Benvenuto in Famiglia Cattolica
Famiglia Cattolica da MSN a FFZ
Gruppo dedicato ai Cattolici e a tutti quelli che vogliono conoscere la dottrina della Chiesa, Una, Santa, Cattolica e Apostolica Amiamo Gesu e lo vogliamo seguire con tutto il cuore........Siamo fedeli al Magistero della Chiesa e alla Tradizione Apostolica che è stata trasmessa ai santi una volta per sempre. Ti aspettiamo!!!

 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

La visita del Papa nella nuova sede della Specola Vaticana a Castel Gandolfo

Ultimo Aggiornamento: 11/12/2009 08:11
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 11.290
Registrato il: 03/10/2008
Registrato il: 01/11/2008
Sesso: Maschile
16/09/2009 16:17

La visita del Papa nella nuova sede della Specola Vaticana a Castel Gandolfo

Benedetto XVI oggi pomeriggio visiterà la nuova Sede della Specola Vaticana nelle Ville Pontificie a Castel Gandolfo. Al microfono di Emer McCarthy ascoltiamo il direttore della Specola, il padre gesuita José Gabriel Funes
:

R. - Noi siamo molto contenti di poter accogliere il Santo Padre che viene in visita per benedire i nuovi locali della Specola Vaticana. Con questa visita inizia una nuova tappa nella storia della Specola Vaticana. La Specola si è trasferita dal Vaticano nel Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo e adesso qui, in questi nuovi locali. Per noi è’ sempre una grande sfida. Siamo contenti di poter servire la Chiesa e il Santo Padre in questa missione che è molto specifica e che richiede uomini preparati scientificamente perché, come si sa, la ricerca scientifica è difficile, è un lavoro che richiede molti anni di preparazione e un grande sforzo nel dedicarsi a essa.

D. – Dove si trova adesso la Specola e qual è il suo significato?

R. - Ci troviamo a due chilometri da dove eravamo prima, e siamo un po’ al confine con le Ville Pontificie, alla frontiera, e questa può essere un’immagine che spiega anche il significato della Specola: noi vogliamo essere al confine della Chiesa, in dialogo con il mondo della scienza e della cultura. Da una parte siamo molto vicini al Santo Padre, alla Santa Sede, perché siamo Specola Vaticana, siamo un osservatorio confessionale, e dall’altra parte siamo in dialogo e in collaborazione con scienziati, astronomi, che sono di altre religioni, di altre culture, anche con quelli che non credono in Dio, e anche da questo punto di vista è significativo.

D. – Il vostro trasferimento è dovuto anche al fatto che il lavoro della Specola sta crescendo…

R. – Sì, cresce. Vengono anche dei giovani gesuiti, oltre alle scuole e ai convegni che organizziamo già da tempo. Abbiamo molte visite dei nostri colleghi. La storia e l’astronomia sono per noi importanti filoni di ricerca e questo si realizza qui perché qui abbiamo gli strumenti, la collezione di meteoriti, che è la cosa più preziosa che abbiamo qui a Castel Gandolfo; quindi cresce l’attività della Specola Vaticana e a metà ottobre ci sarà una mostra ai Musei Vaticani che riguarda un po’ gli strumenti astronomici dal tempo di Galileo fino ad oggi.

© Copyright Radio Vaticana
__________________________________________________

OFFLINE
Post: 11.290
Registrato il: 03/10/2008
Registrato il: 01/11/2008
Sesso: Maschile
16/09/2009 18:24

Benedetto XVI visita la nuova sede della Specola Vaticana

Astronomi del Papa, con la testa tra le nuvole alla ricerca di Dio


di Francesco M. Valiante

Al confine tra fede e scienza, tra Chiesa e mondo. La Specola Vaticana cambia casa e per gli astronomi del Papa il trasloco è questione di appena un pugno di chilometri:  giusto quelli che separano il Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo, concesso loro da Pio xi nel 1935, dalla nuova sede del monastero delle basiliane, situato nel punto in cui l'estremo lembo meridionale delle Ville Pontificie lascia il posto al territorio di Albano. Ma per il gesuita argentino José Gabriel Funes, direttore dell'Osservatorio dal 2006, c'è anche qualcosa di più. "In questa collocazione - spiega al nostro giornale - mi sembra di poter leggere quasi una metafora della missione della Specola:  dentro la Chiesa, vicini al Papa, ma sulla frontiera con il mondo, aperti al dialogo con tutti, con chi crede e con chi non crede".


 
Benedetto XVI visita mercoledì sera la vostra nuova sede. Che significato ha questo gesto?

Direi che è anzitutto un segno della considerazione che la Chiesa e lo stesso Pontefice hanno nei confronti della Specola. Ed è una nuova tappa nel cammino della nostra lunga storia:  consideri che dal 1891, anno in cui Leone xiii ha rifondato l'Osservatorio, questa è la quarta sede che cambiamo. Senza contare che dal 1981 la Specola ha anche un secondo centro di ricerca a Tucson, in Arizona.

