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Ultimo Aggiornamento: 31/08/2009 21:47
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30/08/2009 19:47

Ieri durante la predica il sacerdote metteva in evidenza che la fede è anche visibile, fatta di gesti e atteggiamenti anche piccoli, forse apparentemente insignificanti, come ad esempio fare il segno della croce in luogo pubblico, ma che denotano visibilmente la nostra appartenenza e la nostra fede.

Ma ci sono gesti, atteggiamenti e comportamenti che evidenziano ancor di più questo nostro dirci credenti.

Nella comunità (intendo questa comunità) molte discussioni mettono in evidenza questo nostro essere credenti, conoscitori, chi più e chi meno, delle scritture e attenti ai vari commenti e ragionamenti su di esse, ma in concreto quale atteggiamento e comportamento visibile attesta o può attestare questo nostro dire di credere.

Insomma, per farla breve, valutiamo uno di questi atteggiamenti, forse il più importante o comunque indicativo e visibile, quanto andiamo a messa noi cattolici o quanto partecipate al culto  fedeli di altre confessioni?
[Modificato da enricorns 30/08/2009 19:49]
30/08/2009 22:38

Eh!!!!!Bel richiamo Enrico!!!!
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31/08/2009 11:36


quanto andiamo a messa noi cattolici o quanto partecipate al culto fedeli di altre confessioni?



E da questo cosa ne vorresti dedurne?
Chi va poco a Messa è meno cristiano di chi ci và 3-4 volte la settimana?
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31/08/2009 11:48

Eheheheheh bella domanda ....io ce l'avevo sulla punta della lingua....pero',pero'...se uno dice di amare Gesù si dovrebbe sentire forte l'esigenza di andare a Messa,no?
Ma io nn mi faccio problemi il rapporto con Dio e' talmente personale ,che nessuno puo' sapere .....in reparto dove lavoro a volte viene una suora e con lei parlo...e dolcemente una volta mi ha detto"E' importante la Messa...ti fortifica,ti da' l'energia per fare quello che fai..."perchè le avevo detto che alla domenica qdo lavoro salto....e lei mi ha risposto guardandomi dritto negli occhi:"Beh c'è anche il sabato...".
Io credo che Gesù sa....e ci comprende.Ad es,cerco di svolgere al meglio il mio lavoro con gli ospiti e lo offro come preghiera a Dio.....
Sbaglio?Cmq la Messa la seguo...ma... e' capitato che saltavo....e ne sentivo la perdita.
[Modificato da Gabbianella1. 31/08/2009 11:50]
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31/08/2009 12:10

Basta fantificare la festa per chi lavora e ha poco tempo libero .
31/08/2009 18:44

E da questo cosa ne vorresti dedurne?
Chi va poco a Messa è meno cristiano di chi ci và 3-4 volte la settimana?

Intanto il precetto prevede DI SANTIFICARE LE FESTE, dunque non centra nulla le tre o quattro messe settimanali, e poi siccome l'appartenenza ad una denominazione è anche dimostrabile visibilmente chi va poco a messa, chiaramente se non ne è impedito da lavoro, ma anche li volendo c'è una svariata possibilità, o da malattia è in un certo modo meno cristiano o meno cattolico di altri, ma credo che anche i cristiani di altre denominazioni e i credenti di altre religioni considerino la partecipazione al culto, come anche alle altre attività ed azioni, come la partecipazione alle catechesi, alla formazione, ai momenti di preghiera liturgici e non, e anche l'obbedienza alle indicazioni dei pastori è sinonimo di corenza alla fede proclamata.

Chiaro che la partecipazione non deve esaurisi in un fattore puramente numerico.

Basta fantificare la festa per chi lavora e ha poco tempo libero

Cosa intendi per santificare?

Cosa intendi per tempo libero?


[Modificato da enricorns 31/08/2009 18:47]
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31/08/2009 18:55

Re:

Caluzzu che facciamo ricominciamo?
Se hai qualche problema personale con Enrico esiste la posta privata, cerchiamo di comportarci da veri cristiani.
Grazie.

[Modificato da Cattolico_Romano 31/08/2009 19:13]
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31/08/2009 19:10

X Enrico


Intanto il precetto prevede DI SANTIFICARE LE FESTE, dunque non centra nulla le tre o quattro messe settimanali,



Non mi sembra che nel primo messaggio stavi parlando del comandamento divino ma della partecipazione alla Messa.


e poi siccome l'appartenenza ad una denominazione è anche dimostrabile visibilmente chi va poco a messa



Non discuto su questo fatto, è ovvio che il cristiano che sia cattolico o meno deve partecipare al culto, ma discuto se è mai possibile dedurre se si è cristiani più di altri in base alle presenze in Chiesa.


chiaramente se non ne è impedito da lavoro, ma anche li volendo c'è una svariata possibilità, o da malattia è in un certo modo meno cristiano o meno cattolico di altri, ma credo che anche i cristiani di altre denominazioni e i credenti di altre religioni considerino la partecipazione al culto, come anche alle altre attività ed azioni, come la partecipazione alle catechesi, alla formazione, ai momenti di preghiera liturgici e non, e anche l'obbedienza alle indicazioni dei pastori è sinonimo di corenza alla fede proclamata.



