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Sentenza TAR

Ultimo Aggiornamento: 19/09/2009 10:50
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18/09/2009 20:04

Sui pazienti in stato vegetativo
i quotidiani invertono la realtà

SENTENZA TAR, NOTIZIE
INQUINATE DALL`IDEOLOGIA
Nel mondo alla rovescia, avvelenato dall’ideologia, succede che il ricorso contro l’atto di indirizzo del titolare del Welfare Maurizio Sacconi – con cui, nello scorso dicembre, il ministro aveva stabilito che interrompere nutrizione e idratazione delle persone in stato vegetativo persistente non è legale per le strutture pubbliche e private del servizio sanitario nazionale – su molti importanti giornali risulti “accolto” dal Tar del Lazio. Non è vero, è accaduto esattamente l’opposto: il ricorso contro l’atto di indirizzo è stato respinto (dobbiamo ripetere per i duri di comprendonio? R-e-s-p-i-n-t-o) per difetto di giurisdizione. Eppure, a leggere la cronaca di ammiraglie dell’informazione nazionale, come Repubblica e Corriere della Sera, si apprende che è stato “accolto dai giudici del Lazio un ricorso del Movimento difesa dei Cittadini sul testo di Sacconi dei giorni del caso Eluana” (Repubblica) e che “i giudici hanno accolto il ricorso presentato da Gianluigi Pellegrino, legale del Movimento difesa dei Cittadini”. In realtà, il Tar – che testualmente scrive nella sentenza: “Dichiara inammissibile per difetto di giurisdizione il ricorso proposto dal Movimento difesa del cittadino”: leggere per credere – si lancia in considerazioni sulla necessità di non discriminare i disabili impossibilitati a rifiutare certi trattamenti perché non più in grado di intendere e di volere. Lo fa accogliendo le motivazioni della famosa sentenza della Cassazione che inventò, apposta per Eluana, l’istituto del consenso informato presunto, ma non può fare a meno di richiamare la recente Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, nella quale si dispone che “gli Stati riconoscono che le persone con disabilità hanno il diritto di godere del migliore stato di salute possibile, senza discriminazioni fondate sulla disabilità”, e che devono “prevenire il rifiuto discriminatorio di assistenza medica o di prestazione di cure e servizi sanitari o di cibo e liquidi in ragione della disabilità”. E comunque, alla fine, il Tar rimanda la questione al giudice ordinario, dopo (repetita iuvant) aver respinto il ricorso contro l’atto di indirizzo di Sacconi.

Nicoletta Tiliacos

Piuvoce.net

Comunicato n° 37 del 18 Settembre 2009 



TAR LAZIO: PRONUNCIA A FAVORE
DELL'ABBANDONO DEI SOSTEGNI VITALI


L’Associazione Scienza & Vita prende atto con disappunto della sentenza emessa dal Tar Lazio, in relazione all’asserito diritto di rifiutare alimentazione e idratazione artificiali.
Sebbene il Tar Lazio abbia ritenuto inammissibile il ricorso per difetto di giurisdizione, in quanto trattasi di diritti soggettivi, afferma comunque principi che, tra l’altro, introducono l’abbandono di “cura”, ovvero di quelle forme come alimentazione e idratazione che sono da considerare sostegno vitale e non terapie. Si disattenderebbe, altrimenti, il fondamento della relazione medico-paziente che si basa sul dovere di “cura”, ovvero della presa in carico di ogni persona ancor più nelle gravi disabilità o in stati terminali, senza per questo ricorrere ad accanimenti o abbandoni eutanasici.
Si introduce una cultura per il diritto a morire - avallato da volontà ricostruite - a fronte del favor vitae di rango costituzionale. Si contraddicono la Costituzione Italiana che “riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo”; il Codice deontologico dei medici che afferma “il dovere del medico nella tutela della vita e della salute fisica e psichica”; la Convenzione dell’Onu sui diritti delle persone con disabilità che richiama il dovere da parte degli Stati di “prevenire il rifiuto discriminatorio di assistenza medica o di prestazione di cure e servizi sanitari o di cibo e liquidi in ragione della disabilità”.
Si richiede pertanto un’assunzione di responsabilità che impedisca il piano scivoloso di una cultura eutanasica dissimulata da una falsificante interpretazione del principio di autonomia.


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18/09/2009 20:27

I giornali manipolano la sentenza del TAR sul fine vita


Il Movimento per la Vita chiede una rettifica al Corriere della Sera


di Antonio Gaspari

ROMA, venerdì, 18 settembre 2009 (ZENIT.org).-

Questo venerdì gran parte dei mezzi di comunicazione ha scritto articoli e trasmesso servizi sostenendo che il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio avrebbe bocciato con la sentenza n.8650/09 l'imposizione di alimentazione e idratazione, riconoscendo la necessità di rispettare la volontà del cittadino anche in stato vegetativo persistente.

In questo modo la sentenza del TAR sarebbe un tentativo di respingere il disegno di legge firmato dal senatore Raffaele Calabrò, già votato al Senato e in discussione alla Camera dei Deputati.

