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Alcuni dogmi mariani spiegati da Papa Ratzinger
L’analisi della dottrina della Chiesa su tre dei quattro dogmi mariani e il giudizio sull’eventualità di un nuovo dogma su Maria "Corredentrice del genere umano".
Sempre dal libro-intervista rilasciata da Joseph Ratzinger al giornalista tedesco Peter Seewald nell’estate dell’anno 2000, Gott und die Welt [Dio e il mondo, nella traduzione italiana delle Edizioni San Paolo, 2001], riprendiamo alcuni altri passaggi essenziali del cap. XIII, dedicato al tema: "La Madre di Dio" [cfr. ibid., pp. 266-292].
I dogmi mariani
Prendiamo in considerazione stavolta l’analisi della dottrina della Chiesa che il Card. Joseph Ratzinger, da grande teologo-mariologo qual è, ha esposto in merito a tre dei quattro dogmi mariani: la Verginità permanente di Maria, l’Immacolata Concezione e l’Assunzione corporea in Cielo.
1] La Verginità permanente di Maria
– Obietta Peter Seewald: "Molti hanno, rispetto a Maria, addirittura un blocco, una fobia, che spesso si ammanta di ironia. Prendiamo brevemente in considerazione alcuni dogmi, per comprendere meglio questa figura. Iniziamo dal dogma più controverso e provocatorio, quello della Verginità permanente che risale all’anno 553. È un fatto biologico o allude a qualcos’altro?".
– "Affrontando la questione dei "fratelli di Gesù" - ricorda intanto il futuro Papa Benedetto XVI - abbiamo già accennato al fatto che nel Vangelo non si trovano conferme all’ipotesi che Cristo avesse fratelli nel senso specifico del termine e che Maria avesse avuto altri figli dopo di lui. Al contrario, la particolarità e l’unicità di questo rapporto con il Figlio sono tanto evidenti da consentire una corretta interpretazione dell’espressione "fratelli" solo nel contesto della categoria dei "clan". Maria era consacrata a lui e non poteva quindi appartenere a nessun altro".
– "Perché no?" - chiede Seewald.
– Risponde esaurientemente il Cardinale Ratzinger: "Principalmente perché questa nascita non era avvenuta grazie al rapporto con un uomo, ma tramite un intervento diretto di Dio. Quando oggi si dice che qui non si può certo trattare di qualcosa di biologico e si respinge il piano biologico, accantonandolo come indegno della grandezza divina, si casca nel manicheismo.
L’uomo ha una componente biologica. Se non venisse coinvolto nella storia della Salvezza anche nella sua componente corporea e biologica, la materia sarebbe in qualche modo disprezzata e rimossa, e l’Incarnazione, in ultima analisi, non potrebbe essere presa sul serio fino in fondo. Ecco perché rigetto questi luoghi comuni. È la totalità della persona umana a essere in gioco: questa è la risposta a tutti gli eventuali dubbi. Dio ha preso in mano la vita, anche la vita intesa in senso fisico, biologico e materiale, e vi ha apposto il suo suggello.
I Padri della Chiesa hanno trovato a mio parere una bella immagine. In Ezechiele, nel cap. 40, nel contesto della visione del nuovo Tempio si parla di una "porta che guarda a Oriente" che solo il Re può varcare. I Padri vi hanno visto un simbolo. Partono dal presupposto che il nuovo Tempio sia un tempio vivo: la Chiesa vivente. La porta che solo lui ha varcato e attraverso cui nessun altro può passare, chi o cos’altro potrebbe essere se non la madre di Gesù, Maria? Lei, nata da Dio, non può svilirsi nel ritorno alla normalità. Permane nell’esclusività dell’appartenenza al Re, quale vera porta della storia attraverso cui passa colui che tutti attendono".
– Ancora Peter Seewald: "Insisto. Per nascita verginale si intende la nascita da una vergine?".
– "Sì".
2] L’Immacolata Concezione
– "Che cosa si può dire del dogma dell’Immacolata Concezione di Maria, proclamato nel 1854?".
– E qui il Card. Joseph Ratzinger spiega esaurientemente la dottrina della Chiesa sul dogma dell’Immacolato Concepimento della Vergine Maria, legandola al tema del peccato originale: "Lo sfondo di questo dogma è costituito dalla dottrina del peccato originale, secondo cui ogni uomo ha alle spalle un contesto di peccato [che abbiamo chiamato "distorsione relazionale"] ed è quindi affetto fin dall’inizio da una distorsione nel suo rapporto con Dio. Gradualmente nel Cristianesimo si è affermata la convinzione per cui colei che, fin dall’inizio, è destinata ad essere la "porta di Dio", che è stata consacrata a lui in maniera tanto particolare, non fosse riconducibile a questo contesto.
Nel Medio Evo è sorta a questo proposito una forte controversia. Da un lato stavano i Domenicani che affermavano che Maria è una persona come le altre, e che quindi è intaccata dal peccato originale. Dall’altro lato stavano i Francescani che sostenevano la posizione opposta. Bene, nel corso di questa lunga disputa si è lentamente formata la convinzione che l’appartenenza di Maria a Cristo prevalesse sull’appartenenza ad Adamo e che inoltre la sua consacrazione a Cristo fin dalla notte dei tempi [perché Dio precede ognuno di noi, e i pensieri di Dio ci plasmano fin dall’inizio] fosse l’elemento caratterizzante della sua esistenza.