Bisogna valutare caso x caso, ad esempio dove abito ora io in un piccolo paese di periferia, il mio parroco è pastore di tre parrocchie e da noi può celebrare Messa solo tre giorni alla settimana, purtroppo per il lavoro che faccio solo il sabato sera posso essere presente, dato che le altre celebrazioni si svolgono mentre io lavoro, ma non per questo mi sento meno cristiano di chi ci và tre volte la settimana.


Chiaro che la partecipazione non deve esaurisi in un fattore puramente numerico.



Ovviamente, io comunque sono del parere che la prova dell'essere cristiano non sta in quante volte si va a Messa ma come si vive il cristianesimo nella vita reale, fuori dalla parrocchia.
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31/08/2009 19:18

Diamoci una calmata e rimaniamo in Topic, altri messaggi Off Topic e prettamente personali saranno cancellati con relativi Warning assegnati.
[Modificato da Cattolico_Romano 31/08/2009 19:19]
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31/08/2009 20:00

non è possibile un'altra volta mi ha cancellato il post!
[Modificato da enricorns 31/08/2009 20:01]
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Re:
enricorns, 31/08/2009 20.00:

non è possibile un'altra volta mi ha cancellato il post!




Veramente questo è il primo messaggio che ti cancello.
Il tuo messaggio non conteneva nessun insulto ma poteva prestare il fianco a ulteriori polemiche inutili con Caluzzu.
[Modificato da Cattolico_Romano 31/08/2009 20:08]
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31/08/2009 20:17

X Enrico


Intanto il precetto prevede DI SANTIFICARE LE FESTE, dunque non centra nulla le tre o quattro messe settimanali,



Non mi sembra che nel primo messaggio stavi parlando del comandamento divino ma della partecipazione alla Messa.


E cosa è la partecipazione alla Eucaristia se non il fattore principale del Santificare le feste?
Nell'esortazione apostolica di Benedetto XVI "Sacramentum caritatis", a conclusione del sinodo dei vescovi tenuto a Roma nell'ottobre del 2005 sul tema dell'Eucaristia, leggiamo:


"SINE DOMINICO NON POSSUMUS"

In conclusione, al paragrafo 95, Benedetto XVI torna sull'importanza vitale dell'andare a messa. Ricorda: "All'inizio del IV secolo il culto cristiano era ancora proibito dalle autorità imperiali. Alcuni cristiani del Nord Africa, che si sentivano impegnati alla celebrazione del giorno del Signore, sfidarono la proibizione. Furono martirizzati mentre dichiaravano che non era loro possibile vivere senza l'Eucaristia, cibo del Signore: Sine dominico non possumus".

E continua: "Anche noi non possiamo vivere senza partecipare al sacramento della nostra salvezza e desideriamo essere 'iuxta dominicam viventes', tradurre cioè nella vita quello che celebriamo nel Giorno del Signore. Questo giorno, in effetti, è il giorno della nostra definitiva liberazione. C'è da meravigliarsi se desideriamo che ogni giorno sia vissuto secondo la novità introdotta da Cristo con il mistero dell'Eucaristia?".



e poi siccome l'appartenenza ad una denominazione è anche dimostrabile visibilmente chi va poco a messa



Non discuto su questo fatto, è ovvio che il cristiano che sia cattolico o meno deve partecipare al culto, ma discuto se è mai possibile dedurre se si è cristiani più di altri in base alle presenze in Chiesa.


NO ma anche!

chiaramente se non ne è impedito da lavoro, ma anche li volendo c'è una svariata possibilità, o da malattia è in un certo modo meno cristiano o meno cattolico di altri, ma credo che anche i cristiani di altre denominazioni e i credenti di altre religioni considerino la partecipazione al culto, come anche alle altre attività ed azioni, come la partecipazione alle catechesi, alla formazione, ai momenti di preghiera liturgici e non, e anche l'obbedienza alle indicazioni dei pastori è sinonimo di corenza alla fede proclamata.



Bisogna valutare caso x caso, ad esempio dove abito ora io in un piccolo paese di periferia, il mio parroco è pastore di tre parrocchie e da noi può celebrare Messa solo tre giorni alla settimana, purtroppo per il lavoro che faccio solo il sabato sera posso essere presente, dato che le altre celebrazioni si svolgono mentre io lavoro, ma non per questo mi sento meno cristiano di chi ci và tre volte la settimana.