La valutazione espressa dai mass media, tuttavia, non è vera. La sentenza non boccia alcunché, e l'opposizione al ddl Calabrò è l'opinione di un magistrato e non della sentenza.

A questo proposito, il sottosegretario di Stato al Lavoro, alla Salute e alle Politiche Sociali, Eugenia Roccella, ha scritto in una nota che sulla sentenza del TAR del Lazio "c'è stato da parte dei mezzi di comunicazione un clamoroso e totale fraintendimento".

"Una vittoria, cioè il respingimento del ricorso, è stata trasformata da stampa e televisioni, tranne pochissime eccezioni, in una sconfitta", ha osservato la Roccella.

Secondo il sottosegretario di Stato, "la sentenza parla chiaramente: il tribunale amministrativo ha dichiarato il ricorso inammissibile ammettendo di non avere la competenza per esprimersi sull'argomento".

Per la Roccella, "il fatto che all'interno di una sentenza in cui il giudice si dichiara non competente a decidere lo stesso giudice esprima le proprie opinioni su idratazione e alimentazione non ha alcun effetto giuridico, né su altri tribunali né sull'iter parlamentare del disegno di legge sul testamento biologico".

Di fronte ad un tale tentativo di manipolare l'informazione, il presidente del Movimento per la Vita Carlo Casini ha scritto una lettera al direttore del Corriere della Sera, Francesco De Bortoli, in cui esprime sorpresa e chiede di rettificare l'informazione in questione.

"Con sorpresa - scrive il presidente del MpV - abbiamo aperto oggi il Corriere trovandovi fin dalla prima pagina una serie di gravi travisamenti della realtà a proposito della decisione del TAR Lazio sul provvedimento Sacconi in materia di idratazione e alimentazione di persona in stato vegetativo persistente".

Si legge, tanto per fare degli esempi, che "Il TAR boccia l'alimentazione forzata ai pazienti in stato vegetativo" o che "Il TAR boccia la direttiva Sacconi sul caso Englaro".

"La verità, come lei ben saprà, è l'esatto contrario - sottolinea Casini -: il TAR del Lazio ha dichiarato inammissibile il ricorso del Movimento di difesa dei cittadini che chiedeva la cancellazione del provvedimento del Ministro Sacconi e senza dichiarare in alcun modo nel dispositivo che 'a nessuna persona cosciente o in stato di incoscienza possono essere imposte alimentazione e idratazione artificiali'".

"Il TAR - continua il presidente del MpV - si è limitato a dichiarare di non poter decidere sulla questione perché riguarda l'esistenza o l'inesistenza di un diritto, questione su cui esso non ha alcuna competenza".

In merito alle opinioni del giudice che ha redatto la sentenza, Casini precisa che "è vero che la redattrice della motivazione della decisione ha fatto intendere che - secondo lei - esiste il diritto a rifiutare idratazione e alimentazione anche da parte incoscienti" , ma "questo, se fa temere un uso politico dell'attività giurisdizionale (perché una sentenza dovrebbe maturare soltanto sui presupposti della loro decisione finale), non influisce sulla sostanza della decisione del Tribunale e di conseguenza non dovrebbe condizionare chi dovrebbe tenere ben distinte le notizie dalle opinioni".

Il presidente del MpV sostiene che "in un periodo in cui molto si discute su diritti e doveri dell'informazione risulta veramente insopportabile un uso giornalistico delle notizie mirato - com'è di tutta evidenza - ad influire sull'opinione pubblica ed in particolare sul legislatore impegnato ad esaminare la delicatissima materia".

In merito agli esiti del procedimento, il Movimento per la Vita, che era intervenuto nella procedura per sostenere l'inammissibilità del ricorso, si ritiene "ovviamente più che soddisfatto del risultato ottenuto. Ma non può non criticare il modo, quanto meno superficiale, che molti giornali - Corriere in testa - hanno usato per riportare la notizia".

"In questo senso - conclude Casini nella lettera inviata al direttore del Corriere della Sera -, anche ai sensi della legge sulla stampa, le chiedo di rettificare l'informazione data ai suoi lettori".


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18/09/2009 20:32

Tar e alimentazione. Come si stravolge una sentenza. Il Tribunale ha dato ragione al Movimento per la vita e respinto il ricorso difendendo di fatto la circolare Sacconi (18set2009)

