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26-28 settembre 2009 Benedetto XVI in visita Apostolica nella Rep. Ceca

Ultimo Aggiornamento: 26/09/2009 11:33
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12/09/2009 13:04

VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI NELLA REPUBBLICA CECA (26 - 28 SETTEMBRE 2009) - STATISTICHE , 25.08.2009

STATISTICHE DELLA CHIESA CATTOLICA NELLA REPUBBLICA CECA AL 31 DICEMBRE 2008 (A CURA DELL’UFFICIO CENTRALE DI STATISTICA DELLA CHIESA) 





Riportiamo di seguito alcuni dati statistici relativi alla situazione della Chiesa cattolica nella Repubblica Ceca al 31 dicembre 2008:

Tav. 1 - Popolazione e struttura ecclesiastica

Popolazione (in migliaia)

10.380

Cattolici (in migliaia)

3.290

Cattolici per 100 abitanti

31,7

Circoscrizioni ecclesiastiche

9

Parrocchie

2.576

Altri centri pastorali

70

Cattolici per centro pastorale

1.243

  

Tav. 2 - Persone impegnate in attività di apostolato

Vescovi (Situazione al 31.07.2009)

21

Sacerdoti diocesani

1.370

Sacerdoti religiosi

586

Sacerdoti in complesso

1.956

Diaconi permanenti

178

Religiosi non sacerdoti

116

Religiose professe

1.609

Membri laici di Istituti Secolari

160

Catechisti

1.109

Tav. 3 - Indicatori del carico pastorale

Cattolici per sacerdote

1.682

Cattolici per operatore pastorale

639

Sacerdoti per centro pastorale

0,74

Sacerdoti per 100 persone impegnate in attività di apostolato

38,4

  

Tav. 4 - Vocazioni sacerdotali

Seminaristi minori

7

Seminaristi maggiori

184

Seminaristi maggiori per 100.000 abitanti

1,77

Seminaristi maggiori per 100.000 cattolici

5,59

Seminaristi maggiori per 100 sacerdoti

9,41

Tav. 5 - Centri di istruzione di proprietà e/o diretti da ecclesiastici o religiosi

Scuole:

 

- materne e primarie

39

- medie inferiori e secondarie

33

- superiori e università

7

  

Studenti di:

 

- scuole materne e primarie

5.412

- scuole medie inferiori e secondarie

8.525

- istituti superiori e università

2.040

  

Tav. 6 - Centri caritativi e sociali di proprietà e/o diretti da ecclesiastici o religiosi

Ospedali

50

Ambulatori

98

Case per anziani, invalidi e minorati

134

Orfanotrofi e asili nido

59

Consultori familiari ed altri centri per la protezione della vita

58

Centri speciali di educazione o rieducazione sociali

170

Altre istituzioni

28

[01223-01.01]


www.vatican.va

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13/09/2009 07:10

Al centro dell’Europa: l’editoriale di padre Lombardi

Fervono i preparativi nella Repubblica Ceca per l’ormai
prossimo viaggio di Benedetto XVI: Praga, Brno e Stará Boleslav le tre tappe della visita pontificia. Ascoltiamo l’editoriale di padre Federico Lombardi per Octava Dies, il settimanale informativo del Centro Televisivo Vaticano:

Fra poco il Papa sarà di nuovo in viaggio per una visita breve, ma intensa, nella Repubblica Ceca, dal 26 al 28 settembre. Si recherà nel cuore dell’Europa, in un Paese di antica e grande tradizione culturale a cui il cristianesimo ha dato un contributo essenziale, un Paese che ricorda in questi giorni il ventennale della fine del regime comunista e della rinascita pacifica della democrazia, un paese dove la secolarizzazione è così diffusa che la pratica religiosa è ridotta a una minoranza.

Sono molti e forti i messaggi che il Santo Padre potrà indirizzare ai credenti e agli uomini di buona volontà da un tale Paese. Certamente un incoraggiamento per una Chiesa vivace e coraggiosa nella sua testimonianza di fede, che sappia diffondere speranza e carità solidale attorno a sé, e in particolare per le giovani generazioni. Un invito a un cordiale ecumenismo, che dia credibilità e profondità al contributo dei credenti all’edificazione del futuro nella società secolarizzata. Una prospettiva di grande spessore culturale e morale, perché il processo di unificazione europea non si riduca agli aspetti materiali ed economici, ma porti in sé la ricchezza di valori condivisi, necessari per garantire la dignità della persona umana.

La festa della nazione, ragione della scelta della data del viaggio del Papa, è dedicata al martire San Venceslao. Come ricordare più efficacemente che il cristianesimo ha dato e vuol continuare a dare cordialmente un servizio prezioso nel più profondo dell’essere e delle speranze di un popolo, di ogni popolo?

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14/09/2009 06:37

Il Papa in Europa centrale per mostrare la vitalità del cristianesimo

Il portavoce vaticano commenta la visita apostolica in Repubblica Ceca


CITTA' DEL VATICANO, domenica, 13 settembre 2009 (ZENIT.org).-

La visita che Benedetto XVI realizzerà nella Repubblica Ceca dal 26 al 28 settembre gli permetterà di mostrare nel centro dell'Europa la vitalità del cristianesimo, annuncia il portavoce vaticano.

Padre Federico Lombardi S.I., direttore della Sala Stampa della Santa Sede, ha analizzato nell'editoriale di "Octava Dies", settimanale del Centro Televisivo Vaticano, del quale è direttore, il pellegrinaggio apostolico internazionale in cui il Papa visiterà Praga e Brno.Il sacerdote spiega che il Pontefice "si recherà nel cuore dell'Europa, in un Paese di antica e grande tradizione culturale a cui il cristianesimo ha dato un contributo essenziale, un Paese che ricorda in questi giorni il ventennale della fine del regime comunista e della rinascita pacifica della democrazia, un Paese dove la secolarizzazione è così diffusa che la pratica religiosa è ridotta a una minoranza".

"Sono molti e forti i messaggi che il Santo Padre potrà indirizzare ai credenti e agli uomini di buona volontà da un tale Paese. Certamente un incoraggiamento per una Chiesa vivace e coraggiosa nella sua testimonianza di fede, che sappia diffondere speranza e carità solidale attorno a sé, e in particolare per le giovani generazioni", afferma.

"Un invito a un cordiale ecumenismo, che dia credibilità e profondità al contributo dei credenti all'edificazione del futuro nella società secolarizzata", aggiunge sintetizzando i temi che il Papa toccherà sicuramente.

"Una prospettiva di grande spessore culturale e morale, perché il processo di unificazione europea non si riduca agli aspetti materiali ed economici - aggiunge -, ma porti in sé la ricchezza di valori condivisi, necessari per garantire la dignità della persona umana".

"La festa della Nazione, ragione della scelta della data del viaggio del Papa, è dedicata al martire San Venceslao - conclude -. Come ricordare più efficacemente che il cristianesimo ha dato e vuol continuare a dare cordialmente un servizio prezioso nel più profondo dell'essere e delle speranze di un popolo, di ogni popolo?".
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15/09/2009 18:14

“Il Papa vuole dare visibilità a Cristo nella Repubblica Ceca”

Il Priore del Carmelo praghese parla dell'incoronazione del Bambin Gesù di Praga


PRAGA, martedì, 15 settembre 2009 (ZENIT.org).

La
visita del Papa in Repubblica Ceca, dal 26 al 28 settembre, ridarà a Cristo “visibilità e presenza” in un Paese in cui solo un quarto degli abitanti si dichiara credente.
Nel gesto del Santo Padre, che appena giunto nella capitale ceca ha previsto di incoronare canonicamente il venerato Bambin Gesù di Praga, è molto evidente questa intenzione, che avrà una grande importanza.
Lo ha affermato padre Petr Sleich, Priore del Carmelo di Praga, in alcune dichiarazioni diffuse dall'associazione internazionale Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS).
A suo avviso, la visita del Papa “ha il fine di restituire a Cristo visibilità e presenza nella coscienza delle persone”, anche se, “in base alle statistiche, appena un quarto della popolazione della Repubblica Ceca si dichiara credente”.
Nonostante le cifre e il basso numero di vocazioni, il Priore del Carmelo praghese si dice “ottimista”: “la situazione può cambiare molto rapidamente, come abbiamo già potuto verificare con i nostri occhi quando, vent'anni fa, è caduta la Cortina di Ferro”.
Il Priore dice di non essere sicuro che “il numero dei non credenti nella Repubblica Ceca sia davvero così alto come si dice”: “alcuni si sentono insicuri quando si affrontano questioni collegate a Dio, ma non sarei sicuro del fatto che manca la fede. Molti cechi che si dichiarano non credenti, inoltre, amano il Bambin Gesù di Praga, e sono sicuro che diventeranno suoi amici”.
Egli stesso, una vocazione adulta, si è fatto battezzare a vent'anni, quando studiava Matematica. Oggi quasi tutta la sua famiglia è cattolica.

Bambino Re

Il Bambin Gesù di Praga, venerato da credenti di tutto il mondo dal XVI secolo, si trova nella chiesa di Santa Maria della Vittoria, nel quartiere di Malá Strana, dal 1628. Attualmente riceve quasi un milione di pellegrini di tutto il mondo all'anno, e la sua devozione si è estesa a tutti i continenti, soprattutto all'India, dove esistono vari santuari.
Per padre Sleich, l'immagine del Bambin Gesù “tocca il cuore delle persone, anche non credenti”.
“Il cuore umano è sensibile di fronte all'immagine del Bambin Gesù, e il Natale è una festa amata e apprezzata da persone non molto credenti, anche se la Repubblica Ceca è considerata la Nazione più caratterizzata dall'ateismo in Europa”.
“Quando, nel nostro santuario, la gente ha davanti a sé Dio rappresentato come bambino, non prova paura; al contrario, perché reclama il nostro amore, il nostro cuore, le nostre mani e il nostro aiuto”, sottolinea il Priore.
La tradizione afferma che Santa Teresa d'Avila donò l'immagine a una nobile spagnola che, a sua volta, la offrì a sua figlia come dono di nozze quando questa si sposò a Praga. In seguito nella Guerra dei Trent'Anni, la statua venne profanata dai soldati protestanti della Sassonia, che le spezzarono le mani e la lasciarono su una pila di detriti dietro l'altare.
Secondo una leggenda, l'immagine è stata trovata dal carmelitano lussemburghese Cirilo a Matre Dei, al quale in una visione il Bambin Gesù chiese accoratamente di restituirgli le mani, promettendogli: “Quanto più mi onorerete, tanto più vi benedirò!”.
Erano profondamente devoti al Bambin Gesù di Praga, tra gli altri, Santa Teresa di Lisieux e Santa Teresa Benedetta della Croce. Il poeta francese Paul Claudel gli dedicò un poema. Di recente l'Arcivescovo di Praga, il Cardinale Miroslav Vlk, ha dichiarato la chiesa che ospita il Bambin Gesù di Praga secondo santuario del Paese.