Com'è strutturata la nuova sede?

Nei locali del monastero delle basiliane, che sorge nella storica piazza Pia di Albano, sono stati trasferiti anzitutto gli uffici e la biblioteca. Nell'edificio c'è anche la sala conferenze, la zona scuola e la residenza della comunità dei gesuiti. Abbiamo poi una foresteria per gli ospiti, destinata ad accogliere studiosi e ricercatori. Nella nuova sede sono stati portati inoltre la collezione di meteoriti e alcuni oggetti preziosi, come antichi telescopi e astrolabi.

Resta ancora qualcosa nel Palazzo Pontificio?

Restano anzitutto i due telescopi più grandi sotto le cupole della terrazza - quello visuale Carl Zeiss e il doppio astrografo - che saranno utilizzati ancora per scopi didattici. E poi nelle Ville Pontificie rimangono altri due strumenti di osservazione di grande valore storico:  il telescopio Schmidt, che veniva usato per la ricerca prima della fondazione del centro in Arizona, e il telescopio detto Carte du ciel. Soprattutto quest'ultimo riveste un significato particolare, perché si tratta di uno dei primi grandi progetti astronomici realizzato a livello internazionale, a cui la Specola ha partecipato come partner. In attesa di restaurarlo e di inserirlo in un futuro museo dell'astronomia - che speriamo di realizzare a Castel Gandolfo - il telescopio costituirà uno dei pezzi forti della mostra che si apre il prossimo 15 ottobre presso i Musei Vaticani.

Di che cosa si tratta?

In occasione dell'Anno internazionale dell'astronomia, proponiamo un percorso attraverso la storia dei telescopi e degli strumenti di osservazione, con oggetti di grande pregio che provengono per la maggior parte da osservatori italiani. Altri sono stati messi a disposizione dalla Specola, altri ancora dagli stessi Musei Vaticani, come le splendide tavole dipinte da Donato Creti (1671-1749) raffiguranti le osservazioni astronomiche. La mostra - che si concluderà il 16 gennaio prossimo - è organizzata in collaborazione con l'Istituto nazionale di astrofisica.

Ci sono altre iniziative in programma per i prossimi mesi?

Ce ne saranno diverse. Ricordo solo quella più vicina:  dal 6 all'11 novembre, insieme con la Pontificia Accademia delle Scienze, abbiamo organizzato nella Casina Pio iv un convegno sull'astrobiologia. Sarà un incontro per specialisti, dedicato al tema della ricerca della vita nell'universo.

Un tema a lei particolarmente congeniale, a giudicare dall'eco che lo scorso anno hanno avuto le sue affermazioni sulla possibilità di credere in Dio e nell'esistenza di altri esseri nell'universo. Non ha cambiato idea in questi mesi?

Certamente no. Anzi, le dirò di più:  ho scoperto che cose non diverse da quelle che ho detto le sosteneva già due secoli fa padre Angelo Secchi (1818-1878), astronomo gesuita direttore dell'Osservatorio del Collegio Romano, primo scienziato a classificare le stelle in base ai loro spettri.

Questo vuol dire che non è lontano il momento in cui l'uomo potrà incontrare altre creature extraterrestri?

Andiamoci piano. Anche se non si può escludere a priori questa possibilità, ritengo che sia molto difficile pensare di poter stabilire un contatto del genere. C'è l'ostacolo quasi insormontabile delle distanze nell'universo. Ma a escluderlo è anche l'evoluzione dello sviluppo scientifico:  basti considerare che con l'attuale tecnologia già facciamo fatica ad andare oltre il sistema solare.

Comunque nessun pentimento o scomuniche?

Finora non ho ricevuto convocazioni dalla Congregazione per la Dottrina della Fede o dalle autorità accademiche. Scherzi a parte, come scienziato resto sempre pronto ad aggiornare le mie idee di fronte a ulteriori acquisizioni della ricerca. Per esempio, sul tema dell'estensione spaziale e temporale dell'universo. Che io giudico finito - ha 14 miliardi di anni - ma che altri invece ritengono infinito. Ci sono teorie interessanti in proposito - per esempio quella del cosiddetto multiverso - anche se finora restano meramente speculative:  il problema è come provarle.

Ma l'astronomia è più scienza empirica o filosofia di vita?

Direi che i confini tra l'astronomia e la filosofia o la teologia non sono sempre così netti. Lo vediamo, per esempio, nelle scuole estive che organizziamo per i giovani. Si capisce che gli studenti hanno dentro domande che vanno oltre l'interesse meramente scientifico. Nel giugno scorso abbiamo tenuto a Sassone un convegno con i nostri ex alunni e abbiamo dedicato un intero pomeriggio a discutere dell'astronomia come strumento di dialogo tra gli uomini. I giovani si aspettano sempre qualcosa di più del semplice dato empirico.


