chirurgo che per ottenere la guarigione di un organo malato deve usare metodi e strumenti che fanno male durante l’uso ma sono finalizzati alla salute finale. Dio quindi, quando non ottiene che noi compiamo ciò che direttamente desidera e cioè la sua reale volontà, mette provvidenzialmente in atto la volontà di poter comunque trovare un rimedio, cercando di raddrizzare, restaurare o migliorare ciò che noi andiamo man mano distorcendo o distruggendo, analogamente a quanto fa un premuroso padre di famiglia che cerca di rimediare alle cadute e agli errori dei figli.


L’insegnamento biblico si prefigge di farci comprendere come Dio interagisca con l’umanità (in questo caso, però,neppure con molta discrezione). Per raggiungere questo scopo, mi sembra tuttavia che Dio venga troppo umanizzato.


Cerco di spiegarmi: nella Sua perfezione e onniscienza come potrebbe Dio cambiare la Sua volontà e, quindi, le Sue decisioni? Se lo facesse, significherebbe aver commesso un precedente errore di valutazione, è un porre Dio in una condizione di divenire,  il che è improponibile.

Nel caso sopra riportato, il pentimento degli abitanti di Ninive fa cambiare a Dio una decisione che aveva preso. Ma, se Dio pre-conosceva che ci sarebbe stato questo pentimento, come poteva aver deciso di distruggerli per poi cambiare idea? Non sapeva già che si sarebbero pentiti e che non li avrebbe distrutti?

Dio non può che essere immutabile nella Sua perfezione e non può essere soggetto a ripensamenti come l’uomo. Il ripensamento presuppone infatti un’incompletezza, un divenire che in Dio, in quanto essere per eccellenza,  non può sussistere.
Le Leggi Divine non possono che essere immutabili in quanto perfette, ed è solo l’uomo con le sue scelte a metterle in moto nel bene e nel male, il che può dare l’illusione che sia Dio a cambiare idea, mentre in realtà è solo l’uomo a cambiare e, quindi, a provocare o meno le diverse manifestazioni di queste


Quindi, nel caso riportato,  io osserverei che non fu Dio a cambiare la Sua volontà, ma furono gli abitanti di Ninive a cambiare e a non incorrere così negli effetti che la Legge Divina prevedeva nel caso non lo facessero.

Qualcuno potrebbe anche confutare che l'affermare che Dio non possa cambiare idea sia come attribuirgli un limite, ma non è così. Dio è infatti perfezione assoluta, interagisce in modo discreto con il creato, ma le Sue decisioni sono già perfette in partenza. Come può mutare ciò che è già perfetto, ovvero la Sua volontà? 
Ne consegue che non è Dio a modellarsi come un pongo alle scelte umane, ma è solo l'uomo che si rimodella grazie ai suoi invisibili e discreti interventi che comunque mai ledono la libertà individuale che ci èstata data.

 
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02/08/2009 14:43


Ti ringrazio lyvan per la lettura attenta e per l'osservazione, che merita una opportuna precisazione:
Il linguaggio biblico,  adopera locuzioni e modi di dire che si adattano alle situazioni contingenti e culturali degli uomini.
Per cui sembra talora che Dio non sappia in precedenza ciò che attuerà in seguito.
Infatti la predizione della fine di Ninine doveva suonare come perentoria e definitiva, e appare dal testo, come se Dio abbia dovuto
mutare proposito. Ho usato per tale motivo lo stesso linguaggio.
Ma è ovvio, da quanto risulta dall'intero messaggio biblico, che siccome Dio già conosce in anticipo come andranno  le cose, doveva solo
adottare l'alternativa al comportamento dei niniviti, già da Lui preconosciuta. "Adottare l'alternativa preconosciuta" forse rende meglio

quello che intendevo dire.
Per cui si confermano l'immutabilità di Dio, come hai osservato anche tu, e la Sua prescienza che è una caratteristica di tale

immutabilità, nonchè la libertà dell'uomo che può veramente meritare o demeritare secondo le proprie libere decisioni che vengono rese

possibili dalla ferma volontà di Dio di concederlo alle sue creature.
Mi rendo conto che la questione della "predestinazione e il libero arbitrio"  è un argomento non facile per noi comuni mortali. Noi

dobbiamo accontentarci di ragionare come possiamo e con il nostro linguaggio, senza però dimenticare i principi assoluti della Fede

cattolica, che è una fede coerente e senza contraddizioni.
Con affetto

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02/08/2009 14:59

Mi complimento sia con Teofilo sia con Iyvan per le ottime esposizioni del proprio pensiero, anche se mi è sembrato di leggere ultimamente che stiamo parlando la stessa lingua [SM=g8864] .

Mi sento di racchiudere il tutto in un pensiero che all'apparenza può sembrare contradittorio per noi umili esseri umani ma che racchiude, sempre secondo me, il mistero di tale enigma.

Dio conosce il nostro destino, ora sta a noi, comuni esseri umani, a crearci tale destino.

Dio vi benedica, e grazie delle vostre argomentazioni che mi hanno molto arricchito.

[SM=g7474]
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