“Il Piccolo Principe”

Il Priore del Carmelo di Praga rivela che il famoso romanzo “Il Piccolo Principe” di Antoine de Saint-Exupéry è ispirato al Santo Bambino.
“Quello che pochi sanno è che Antoine de Saint-Exupéry aveva una grande familiarità con la venerazione del Bambin Gesù di Praga. Il suo libro viene letto nelle scuole perché non è un'opera religiosa, ma lo è sicuramente ad un altissimo livello, perché si ispira direttamente al Bambin Gesù di Praga. Un bambino che viene dal cielo, che offre la sua amicizia, muore e ritorna in cielo...”.
“I bambini che visitano il Bambin Gesù di Praga capiscono che il Bambin Gesù non è una strana peculiarità cattolica e comprendono il suo messaggio”, ha aggiunto il sacerdote. “Sono proprio i simboli che non hanno bisogno di una lunga riflessione ad essere più efficaci”.

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19/09/2009 16:29

Viaggio Apostolico del Papa nella Repubblica Ceca: le dirette televisive e radiofoniche

Dal sito di Radio Vaticana:

Sabato 26 Settembre 2009

Da Praga, CERIMONIA DI BENVENUTO nell'Aeroporto Internazionale di Stara Ruzyne. Diretta televisiva su Telepace e Sat2000 dalle 11.30

Dalla Chiesa di Santa Maria della Vittoria di Praga, VISITA al 'Gesù Bambino di Praga'. Diretta televisiva su Telepace e Sat2000 dalle 12.30

Dal Castello di Praga, INCONTRO con le autorità politiche e civili e il Corpo Diplomatico. Diretta televisiva su Telepace e Sat2000 dalle 16.40

Dalla Cattedrale dei Santi Vito, Venceslao e Adalberto di Praga, VESPRI con i sacerdoti, i religiosi e le religiose, i seminaristi e i movimenti ecclesiali. Diretta televisiva su Telepace e Sat2000 dalle 17.50

Domenica 27 Settembre 2009

Dall'Aeroporto Turany di Brno, SANTA MESSA presieduta dal Santo Padre Benedetto XVI e successiva recita dell'ANGELUS. Diretta televisiva su Raiuno, Telepace e Sat2000 dalle 09.50

Dal Salone Vladislav del Castello di Praga, INCONTRO con il Mondo Accademico. Diretta televisiva su Telepace e Sat2000 dalle 17.50

Lunedì 28 Settembre 2009

Dalla Spianata sulla Via di Melnik a Stara Boleslav, SANTA MESSA E MESSAGGIO AI GIOVANI. Diretta televisiva su Telepace e Sat2000 dalle 9.30

Dall'Aeroporto Internazionale Stara Ruzyne di Praga, CERIMONIA DI CONGEDO. Diretta televisiva su Telepace e Sat2000 dalle 17.10
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20/09/2009 14:22

Papa: Vado in Repubblica ceca per incoraggiare fede in Europa

"Renderò omaggio a eroici testimoni Vangelo antichi e recenti"


Il Papa si recherà in Repubblica ceca, la prossima settimana (26-28 settembre), per incoraggiare il Paese dell'ex blocco comunista e "l'intero continente" a "ritrovare le ragioni della fede e della speranza": lo ha spiegato lo stesso Benedetto XVI in occasione dell'ultimo
Angelus domenicale 'estivo' a Castel Gandolfo.
"La Repubblica Ceca - ha detto il Papa tedesco - si trova geograficamente e storicamente nel cuore dell'Europa, e dopo essere passata attraverso i drammi del secolo scorso, ha bisogno, come l'intero Continente, di ritrovare le ragioni della fede e della speranza.
Sulle orme del mio amato predecessore Giovanni Paolo II, che visitò quel Paese per ben tre volte, anch'io renderò omaggio agli eroici testimoni del Vangelo, antichi e recenti - ha concluso Ratzinger - e incoraggerò tutti ad andare avanti nella carità e nella verità".

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[ange20settembre.jpg] 
PAPA: PREGATE PER VIAGGIO IN REPUBBLICA CECA SU ORME WOJTYLA

Salvatore Izzo

(AGI) - Castelgandolfo, 20 set.

Con grande semplicita’, Benedetto XVI ha chiesto oggi, ai fedeli raccolti nel cortile della residenza estiva di Castelgandolfo per l’appuntamento mariano dell’Angelus, di pregare per il viaggio apostolico che, ha detto, "da sabato prossimo, 26 settembre, a lunedi’ 28, a Dio piacendo, compiro’ nella Repubblica Ceca". "Sostero’ - ha continuato - nella capitale Praga, ma mi rechero’ anche a Brno, in Moravia, e a Stará Boleslav, luogo del martirio di san Venceslao, patrono principale della Nazione".
"Sulle orme del mio amato predecessore Giovanni Paolo II, che visito’ quel Paese per ben tre volte, anch’io - ha promesso - rendero’ omaggio agli eroici testimoni del Vangelo, antichi e recenti, e incoraggero’ tutti ad andare avanti nella carita’ e nella verita’.
"La Repubblica Ceca - ha ricordato il Pontefice - si trova geograficamente e storicamente nel cuore dell’Europa, e dopo essere passata attraverso i drammi del secolo scorso, ha bisogno, come l’intero Continente, di ritrovare le ragioni della fede e della speranza".
"Ringrazio fin d’ora - ha poi continuato tra gli applausi e le incontenibili manifestazioni di affetto dei 4 mila presenti - quanti mi accompagneranno con la preghiera in questo viaggio, perche’ il Signore lo benedica e lo renda fruttuoso".
Prima di congedarsi dai pellegrini, il Papa si e' anche rivolto in lingua ceca al Paese che si prepara ad accoglierlo:
"vi ringrazio - ha ripetuto - per le vostre preghiere e chiedo che mi continuiate a ricordare, affinche’ la Visita pastorale nella vostra Patria contribuisca al rafforzamento della fede, della speranza e della carita’ nel Popolo ceco".
Erano presenti all’incontro di oggi anche due scolaresche di Castelgandolfo: la Scuola Pontificia Paolo VI e la Scuola Maestre Pie Filippini.
"Domenica prossima - ha ricordato anche a loro il Pontefice - saro’ nella Repubblica Ceca, e nella settimana seguente rientrero’ in Vaticano; percio’ rivolgo il mio piu’ cordiale ’arrivederci’ alla comunita’ di Castelgandolfo, che sempre ricordo nella preghiera.
A tutti - si congeda - auguro una buona domenica".

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22/09/2009 17:22

“L’amore di Cristo è la nostra forza”: Benedetto XVI sabato prossimo nella Repubblica ceca, nel 20.mo anniversario della caduta del comunismo

Presentazione stamane nella Sala stampa vaticana del prossimo
viaggio apostolico di Benedetto XVI nella Repubblica Ceca, in programma da sabato 26 a lunedì 28 settembre, ricorrenza di San Venceslao, patrono della nazione. Tre giorni con tanti appuntamenti, che sono stati illustrati nel dettaglio ai giornalisti dal direttore della Sala Stampa, padre Federico Lombardi. Il servizio di Roberta Gisotti:

“L’amore di Cristo è la nostra forza”, questo il motto che accompagnerà Benedetto XVI nel suo 13.mo viaggio apostolico il 7.mo in Europa, questa volta nella Repubblica ceca, che per la quarta volta accoglierà il Successore di Pietro, dopo le tre visite pastorali di Giovanni Paolo II nel ’90, ’95 e ’97. E, proprio nel contesto storico di una continuità di intenti - ha spiegato padre Lombardi - che va collocato questo viaggio di Benedetto XVI, che già nel ’92, allora prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede, ebbe occasione di visitare la capitale ceca. A Praga, il Santo Padre arriverà al mattino di sabato 26 settembre, facendo subito tappa nella chiesa di Santa Maria della Vittoria, che ospita la venerata statua del Bambino Gesù di Praga. Quindi nel pomeriggio incontrerà il presidente Vaclav Klaus e le autorità civili nel castello di Praga, e quelle ecclesiali nella Cattedrale. La domenica il Papa volerà a Brno, capoluogo della Moravia, dove presiederà la Messa e reciterà l’Angelus all’aeroporto locale e di rientro nella capitale parteciperà ad un incontro ecumenico nell’arcivescovado ed incontrerà il mondo accademico nel castello di Praga. Nell’ultimo giorno a suggellare la visita, Benedetto XVI celebrerà la Messa sulla spianata di Via di Melnik, nell’antica città di Starà Boleslav, particolarmente legata al culto di San Venceslao, che qui venne martirizzato.

Questo viaggio di Benedetto XVI – ha ricordato il direttore della sala stampa vaticana - giunge sul piano storico a 20 anni dalla caduta del comunismo, e sul piano ecclesiale nel 20.mo anniversario della canonizzazione di Agnese di Praga. Il tutto in un ambiente sociale oggi fortemente secolarizzato, dove la maggior parte della popolazione ceca non pratica e non si dichiara religiosa, e dove permangono questioni aperte nei rapporti tra Stato e Chiesa: si attende ancora che un accordo venga ratificato e si proceda anche alla restituzione dei beni ecclesiastici a suo tempo confiscati dal regime comunista. Da qui l’obiettivo di sostenere la Chiesa nella moderna nazione ceca, ha sottolineato padre Lombardi:

"Certamente c'è un'intenzione di incoraggiare la Chiesa perchè si senta portatrice di un contributo di vitalità, di speranza e di carità nella società ceca, anche secolarizzata, in cui si trova".

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22/09/2009 19:41

Il programma della visita del Papa alla Repubblica Ceca

Un viaggio nella storia per riscoprire le radici cristiane dell'Europa




Mancano ormai solo gli ultimi dettagli, poi Praga sarà pronta a ricevere Benedetto XVI, secondo Pontefice a far visita ai popoli boemi e moravi. Tirati a nuovo i vestiti della statua del Bambino Gesù di Praga, nella chiesa di Santa Maria della Vittoria; completamente ripulita l'imponente cattedrale dedicata a San Vito, San Venceslao e Sant'Adalberto; lustrate le sale del Castello Reale; ultimato il grande altare nella spianata prospiciente l'aeroporto di Brno; sistemata la grande croce di ferro che resterà poi a memoria del viaggio del Papa; completamente attrezzata la spianata di via Melnik, a Stará Boleslav per ospitare le oltre centomila persone attese per la celebrazione della messa nel luogo del martirio di san Venceslao.