 
E che cosa può offrire loro l'astronomia?

Tanto per cominciare, può aiutarli a comprendere che tutti gli uomini della terra sono sotto lo stesso cielo e guardano lo stesso cielo.

Questo è solo un punto di partenza. E poi?

Può educarli alla collaborazione. È evidente che oggi non si può fare ricerca senza collaborazione. Un Paese da solo non può costruire un grande telescopio:  è necessario lavorare con altre persone, anche di altra religione o cultura. Ecco come l'astronomia può porsi al servizio del dialogo.

Ma è possibile oggi una collaborazione tra Paesi segnati da enormi disparità sociali e culturali?

Questa è la sfida più grande che ci sta davanti. Dobbiamo trovare il modo di coinvolgere anche i Paesi più poveri. Il mio sogno è che si aiuti soprattutto l'Africa, attraverso progetti educativi e formativi. Uno dei problemi più gravi è proprio l'ignoranza, che incide anche nel rapporto con la religione, dando origine a estremismi e fondamentalismi.

Guardando continuamente il cielo l'astronomo non rischia di dimenticare che c'è anche un mondo a cui pensare?

Per questo io dico che bisogna avere gli occhi puntati verso l'alto ma i piedi per terra. Oggi ci sono urgenze drammatiche. Interi popoli non hanno neanche il necessario per sopravvivere:  e la nostra risposta non può essere, ovviamente, quella di costruire un telescopio. Però la ricerca scientifica richiede una cultura dello sforzo, del lavoro. E questo può essere utile soprattutto ai giovani.

Perché un giovane dovrebbe trovare interessante l'astronomia?

Io posso solo dirle che avevo appena sei anni quando il primo uomo è arrivato sulla luna. Da qui è nato il mio interesse per l'astronomia. Così a 14 anni ho deciso:  voglio fare l'astronomo. Sarebbe bello che tutti i ragazzi avessero questa possibilità. È importante motivarli verso questo tipo di interesse, anche perché i messaggi che ricevono oggi sono di tutt'altro genere.

Vale a dire?

Secondo una mentalità diffusa, per diventare uno scienziato bisogna essere per forza atei. Non è vero. Lo ha detto molto bene il Papa nella messa dell'Epifania, quando ha ricordato i "non pochi scienziati che - sulle orme di Galileo - non rinunciano né alla ragione né alla fede, anzi, le valorizzano entrambe fino in fondo, nella loro reciproca fecondità". Io ho scelto di fare l'astronomo perché credo che nell'universo è possibile trovare Dio. E continuo a farlo con la stessa convinzione.


(©L'Osservatore Romano - 17 settembre 2009)
__________________________________________________

OFFLINE
Post: 11.290
Registrato il: 03/10/2008
Registrato il: 01/11/2008
Sesso: Maschile
17/09/2009 11:56

 
(specola vaticana Castelgandolfo -Roma)


SPECOLA VATICANA

L’Osservatorio Astronomico, o Specola Vaticana, è un istituto di ricerca scientifica direttamente dipendente dalla Santa Sede; esso fa capo al Governatorato dello Stato della Città del Vaticano.

La Specola Vaticana può essere considerata uno degli Osservatori astronomici più antichi del mondo.

La sua origine infatti risale alla seconda metà del secolo XVI, quando Papa Gregorio XIII fece erigere in Vaticano nel 1578 la Torre dei Venti e vi invitò i Gesuiti astronomi e matematici del Collegio Romano a preparare la riforma del calendario promulgata poi nel 1582. Da allora, con sostanziale continuità, la Santa Sede non ha cessato di manifestare interesse e di dare il proprio appoggio alla ricerca astronomica. Questa antica tradizione raggiunse il suo apice nel secolo ventesimo con le ricerche compiute presso il Collegio Romano dal famoso astronomo gesuita P. Angelo Secchi, che per primo classificò le stelle in base ai loro spettri. Fu sulla base di questa lunga e ricca tradizione che Leone XIII, per contrastare le persistenti accuse fatte alla Chiesa di essere contraria al progresso scientifico, con il Motu proprio Ut mysticam del 14 marzo 1891 fondò l'Osservatorio sul colle Vaticano, dietro la Basilica di San Pietro.

Con direttore e personale forniti da diversi Ordini religiosi come Barnabiti, Oratoriani, Agostiniani, Gesuiti, la Specola operò in Vaticano per poco più di 40 anni, occupandosi principalmente dell'attuazione, insieme ad altri osservatori, del grande programma internazionale della Carta Fotografica del Cielo. Nel 1910, San Pio X dette alla Specola più ampi spazi, assegnandole il villino che Leone XIII aveva fatto costruire nei giardini vaticani e nominando direttore Padre G. Hagen, sj. Ma agli inizi degli anni trenta, l'aumento delle luci elettriche che aveva accompagnato la crescita urbana della Città Eterna aveva reso il cielo di Roma così luminoso da rendere impossibile agli astronomi lo studio delle stelle più deboli. Pio XI dispose allora che la Specola si trasferisse nella sua residenza estiva a Castelgandolfo, sui Colli Albani a circa 35 km a sud di Roma.