"Ciò che ci indigna di più non è il contenuto della sentenza ma il modo falso con cui essa è stata riportata dai mezzi di comunicazione" afferma Carlo Casini, presidente del Movimento per la via a proposito della decisione del Tar Lazio sul provvedimento Sacconi in materia di idratazione e alimentazione di persona in stato vegetativo persistente.
"Non si può scrivere che "il Tar ha accolto il ricorso del Movimento di difesa dei cittadini" quando invece lo ha bocciato dichiarandolo inammissibile; non si può scrivere che "il Tar ha stabilito che a nessuna persona cosciente o in stato di incoscienza possono essere imposte alimentazione e idratazione artificiali" quando invece non ha stabilito un bel nulla.
"Al contrario: il Tar ha dichiarato di non poter decidere su questa questione perchè riguarda l'esistenza o la inesistenza di un diritto, questione su cui esso non ha alcuna competenza. E' vero che la redattrice della motivazione della decisione ha lasciato trapelare il suo personale orientamento.
Ma questo se fa riflettere sull'uso politico dell'attività giurisdizionale, non influisce sulla sostanza della decisione del tribunale e di conseguenza non dovrebbe condizionare chi dovrebbe tenere ben distinte le notizie dalle opinioni.
In un periodo in cui molto si discute su diritti e doveri dell'informazione risulta veramente insopportabile un uso giornalistico delle notizie mirato ad influire sull'opinione pubblica e sul legislatore impegnato ad esaminare la delicatissima materia.
"Il Movimento per la vita che era intervenuto nella procedura per sostenere la inammissibilità del ricorso" conclude Casini "è ovviamente più che soddisfatto del risultato ottenuto ed auspica che il testo di legge sul Finevita già adottato dal Senato e possa al più presto divenire norma vigente".

L'ARTICOLO DEL CORRIERE :

CORRIERE DELLA SERA "RIFIUTARE IL SONDINO E' UN DIRITTO" (DE BAC MARGHERITA)
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18/09/2009 21:44

Fine vita: il Parlamento sia sovrano

Davvero non c’è più tempo da perdere: il Parlamento non può tollerare oltre
di lasciarsi esautorare da ristrette cerchie di magistrati che manipolano a
piacimento princìpi giuridici cardine su una materia indisponibile come la
vita umana. Assistiamo a un’inaccettabile sarabanda di sentenze ambigue,
nelle quali viene esaltata la libertà individuale rendendola a tal punto
abnorme da giustificare capziosamente un raggelante "diritto di morire" come
e quando si preferisce. Alcuni giudici amministrativi ora arrivano al punto
di respingere «per difetto di giurisdizione» il ricorso contro l’atto di
indirizzo ministeriale "per Eluana" snocciolando, intanto, ben tredici
cartelle di discutibile esercizio retorico e ideologico. L’umanità più
fragile è sotto il tiro di questi colpi di mano. Che hanno l’unico merito di
chiarire una volta per tutte come il varo di una legge seria sul fine vita
non possa più attendere.

Antefatto:
Fine vita, dal Tar del Lazio una sentenza ambigua

A nessuno possono essere imposte alimentazione e idratazione forzata, né
cosciente né incosciente, e anche in caso di stato vegetativo un cittadino
può esprimere "ex post" la propria volontà di interrompere terapie giudicate
inutili, comprese proprio alimentazione e idratazione. È il parere dei
giudici del Tar del Lazio, che in quello che è un "caso" già destinato a far
discutere, hanno respinto per difetto di giurisdizione il ricorso del
Movimento difesa dei Cittadini all'ordinanza Sacconi emanata lo scorso anno,
nei giorni del caso Eluana, ma hanno ugualmente espresso il loro parere
sulla questione.

Dicendo tutto il contrario rispetto alla legge sul testamento biologico già
approvata alla Camera e al vaglio del Senato (in cui si precisa, invece, che
alimentazione e idratazione artificiali sono atti imprescindibili che il
malato in stato vegetativo non può rifiutare tramite una dichiarazione
anticipata di trattamento).

"I pazienti in stato vegetativo permanente - si legge nella curiosa
sentenza - che non sono in grado di esprimere la propria volontà sulle cure
loro praticate o da praticare e non devono in ogni caso essere discriminati
rispetto agli altri pazienti in grado di esprimere il proprio consenso,
possono, nel caso in cui loro volontà sia stata ricostruita, evitare la
pratica di determinate cure mediche nei loro confronti". E ancora: il
paziente "vanta una pretesa costituzionalmente qualificata di essere curato
nei termini in cui egli stesso desideri, spettando solo a lui decidere a
quale terapia sottoporsi".

Nella sentenza il Tar richiama sia il parere del Comitato Nazionale per la
Bioetica del 2005, sia quello della Convenzione sui diritti delle persone
disabili approvata dall'Onu nel 2006, secondo cui - vale la pena
ricordarlo - i pazienti in stato vegetativo sono da considerare a tutti gli
effetti dei disabili gravi e che negare loro alimentazione e idratazione
significherebbe discriminarli rispetto ai disabili meno gravi.

Sacconi: «Ancora più urgente la legge». Immediata la risposta di Sacconi:
«Se corrisponde al vero quanto contenuto in una nota che fa riferimento a
una sentenza del Tar del Lazio sul caso di Eluana Englaro - ha scritto in
una nota il ministro del Welfare - questo rende di fatto ancora più urgente
l'approvazione della 'norma Englaro' relativa all'inalienabile diritto
all'alimetnazione e all'idratazione per offrire una certezza normativa
coerente con l'articolo 2 della Carta costituzionale e con il riconoscimento
del valore della vita che è presente nella tradizione largamente condivisa
del nostro popolo».

da avvenire.it
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19/09/2009 10:50

Il Tar del Lazio vorrebbe ma non può (Il Foglio)

Clicca qui per leggere l'articolo del Foglio.
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