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Ultimo Aggiornamento: 22/08/2009 17:14
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19/08/2009 18:43


(Gino61), 19/08/2009 10.30:



Già, meglio non rischiare... potrei scoprirti dietro una decina di altri nick


Come si dice in Sicilia: uomo avvisato.... mezzo?



... mezzo cosa?





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19/08/2009 23:02

Premesso che sono piuttosto notturna (ritmi presi purtroppo dal lavoro) e che meno di frequente mi connetto durante il giorno, magari qualche volta passerô a salutarvi. Ma senza promesse.
19/08/2009 23:27

Si si si katietta!!!!!Ciaooooo
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20/08/2009 15:00

Re:
Katietta-64, 19/08/2009 23.02:

Premesso che sono piuttosto notturna (ritmi presi purtroppo dal lavoro) e che meno di frequente mi connetto durante il giorno, magari qualche volta passerô a salutarvi. Ma senza promesse.




Quando passerai, se passerai, sarai di certo la benvenuta. [SM=g7427]
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20/08/2009 21:45

Grazie
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21/08/2009 00:50

"Katietta-64":

Premesso che sono piuttosto notturna



Idem , anch'io sono parecchio notturno..purtroppo... [SM=g7340]
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21/08/2009 12:39

Nel guscio delle "chat"
C'è un solo grande problema che accomuna, da sempre, tutti i mali del mondo: l'egoismo. Il male si sviluppa perché gli esseri umani pensano troppo a se stessi e si dimenticano che esistono gli altri. Viviamo, troppo spesso, rinchiusi in un guscio, in cui ognuno tende a curare i propri interessi, trascurando quelli di chi è al nostro fianco. Per cambiare il mondo, a poco a poco, giorno dopo giorno, bisogna imboccare la strada inversa: uscire dal proprio guscio di egoismo ed accorgersi della presenza del prossimo. Ma, per fare questopubblicato , è necessaria una vera e propria rivoluzione culturale, che deve partire fin dall'infanzia. Oggi, purtroppo, accade esattamente il contrario. I ragazzi, fin dalla più tenera età, vengono educati all'egoismo, ad uno stato di isolamento continuo che impedisce loro di accorgersi dell'esistenza degli altri. La massima espressione di questFatima o triste fenomeno è rappresentata dalla moda delle "chat". Questa parola inglese, che significa "chiacchierata" si utilizza per definire una specie di "salotto virtuale", creato su Internet, dove le persone possono "dialogare" (si fa per dire!), in tempo reale, da ogni parte del mondo. E' come se tanti giovani stessero in una stanza e parlassero contemporaneamente tra loro. In questo caso, però, tutto avviene attraverso lo schermo di un computer, dove la gente "comunica" (si fa per dire, ancora una volta!), con le dita su una tastiera. Prima di parlare delle "chat", bisogna fare un passo indietro e identificare il terreno culturale (o non-culturale) in cui si è sviluppata questa moda. Perché, improvvisamente, così tante persone scelgono i rapporti virtuali, al posto di quelli veri? Invece di dire "Ci vediamo oggi pomeriggio al muretto", preferiscono dire "Ci parliamo stasera in chat". Perché sta succedendo questo? Non sarebbe meglio uscire di casa e fare una passeggiata con gli amici? Il problema è che i giovani, oggi, sono letteralmente "educati" alla scelta del falso e del virtuale, fin dall'infanzia. Pensiamo, ad esempio, a come è cambiato il modo giocare. Sta scomparendo l'antica e sana "cultura del cortile e della piazza", luoghi all'aperto in cui i bambini praticavano tradizionali giochi di gruppo, allegri e creativi. Si preferisce la soluzione "casalinga", che si traduce in un vero e proprio abbandono di fronte al computer o alla televisione. L'unico amico con cui giocare, per molti ragazzi, è il pupazzetto sanguinario e violento di qualche videogioco. Un amico virtuale con il quale non è possibile alcun dialogo. Un tempo, i giochi all'aperto rappresentavano parentesi di svago costruttive, in cui si stava insieme e ci si confrontava l'uno con l'altro. Non erano soltanto un'occasione di divertimento, ma soprattutto momenti educativi in cui ci si abituava ad avere delle regole, a lottare con correttezza e a rispettare l'avversario. Oggi, purtroppo, si diffonde sempre di più la moda dei videogiochi, in cui il bambino si ritrova solo di fronte allo schermo freddo di un computer. E' vittima di fantasie "già pronte" e la sua mente si ritrova ad essere "ingabbiata", privata della sua creatività. La "cultura della scoperta dell'altro", importantissima per dare un sano contributo alla società, viene sostituita da una "non-cultura dell'altro virtuale", dell'altro che non esiste. E quindi, che non viene considerato o rispettato. La stessa cosa accade in certe "chat", dove "l'altro" è soltanto un falso nome, dietro il quale potrebbe nascondersi chiunque. Questi "salotti virtuali" rappresentano, di fatto, una grande contraddizione. Da una parte, danno l'illusione dell'onnipotenza. Chi li frequenta crede che rappresentino l'esaltazione della comunicazione, perché permettono di entrare in contatto con il mondo attraverso un semplice "click". Ma prima di entusiasmarsi troppo, bisognerebbe chiedersi: qual è la qualità della mia comunicazione? Con chi sto comunicando? Che cosa sto comunicando? In molti casi, i frequentatori delle "chat" si nascondono dietro una maschera. Capita che gli uomini si fingano donne e viceversa. Oppure che gli adulti si fingano bambini. Insomma, la "chat" rischia di trasformarsi in un "teatrino" di bugie e di inganni, a discapito di tante persone in buona fede. Naturalmente non bisogna generalizzare e dire che tutte le "chat" siano pericolose. Ma non si può negare che questo tipo di pseudo-comunicazione susciti tanti punti interrogativi. In molti casi, finisce per sostituirsi al contatto vero con la realtà, diventando una vera e propria "cella di isolamento". Può contribuire alla creazione di un'autentica "mentalità virtuale", in grado di distorcere la consapevolezza del proprio rapporto con gli altri. L'invasione, sempre più schiacciante, del virtuale nella vita dei giovani rappresenta un grave problema dei nostri tempi. Come si fa a considerare il prossimo, se non ci si abitua realmente ad incontrarlo e a dialogare con lui? Come si possono prendere a cuore i suoi problemi? Per contrastare questo fenomeno, bisogna alimentare nelle nuove generazioni un'autentica "cultura dell'impegno". Esprimersi attraverso i tasti di un computer, significa rifiutare il confronto sincero con altri esseri umani. Significa rinunciare ad impegnarsi, perché il rapporto con il prossimo rappresenta anche un impegno, uno sforzo per mettersi in discussione. E' importante, invece, cercare le persone vere, imparare a comprenderle e ad amarle sul serio, anche a costo di fare dei sacrifici. Questo sforzo personale potrà sicuramente contribuire ad una maturazione dei giovani, aiutandoli ad affrontare in modo più costruttivo il cammino della vita.
Carlo Climati