In questo ambiente così ricco di storia, intorno al 1935 fu rifondato e affidato ai Gesuiti un moderno Osservatorio dotato di tre nuovi telescopi e di un laboratorio astrofisico per analisi spettrochimiche. Tra i vari programmi di studio cui dette inizio il nuovo ente va ricordata in modo particolare un’importante ricerca sulle stelle variabili. Nel 1957 poi, con l'istallazione di un telescopio a grande campo di tipo Schmidt e l'aggiunta di un moderno centro di calcolo, si potè estendere la ricerca a nuovi campi come lo sviluppo di nuove tecniche per la classificazione delle stelle in base ai loro spettri: ricerca questa ancora in atto alla Specola.

A causa del dilatarsi continuo della città di Roma e dei suoi dintorni, il cielo di Castelgandolfo si fece così luminoso da costringere ancora una volta gli astronomi ad andare altrove per le loro osservazioni. Perciò nel 1981, per la prima volta nella sua storia, la Specola fondò un secondo centro di ricerca, il "Vatican Observatory Research Group" (VORG), a Tucson in Arizona. Gli astronomi del Vaticano hanno i loro uffici presso l'Osservatorio Steward dell'Università di Arizona e, sulla base di assoluta parità di esame delle loro proposte di osservazione, possono accedere a tutti i moderni telescopi situati nella zona.

Nel 1993 la Specola, in collaborazione con l'Osservatorio Steward, ha portato a termine la costruzione del Telescopio Vaticano a Tecnologia Avanzata (VATT), collocandolo sul Monte Graham (Arizona), il migliore sito astronomico del continente nordamericano. Il VATT è il primo telescopio ottico-infrarosso facente parte dell'Osservatorio Internazionale del Monte Graham: un progetto che sarà completato nei prossimi anni con la costruzione di telescopi tra i più grandi e sofisticati del mondo.

Lo specchio primario del VATT, del diametro di circa 2 metri, è il primo ad essere stato costruito con la nuova tecnica del forno rotante. Avendo a disposizione un proprio telescopio, gli astronomi della Specola potranno finalmente sviluppare a Tucson, come hanno potuto fare negli anni passati a Castelgandolfo, programmi continui di ricerca a lunga scadenza. Così dai suoi due centri, Castelgandolfo e Tucson, l'Osservatorio Vaticano continuerà i suoi studi che comprendono tra l'altro modelli cosmologici, classificazione spettrale di stelle peculiari, distribuzione di stelle ricche e povere in metalli, stelle binarie con scambi di materia, materiale presente nelle nubi oscure in cui si formano nuove stelle, polvere che avvolge stelle giovani, storia della scienza.

La Specola svolge questi programmi in collaborazione con molti istituti astronomici di altri Paesi, come Argentina, Brasile, Canada, Cile, Finlandia, Italia, Lituania, Sud Africa e Stati Uniti ed è membro della Unione Astronomica Internazionale (IAU) e del Centro Internazionale per l'Astrofisica Relativistica (ICRA). Nel 1987 la Specola Vaticana, in collaborazione con il Centro per la Teologia e le Scienze Naturali con sede a Berkeley, California, ha dato inizio a una serie di seminari di studio in campo interdisciplinare che interessa scienza, filosofia e teologia sul tema dell’azione divina in prospettiva scientifica.

 

A Castelgandolfo la Biblioteca, ricca di circa 22.000 volumi, possiede una preziosa collezione di libri antichi tra cui opere di Copernico, Galileo, Newton, Keplero, Brahe, Clavio, Secchi; accoglie anche una importante collezione di meteoriti, preziose per le informazioni che ci possono dare sui primordi del sistema solare. I risultati delle ricerche vengono pubblicati su riviste internazionali.
 
Il Rapporto Annuale viene inviato a circa 400 istituti sparsi nel mondo. Ogni due anni circa si organizzano incontri internazionali in cui vengono invitati una ventina di scienziati per trattare argomenti oggetti di studio dell'Osservatorio e i cui atti vengono poi pubblicati in apposito volume. Sempre a Castelgandolfo, nel 1986 è stata organizzata una scuola estiva di astronomia della durata di un mese per 25 studenti di varie parti del mondo, nella quale eminenti studiosi hanno svolto programmi su argomenti particolari. L'iniziativa, ripetuta nel 1988, ha ormai assunto una scadenza biennale.