Questa mattina, martedì 22 settembre, il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, ha illustrato nei dettagli il programma del viaggio. Sarà questa la quarta volta, ha ricordato, che il popolo della Repubblica Ceca riceverà la visita del Papa. Wojtyla ha compiuto le prime tre (1990; 1995; 1997). Anche per Benedetto XVI si tratta comunque di un ritorno:  nel 1992, il 30 marzo, quando era prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, si recò a Praga per un seminario sul Catechismo della Chiesa cattolica, nel corso del quale tenne la relazione sul tema "Che Dio sia tutto in tutti:  la fede cristiana nella vita eterna".

La visita alla Repubblica Ceca - tredicesimo pellegrinaggio di Benedetto XVI oltre i confini italiani - si svolgerà dal 26 al 28 prossimi.

Giungerà a Praga sabato 26 settembre alle 11.30 all'aeroporto internazionale Stará Ruzyne. Si tratta di un luogo di una certa rilevanza storica per i cechi. Rappresenta, come tanti altri di questa terra, il teatro dello scontro, o se si vuole dell'incontro, tra tutto il bene e tutto il male che hanno segnato le vicende del Paese. Attraverso questo aeroporto rientrarono dall'esilio quanti erano stati costretti a fuggire durante le varie dominazioni. Rientrarono per rianimare la vita della nazione nella ritrovata libertà. Da questo stesso aeroporto iniziò l'occupazione di Praga da parte dell'armata sovietica. Nelle vicinanze si trovano due luoghi altrettanto simbolici. Da una parte il monastero dei benedettini di Brevnov, fondato nel 993 da sant'Adalberto, resta a testimonianza di uno sforzo millenario per la promozione della cultura in questa terra, oltre a essere un simbolo delle sue radici cristiane. Dall'altra parte c'è la prigione di Ruzyne, simbolo del totalitarismo e della crudeltà dei regimi totalitari, ma anche della forza spirituale di quelli che si sono opposti. Tra l'altro qui furono trucidati gli studenti rivoltosi del 1939 e negli anni cinquanta interrogati gli avversari del potere.

Dopo la cerimonia di benvenuto Benedetto XVI raggiungerà la chiesa di Santa Maria della Vittoria, dove è conservata la statua del Bambino Gesù di Praga, un punto di riferimento della devozione popolare non solo dei cechi. Anzi sembra che siano addirittura più numerosi i pellegrini che giungono dall'estero. E nella chiesa incontrerà un gruppo di famiglie.

Dopo un breve riposo in nunziatura - sua residenza per tutto il periodo della permanenza nel Paese - il Papa renderà visita al presidente della Repubblica nel Palazzo presidenziale, situato nel famoso Castello di Praga.

All'incontro con il presidente, seguirà quello con le autorità politiche e civili della Repubblica e con i membri del corpo diplomatico. Al termine Benedetto XVI raggiungerà la cattedrale per celebrare i vespri. Compirà il tragitto a piedi, poiché la cattedrale fa parte del complesso monumentale e dal palazzo dista solo duecento metri.

Si tratta di un edificio imponente, in stile gotico, che, nella sua struttura attuale, risale al 1334. Voluta da re di Boemia Carlo iv, fu realizzata dagli architetti Mattia di Arras e Pietro Parler. Nella cripta riposano i re di Boemia, i santi patroni Venceslao, Giovanni Nepomuceno e Adalberto. L'ultimo restauro significativo risale al 1929, anno in cui si celebrava il millennio di sant'Adalberto. Oggi è dedicata ai santi Vito, Venceslao e Adalberto.

La celebrazione dei vespri sarà l'ultimo appuntamento. Il mattino successivo  Benedetto XVI raggiungerà Brno, la seconda città, per grandezza, della Repubblica, capoluogo della Moravia ma anche città con il maggior numero di cattolici. Su una grande spianata, a due chilometri dall'aeroporto, celebrerà la messa della XXVI domenica del tempo ordinario. Al termine rientrerà a Praga.

Nel pomeriggio si svolgeranno due incontri. Il primo con i rappresentanti delle altre religioni. Nella Sala del Trono dell'arcivescovado riceverà gli esponenti del consiglio ecumenico, circa una ventina di persone. Successivamente raggiungerà il Castello - circa trecento metri dall'arcivescovado - dove, nel salone Vladislavsky, incontrerà i rappresentanti del mondo accademico. Saranno presenti i rettori delle università del Paese, oltre a una rappresentanza dei docenti e degli studenti.

Lunedì mattina, 28 settembre - tra l'altro festa nazionale della Repubblica Ceca - trasferimento in macchina a Stará Boleslaw per celebrare la solennità di san Venceslao sui luoghi del martirio, meta di un pellegrinaggio annuale e considerati simbolo della nascita della nazione. Prima di celebrare la messa sulla spianata di Melnik, il Papa visiterà la chiesa di San Venceslao, eretta proprio nel luogo in cui fu assassinato dal fratello Boleslao. All'interno ci saranno ad attenderlo una ventina di anziani sacerdoti ospiti della Conferenza episcopale.

Al termine della celebrazione un giovane rivolgerà al Papa un indirizzo di saluto, inaugurando la parte della mattinata riservata proprio alle nuove generazioni.

Rientrato a Praga Benedetto XVI pranzerà con i presuli cechi in arcivescovado. Nel tardo pomeriggio la partenza per Roma, dopo la cerimonia di congedo dal Paese. Il rientro nella residenza estiva di Castel Gandolfo è previsto intorno alle 20. (mario ponzi)



(©L'Osservatore Romano - 23 settembre 2009)
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Il cardinale Spidlik: il Papa nella Repubblica Ceca per una Europa spiritualmente unita

Fervono gli ultimi preparativi nella Repubblica Ceca per il
viaggio apostolico di Benedetto XVI in questa terra dal 26 al 28 settembre. Il Papa visiterà la capitale Praga, Brno, capoluogo della Moravia, e Stará Boleslav, luogo del martirio di San Venceslao, Patrono principale della nazione, la cui festa, lunedì prossimo, è l’occasione del viaggio. Il servizio del nostro inviato a Praga, Sergio Centofanti.

Praga è una delle città più belle del mondo: placidamente adagiata, come Roma, sui dolci pendii di sette colli e attraversata dalle curve sinuose del fiume Moldava, le cui acque, solcate da vecchi e nuovi ponti, riflettono le immagini suggestive di un passato che ci parla di una fede tradotta in romanico, gotico e barocco. Piccola perla d’Europa. In queste terre, oltre mille anni fa, iniziarono la loro missione i fratelli Cirillo e Metodio per gettare i primi ponti tra il mondo ebraico-greco-latino e quello slavo, inventando un alfabeto grazie al quale queste popolazioni poterono leggere il Vangelo nella loro lingua.

Ma i due fratelli non ebbero vita facile nella costruzione di questi ponti di dialogo. E così chi li imitò. Questa è una terra di martiri: San Venceslao, ucciso perché con il Vangelo mise in questione gli interessi dei potenti; Santa Ludmilla, nonna di Venceslao, strangolata perché i suoi consigli erano semplicemente “cristiani”; Sant’Adalberto, trafitto dalle lance per aver annunciato che Gesù è Dio fatto carne; San Giovanni Nepomuceno, lasciato annegare nel Fiume Moldava perché non volle svelare al re i segreti del confessionale; San Giovanni Sarkander, torturato e ucciso perché durante le guerre di religione non stava con nessuno se non con la pace di Dio.

Terra del dolore e della risurrezione: a Brno, nel carcere fortezza dello Spielberg, il patriota italiano Silvio Pellico, dopo otto anni di sofferenze, ritrovò la fede e il perdono per i persecutori, scrivendo “Le mie prigioni”, primo trattato sui diritti dei detenuti. Terra violentata da due dittature: quella nazista e quella comunista che ebbero la pretesa illusoria di costruire un mondo contro Dio e senza Dio. Vent’anni fa cadeva il regime filosovietico che pensava di risolvere le ansie dell’uomo sul piano economico e materiale. E proprio vent’anni fa, Giovanni Paolo II canonizzava Agnese, principessa boema che nel XIII secolo distribuì ai poveri tutti i suoi beni per seguire Cristo crocifisso. Forse meno logico, ma più convincente.

Le ansie dell’umanità sono state ben descritte da un grande scrittore nato a Praga, Franz Kafka, vissuto a cavallo tra ‘800 e ‘900. Nelle sue opere (La Metamorfosi, Il Processo, Il Castello) l’uomo è sovrastato da una colpa misteriosa che deve espiare senza sapere il perché. Un male irrisolvibile che schiaccia la vita nei meandri di una quotidianità senza senso. Giovanni Paolo II, nei suoi tre viaggi in questo Paese, ha annunciato la Verità che libera da questo peso insostenibile e dalle violenze che ne derivano: ha annunciato la misericordia di Dio. A cui deve seguire il perdono dell’uomo. E così ha chiesto perdono e offerto perdono: per le sofferenze inflitte – e lo ha detto chiaramente nel caso di Jan Hus, il riformatore boemo ucciso sul rogo nel 1415 - e per le sofferenze subìte. Il perdono di Dio appartiene ad un’altra logica, ha un’altra grammatica, e genera pensieri e azioni completamente nuovi. E soprattutto ha i suoi misteriosi tempi nel produrre frutti e che l’umanità insofferente – nella sua fretta - non riesce a comprendere. Benedetto XVI viene in questa terra sulle orme di Giovanni Paolo II invitando a non avere paura, a non dubitare, a ripartire dalla fede: i tempi sono di Dio. I mulini del Signore – dice un proverbio ceco – macinano lentamente, ma macinano certamente.

Personalità di spicco della Chiesa ceca è il cardinale Tomáš Špidlík, nato 90 anni fa a Brno, in Moravia. Gesuita, costretto ai lavori forzati durante la guerra prima dai nazisti e poi dai comunisti, è diventato sacerdote a 30 anni in mezzo a difficoltà di ogni tipo. Noto per i suoi studi e per i suoi libri sulla spiritualità delle Chiese d’Oriente, vive e lavora al Centro Aletti di Roma con padre Marko Ivan Rupnik. Da quasi 50 anni collabora con la Radio Vaticana, con la sua meditazione del venerdì. Giovanni Paolo II lo ha creato cardinale nel 2003. Al cardinale Tomáš Špidlík, la collega Helene Destombes ha chiesto quale sia il significato di questa visita di Benedetto XVI in Cechia:

“Giovanni Paolo II è venuto qui 20 anni fa, quando è caduto il muro di Berlino e quindi quando è caduto il comunismo ed è nata la nuova Europa. Giovanni Paolo II ha affermato che scopo della sua visita era quello di lavorare all’unità spirituale dell’Europa. Benedetto XVI viene 20 anni dopo e viene proprio a Praga che è il centro geografico dell’Europa. Allora questa nuova visita del Papa ci fa pensare: dobbiamo fare un’Europa spiritualmente unita. Il viaggio del Papa non è un viaggio politico ma spirituale. I cechi sono un popolo di origine orientale che però è vissuto 2000 anni nella civiltà e nella cultura occidentale: così possono conciliare queste due mentalità affinché l’Europa - che per tanto tempo è stata divisa in due - possa tornare ad essere una sola Europa”.

