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Scoperta archeologica a Gerusalemme

Ultimo Aggiornamento: 15/09/2009 20:48
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02/09/2009 06:11

Scoperta archeologica a Gerusalemme


di Fabrizio Bisconti

Prima che Gerusalemme divenisse la Città Santa e la meta più ambita dai pellegrini cristiani, visse una stagione di cui gli archeologi non hanno ancora ben ricostruito le fasi essenziali e la dinamica topografica. Proprio negli ultimi mesi, un'estesa campagna di scavo, diretta da Doron Ben-Ami, ha gettato nuova luce sulla fase tardo antica della città, mettendo in evidenza un edificio di oltre 1.000 metri quadrati nel parco archeologico della città di David, dove si ritiene che insistesse il nucleo più antico di Gerusalemme.
L'edificio - che secondo gli archeologi dovrebbe presentare dimensioni ancora più importanti di quelle, già imponenti, sinora intercettate - suggerisce che l'abitato romano, contro le supposizioni del passato, valicasse i limiti disegnati dalla città ottomana, per estendersi verso la valle di Silwan.
Il complesso monumentale ha attratto l'attenzione degli studiosi non tanto per le proporzioni davvero ragguardevoli, ma per le peculiarità architettoniche e decorative e per i materiali rinvenuti durante le indagini, che indirizzano verso il iii secolo dell'era cristiana.
L'edificio si articola attorno a un ampio cortile colonnato che, attraverso corridoi coperti, dà accesso a una serie di ambienti decorati ad affresco, secondo uno stile e un'iconografia che recuperano i sistemi decorativi di tipo geometrico e fitomorfo diffusi dall'arte romana della tarda antichità.
Il complesso si sviluppava su due piani e i materiali archeologici sono stati occultati dal crollo delle strutture murarie, dovuto a un evento traumatico, forse un terremoto, che devastò la regione nel corso del iv secolo.
La grande struttura, allo stato attuale delle ricerche, non trova confronti nelle città della regione e qualche analogia può essere stabilita con edifici dei territori siriani e libanesi e, segnatamente, con alcune lussuose dimore di Antiochia, Apamea e Palmira. Il palazzo si propone, dunque, come un sontuoso edificio abitativo di tipo privato e comporta un'altissima committenza dall'elevato potenziale economico, che vuole emulare i palazzi imperiali che costellano il mondo tardo antico.
La scoperta arricchisce e perfeziona le conoscenze archeologiche e topografiche di Gerusalemme e propone una nuova pagina della storia tardo antica della città, suggerendo proporzioni e caratteristiche ben più articolate, rispetto alla colonia romana sinora conosciuta.


(©L'Osservatore Romano - 2 settembre 2009)
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12/09/2009 12:20

Scoperta una sinagoga dei tempi di Gesù vicino Cafarnao

Nel terreno di un futuro centro di accoglienza per pellegrini a Magdala

GERUSALEMME, venerdì, 11 settembre 2009 (ZENIT.org).-

Con un comunicato stampa, l'Autorità per le Antichità di Israele ha reso nota questo giovedì l'importante e sorprendente scoperta dei resti di una sinagoga dei tempi di Gesù durante gli scavi sul terreno di un futuro centro per pellegrini a Magdala, sulle rive del Mare di Galilea.

L'11 maggio scorso, durante la sua visita in Terra Santa, Benedetto XVI ha benedetto la prima pietra del Magdala Center, di cui è incaricata la Congregazione religiosa dei Legionari di Cristo.
Gli scavi archeologici, diretti da Dina Avshalom-Gorni e Arfan Najar, dell'Autorità per le Antichità di Israele, sono iniziati il 27 luglio, e circa un mese dopo sono stati trovati i primi resti di un luogo importante.
Con il passare dei giorni si sono aggiunti ritrovamenti significativi che hanno portato alla conclusione che si tratti di una sinagoga del I secolo, probabilmente distrutta negli anni della rivolta degli ebrei contro i romani, tra il 66 e il 70 d.C.