Articolo pubblicato su "Maria di Fatima" (2006).
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21/08/2009 12:41

meditate gente, meditate
21/08/2009 16:02

Si ,concordo in toto.Ma magari Daniele puo' proporre una cosa diversa ,no?
Cmq tutto quello che si è scritto in qto articolo delle chats ,vale anche per le com...c'è da meditare...si!!!
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21/08/2009 17:25

Re:
enricorns, 19/08/2009 18.43:


(Gino61), 19/08/2009 10.30:



Già, meglio non rischiare... potrei scoprirti dietro una decina di altri nick


Come si dice in Sicilia: uomo avvisato.... mezzo?



... mezzo cosa?








di solito si dice mezzo salvato

in Sicilia diciamo mezzo ammazzato ^__^

ma è ovvio che scherzo.... [SM=g7515]





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21/08/2009 17:59

Scusate il mio intervento, ma è necessaria e doverosa , una rapida e semplice puntualizzazione.

"Gino61":

o triste fenomeno è rappresentata dalla moda delle "chat".



Non vedo perchè definirlo "triste". La chat è conseguenza diretta della comunicazione sul Web, un utile strumento ( se usato nel modo corretto) per mantenere amicizie reali e virtuali.

I giovani di oggi si sono adeguati a questa realtà ed all'inevitabile avanzata del progresso. Si, perchè di questo si tratta.

"Gino61":

Il problema è che i giovani, oggi, sono letteralmente "educati" alla scelta del falso e del virtuale



Parole dure ed in parte errate: perchè falso? Non esiste forse un essere umano dietro un nick, schermo e tastiera? Anche qui andrebbe specificato che è importante l'uso che se ne fa ed i contatti con cui si "chatta" (chiacchera). Credo che usando il cervello, come in tutte le cose del resto, non ci dovrebbero essere grandi problemi di sorta.