Io parlavo di partecipazione Domenicale.

Quella feirale è auspicabile ma certo no dve stravolgre gli impegni e il lavoro.



Chiaro che la partecipazione non deve esaurisi in un fattore puramente numerico.



Ovviamente, io comunque sono del parere che la prova dell'essere cristiano non sta in quante volte si va a Messa ma come si vive il cristianesimo nella vita reale, fuori dalla parrocchia.

Si ma la partecipazione all'eucaristia è il "banco" di scuola per la vita.

Il saluto "Ite Missa est"non vuol dire semplicemente che la messa è terminata, ma che termina il culto sacro e inizia quello delal vita, l'applicazione di ciò che in quel momento si è celebrato
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31/08/2009 21:05

X Enrico


E cosa è la partecipazione alla Eucaristia se non il fattore principale del Santificare le feste?



Nel tuo primo messaggio scrivevi: quanto andiamo a messa noi cattolici o quanto partecipate al culto fedeli di altre confessioni?

Il tuo post di apertura non parla affatto del terzo comandamento ma parla della celbrazione eucaristica in generale se volevi parlare della Domenica bastava essere più esplicito
Inoltre ti rammento che il terzo camandamento parla di giorno di riposo che per noi cristiani è la Domenica il giorno della Risurezzione, ma bisogna anche ricordarci che oggi il nostro contesto sociale è mutato, oggi sono in molti che lavorano la Domenica, e quindi non tutti possono partecipare alla Messa domenicale, io ad esempio la Domenica mattina lavoro ed è per questo che vado il Sabato pomeriggio alla Messa.
Credo che nel contesto sociale in cui viviamo oggi, par chi fa un lavoro particolare deve santificare lo Shabbat nel suo giorno di riposo, in qualunque giorno esso cade.


Non discuto su questo fatto, è ovvio che il cristiano che sia cattolico o meno deve partecipare al culto, ma discuto se è mai possibile dedurre se si è cristiani più di altri in base alle presenze in Chiesa.


NO ma anche!



Il cristiano è tale perchè VIVE il cristianesimo, non perchè ogni Domenica và a Messa.


Io parlavo di partecipazione Domenicale.

Quella feirale è auspicabile ma certo no dve stravolgre gli impegni e il lavoro.



E dove l'avevi detto?
E comunque il tuo discorso può avere valenza solo per chi la Domanica è di riposo.


Si ma la partecipazione all'eucaristia è il "banco" di scuola per la vita.

Il saluto "Ite Missa est"non vuol dire semplicemente che la messa è terminata, ma che termina il culto sacro e inizia quello delal vita, l'applicazione di ciò che in quel momento si è celebrato



Concordo, l'Eucaristia è la linfa, il nutrimento delle nostre anime, ma quante persone si nutrono del SS Sacramento tutte le Domeniche e durante la settimana non portano frutti della fede "visibile" della Domenica?
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31/08/2009 21:38

E continua: "Anche noi non possiamo vivere senza partecipare al sacramento della nostra salvezza e desideriamo essere 'iuxta dominicam viventes', tradurre cioè nella vita quello che celebriamo nel Giorno del Signore. Questo giorno, in effetti, è il giorno della nostra definitiva liberazione. C'è da meravigliarsi se desideriamo che ogni giorno sia vissuto secondo la novità introdotta da Cristo con il mistero dell'Eucaristia?".
31/08/2009 21:38

[Modificato da enricorns 31/08/2009 21:39]
31/08/2009 21:47

E continua: "Anche noi non possiamo vivere senza partecipare al sacramento della nostra salvezza e desideriamo essere 'iuxta dominicam viventes', tradurre cioè nella vita quello che celebriamo nel Giorno del Signore. Questo giorno, in effetti, è il giorno della nostra definitiva liberazione. C'è da meravigliarsi se desideriamo che ogni giorno sia vissuto secondo la novità introdotta da Cristo con il mistero dell'Eucaristia?".

E dove l'avevi detto?

E' ovvio che per patercipazione alla messa si intende quella nel giorno del Signre, solo la domenica, insieme a 6 altre solennità è precetto

E comunque il tuo discorso può avere valenza solo per chi la Domanica è di riposo.

No perchè la possibilità di santificare e di partecipare al Giorno del Signore nella sua azione più importante cioè il rendimento di grazie, ovvero eucaristia è dato dalla possibilità alla partecipazione consentita sia dal fatto che liturgicamente la Domenica inizia coi primi vespri del sabato, sia dalle molteplici possibilità anche serali di celebrazione.
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