L'elemento più interessante è una pietra scolpita ritrovata nel centro dell'edificio di 11 metri per 11 . Su di essa appaiono vari segni, tra cui una menorah, il candelabro a sette braccia; a quanto pare è la menorah più antica ritrovata finora in una sinagoga. Fino a questo momento, sono state scoperte solo altre sei sinagoghe risalenti a quel periodo (l'epoca del secondo Tempio di Gerusalemme).
La scoperta archeologica riveste grande interesse per il mondo ebraico, come hanno sottolineato le due visite di Shuka Dorfmann, direttore dell'Autorità per le Antichità di Israele, che ha parlato di una scoperta straordinaria, unica, che dovrà essere studiata in modo approfondito.

Le autorità israeliane hanno chiesto di proseguire gli scavi nell'area della sinagoga, che i ritrovamenti siano preservati sul luogo e che vengano inclusi nel progetto del Magdala Center. Numerosi archeologi israeliani e cristiani si sono dati appuntamento negli ultimi giorni per visitare i resti.

Magdala dista solo sette chilometri dall'antica Cafarnao, luogo dove Gesù si stabilì durante il suo ministero pubblico, e sicuramente qualche volta si trovò lì a predicare e insegnare. Doveva essere un luogo frequentato anche da Maria Maddalena, che proveniva da quella zona, così come da numerosi testimoni oculari della vita, della predicazione e dei miracoli di Gesù.

Si può dire che in luoghi della Galilea come Magdala sia nato il cristianesimo come comunità di credenti in Cristo, perché fino all'anno della distruzione del Tempio di Gerusalemme i cristiani spesso condividevano con gli ebrei le loro sinagoghe. Solo dopo quell'evento, intorno all'anno 70, ci fu una separazione più definita tra ebrei e cristiani e questi ultimi crearono i propri luoghi di riunione e di culto.

Il progetto del Magdala Center è nato quando i Legionari di Cristo sono giunti a Gerusalemme, nel 2004, su richiesta di Papa Giovanni Paolo II per incaricarsi dell'Istituto Pontificio Notre Dame of Jerusalem.
Il Centro vuole completare il servizio che si offriva ai pellegrini a Gerusalemme anche nella zona nord di Israele, la Galilea.
Il terreno si trova sulle rive del Lago di Tiberiade, nella località di Migdal (Magdala in aramaico, paese natale di Maria Maddalena), e il progetto si sviluppa grazie al sostegno di migliaia di cristiani di tutto il mondo e di ogni confessione, su cui si spera di poter continuare a contare per portare a termine l'opera.

Il Magdala Center vuole preservare ed esporre le rovine di quel luogo santo, ora rafforzato dalla scoperta della sinagoga dei tempi di Gesù. Ospiterà inoltre un albergo per pellegrini della Terra Santa, un centro multimediale per mostrare con le nuove tecnologie il messaggio e la vita di Gesù e la storia del luogo e un centro che, ispirandosi alla figura di Maria Maddalena, promuova la vocazione umana e la dignità della donna.
Padre Juan María Solana, L.C., direttore dell'Istituto Pontificio Notre Dame of Jerusalem e promotore del progetto, ha affermato: "Sapevo che Magdala era un luogo santo e ho avuto sempre il presentimento che sarebbe stato un luogo speciale per i pellegrini delle varie religioni, ma il ritrovamento che abbiamo fatto supera sicuramente di molto le nostre aspettative".

"In un momento di preghiera sul luogo, pensavo che l'ultima volta in cui i fedeli vi si sono riuniti, verso l'anno 70 d.C., la maggior parte di loro era stata testimone della vita di Nostro Signore. Sogno il giorno in cui questo luogo verrà aperto alla visita dei pellegrini e spero che serva per creare ponti e legami di dialogo e d'amore vero tra i credenti delle varie religioni che si danno appuntamento in Terra Santa", ha aggiunto.
L'apertura del Magdala Center è prevista per il 12 dicembre 2011. Ad ogni modo, bisognerà valutare se le scoperte recenti richiederanno una modifica del calendario.

Per ulteriori informazioni:

Comunicato dell'Autorità per le Antichità di

Israele: www.antiquities.org.il/about_eng.asp?Modul_id=14

Centro Magdala: www.magdalacenter.com

[Modificato da Cattolico_Romano 12/09/2009 12:20]
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14/09/2009 06:30

Terra Santa: straordinaria scoperta archeologica di reperti del tempo di Gesù

Potrebbe essere una riproduzione del candelabro a sette bracci che si trovava nel Tempio di Gerusalemme il bassorilievo scoperto in questi giorni a Migdal, sulle rive del lago di Tiberiade, nel nord di Israele. Una straordinaria scoperta. Il servizio di Fausta Speranza.