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24/09/2009 16:13




















































Benedetto XVI mostrerà le radici cristiane di Praga

Prima tappa del suo viaggio nella Repubblica Ceca


ROMA, giovedì, 24 settembre 2009 (ZENIT.org).

Maestosa, enigmatica, piena di cultura e storia. E' Praga, la capitale della Repubblica Ceca, che si prepara a ricevere questo sabato Benedetto XVI.
Si tratterà di un
viaggio di tre giorni in cui il Pontefice vuole ricordare le radici e i valori cristiani del continente europeo e promuovere la libertà e la democrazia.
Praga è stata scenario di importanti avvenimenti storici del XX secolo: le due guerre mondiali, la rivoluzione russa, la caduta della Cortina di Ferro e l'inizio della democrazia. E' un luogo in cui si intrecciano elementi della cultura ceca, tedesca ed ebraica.
Per gli innumerevoli tesori d'arte, storia e architettura, è una delle 20 città più visitate del mondo. Riceve ogni anno 6 milioni di turisti. Il suo centro storico è stato dichiarato dall'UNESCO Patrimonio dell'Umanità.
Fondata nell'870, nasce dalla progressiva fusione di quattro piccoli agglomerati urbani: Hradcany, il Castello, a ovest della Moldova; Malá Strana, il piccolo quartiere nell'area sud del castello; Staré Mesto, la città vecchia, sul lato orientale opposto al castello; Nové Mesto, la città nuova a sud-ovest.

Il Bambin Gesù: una devozione di origine spagnola

Subito dopo la cerimonia di benvenuto e il discorso che offrirà al suo arrivo all'aeroporto internazionale Stará Ruzyne, questo sabato il Papa si dirigerà alla chiesa di Santa Maria della Vittoria, la cui cura pastorale è affidata ai Carmelitani Scalzi.
Il tempio, in origine luterano, ospita una statuetta venerata da secoli: il Bambin Gesù di Praga.
La storia di questa immagine inizia nel sud della Spagna. Si ignora il nome dello scultore, ma sembra che il luogo di provenienza sia un convento di Córdoba.
Da lì lo prese la regina Isabela Manrique de Lara y Mendoza. Sua figlia María Manrique sposò un nobile ceco, Vratislav di Pernstein.
Come dono di nozze, la ricevette sua figlia Polyssena, sposando Vilem di Rozumberk. Non avendo figli, la donna donò la statua al priore dei Carmelitani Scalzi nel 1628.
Tre anni dopo l'esercito di Sassonia conquistò Praga, saccheggiando i conventi e le chiese. La statua del Bambin Gesù subì gravi danni.
Venne ritrovata solo sei anni più tardi, quando si recò a Praga padre Cirillo della Madre di Dio, proveniente dal convento dei Carmelitani Scalzi della Baviera, che riuscì a far finanziare il restauro. Il Bambino tornò ad essere oggetto di culto e gli vennero attribuiti vari miracoli, come la salvezza della città in occasione di un assedio da parte degli svedesi.
Nel 1655 l'allora Vescovo ausiliare di Praga pose solennemente sulla sua testa una corona d'oro commissionata dal nobile Bernardo Ignazio di Martinic.
La statua venne posta nella cappella all'ingresso della chiesa, e in seguito, per l'affluenza dei pellegrini, venne spostata all'altare laterale centrale. Era il 1741.
Ora l'altare serve a sottolineare la spiritualità del Bambin Gesù. In linea orizzontale, alla sinistra c'è Maria, alla destra San Giuseppe. Con questo si vuole indicare che “il Santo Bambino di Praga è comprensibile solo all´interno del mistero dell´incrocio fra la famiglia divina e la famiglia umana”.
Oggi la festa del Bambin Gesù di Praga si celebra la prima domenica di maggio.
La statua è alta 47 centimetri. E' fatta di cera e si crede che abbia una struttura interna di legno.
Ha più di 100 abiti, confezionati e donati da alte personalità di tutto il mondo. Essendo un'immagine così delicata, solo alcune religiose specializzate ed esperte possono cambiare i vestiti.
La statua ha due corone: una originale del 1767, un'altra fatta tra il 1810 e il 1820.

Un castello ricco di arte e di storia

Un altro luogo millenario della capitale ceca che verrà visitato da Benedetto XVI questa domenica è il Castello, dalle dimensioni monumentali e imponenti: 570 metri di lunghezza e 128 di larghezza su una superficie di 7,28 ettari.
Secondo alcune ricerche archeologiche, la sua costruzione risale all'880 per ordine del principe Borivoj della dinastia dei Premyslidi.
E' stato la residenza del re di Boemia, degli imperatori del Sacro Romano Impero, dei Presidenti della Cecoslovacchia e dei Presidenti della Repubblica Ceca. E' stato anche sede episcopale.
Al suo interno si trova anche la chiesa di San Giorgio, accanto al monastero dei Benedettini, fondato nel 973 e che ospita notevoli opere d'arte.
Dal 1989 i turisti possono accedere ad altre aree del Castello come il Giardino Reale, la Sala della Pallacorda, i giardini meridionali e le scuderie imperiali.
Nel Salone di Vladislav il Papa incontrerà questa domenica il mondo accademico.

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[Modificato da Cattolico_Romano 24/09/2009 16:13]
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Nella Repubblica Ceca cresce l'attesa per la visita che Benedetto XVI compirà dal 26 al 28 prossimi

A Praga un piccolo gregge accoglie un grande pastore


di Miloslav Vlk
Cardinale arcivescovo di Praga

La visita del Papa a una Chiesa locale è sempre un evento grande, straordinario e unico per tutti i fedeli. La comunione con il Papa, che quotidianamente si realizza nella preghiera eucaristica, ricordando il suo nome, nel momento della visita, diventa concreta, tangibile. I fedeli del nostro Paese hanno potuto accogliere tre volte il Papa Giovanni Paolo II dalla caduta del comunismo. Sono stati momenti vissuti da tutti con grande gioia.

Durante il comunismo, la figura del Papa era vista dal regime con disprezzo. Il Papa, "nemico del popolo", era calunniato, attaccato, umiliato dai comunisti. Il Vaticano era considerato il collaboratore dell'imperialismo capitalista. Forse proprio per questo motivo il Papa è diventato per i fedeli semplicemente il "padre". Le nostre diocesi erano senza vescovi, perché erano costretti al confine o messi in prigione. La Chiesa, i sacerdoti e i fedeli laici erano perseguitati. Su questo sfondo doloroso era quasi scontato che il Papa per noi diventasse "il vescovo", "il padre" di tutti. 

Facile capire quale significato abbia assunto la visita di Giovanni Paolo II dopo la caduta del comunismo, nel 1990. Il passato duro aveva fatto fiorire un amore specialissimo del popolo verso il Papa. Un amore che è rimasto intatto sino ai nostri giorni in molti fedeli.

Attendiamo la visita di Benedetto XVI dal 2005, cioè dalla prima volta che lo invitammo. Si attendeva solo il momento opportuno. L'anno scorso, nel ricevere il nuovo ambasciatore Ceco presso la Santa Sede, Pavel Vosalík, il Papa ha accennato al desiderio di visitare il nostro Paese. Era proprio l'anno giubilare di san Venceslao, per i 1100 anni dalla sua nascita.

San Venceslao, martire, occupa un posto speciale nella storia spirituale della nostra terra:  è il santo, il martire e allo stesso tempo è il principe, il regnante, il patrono principale della Chiesa nel nostro Paese.
La nonna di san Venceslao, santa Ludmila, fu battezzata da san Metodio nell' Ottocento. È stata lei a trasmettere la fede al nipote Venceslao, a educarlo, a crescerlo. Quando Venceslao era al governo, il cristianesimo era strettamente e indissolubilmente legato alla vita della nazione. Fonti storiche descrivono Venceslao come un governante molto attento alle necessità del prossimo, soprattutto verso quelle dei poveri, degli emarginati, di quanti erano minacciati. Sapeva donarsi pienamente, servire senza badare al suo stato di governante. Così dava testimonianza del suo essere cristiano ai contemporanei pagani. Il suo modo di vivere era ispirazione per gli altri. È stato lui, "principe eterno", che ha lasciato in eredità la sua preziosa corona, simbolo della sua stessa fede, a tutti i re che lo hanno seguito. Ma lui è stato e resta l'iniziatore, colui che ha portato i valori cristiani nelle radici della nostra nazione.

Nell'inno sacro a san Venceslao, che fino all'Ottocento era adottato come inno nazionale, si canta:  "Tu sei l'erede della terra Ceca". San Venceslao è simbolo della nazione e della Chiesa, che in lui trovano il loro legame. Sono molto felice che il Papa si troverà nella nostra diocesi proprio nel giorno della festa di san Venceslao, il 28 settembre, festa nazionale.

Vorrei ricordare, a questo proposito, che nella basilica di San Pietro a Roma, nella parte destra del transetto, si trova l'altare dedicato a san Venceslao, accompagnato dai santi Cirillo e Metodio, apostoli della nostra fede. Ecco, come la nostra nazione piccola, ma ricca di santi, è legata con la Chiesa di Roma.
L'attesa della visita di Papa Benedetto la viviamo in stretta comunione con tutte le nove diocesi, specialmente poi in quelle, dove il Papa si fermerà. Anche alla preparazione del programma abbiamo lavorato tutti insieme.

Il cammino proposto per la preparazione spirituale dei fedeli si è basato su tre pilastri della nostra fede:  la fede, la speranza e la carità. Ognuno di noi vescovi ha preparato lettere pastorali che sono state poi lette durante la liturgia domenicale. I temi centrali sono stati appunto:  la fede, la speranza e la carità. I sacerdoti, poi, hanno approfondito le tematiche nelle loro omelie quotidiane.

Per ogni fedele è stata messa a disposizione una brochure titolata "Prepariamoci alla visita del Santo Padre Benedetto XVI nella Repubblica Ceca - Invito e sfida alla preparazione per l'incontro". Ci sono preghiere, pensieri e ispirazioni per la riflessione individuale, nelle famiglie, e comunitaria.