A Castelgandolfo inoltre, per periodi più o meno lunghi, vengono ospitati degli scienziati che intendono collaborare alle ricerche dei nostri astronomi.

 

L'Osservatorio è finanziato annualmente dalla Santa Sede; tuttavia, per l'attuazione di programmi particolari come il VATT, l'Osservatorio conta sull'aiuto di amici e benefattori e a questo scopo si è fondata la Società "Vatican Observatory Foundation", esente da tasse nello Stato di Arizona.








                                  

(400 ANNI DALLA SCOPERTA DEL TELESCOPIO - Galileo Galilei)



__________________________________________________

OFFLINE
Post: 11.290
Registrato il: 03/10/2008
Registrato il: 01/11/2008
Sesso: Maschile
17/09/2009 15:10

[specola.jpg] 

Specola Vaticana, il Papa visita la nuova sede

Castel Gandolfo: inaugurata ieri la struttura che ospita l’antica istituzione scientifica. Il direttore: anche così si serve la Chiesa


Fabrizio Mastrofini

ROMA. Benedetto XVI ha espresso «grande apprezzamento» per il lavoro di studio e ricerca che compiono i Padri gesuiti impegnati nella Specola Vaticana.
Il Papa ieri pomeriggio a Castel Gandolfo ha inaugurato la nuova sede dell’istituzione, sempre all’interno della residenza estiva, ma in una posizione più decentrata che consente ai religiosi di svolgere il loro lavoro in tutta tranquillità. In precedenza invece la sede era collocata all’interno del Palazzo Apostolico. «Il nostro lavoro – ha notato padre José Gabriel Funes, direttore della Specola – è sempre una grande sfida. Siamo contenti di poter servire la Chiesa e il Papa in questa missione che è molto specifica e che richiede uomini preparati scientificamente perché, come si sa, la ricerca scientifica è difficile, è un lavoro che richiede molti anni di preparazione e un grande sforzo nel dedicarsi a essa».

«Ponte» tra scienza e fede

La nuova sede si trova ora in un edificio collocato ad uno dei margini delle Ville Pontificie; tale collocazione – secondo padre Funes – è un’immagine che spiega anche il significato della Specola e la sua missione: «Noi vogliamo essere al confine della Chiesa, in dialogo con il mondo della scienza e della cultura. Da una parte siamo molto vicini al Papa, perché siamo Specola Vaticana, siamo un osservatorio confessionale, e dall’altra parte siamo in dialogo e in collaborazione con scienziati e astronomi che sono di altre religioni, di altre culture, anche con quelli che non credono in Dio, e anche da questo punto di vista è significativo». Nella nuova sede ha trovato posto anche la biblioteca, che contiene diverse migliaia di volumi, tra cui opere di grande valore, e si prevede un aumento delle attività scientifiche e dei seminari di studio. Il prossimo mese, tra l’altro, i Musei Vaticani ospiteranno una mostra curata dai gesuiti sugli strumenti astronomici dal Rinascimento. Le origini della Specola risalgono alla seconda metà del Sedicesimo secolo, quando papa Gregorio XIII (15751585) invitò astronomi e matematici del Collegio Romano a preparare la riforma del calendario promulgata poi nel 1582.

© Copyright Avvenire, 17 settembre 2009
__________________________________________________

OFFLINE
Post: 11.290
Registrato il: 03/10/2008
Registrato il: 01/11/2008
Sesso: Maschile
17/09/2009 16:42

[specola5.jpg] 

Il Papa visita la nuova sede della Specola Vaticana a Castel Gandolfo


ROMA, mercoledì, 16 settembre 2009 (ZENIT.org).-

Mercoledì pomeriggio Benedetto XVI ha visitato la nuova sede della Specola Vaticana che si trova all'estremo limite meridionale delle Ville Pontificie di Castel Gandolfo, là dove sorge il Monastero delle Monache Basiliane che lascia il posto al territorio di Albano.

L'Osservatorio, che in passato si trovava all'interno della Città del Vaticano (venne creato in occasione della riforma del calendario gregoriano), era stato trasferito a Castel Gandolfo nel 1939 per evitare l'inquinamento luminoso di Roma.

Ora svolge le sue funzioni principali nel deserto dell'Arizona (Stati Uniti), a Mount Graham, sotto la direzione di padre José Gabriel Funes, S.I.

L'Osservatorio di Castel Gandolfo continua comunque a ricevere visite e soprattutto accoglie i gesuiti durante l'estate e le sessioni estive con giovani astronomi di tutto il mondo.

Il trasferimento dell'Osservatorio e dei quindici scienziati che vi lavorano è legato al sempre più crescente numero di visitatori.

In una intervista ai microfoni della “Radio Vaticana”, il Direttore della Specola, il padre gesuita José Gabriel Funes, ha detto: “Ci troviamo a due chilometri da dove eravamo prima, e siamo un po’ al confine con le Ville Pontificie, alla frontiera, e questa può essere un’immagine che spiega anche il significato della Specola”.