La riproduzione del candelabro scolpita su una pietra rettangolare è databile tra il 50 a.C. e il 100 d.C. In ogni caso, emergono i resti di una sinagoga probabilmente degli anni in cui è vissuto Gesù. Solo altre sette della stessa epoca sono state riportate alla luce nel mondo. Si parla di un mosaico ancora tutto da pulire. Il terreno del ritrovamento appartiene ai Legionari di Cristo. E della stessa Congregazione è padre Juan Solana che è responsabile del Centro Pontificio Notre Dame a Gerusalemme. E’ lui a spiegarci l’importanza della scoperta innanzitutto per gli ebrei:

“E’ veramente un ritrovamento molto particolare. Questa pietra, di cui hanno parlato molto gli israeliani ed anche il Ministero delle Antichità d’Israele, sembra sia un ritrovamento unico nel suo genere perché ha diversi segni che si sono trovati già in diversi luoghi in Israele, in monete e in altri muri. E’ però la prima volta che si trovano tutti insieme ed allora questa particolarissima e bella pietra traccia tanti segni di quel periodo. C’è anche il candelabro dalle sette bracci che, a detta degli archeologi israeliani, è il più antico che sia mai stato trovato finora”.

Ma c’è poi un significato e un valore particolare per i cristiani, per i cattolici:

“Sappiamo che a Cafarnao ci sono le fondamenta di una sinagoga dei tempi di Gesù, su cui poi gli ebrei nel IV-V secolo hanno costruito una nuova sinagoga molto bella e grande. Una sinagoga con i banchi, le colonne, affreschi, che si trovano qui dal tempo di Gesù. Mi pare che questo sia un caso unico. Per coloro che non lo sanno, Migdal o Magdala si trova a soli sette chilometri da Cafarnao; quindi, se Gesù si stabilì a Cafarnao per i tre anni del suo ministero pubblico, è chiaro che si sarà trovato più volte ad insegnare, a predicare e ad ascoltare la gente di Magdala. Oltre a ciò, penso che la stragrande maggioranza degli abitanti di Magdala – come tutti quelli delle aree circostanti al lago di Tiberiade – prima o dopo hanno incontrato Gesù. Stiamo quindi parlando di una popolazione che è stata sicuramente testimone oculare della vita, del ministero e dei miracoli di Gesù. E possiamo quindi ben ipotizzare che in questa sinagoga si siano incontrati dei fedeli che sono passati dal giudaismo al cristianesimo proprio nei primissimi anni, perché erano discepoli di Gesù, convivevano con lui, conoscevano gli apostoli, lavoravano nello stesso lago e prima o dopo hanno incontrato il Signore. C’è poi anche il fatto che Magdala è il paese natale di Maria Maddalena e quindi Maria si recò sicuramente tante volte in questa sinagoga per pregare, incontrare la gente ed ascoltare gli insegnamenti”.

© Copyright Radio Vaticana
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15/09/2009 20:48

L'Israel Antiquities Authority data all'epoca di Gesù una sinagoga scoperta nei pressi di Cafarnao

Un altro tassello della memoria in Terra Santa


di Lorenzo Nigro

A sette chilometri da Cafarnao, sulla sponda nord-occidentale del mare di Galilea, nel luogo dell'antica città di Magdala - in ebraico migdal, fortezza - dove operarono gli archeologi francescani della Custodia di Terra Santa Virgilio Corbo e Stanislao Loffreda, una équipe dell'Israel Antiquities Authority ha annunciato di avere trovato conferme circa la datazione della sinagoga all'epoca del secondo tempio - dal 50 prima dell'era cristiana al primo secolo - e di avere compiuto un'importante scoperta al suo interno. La sinagoga era già nota dagli scavi dei frati francescani; la scoperta è avvenuta durante i lavori per la realizzazione del Magdala Centre, un centro di raccolta dei pellegrini la cui prima pietra era stata posta da Papa Benedetto XVI durante il suo recente viaggio in Terra Santa. La scoperta della sinagoga ha suscitato molto interesse in modo particolare per la sua datazione, che la colloca nello stesso arco cronologico degli episodi evangelici.