Inoltre in tutte le diocesi sono state distribuite piccole immagini del Papa con una preghiera per vivere in un clima di grazia la visita, nell'auspicio che possa portare frutti abbondanti alla Chiesa e alla società.
Negli ultimi giorni di preparazione si è svolta una novena in tutte le chiese del Paese. Per tutta la durata della novena nella cappella dell'arcivescovado a mezzogiorno si sono riuniti molti impiegati per pregare insieme per il Papa.

I mezzi di comunicazione della Conferenza episcopale, i mezzi di comunicazione delle diocesi, la radio cattolica Proglas e la televisione cattolica Noe si sono adoperati per accompagnare la preparazione e favorirne la partecipazione anche di chi fisicamente non ha potuto farlo.

Anche i media, sia radio che quotidiani nazionali, hanno diffuso numerose informazioni sulla visita. La venuta del Papa è, senz'altro, il più grande evento dell'anno. Dunque c'è molta attenzione in ogni ambiente.

Certo quella che si presenterà al Papa come comunità ecclesiale farà veramente la parte del "piccolo gregge". Nel censimento dell'anno 2001, circa il 29 per cento degli oltre 10 milioni di abitanti, si sono dichiarati cattolici; circa il 5 per cento appartenenti alle altre Chiese. Il rimanente 66 per cento non sono atei nel vero senso della parola, come a volte si dice del nostro Paese. Sono piuttosto "deisti":  vuol dire che ammettono l'esistenza di un Dio, ma secondo loro non si occupa di noi uomini. Ha lasciato la terra agli uomini che ora ne sono i padroni. È una mentalità difficile da scardinare.

Dopo la caduta del comunismo la Chiesa gode della piena libertà. Ci sono, però, ancora molti problemi rimasti dal periodo totalitario. Per esempio lo Stato non ha risolto finora le ingiustizie compiute dal regime comunista, soprattutto non ha restituito i beni ecclesiastici rubati dai comunisti. Questi continuano a rimanere nelle mani dello Stato. La Chiesa dipende economicamente dallo Stato:  paga i salari dei sacerdoti, contribuisce al mantenimento degli uffici diocesani, in piccola misura aiuta anche al mantenimento degli edifici ecclesiastici. Solo che questi finanziamenti sono il frutto dei beni della Chiesa nelle mani dello Stato.

Qualche anno fa due commissioni, una per parte, stilarono un accordo tra Santa Sede e il Governo della Repubblica Ceca. Entrambe le parti firmarono l'accordo ma il Parlamento non lo ha mai ratificato. Viviamo, quindi, ancora oggi in uno stato di provvisorietà, quasi di precariato. Ma ormai siamo abituati a vivere così. Almeno la vita di questo "piccolo gregge" va avanti. Mentre nel periodo della dominazione comunista non era certo così. I fedeli laici non potevano partecipare attivamente alla vita della Chiesa; oggi invece collaborano sempre più attivamente nelle parrocchie. Tanti si impegnano, per esempio, nella Caritas, che è "il volto della Chiesa rivolto verso la società". Ogni anno accogliamo molti nuovi catecumeni. Tra di loro ci sono molti giovani, e tanti adulti convertiti.

Tuttavia in larghi strati della società civile il rapporto con la Chiesa è vissuto con un certo distacco. Nei confronti della Chiesa si avverte sostanzialmente un'opinione negativa. Si ritrova un po'al margine della società, vista piuttosto come un'associazione privata, praticamente insignificante.

Ecco perché per noi la visita del Papa assume un grande significato. Tanto più oggi dopo che la bellissima enciclica Caritas in veritate è stata già pubblicata in ceco e ampiamente diffusa. Il nostro è un Paese piccolo, dal punto di vista ecclesiale numericamente non tanto significativo. Sino a oggi il Papa ha visitato Paesi ben più significativi in questo senso. Un motivo di più per fare della sua visita alla nostra nazione, alla nostra piccola Chiesa, una visita di grande valore. Noi, piccolo gregge, accanto a lui saremo considerati e ci sentiremo, parte integrale della Chiesa universale.

Noi vogliamo accogliere il Papa come Cristo stesso, il quale ha detto agli apostoli:  "Chi ascolta voi, ascolta me" (Luca, 10,16) e "chi accoglie colui che avrò mandato, accoglie me" (Giovanni, 13,20). Il Papa viene con la forza della parola di Cristo, che ha detto a Pietro:  "E tu... conferma i tuoi fratelli..." (Luca, 22,32).



(©L'Osservatore Romano - 25 settembre 2009)
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25/09/2009 06:53

Un evento unico nella storia della diocesi di Brno


di VojtEch Cikrle
Vescovo di Brno

È per la prima volta (a partire dalla sua fondazione nell'1777) che la diocesi di Brno riceve la visita del successore di Pietro. La preparazione della liturgia eucaristica domenicale, che il Papa celebrerà all'aeroporto di Brno-Turany, alla presenza di centomila fedeli, è il frutto di un'ampia collaborazione tra diverse organizzazioni religiose e civili. Ciò sta a significare quanto l'attesa sia condivisa dall'intera comunità.

La celebrazione si svolgerà nei pressi dell'aeroporto internazionale, in un ampio anfiteatro naturale, dove è stato allestito l'altare papale. Si tratta di un grande palco coperto con un baldacchino, sovrastato da una croce metallica alta dodici metri che in seguito sarà trasferita nei pressi della cattedrale di Brno e resterà a ricordo della visita di Benedetto XVI.

Lungo la strada attraverso la quale il Papa raggiungerà, in macchina, il luogo della celebrazione, è stata collocata un àncora alta undici metri. Vuole simboleggiare la virtù teologale della speranza, tema principale della celebrazione. Vicino all'altare sarà collocata anche la statua della Madonna di Turany, probabilmente la più antica di tutta la Moravia. È conosciuta come la Madonna nelle spine, nome derivato dal luogo di ritrovamento, un grande rovo appunto.

Nei secoli passati questa statua mariana attirava un gran numero di pellegrini. I fedeli della parrocchia di Turany accompagneranno a piedi in pellegrinaggio la statua, all'alba della domenica della celebrazione pontificia e la collocheranno accanto all'altare.

Moltissimi giovani arriveranno a Brno già fin da sabato e pernotteranno in una tendopoli appositamente allestita. L'attesa dell'incontro con il Papa sarà vissuta tra momenti di preghiera e di riflessione. Si svolgerà anche un evento musicale, il "Concerto della speranza".

La preparazione spirituale all'evento è stata curata dalla Conferenza episcopale ceca in stretta collaborazione con la diocesi di Brno. Nelle chiese cattoliche di tutta la Repubblica Ceca si sono lette cinque lettere pastorali dei vescovi; sono stati pubblicati due sussidi con le preghiere, meditazioni. In questi ultimi giorni si sta celebrando una novena proprio in preparazione alla visita pontificia.

Nella nostra diocesi molti hanno accolto la proposta che abbiamo chiamato "Ogni giorno un sms dal Papa", preparata dal Centro diocesano per la catechesi. Il contenuto dei messaggi, inviati a chiunque abbia manifestato la volontà di riceverli, è stato scelto giornalmente seguendo le tracce delle ultime tre encicliche pontificie. All'iniziativa hanno aderito un grande numero di partecipanti; dopo soli pochi giorni già ottomila persone avevano chiesto di ricevere gli sms. Ogni giorno se ne sono aggiunte tante altre. Per noi è stato un motivo di gioia e di sorpresa, ma anche la conferma del clima di attesa che accompagna questa vigilia storica per la città.

Inoltre ho invitato tutti i fedeli della diocesi di Brno ad accostarsi, prima della visita del Papa al sacramento della riconciliazione:  è stato necessario chiedere la collaborazione di più confessori perché si rendessero disponibili anche fuori dagli orari consueti.

Che cosa ci attendiamo dalla visita del Papa? Sappiamo che Benedetto XVI non viene per porre l'attenzione su di sè. Viene, nella pienezza del suo ministero di servizio, per rinnovare in noi la consapevolezza dell'amore di Cristo, per riproporci i valori del suo Regno. La vita spirituale non consiste soltanto nella partecipazione alla liturgia, ma soprattutto nel "dialogo con Dio". Per questo i frutti della giornata solenne che ci è dato di vivere con lui, dipenderanno non soltanto dai doni spirituali che potremo ottenere, ma anche dallo sviluppo di essi nella vita quotidiana futura.

Ci aspettiamo quindi un incoraggiamento alla vita forgiata dallo Spirito Santo in ognuno di noi, i cui frutti sono, secondo la lettera di san Paolo ai Galati, "amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé".

Essendo il tema principale della celebrazione di Brno la speranza fondata in Cristo, ci attendiamo anche una nuova spinta nella ricerca della speranza per la società civile e per le persone che non riescono a trovarla, in una realtà che, come quella attuale del nostro Paese, non ne la lascia intravedere uno spiraglio. Ci attendiamo anche che l'incontro con il Papa porti molte persone, anche quelle che non si dichiarano credenti, a porsi delle domande importanti sul senso da dare alla loro vita, e a trovare in lui e con lui quelle risposte che stanno affannosamente cercando. Sono certo che grazie all'incontro con il Papa ci sentiremo tutti ancor più incoraggiati a non abbandonare mai questa ricerca e a perseverare.