Maria non è concepibile all’interno del contesto creato dal peccato originale perché con lei ha inizio una nuova storia: la sua relazione con Dio non è distorta, fin dall’inizio gode dello sguardo benevolo di Dio che "ha guardato l’umiltà della sua serva" [Magnificat] e le ha consentito di sollevare a sua volta lo sguardo fino a lui.
Non solo; ma la sua appartenenza a Cristo, così specifica, comporta anche la grazia di cui è ricolma. Le parole dell’Angelo: "piena di grazia", che inizialmente ci paiono così semplici, possono essere interpretate fino ad abbracciare l’intero arco temporale della sua esistenza. E, in ultima analisi, non esprimono un privilegio riservato a Maria, ma una speranza che ci riguarda tutti".
3] L’Assunzione della Vergine al Cielo
– Venendo all’ultimo dogma mariano proclamato dalla Chiesa, quello dell’ Assunzione della Vergine Maria in Cielo, Peter Seewald chiede infine: "Volendo esser ancor più provocatori: che cosa significa il dogma dell’Assunzione corporea di Maria in Cielo? È stato stabilito molto tardi, nel 1950. Stranamente, fin dall’inizio non esistevano né un sepolcro né reliquie [corporee] di Maria".
– "Questo dogma - risponde cauto il Cardinale Ratzinger - ci risulta particolarmente difficile da comprendere e accettare, perché non riusciamo a immaginarci cosa si possa intendere in questo caso per "Cielo", e come un corpo possa essere "assunto in Cielo". Questo dogma rappresenta quindi una grande sfida alla nostra capacità di comprendere che cosa siano il Cielo, il corpo, l’uomo, e quale possa essere il futuro di questi".
– "E Lei personalmente, come risolve questa sfida?".
– "Mi soccorre in questo caso la teologia battesimale elaborata da San Paolo che dice: "Dio con Gesù Cristo ha risuscitato anche noi e ci ha fatti sedere nei cieli, in Cristo Gesù [Ef 2, 6]. Questo significa che, in quanto battezzati, il nostro futuro è già tracciato.
Secondo il dogma, dunque, si adempie pienamente in Maria ciò che il Battesimo opera in tutti noi: il dimorare ["sedere"] con Dio "nei cieli" [perché Dio è i Cieli!]. Il Battesimo [cioè, l’unione a Cristo] dispiega in Maria la sua massima efficacia. In noi l’unione a Cristo, la risurrezione, è una condizione ancora incompiuta e imperfetta. Non così per lei, cui non manca più nulla, poiché è già entrata nella piena comunione con Cristo. E di questa comunione è partecipe anche una nuova corporeità, per noi inimmaginabile. In breve, il portato essenziale i questo dogma è la pienezza dell’unione di Maria a Dio, a Cristo, la pienezza del suo essere ‘cristiana’".
È possibile il dogma di Maria Corredentrice?
L’intervistatore, quasi a completare il discorso sui dogmi mariani [tralasciando peraltro di parlare del primo dogma mariano della Chiesa che riguarda la Divina Maternità di Maria], chiede al Card. Ratzinger che pensa della possibilità che venga proclamato il dogma di Maria "Corredentrice del genere umano": "Intanto - dice - più di un milione di persone sollecitano l’esaltazione di Maria, da parte della Chiesa Cattolica, al riconoscimento del ruolo di "Corredentrice". Si acconsentirà a questa richiesta, o sarebbe un’eresia?".
– "Non credo - risponde il futuro Papa Ratzinger – che si darà seguito a questa richiesta, che nel frattempo si è guadagnata il consenso di parecchi milioni di persone, in tempi prevedibili. Secondo la "Congregazione per la Dottrina della Fede", quelle caratteristiche di Maria che la proposta vorrebbe mettere in primo piano possono essere meglio espresse da altri titoli di Maria, mentre la formula "Corredentrice" si allontana troppo dal linguaggio delle Scritture e dei Padri della Chiesa; e può perciò produrre degli equivoci.
Che cosa c’è di condivisibile in questa richiesta? Il fatto che Cristo non sia ad di fuori o accanto a noi, ma che stabilisca con noi una nuova, profonda comunione. Tutto ciò che è suo diventa nostro, e di ciò che è nostro Gesù si è fatto carico fino a farlo suo: questo grande scambio è il vero contenuto della Redenzione, che ci consente di oltrepassare i limiti della nostra individualità per approdare alla comunione con Dio.
Poiché Maria prefigura la Chiesa, e impersonifica - per così dire - la Chiesa, questa comunione è realizzata esemplarmente in lei. Ma non ci si può spingere oltre questa comunione, fino a dimenticare la priorità di Cristo: tutto procede da lui, come dicono in particolare le Lettere paoline agli Efesini e ai Colossesi. Anche Maria è tutto ciò che è, solo attraverso lui.
Il termine "Corredentrice" appannerebbe, dunque, quest’origine. Una retta intenzione si esprime con una terminologia sbagliata. Per i contenuti della fede è essenziale proprio la continuità con il linguaggio delle Scritture e dei Padri della Chiesa; perché il linguaggio non è manipolabile a proprio piacimento".
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