“Noi – ha spiegato – vogliamo essere al confine della Chiesa, in dialogo con il mondo della scienza e della cultura. Da una parte siamo molto vicini al Santo Padre, alla Santa Sede, perché siamo Specola Vaticana, siamo un osservatorio confessionale, e dall’altra parte siamo in dialogo e in collaborazione con scienziati, astronomi, che sono di altre religioni, di altre culture, anche con quelli che non credono in Dio, e anche da questo punto di vista è significativo”.

“Nei locali del monastero delle Basiliane – ha spiegato il Direttore della Specola a 'L'Osservatore Romano' – , che sorge nella storica piazza Pia di Albano, sono stati trasferiti anzitutto gli uffici e la biblioteca”, che ospita circa 22.000 volumi, tra cui una preziosa collezione di libri antichi e opere di Copernico, Galileo, Newton, Kepler, Brahe, Clavius e Secchi.

“Nell'edificio c'è anche la sala conferenze, la zona scuola e la residenza della comunità dei gesuiti. Abbiamo poi una foresteria per gli ospiti, destinata ad accogliere studiosi e ricercatori – ha aggiunto –. Nella nuova sede sono stati portati inoltre la collezione di meteoriti e alcuni oggetti preziosi, come antichi telescopi e astrolabi”.

Nel Palazzo Pontificio, ha poi spiegato, restano invece “i due telescopi più grandi sotto le cupole della terrazza - quello visuale Carl Zeiss e il doppio astrografo - che saranno utilizzati ancora per scopi didattici” oltre a “due strumenti di osservazione di grande valore storico: il telescopio Schmidt, che veniva usato per la ricerca prima della fondazione del centro in Arizona, e il telescopio detto Carte du ciel”.

“Soprattutto quest'ultimo – ha affermato – riveste un significato particolare, perché si tratta di uno dei primi grandi progetti astronomici realizzato a livello internazionale, a cui la Specola ha partecipato come partner”.

“In attesa di restaurarlo – ha continuato – e di inserirlo in un futuro museo dell'astronomia - che speriamo di realizzare a Castel Gandolfo -”, il telescopio costituirà “uno dei pezzi forti” della mostra dal titolo “AStrum 2009. Astronomia e strumenti: il patrimonio storico italiano quattrocento anni dopo Galileo”, che verrà ospitata presso i Musei Vaticani dal 15 ottobre 2009 fino al 16 gennaio 2010.

Organizzata in collaborazione con l'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), in occasione dell'Anno internazionale dell'Astronomia, l'esposizione riunisce telescopi, strumenti di osservazione e oggetti di grande pregio costruiti tra l'XI e il XX sec. appartenenti per lo più all'INAF.

Altri oggetti, ha continuato padre Funes, “sono stati messi a disposizione dalla Specola, altri ancora dagli stessi Musei Vaticani, come le splendide tavole dipinte da Donato Creti (1671-1749) raffiguranti le osservazioni astronomiche”.

Il sacerdote gesuita ha poi ricordato che dal 6 all'11 novembre, insieme con la Pontificia Accademia delle Scienze, verrà organizzato nella Casina Pio IV all'interno del Vaticano un convegno dedicato al tema della ricerca della vita nell'universo.

L'Osservatorio Astronomico Vaticano, uno dei più antichi al mondo, è un istituto di ricerca scientifica che dipende direttamente dalla Santa Sede.

E' stato fondato da Papa Gregorio XIII nel 1578 e fin dall'inizio vi hanno lavorato astronomi e matematici gesuiti, ma in seguito hanno partecipato anche altri Ordini religiosi.

Nel 1981 la Specola ha fondato un secondo centro di ricerca, il "Vatican Observatory Research Group" (VORG), a Tucson (Arizona, Stati Uniti), in collaborazione con l'università locale.

Ogni due anni, l'Osservatorio organizza incontri internazionali su questioni di studio vicine all'Istituto a cui partecipa una ventina di esperti, e in seguito ne pubblica gli Atti.

L'Osservatorio ha accolto nel 1986 un corso estivo di astronomia della durata di un mese per 25 studenti di varie parti del mondo, con la partecipazione di eminenti studiosi. L'iniziativa è stata riproposta nel 1988 e si ripete ora a cadenza biennale.

L'istituzione accoglie anche per periodi più o meno brevi esperti che vogliono collaborare alle ricerche degli astronomi della Specola Vaticana.

I risultati delle ricerche dell'Osservatorio sono pubblicati su riviste internazionali. Il rapporto annuale è inviato a circa 400 istituti di tutto il mondo.