Fino alla fondazione di Tiberiade nell'anno 19, Magdala era l'unico importante centro sulle sponde del mare di Galilea. La città controllava la via che, attraverso il Wadi al-Khammam (la "valle delle colombe") conduceva verso la Galilea occidentale e il Mediterraneo era famosa come luogo di salatura del pesce; secondo Giuseppe Flavio la flotta di barche da pesca raggiungeva 230 unità.

Magdala venne fortificata dallo stesso Giuseppe Flavio durante la guerra contro i romani (Vita, 188). Citata in una lettera di Cassio a Cicerone, nel 44 prima dell'era cristiana Magdala entra a far parte della provincia romana della Giudea per essere poi donata da Nerone ad Agrippa ii. Durante la Grande Rivolta, Magdala fu centro degli zeloti e fu, infine, presa da Tito nel 66 con un attacco dal lago che terminò con la carneficina dei suoi abitanti ribelli.

A Magdala Gesù ebbe molto probabilmente modo di predicare ed è probabile che vi abbia frequentato la sinagoga dove sono state effettuate le scoperte annunciate in questi giorni. Siamo, infatti, nella città di Maria Maddalena, la donna che entrò a far parte dei discepoli di Gesù. Gli scavi hanno, dunque, gettato un raggio di luce ulteriore su un luogo evangelico in un'epoca cruciale per la storia della Palestina.

L'edificio di culto a pianta rettangolare, con una serie di banchine in pietra per i fedeli che correvano lungo i lati della sala principale e delle colonne a forma di cuore agli angoli, è uno tra i più antichi di questo genere scoperti in Israele. Le pareti erano decorate da intonaci dipinti, purtroppo non conservati se non in pochissimi resti, ma la cui presenza ci ricorda una delle sinagoghe meglio conservate del Vicino Oriente, quella di Damasco, interamente istoriata da affreschi con storie bibliche, che è, tuttavia, di due secoli successiva.

I pavimenti sono costituiti da manti musivi, su un'estensione di più di 120 metri quadrati. Adiacente all'edificio era una corte quadrata con portici su tutti i lati.
La sinagoga fu distrutta durante la rivolta giudaica sedata con la distruzione di Gerusalemme e delle altre maggiori città della regione dall'imperatore Tito nel 69-70.

Il recente ritrovamento ha contribuito a rendere più vivido questo momento storico, che segnò un passaggio fondamentale anche nella storia religiosa della regione:  sino ad allora, infatti, ebrei e cristiani avevano continuato a frequentare gli stessi luoghi di culto, le sinagoghe. Tra i blocchi scolpiti che decoravano, come di consueto all'epoca, l'edificio, un blocco quadrangolare rinvenuto nella sala principale rappresenta una menorah, il candelabro a sette braccia ebraico raffigurato su un piedistallo triangolare posto tra due anfore. Questa simbologia è molto antica e ha fatto ritenere ad alcuni studiosi che si tratti di una raffigurazione del famoso arredo cultuale del secondo tempio, noto anche grazie alla rappresentazione sul fornice interno dell'arco di Tito nel Foro romano, illustrante appunto il bottino dopo la distruzione del tempio di Gerusalemme. Quest'ultimo ritrovamento ha suscitato, pertanto, grande emozione, trovando un collegamento, sebbene indiretto, con il secondo tempio. Sinora si conoscono, infatti, solamente sei sinagoghe risalenti all'epoca del secondo tempio e, da tempo immemore, si è persa nozione della fine fatta dagli arredi sacri coevi condotti a Roma da Tito nel 70.

Secondo gli scopritori si tratterebbe del primo caso in cui la raffigurazione di una menorah risalirebbe ad un'epoca in cui il secondo tempio a Gerusalemme era ancora in uso, e così anche i suoi arredi sacri, probabile fonte d'ispirazione per l'artista che scolpì il blocco di pietra nella sinagoga di Magdala.

Anche dal punto di vista storico si tratta di una scoperta interessante, poiché Magdala fu una delle città promotrici della Grande Rivolta contro i romani e anche una delle ultime a cadere sotto i colpi dell'esercito imperiale, dopo che tutta la Galilea e la stessa Tiberiade erano cadute. In ogni caso, la sinagoga di Magdala diverrà un'ulteriore attrazione per i pellegrini in Terra Santa, un altro tassello della memoria della vita di Gesù, che l'archeologia ha contribuito a rendere più vicina a noi.


(©L'Osservatore Romano - 16 settembre 2009)
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