(©L'Osservatore Romano - 25 settembre 2009)
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25/09/2009 10:20

Il Papa in missione nel Paese meno cristiano d’Europa

di Andrea Tornielli

Roma
Benedetto XVI parte domani per un
viaggio di tre giorni nel cuore dell’Europa che ha dimenticato le sue radici cristiane e visita Praga, la capitale del Vecchio continente con la più bassa frequenza alla messa domenicale: vi partecipa appena il 2 per cento della popolazione.
È un pellegrinaggio difficile, che rientra pienamente nell’ottica del pontificato ratzingeriano, quella della ri-evangelizzazione delle società occidentali ormai scristianizzate.
La capitale della Repubblica ceca è infatti abbellita da centinaia di chiese, per lo più trasformate in sale da concerti a pagamento, e aperte al culto soltanto in poche occasioni. Chiese-auditorium, chiese-musei: a Praga, nel cuore dell’Europa, sono evidenti le conseguenze estreme della secolarizzazione e dell’ateismo di Stato vissuto in epoca comunista. Giovanni Paolo II l’aveva visitata tre volte, la prima nell’aprile 1990. E l’allora Cecoslovacchia fu il primo Paese dell’Est toccato dal pontefice slavo dopo la caduta del Muro di Berlino. Wojtyla vi fece ritorno cinque anni dopo e poi nel 1997, in occasione del millenario del martirio di Sant’Adalberto.
Il Papa ricorderà qui il ventennale della caduta del Muro e celebrerà l’annuale festa dell’identità della nazione legata a San Venceslao: a questa città - dove si conserva il famoso Bambin Gesù, meta di pellegrinaggi da tutto il mondo - e a questo Paese, Ratzinger, che ha personalmente voluto il viaggio, rivolgerà il suo messaggio invitando la Chiesa ceca a far rivivere le sue radici cristiane e a diventare nuovamente missionaria.
Prima dell’avvento del comunismo i battezzati erano circa il 75 per cento della popolazione. Oggi, secondo le statistiche ecclesiastiche, sono circa tre milioni e mezzo su dieci milioni di abitanti, ma coloro che all’ultimo censimento si sono autodichiarati cattolici invece che «agnostici» sono poco più di due milioni. I dati della frequenza alla messa domenicale vennero resi pubblici soltanto una volta dalla Conferenza episcopale, nel 2004.
A Praga i praticanti erano il 5 per cento dei battezzati e appena il 2 per cento degli abitanti, che sono un milione e mezzo. E sono ridotti al lumicino anche i praticanti nella regione dei Sudeti, un tempo molto cattolica, dove oggi i battezzati sono tra il cinque e il dieci per cento della popolazione.
La Chiesa aveva conquistato molto credito durante gli anni del regime comunista, ma dopo la caduta del Muro e l’apertura del contenzioso con lo Stato per la restituzione dei beni ecclesiastici con relativi interessi, lo ha visto poco a poco svanire nei confronti dell’opinione pubblica.
Dal 1991 si trascina la disputa sulla proprietà della cattedrale di San Vito a Praga, che il regime aveva incamerato negli anni Cinquanta. Il presidente Vaclav Havel aveva consigliato ai vescovi di chiedere la restituzione attraverso il tribunale, che aveva dato ragione alla Chiesa, ma la Corte di cassazione, dove ancora sedevano giudici dell’epoca comunista, hanno ribaltato il verdetto e la cattedrale è dovuta tornare di proprietà della presidenza della Repubblica.
Un altro problema, in mancanza di un concordato con la Chiesa, in discussione da molti anni, riguarda il clero, che è stipendiato dallo Stato secondo le tabelle minime. Accade così che un vescovo possa assumere due autisti, ma non possa permettersi di stipendiare un professionista di livello più alto.
L’attuale presidente della Repubblica, Vaclav Klaus, che si dichiara protestante evangelico e si sente rifiutato dall’estabilishment europeo, conta molto sul ritorno di immagine della visita e affiancherà sempre il pontefice. La visita papale segnerà anche l’ultimo atto dell’episcopato del cardinale Miroslav Vlk, settantasettenne arcivescovo di Praga, il cui successore sarà presto nominato. Oltre alla capitale, Benedetto XVI visiterà Brno, dove domenica celebrerà la messa. Il rientro a Roma è previsto per la sera di lunedì.

© Copyright Il Giornale, 25 settembre 2009 consultabile online anche
qui.
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PAPA: VIAGGIO IN REP.CECA, CUORE EUROPA SECOLARIZZATA, A 20 ANNI DA 1989

Papa Benedetto XVI parte sabato per un
viaggio di tre giorni in Repubblica Ceca, nel cuore dell'Europa centrale. Un viaggio che guarda contemporaneamente al passato e al futuro: da una parte, il papa arriva a Praga in occasione del ventesimo anniversario di quel 1989 che segno' la caduta dei regimi comunisti dell'Europa orientale; ma, dall'altra, Ratzinger ha scelto personalmente di recarsi in uno dei Paesi piu' secolarizzati del Vecchio Continente, l'unico, ad oggi, a non aver firmato un Concordato con la Chiesa cattolica. Il papa, ha spiegato il portavoce vaticano p. Federico Lombardi presentando il viaggio, ''visitera' la Repubblica Ceca sicuramente per ricordare l'anniversario della cosiddetta 'rivoluzione di velluto', ma soprattutto per incoraggiare la Chiesa locale che svolge la propria missione in una societa' secolarizzata''. Un punto che e' stato sottolineato dallo stesso pontefice durante l'Angelus di domenica scorsa: la Repubblica Ceca, ha detto, ''dopo essere passata attraverso i drammi del secolo scorso, ha bisogno, come l'intero Continente, di ritrovare le ragioni della fede e della speranza''. Non a caso, gia' Giovanni Paolo II scelse di recarsi per tre volte nel Paese, nel 1990, quando c'era ancora la Cecoslovacchia, nel 1995 e nel 1997. Dicono le ultime statistiche che il 66% della popolazione ceca non dichiara di appartenere a nessuna fede: i credenti sono appena 2,7 milioni su una popolazione di oltre 10 milioni di persone. I cechi, ha spiegato il presidente Vaclav Klaus lo scorso 30 maggio dopo essere stato ricevuto in Vaticano, si aspettano da un pontefice che segue ''sorprendentemente'' da vicino le vicende del Paese, un ''messaggio chiaro'' per tutti. All'indomani dalla 'rivoluzione di velluto' che nel 1989 ha messo fine al regime filo-sovietico, i rapporti tra la Santa Sede e Repubblica Ceca non sono stati particolarmente cordiali. Nel marzo scorso, la Corte Suprema ha deciso che la proprieta' della cattedrale di San Vito a Praga e' dello Stato e tale deve rimanere, dopo 17 anni di battaglia legale da parte della Chiesa. Una battaglia che, , agli occhi della maggior parte dei cechi, e' venuta per identificarsi con la Chiesa. La vicenda sembrava destinata a concludersi quanto, nel 1994, il governo restitui' alla Chiesa la cattedrale, confiscata durante il comunismo, ma la decisione venne contestata dal Parlamento, perche' l'edificio, dedicato ai santi Vito, Venceslao e Adalberto, sorge all'interno del complesso del Castello, sede della Presidenza della Repubblica e quindi di proprieta' dello Stato. Ne sorse una lunga diatriba la cui ultima tappa risale, appunto, allo scorso marzo. Ma la storia non finisce certo qui: l'arcivescovo di Praga, card. Miloslav Vlk, ha annunciato che fara' ricorso contro la decisione della Corte Suprema, per una questione ''di legge e di giustizia''. Strettamente connessa e' la questione del concordato con la Santa Sede, gia' respinto dalla Camera dei Deputati nel 2003. Contrario in un primo momento, il presidente Klaus ha cambiato idea alla vigilia delle elezioni che nel 2008 lo hanno riconfermato, con il sostegno dei cattolici, alla Presidenza della Repubblica, e si e' impegnato a favore di una legge che porterebbe alla Chiesa 10,3 miliardi di euro di risarcimenti per i beni persi durante il comunismo. Su questo punto, stando a quanto ha spiegato mons. Jan Graubner, arcivescovo di Olmutz una conferenza stampa alla vigilia della visita, non sono previste ''trattative'' o annunci nei tre giorni di presenza del papa. La vista, tengono a sottolineare i vescovi cechi, avra' un carattere spiccatamente pastorale con l'obiettivo di aiutare il ''piccolo grege'' della Chiesa cattolica ceca, che rappresenta poco piu' deo' 25% della popolazione. Il momento clou, da questo punto di vista, sara' la messa celebrata il 28 settembre e Stara' Boleslav, in occasione dell'anniversario del martirio di san Venceslao, patrono della Nazione: un evento il cui significato va al di la' della sua valenza religiosa ed e' profondamente sentito da tutti i cechi, credenti o meno che siano.

© Copyright Asca
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25/09/2009 16:56

Fede e speranza al centro del viaggio di Benedetto XVI nella Repubblica Ceca. Alla vigilia dell’arrivo del Papa a Praga, il cardinale Vlk si sofferma sulla vita della Chiesa in Cechia

Benedetto XVI inizia domani nella Repubblica Ceca il suo 13.mo viaggio apostolico internazionale. La visita, che durerà tre giorni, si svolge in occasione della festa di San Venceslao, Patrono principale del Paese. Il servizio del nostro inviato a Praga Sergio Centofanti:


“L’amore di Cristo è la nostra forza”: è il motto di questo viaggio apostolico che porterà il Papa a Praga, Brno, capitale della Moravia, e Stará Boleslav, luogo del martirio di San Venceslao. Benedetto XVI giunge nella Repubblica Ceca a 20 anni dalla caduta del regime comunista; una terra posta nel cuore dell’Europa e che – ha detto il Papa
nell’Angelus di domenica scorsa – dopo essere passata attraverso i drammi del secolo scorso, ha bisogno come l’intero continente di ritrovare le ragioni della fede e della speranza:

“Sulle orme del mio amato predecessore Giovanni Paolo II, che visitò quel Paese per ben tre volte, anch’io renderò omaggio agli eroici testimoni del Vangelo, antichi e recenti, e incoraggerò tutti ad andare avanti nella carità e nella verità. Ringrazio fin d’ora quanti mi accompagneranno con la preghiera in questo viaggio, perché il Signore lo benedica e lo renda fruttuoso”.

La Cechia - con l’Estonia - è lo Stato europeo in cui è più diffuso l’ateismo. E ha uno dei più bassi livelli di natalità del mondo: le morti superano le nascite. Aborti e divorzi prosperano. Mancano le ragioni del vivere – dicono i vescovi del Paese – prevalgono egoismo e pessimismo. Anche la comunità cattolica è colpita da secolarizzazione e crisi d’identità. Su un 30% di fedeli solo un quinto è praticante. Scarseggiano le vocazioni sacerdotali. Di qui l’appello dei vescovi a vincere la timidezza della testimonianza, a non vergognarsi di manifestare le verità della fede. Nel tempo in cui era considerata oppio dei popoli in molti hanno pagato di persona per non rinnegarla. Era la Chiesa del silenzio, ma un silenzio eloquente. Del resto, questa è una terra di martiri: San Venceslao, duca di Boemia, voleva diffondere il cristianesimo, più di mille anni fa, portando giustizia e pace. A quanti gli si opponevano, diceva: “Se Dio vi dà noia, perché volete impedire agli altri di amarlo?”. Venne ucciso in una imboscata tesa dal fratello. “La Chiesa non cerca privilegi” – ha ribadito Benedetto XVI nella visita ad Limina dei vescovi cechi nel 2005 – e non ha “obiettivi di potere o di interesse egoistico”: chiede “solo di poter svolgere la sua missione” evangelizzatrice e di promozione umana per portare a tutti “nella gioia, la carità di Dio, che è Amore”. Quando le “viene riconosciuto questo diritto, in realtà, è l’intera società che ne trae vantaggio”. E indica le tante opere messe in atto dalla Chiesa in Cechia: ospedali, orfanatrofi, case per anziani e disabili, iniziative per i più poveri, consultori familiari e scuole. Il Papa viene nel cuore dell’Europa per incoraggiare quanti vivono in modo autentico la fede: sono un “piccolo granello di senape”, ma Dio non cessa di farlo crescere.