__________________________________________________

OFFLINE
Post: 11.290
Registrato il: 03/10/2008
Registrato il: 01/11/2008
Sesso: Maschile
17/09/2009 18:07

[specola7.jpg] 

La benedizione dei nuovi locali della Specola Vaticana

Marte nelle mani del Papa


di Gianluca Biccini

Non capita tutti i giorni di vedere il Papa che ha tra le mani una pietra quasi certamente proveniente da Marte, che osserva al microscopio un frammento di meteorite rinvenuto vicino alla "sua" Monaco di Baviera, che sfoglia antichi volumi di Copernico, Keplero e Newton. È accaduto mercoledì pomeriggio, 16 settembre, a Castel Gandolfo, nel corso della visita di Benedetto XVI ai nuovi edifici della Specola Vaticana.
Gli astronomi gesuiti hanno infatti lasciato in giugno il Palazzo Pontificio - che li ospitava con i loro strumenti dal 1935 - trasferendosi nell'antico monastero delle basiliane, situato sempre all'interno delle Ville Pontificie, ma all'estremo confine meridionale, dove si accede anche dal cancello che affaccia su piazza Pia, nel centro storico di Albano.
Nei locali ristrutturati il Papa ha trascorso quasi un'ora con la piccola comunità scientifica, in un clima molto familiare. Accompagnato dall'arcivescovo James Michael Harvey, prefetto della Casa pontificia, dai monsignori Georg Gänswein, suo segretario particolare, e Alfred Xuereb, della Segreteria particolare, e da Saverio Petrillo, direttore delle Ville Pontificie, Benedetto XVI è stato accolto dal cardinale Giovanni Lajolo, presidente del Governatorato, da cui la Specola dipende, e dall'arcivescovo Carlo Maria Viganò, segretario generale; dai padri gesuiti Adolfo Nicolás Pachón, preposito generale, e José Gabriel Funes, direttore dell'Osservatorio dal 2006. All'ingresso, il Pontefice è stato salutato con un applauso dalla comunità e dal personale, quindi ha benedetto i locali e guidato un breve momento di preghiera, al termine del quale il cardinale Lajolo gli ha mostrato la targa marmorea a ricordo dell'avvenimento.
È seguita la visita agli uffici, alla sala conferenze, alla zona scuola, alla biblioteca e alla residenza dei gesuiti che lavorano all'Osservatorio. Tra antichi telescopi e astrolabi, Benedetto XVI si è soffermato davanti alla ricca collezione di meteoriti, dalle quali gli studiosi ricavano preziose informazioni sui primordi del sistema solare. L'astronomo statunitense Guy Consolmagno, fratello gesuita, ha prelevato dalla bacheca alcuni reperti a cominciare da quello di Nakhla - dal nome della località egiziana in cui è stato avvistato e rinvenuto nel 1911 - che sarebbe piovuto sulla terra dal "Pianeta rosso" milioni di anni fa. Il Pontefice ha preso in mano il piccolo minerale - avvolto in un fazzoletto bianco - e incuriosito ha fatto alcune domande sulla sua composizione, chiedendo anche com'è stato possibile accertare che sia di provenienza marziana. Poi ha toccato un grosso pezzo del "Canyon Diablo", l'enorme meteorite che circa decine di migliaia di anni fa colpì la terra in Arizona, nel punto dove ora si trova il cratere più famoso del mondo. Infine ha ammirato un piccolo frammento di terreno lunare.
Successivamente nella sala conferenze l'ingegner Cuscianna, direttore dei Servizi tecnici del Governatorato, ha illustrato al Papa i lavori eseguiti: è stata prevista anche una foresteria destinata ai ricercatori esterni. Quindi nella biblioteca, il giovane padre David Brown, laureato a Oxford, gli ha mostrato antiche edizioni di opere che hanno fatto la storia dell'astrofisica e della cosmologia: De revolutionibus orbium coelestium di Copernico; Epitome astronomiae di Keplero; Philosophiae naturalis principia mathematica di Newton. Benedetto XVI li ha sfogliati con cura soffermandosi in particolare su Le stelle di padre Angelo Secchi - che per primo classificò gli astri in base ai loro spettri - il cui nome gli ha evocato ricordi sul suo ministero di giovane sacerdote a Monaco. E con il pensiero alla città è tornato quando subito dopo, al microscopio, ha potuto osservare un frammento di meteorite rinvenuto nel 1768 proprio nella terra bavarese che 82 anni fa ha dato i natali a Joseph Ratzinger.
Infine, raggiunto in ascensore il piano superiore, il Papa si è inginocchiato in preghiera nella piccola cappella della comunità dei gesuiti, della quale è superiore padre Giuseppe Koch. Al termine Benedetto XVI ha firmato la pergamena che sarà collocata a fianco di quella con i nomi dei suoi predecessori. Tra questi spicca l'autografo di Pio xi, che per una singolare coincidenza porta la data di esattamente 75 anni prima: il 16 settembre 1934.
Nel corso dell'incontro padre Funes ha anche parlato del libro The hevavens proclaim. Astronomy and Vatican edito quest'anno dalla Libreria Editrice Vaticana e ha fatto ripercorrere al Pontefice la storia di uno degli Osservatori astronomici più antichi del mondo, la cui origine risale alla seconda metà del sedicesimo secolo, quando Gregorio XIII fece erigere in Vaticano nel 1578 la Torre dei Venti, invitando i gesuiti astronomi e matematici del Collegio Romano a preparare la riforma del calendario che porta il suo nome, realizzato poi nel 1582. Sulla base di questa tradizione Leone xiii, per contrastare le accuse di oscurantismo rivolte alla Chiesa, con il motu proprio Ut mysticam del 14 marzo 1891 rifondò poi l'Osservatorio sul colle Vaticano, dietro la basilica di San Pietro.
Da allora, quella attuale è la quarta sede. Senza contare che dal 1981 la Specola ha anche un secondo centro di ricerca negli Stati Uniti a Tucson, ospite dell'università dell'Arizona, dove i gesuiti - in collaborazione con l'Osservatorio Steward - hanno portato a termine la costruzione del primo telescopio ottico-infrarosso, collocandolo sul Monte Graham, il migliore sito astronomico del continente nordamericano.
Il Telescopio vaticano a tecnologia avanzata è un gioiello la cui realizzazione è stata possibile grazie alla Vatican Observatory Foundation, presieduta dal gesuita George Coyne, già direttore della Specola, anch'egli presente alla cerimonia inaugurale di mercoledì pomeriggio.