"Gino61":

Da una parte, danno l'illusione dell'onnipotenza. Chi li frequenta crede che rappresentino l'esaltazione della comunicazione, perché permettono di entrare in contatto con il mondo attraverso un semplice "click". Ma prima di entusiasmarsi troppo, bisognerebbe chiedersi: qual è la qualità della mia comunicazione? Con chi sto comunicando? Che cosa sto comunicando? In molti casi, i frequentatori delle "chat" si nascondono dietro una maschera. Capita che gli uomini si fingano donne e viceversa. Oppure che gli adulti si fingano bambini. Insomma, la "chat" rischia di trasformarsi in un "teatrino" di bugie e di inganni, a discapito di tante persone in buona fede.



Onnipotenza? E' sicuro che questo termine sia attinente con la parola Chat? E le rispondo alle domande da lei sopracitate, senza entusiasmarmi:

qual è la qualità della mia comunicazione? Utile ed al momento necessaria, poichè il mio interlocutore vive a 600 km da me.

Con chi sto comunicando? Raramente comunico con chi non conosco, è buona abitudine precedere una conoscenza diretta prima di dare il proprio contatto a sconosciuti.

Che cosa sto comunicando? Comunico per svago o per necessità o per dare assistenza , in base al contatto da me selezionato.

Insomma, la "chat" rischia di trasformarsi in un "teatrino" di bugie e di inganni, a discapito di tante persone in buona fede.

Concordo, ma come consiglio spesso, è bene accendere anche il cervello, quando si avvia il Computer.

Concludo chiedendole perdono per il mio intervento, ma è bene affrontare gli argomenti sempre a 360 °, non ritengo corretto fare informazione solo a metà.

"Gino61":

meditate gente, meditate



No grazie, ma respingo l'invito, non credo che sia necessario meditare su questo argomento.

Emanuele







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21/08/2009 18:30

Punti di vista, per me la chat è tempo perso, parole che si sprecano e quando chiudi non rimane nulla....

Per te può essere un'attrattiva ma dalle chat non è mai venuto nulla di buono....
21/08/2009 18:58

Io ho letto il brano postato da Gino e l'ho condiviso ,pero' leggendo anche Emanuele ,nn mi sento di dargli torto...ecco perchè condivido l'idea di Daniele...le chat nn saranno tutte uguali ,no?
Personalmente ho avuto qualche delusione,ma era dovuto alla mia inesperienza ..in fondo che vado su chat(andavo ...adesso pochissimo ,nn parlo di msn)...e ' da poco e devo dire che mi è successo di tutto e di piu'...ma ho imparato.
Io penso che le com siano utili,le chat pure se gestite bene ...anche se c'è un quid indefinito...Tu dici bene Emanuele ...mai dare contatti propri con supeficialita'.
Personalmente preferisco msn ...magari fare gruppi di persone che si conoscono.Io sono piu' prudente.Sbagliero'.
Cmq Daniele pondera bene qdo apri qta chat e decidi che impronta darle.
Pero' e' vera quella sensazione ...che tutti parlano e in realta' nn ci si ascolta bene....mah...a differenza col msn il clima è piu' personale ...e piu' sicuro .Sai con chi hai a che fare.
si è nel duemila ...anche il Papa parla di evangelizzazione su facebook ,no?Non ha mica aperto qualcosa del genere?
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21/08/2009 18:59

Infatti. Punti di vista e pareri contrastanti.

E , tanto per chiarezza, per me non è un'attrattiva , ma una delle tante mie forme di svago , a cui dedico peraltro relativamente pochissimo tempo, usando il mio raro tempo libero in tutt'altre attività ed avendo un'età che ha superato abbondantemente l'adolescenza.
21/08/2009 19:03

Ma si non c'è nulla di male nel voler comunicare con la gente ...niente di male ...basta saper gestire ben tempo e le relazioni nel rispetto degli stessi. Ciao Doriano!!!
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21/08/2009 19:06

Già.

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21/08/2009 21:06

Mi piace come Doriano ha risposto, in maniera equilibrata e pertinente.
Amici, ogni cosa ha i suoi lati positivi e quelli negativi.
I sociologi e anche alcuni uomini di Chiesa pensano male di facebook e pure noi ci siamo, dipende dell'uso che se ne fa.
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22/08/2009 17:14

sono d'accordo con Emanuele e con Cattolico, anche facebook o una chat possono essere usati per scopio positivi, anzi propio oggi possono essere importanti mezzi di evangelizzazione, questo lo ha ribadito anche il Papa che ha voluto aprire un canale su youtube e se non sbaglio anche su facebook perchè oggi, dobbiamo prenderne atto, i giovani comunicano con questri strumenti.
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