Ma quale significato ha per la Chiesa in Cechia questo viaggio del Papa? Sergio Centofanti lo ha chiesto al cardinale arcivescovo di Praga, Miloslav Vlk:


R. – Noi siamo un Paese in cui la fede cattolica, la fede cristiana, non è molto diffusa; la Chiesa è stata emarginata e lo è tuttora: siamo al margine! Nel periodo del controllo comunista, la maggioranza della Chiesa – soprattutto i laici – è rimasta passiva. E’ evidente, quindi, che il Santo Padre viene per rafforzare i fedeli: questo è il senso della sua venuta.

D. – Quali sono le sfide principali della Chiesa ceca, oggi?

R. – La Chiesa ceca, oggi, deve evolversi, aprirsi sempre più alla società, dialogare con essa perché ci sono – soprattutto tra i politici – tanti pregiudizi contro la Chiesa. E’ necessario mostrare attraverso il dialogo che i pregiudizi non sono veri.

D. – A 20 anni dalla caduta del comunismo, come è cambiata la situazione nel Paese?

R. – Politicamente, non c’è stato un grande progresso. Si è avviata una trasformazione economica, ma questa trasformazione si è fatta senza una base di valori. C’è tanta corruzione, non c’è una democrazia vera, seria, profonda.

D. – Lei ha vissuto la persecuzione comunista; per otto anni ha fatto il lavavetri a Praga. Come ricorda quel periodo?

R. – Per me – da un punto di vista spirituale – è stato un periodo molto forte, perché all’inizio avevo perso tutto: avevo perso la possibilità di svolgere pubblicamente il ministero sacerdotale, di predicare, di amministrare i Sacramenti e questa realtà mi ha portato a capire che Gesù Cristo è diventato Sommo Sacerdote sulla Croce, quando non ha potuto più muoversi, quando non ha potuto più benedire, quando non ha potuto più parlare. E io, in quel periodo, avendo perso tutto, mi sono sentito molto vicino a Gesù crocifisso e abbandonato e mi sono sentito veramente sacerdote. Per me è stata una grande grazia, perché ho scoperto di poter ritrovare Gesù, essere in contatto con Lui anche nel dolore, nelle situazioni negative – secondo le parole di Isaia nel capitolo 53, “l’uomo dei dolori”. In secondo luogo ho sperimentato la comunione con i fratelli, con i quali ho vissuto con Gesù in mezzo a noi, Gesù risorto – secondo la spiritualità focolarina – e questo mi ha sostenuto molto. Questa esperienza è stata molto, molto forte.

Domani, dopo la cerimonia di benvenuto, la prima tappa del Papa sarà la visita al Bambino Gesù di Praga nella chiesa di Santa Maria della Vittoria. Benedetto XVI sarà accolto da alcune famiglie con bambini; quindi si raccoglierà in preghiera silenziosa per imporre, subito dopo, una corona d’oro sulla statua raffigurante Gesù Bambino, un’opera in legno ricoperto di cera. Il Santuario è retto dai Carmelitani scalzi. Marketa Sindelarova ha intervistato il priore, padre Petr Sleich:

R. – Il luogo dove si espone la famosa statua del Gesù Bambino di Praga - che conoscono tanti italiani e tanti altri - è uno dei Santuari principali dell’arcidiocesi di Praga: da qui la devozione a Gesù Bambino si è diffusa un po’ in tutto il mondo. Infatti, ci sono tantissimi pellegrini di lingua inglese, spagnola, italiana, portoghese, francese, ed è proprio bello incontrare qui tutti questi visitatori che vengono con il cuore aperto ad affidare la propria vita e la vita dei propri cari a Gesù Bambino che sanno non essere un Dio che fa spavento ma un Dio che ci vuole tanto bene e che ha anche bisogno del nostro amore.

D. – Ci può raccontare la storia della statua del Gesù Bambino di Praga?

R. – La statua originale che si conserva qui al Santuario è un frutto spirituale della Spagna al tempo di Sant’Ignazio di Loyola e di Santa Teresa di Gesù, cioè siamo nel ’500 spagnolo. Da lì questa statua viene in possesso di una famiglia di Praga e 70 anni più tardi viene regalata a un convento di Carmelitani scalzi dove si conserva fino ad oggi. E’ bellissimo che quando è arrivata presso il convento subito si è diffusa una bella devozione perché tanta gente che ha pregato davanti a questo piccolo Gesù ha ricevuto delle grazie. Una delle prime grazie raccontate dalle cronache del monastero riguarda un confratello carmelitano scalzo che soffriva di depressioni forti: i diari del tempo ci dicono che i suoi confratelli nel convento erano molti grati a Dio per aver curato questo confratello. Sappiamo che nella fede non si devono calcolare solo i miracoli, gli eventi straordinari, ma anche tutti i momenti in cui Dio ci aiuta concretamente nel quotidiano. Per esempio molti hanno pregato qui per poter avere dei bambini. Abbiamo un caso di una famiglia italiana che ha vissuto a Londra e dopo lunghi anni di preghiere ci ha mandato una foto di due gemelli! Io dico alla gente che non so se sia stato un miracolo o un caso del tutto naturale, ma è più di un miracolo! Sono due bambini! E sono arrivati dopo che queste persone hanno pregato. Questo la gente lo capisce. Io dico: quando pregate Gesù Bambino, Lui vi ascolta e state attenti … perché dopo potete avere anche molto lavoro! Così il Papa vuole incontrare anche i bambini perché Cristo vuole incontrare i bambini; vuole dare l’esempio di uno che ricorda Gesù, di uno che prega, un esempio che va bene non solo per i bambini ma per noi tutti.

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25/09/2009 17:02

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ALITALIA: ACCOMPAGNERA' PAPA NEL VIAGGIO APOSTOLICO IN REPUBBLICA CECA

Sara' Alitalia ad accompagnare Sua Santita' Benedetto XVI nel viaggio apostolico nella Repubblica Ceca che avra' inizio domani 26 settembre. Il volo sara' effettuato con un nuovissimo Airbus A320 entrato in flotta alla fine di maggio.
L'equipaggio e' composto da 2 comandanti, 1 primo ufficiale e 6 assistenti di volo, scelti tra quanti si sono distinti per professionalita' e impegno nel corso della loro carriera professionale. Coordinatore del Volo e' il Comandante Roberto Germano, Direttore Operazioni Volo Alitalia. Il comandante titolare e' Giacomo Belloni con 10.600 ore di volo all'attivo.
L'Airbus decollera' dall'aeroporto di Roma Ciampino alle 9.20 ed arrivera' all'aeroporto internazionale di Praga alle 11.30. A bordo dell'aereo saranno presenti anche i giornalisti che seguono Sua Santita' Benedetto XVI e la delegazione pontificia. ''Alitalia - si legge in una nota - e' onorata di essere la Compagnia prescelta dalla Santa Sede per i viaggi apostolici di Sua Santita' all'estero e di mettere a servizio della delegazione pontificia l'affidabilita' e la qualita' dei propri servizi''.

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26/09/2009 05:48

PAPA A PRAGA: CARD. VLK, DOPO COMUNISMO DESERTO SPIRITUALE

(AGI) - Praga, 25 set.

(dall'inviato Salvatore Izzo)

Nella suggestiva piazza dell'Orologio, luogo per nulla lugubre delle esecuzioni capitali nella ''citta' vecchia'', affollata come sempre da turisti in attesa di vedere, tra i personaggi storici, anche i dodici Apostoli e i 4 Evangelisti accompagnare i rintocchi delle ore, a dispetto di una cosi' singolare testimonianza delle radici cristiane nel pieno centro di Praga, solo un paio di bandiere bianco-gialle segnalano l'arrivo - previsto per domani alle 11 - di
Benedetto XVI nella Repubblica Ceca, paese che con l'Estonia condivide il triste primato di nazione piu' atea del mondo: il 59 per cento della popolazione si dichiara ateo, mentre i cattolici sono il 31 per cento con una pratica religiosa che all'interno del gruppo a malapena raggiunge il 5.
''In questo Paese - denunciano i vescovi nel messaggio che annuncia la visita del Papa - mancano le ragioni del vivere e prevalgono egoismo e pessimismo: le morti superano le nascite, aborti e divorzi prosperano, scarseggiano le vocazioni sacerdotali''.
Nel 1990 - quando Giovanni Paolo II vi compi' il suo primo viaggio dopo la caduta dei muri - l'allora Cecoslovacchia sembro' rifiorire alla speranza, ma la successiva secessione della Slovacchia ha fatto cadere ogni illusione in una popolazione che sembra oggi condannata alla rassegnazione, come testimonia il tasso di natalita' piu' basso d'Europa. ''Durante il comunismo, la figura del Papa era vista dal regime con disprezzo'', racconta il card. Myiroslav Vlk, arcivescovo di Praga, che durante gli anni del comunismo si guadagnava da vivere facendo il lavavetri. Definito ''nemico del popolo'', il Papa, ricorda il porporato, ''era calunniato, attaccato, umiliato dai comunisti.
Il Vaticano era considerato il collaboratore dell'imperialismo capitalista.
Le nostre diocesi erano senza vescovi, perche' erano costretti al confine o messi in prigione. La Chiesa, i sacerdoti e i fedeli laici erano perseguitati. Su questo sfondo doloroso era quasi scontato che il Papa per noi diventasse il padre di tutti. Facile capire quale significato abbia assunto la visita di Giovanni Paolo II: il passato duro aveva fatto fiorire un amore specialissimo del popolo verso il Papa''.
Un amore che, per il card. Vlk, ''e' rimasto intatto sino ai nostri giorni in molti fedeli'', ma non ha impedito che la Chiesa fosse emarginata: ''siamo - rileva - un Paese in cui la fede cattolica, la fede cristiana, non e' molto diffusa e dove la Chiesa e' al margine''. ''Ci sono, soprattutto tra i politici - spiega l'anziano arcivescovo - tanti pregiudizi contro la Chiesa'', ma soprattutto c'e' stata, una sorta di ''desertificazione'' delle anime, in una nazione ''violentata da due dittature, prima il nazismo e poi il comunismo'', che avevano in comune il rifiuto di Dio e la volonta' di massacrare la Chiesa, perseguitando gli uomini di fede e corrompendo quelli tra loro che apparivano piu' deboli. ''Caduto il comunismo - continua Vlk - si e' avviata una trasformazione economica, ma questa trasformazione si e' fatta senza una base di valori. C'e' tanta corruzione, non c'e' una democrazia vera, seria, profonda''.
''Se Dio vi da' noia, perche' volete impedire agli altri di amarlo?'', chiedeva San Venceslao che venne ucciso in una imboscata tesa dal fratello. Una domanda che il Papa teologo rivolgera' in questi giorni agli uomini di potere che in questo Paese hanno finora impedito la restituzione di troppi edifici ecclesiastici, come la stipula di intese Stato-Chiesa e di un Concordato con la Santa Sede che tarda ad arrivare perche' i partiti divisi su tutto sembrano uniti solo nel dipingere all'opinione pubblica la Chiesa come ''sfruttatrice e ladrona''.
Domani, dopo la cerimonia di benvenuto, la prima tappa del Papa sara' la visita al Bambino Gesu' di Praga nella chiesa di Santa Maria della Vittoria. Benedetto XVI sara' accolto da alcune famiglie con bambini; quindi si raccogliera' in preghiera silenziosa per imporre, subito dopo, una corona d'oro sulla celebre statua raffigurante Gesu' Bambino, in legno ricoperta di cera.