(©L'Osservatore Romano - 18 settembre 2009)
__________________________________________________

OFFLINE
Post: 31.493
Registrato il: 02/05/2009
Registrato il: 02/05/2009
Sesso: Maschile
11/12/2009 08:11

Presentato ai Musei il volume curato dal gesuita Guy Consolomagno

L'astronomia e il Vaticano


Svelato il mistero dell'alieno che da più parti si sussurrava fosse sbarcato in Vaticano. È il meteorite rinvenuto vicino a Monaco di Baviera e custodito presso la Specola Vaticana che si ritiene provenga dal pianeta Marte, peraltro già mostrato a Benedetto XVI quando visitò la Specola. Ne ha parlato il direttore padre José Gabriel Funes, presentando - giovedì mattina 10 dicembre, nei Musei Vaticani - il volume L'infinitamente grande. L'Astronomia e il Vaticano a cura di Guy Consolmagno (Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana - De Agostini, 2009, pagine 232, euro 29,90). Il volume, ha spiegato il gesuita, si propone di spiegare con un linguaggio accessibile i più grandi concetti scientifici relativi all'astronomia.
Si pensa, ha detto Funes, che l'universo sia nato circa 14.000.000.000 di anni fa e che contenga più o meno 100.000.000.000 di galassie, per cui tenendo conto della popolazione mondiale toccano almeno 15 galassie per ogni abitante della terra. Sono dati che il direttore di solito illustra ai 25 studenti che ogni anno partecipano alla Vatican Summer School of Astronomy per incoraggiarli allo studio. Per far comprendere la distanza temporale trascorsa tra il Big Bang e la fondazione della Specola il religioso ha preso come riferimento un ipotetico calendario cosmico, nel quale il Big Bang viene collocato al 1 gennaio, la nascita della terra al 3 settembre, "e - ha detto usando una metafora - l'inizio dell'attività della Specola a un secondo fa".
Anche il cardinale Giovanni Lajolo, presidente del Governatorato della Città del Vaticano, ha ricordato come la Specola rappresenti la continuazione della tradizione del Collegio Romano e dei suoi astronomi e ha ribadito l'interesse della Santa Sede per l'astronomia. Ripercorrendo le iniziative promosse dallo Stato della Città del Vaticano in questo anno, il porporato ha detto che il volume  "vuole essere in particolare una testimonianza del positivo ed aperto rapporto della Chiesa con la scienza astronomica".
Don Giuseppe Costa, direttore della Libreria Editrice Vaticana, ha annunciato la firma dell'accordo con le edizioni Monte Carmelo di Burgos per la pubblicazione in Spagna del libro e con la Spolok per la Slovacchia. Si aggiungono a quella in inglese già uscita per Houer Sunday Visitor. Ulteriori trattative sono in corso per la pubblicazione in altre lingue. Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani, che ha moderato l'incontro, si è detto orgoglioso per la presenza dei Musei Vaticani nelle iniziative per l'anno dell'astronomia. Il gesuita Sabino Maffeo ha ripercorso le tappe principali della storia della Specola, mentre il professor Ugo Amaldi dell'Università degli studi di Milano-Bicocca, ha illustrato a grandi linee gli studi in corso al Cern di Ginevra.


(©L'Osservatore Romano - 11 dicembre 2009)
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi
Cerca nel forum

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 14:17. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com