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26/09/2009 05:49

Nel cuore della storia d'Europa

Un percorso nel cuore dell'Europa per rivolgersi idealmente a tutto il continente e al mondo.
Così può essere sintetizzato il
viaggio di Benedetto XVI, tredicesimo internazionale del pontificato, nella Repubblica Ceca. La nazione, per tanti motivi simbolo della tormentata storia europea, dopo un passato splendente e tragico tornò improvvisamente protagonista nel 1968 con la cosiddetta primavera di Praga. Alla sua sconvolgente repressione per mano delle truppe del Patto di Varsavia, seguì, un decennio più tardi, Charta 77, manifesto per il rispetto dei diritti umani.
Questi semi civili trovarono presto risposta e accoglienza da parte della Chiesa di Roma: nei segni di Paolo VI e, sin dai primi anni del pontificato, nelle scelte di Giovanni Paolo II, il vescovo venuto da "un Paese lontano".
Così nel 1977, nell'ultimo concistoro di Papa Montini, fu pubblicato il nome dell'amministratore apostolico (poi arcivescovo) di Praga, Frantisek Tomásek, creato in pectore l'anno precedente. Gli evangelizzatori del Paese e delle vastissime regioni centrali e orientali del continente, Cirillo e Metodio, nel 1980 vennero proclamati compatroni d'Europa. E ai due santi fratelli nel 1985 fu dedicata l'enciclica Slavorum apostoli, che sviluppava l'immagine straordinaria dei due polmoni, orientale e occidentale, con cui respira la tradizione cristiana.
Il segno più toccante - mentre il Papa poneva mano a riorganizzare quella Chiesa, martirizzata atrocemente ancora verso la fine degli anni Ottanta - venne dalla canonizzazione di Agnese di Boemia, nel memorabile autunno del 1989 che segnò la fine del comunismo reale nelle terre d'Europa.
Ancora rimane la memoria di quel timido sole che il 12 novembre illuminò i gruppi di fedeli cechi arrivati a Roma, quasi increduli e con poveri mezzi, per onorare la nuova santa proclamata dal Romano Pontefice. Proprio in quella piazza San Pietro dove secondo le rappresentazioni della propaganda politica avrebbero dovuto abbeverarsi i cavalli dei cosacchi. E l'anno dopo, iniziato il ritiro delle truppe sovietiche, vi fu il primo dei tre viaggi di Giovanni Paolo II nelle terre ceche e slovacche.
Attento e rivolto al cuore della storia d'Europa - continente incomprensibile se si rimuovono le sue radici cristiane che, con altre, lo hanno costituito così come oggi è - particolare e importante è anche il momento internazionale dell'itinerario papale, che cade all'indomani dell'impegno unanime per il disarmo nucleare preso alle Nazioni Unite. Là dove il 4 ottobre 1965 Paolo VI, "come il messaggero che, dopo lungo cammino, arriva a recapitare la lettera che gli è stata affidata", parlò al mondo del pericolo sempre incombente: "Le armi, quelle terribili, specialmente, che la scienza moderna vi ha date, ancor prima che produrre vittime e rovine, generano cattivi sogni, alimentano sentimenti cattivi, creano incubi, diffidenze e propositi tristi, esigono enormi spese, arrestano progetti di solidarietà e di utile lavoro, falsano la psicologia dei popoli".
Oggi il suo successore continua quel cammino. Nella fiducia che il suo appello alla ragione venga ascoltato. Così come la sua predicazione.

g. m. v.

(©L'Osservatore Romano - 26 settembre 2009)
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26/09/2009 06:03

Il viaggio apostolico di Benedetto XVI nella Repubblica Ceca

Le robuste radici cristiane di un Paese che si dice agnostico


di Diego Causero
Nunzio apostolico nella Repubblica Ceca

Benedetto XVI si reca in
visita nella Repubblica Ceca. Ha risposto favorevolmente all'invito del cardinale Miloslav Vlk e del presidente della Repubblica Václav Klaus.
È noto che la Repubblica Ceca è uno dei Paesi con il tasso di agnosticismo più alto in Europa. Il quotidiano "Mala Fronta Dnes", nel suo numero del 23 settembre, con un grosso titolo di prima pagina, dava il benvenuto al Papa "nella terra degli atei". L'opinione pubblica tende a considerare l'indifferenza religiosa come un titolo di vanto e di modernità.
Perché, dunque, Benedetto XVI viene a Praga? È attirato, certo, dal fascino della città e della cultura ceca, dove la fede cristiana ha creato oasi squisite di bellezza: forse il barocco popolare più bello d'Europa. Fondamentalmente, tuttavia, egli viaggia come missionario di Cristo Gesù per incontrare una Chiesa piccola ma fedele; ferita ma in crescita, bisognosa di essere confermata con saggezza e paternità. Il paesaggio della Repubblica Ceca ha tratti squisitamente cristiani - chiese, cupole, campanili, edicole - e il Papa viene per risvegliarne anche l'anima.
La Chiesa ha memoria di sofferenze recenti, crudeli e programmate; alcuni dei problemi aperti dal regime comunista non sono stati mai affrontati e risolti dalle autorità politiche. Dovrà, tuttavia, mettere la sordina a ogni tono rivendicativo, per presentare, con pazienza e umiltà, il suo volto nell'azione evangelizzatrice, nella vita del clero e dei religiosi, nella sua dottrina sociale, nell'attività caritativa, nell'educazione.
L'obiettivo è di sfocare i pregiudizi e favorire la formazione di una percezione migliore della Chiesa nell'opinione pubblica. Questo lavoro è già in corso; si tratta di coordinarlo e ampliarlo. Occorre volgere sul passato, e sul presente, un occhio fraterno, misericordioso e solidale. La Chiesa e il Paese - di cui la Chiesa è parte - progrediranno insieme, oppure insieme languiranno.

La radicata e arrogante secolarizzazione di buona parte della società ceca è di lunga data; non è conseguenza solo del periodo della dittatura comunista. È stata nutrita, a partire dall'inizio del xix secolo, da influenze illuministe e anticlericali nella cultura, e nazionaliste in politica. Per due secoli la cultura si è accanita con pregiudizi contro la Chiesa. La visione abituale della cultura e dell'educazione popolare è che la Repubblica Cecoslovacca è nata combattendo a fatica il giogo e la sottomissione imposti dall'impero asburgico e dalla Chiesa cattolica romana; impero e papato sono, nell'opinione popolare, due manifestazioni di un'unica oppressione.
Il regime comunista ha agito sulla stessa linea, accentuando l'ostilità verso ogni manifestazione religiosa, pur opprimendo in modo particolare la Chiesa cattolica.
Il nazionalismo ha usato l'arroganza della ragione, l'intimidazione intellettuale e l'ironia; il comunismo ha usato l'onnipresenza del potere e la persecuzione fisica.

La società è secolarizzata, ma è sensibile a sollecitazioni. Il Papa viene per intaccare questa corteccia di indifferentismo e ostilità; per ridare animo, speranza e sorriso alla Chiesa un po' spaurita; per coltivare la fedeltà e i germi di vivacità spirituale che si stanno manifestando grazie a movimenti e piccoli gruppi.
Benedetto XVI viene, nel nome del Signore, per dire a questa Chiesa, fedele e ferita, che il Vangelo possiede l'energia per suscitare e confermare la nostra fede; per trasformare la nostra vita personale e sociale. Cristo non toglie nulla all'uomo, ma lo arricchisce e dà pienezza alla sua vita. L'assenza di Dio è anche assenza di umanità. Il Paese ha bisogno di leader appassionati e di testimoni. I sacerdoti vivono in solitudine, isolati e osteggiati da quella parte della società che si ritiene colta e istruita.

Il primo obbiettivo del passaggio del Papa è l'animazione di vescovi, sacerdoti e religiosi, perché parlino con conoscenza, con gioia e con passione interiore di Cristo e con fierezza della loro Chiesa. Portiamo dei tesori in vasi di creta; offriamoli con amore solidale. La gioia di essere cristiani: questo ci dà intelligenza e saggezza in ogni situazione umana. Cristo non toglie, ma dà.
Ci sono sacerdoti giovani e impegnati, gruppi giovanili attivi e creativi, dei quali è caratteristica la finalità evangelica e apostolica, ci sono cristiani impegnati che attendono di essere lanciati nella mischia e auspicano una fervorosa direzione da parte di vescovi, sacerdoti e religiosi. Meritano fiducia e animazione, oltre che un'esigente direzione spirituale.
Ci sono numerosi movimenti: non hanno grandi numeri, ma sono vivaci, hanno spirito apostolico e sono orientati su una disciplina religiosa fatta di Parola di Dio, Eucaristia, sacramento della penitenza, ritiri e vita comunitaria. Ricorderò il movimento dei Focolari, Chemin neuf, i neocatecumenali, Comunione e liberazione, Emmanuel, la Comunità di Sant'Egidio, Rinnovamento nello Spirito, le Preghiere delle madri, la Legio Mariae, Schönstadt, Luce e vita, ma ve ne sono anche tanti altri.
È la dimostrazione che questo Paese agnostico ha comunque robuste radici cristiane. Due feste nazionali sono dedicate ai santi fondatori della fede: Cirillo e Metodio, il 5 luglio, e Venceslao, il 28 settembre. Quest'ultimo è anche il fondatore della coscienza nazionale ceca. Al Bambino di Praga e a loro è affidata la visita pastorale di Benedetto XVI.

(©L'Osservatore Romano - 26 settembre 2009)
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