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La Caritas in aiuto dei bisognosi

Ultimo Aggiornamento: 14/10/2009 07:12
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25/09/2009 11:48

Burkina Faso: la Caritas aiuta 40.000 vittime delle inondazioni

 (ZENIT.org).-

La Caritas nazionale del Burkina Faso ha avviato un piano per rispondere alle esigenze fondamentali di 40.000 vittime delle inondazioni che hanno flagellato varie regioni del Paese nei primi giorni di settembre.
La Caritas locale (OCADES) risponde così all'emergenza provocata dalle piogge che si sono registrate con insolita intensità in tutto il Sahel, soprattutto nella zona di Ouagadougou, capitale del Paese, e nelle città di Manga e Kaya.

I danni materiali sono ingenti e le persone colpite dalla catastrofe sono più di 160.000.

“Abbiamo visitato varie zone di Ouagadougou e lo spettacolo è desolante”, ha spiegato poche ore dopo le intense piogge il segretario esecutivo di Caritas Burkina Faso, padre Bernard Eudes Compaore. “Molte abitazioni sono crollate e i veicoli sono stati trascinati via dalle acque. Migliaia di famiglie si trovano in una situazione drammatica e in molti luoghi la gente è con l'acqua fino al collo”, ha aggiunto.

Per coordinare una risposta immediata alle più urgenti necessità delle vittime, OCADES ha lanciato un appello urgente alla rete internazionale Caritas per un valore di 522.000 euro per finanziare un piano di aiuti d'emergenza a circa 40.000 persone nei prossimi tre mesi.

Le opere di ausilio della Caritas alle vittime hanno iniziato ad essere organizzate nelle ore immediatamente successive alle piogge torrenziali, in collaborazione con il Dipartimento Governativo di Intervento nell'Emergenza e con il sostegno dei volontari e del personale tecnico della Caritas locale.
Tra gli obiettivi principali che sono stati identificati ci sono la distribuzione di cibo e prodotti non deperibili di prima necessità, la diffusione di acqua potabile e prodotti igienici e l'assistenza medica.

Nel contesto del modello di risposta alle emergenze, la Caritas concentrerà la sua azione umanitaria sulle vittime più vulnerabili, come le donne capofamiglia, i bambini denutriti, gli anziani senza risorse, gli handicappati e le famiglie senza alcuna entrata.
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29/09/2009 11:41

La Caritas aiuta 50.000 vittime delle inondazioni nelle Filippine

CITTA' DEL VATICANO, lunedì, 28 settembre 2009 (ZENIT.org).-

La Caritas delle Filippine (NASSA) sta fornendo aiuto alle vittime delle peggiori inondazioni che si sono verificate nel Paese nell'ultimo mezzo secolo.

La tempesta tropicale Ketsana ha colpito la zona sabato. In appena 12 ore è caduto l'equivalente di un mese di piogge, sommergendo l'80% della capitale filippina Manila e interessando in tutto 27 province. Centinaia di migliaia di persone hanno perso la propria casa e i morti sono più di 100.

Per rispondere alla prima fase dell'emergenza, la Caritas distribuirà aiuti a un totale di 10.000 famiglie (50.000 persone) nelle zone colpite in modo più grave.Tra le altre cose, ha comprato 650 sacchi di riso, riservandosi di valutare ulteriori approvvigionamenti con il passare dei giorni. Allo stesso modo, con l'aiuto degli studenti e del personale della St. Paul University di Manila si stanno predisponendo pacchi contenenti utensili da cucina, kit igienici e prodotti alimentari. Il direttore esecutivo di Caritas Filippine, suor Rosanne B. Mallillin SPC, ha affermato che "la situazione è molto difficile. Molti dei nostri centri locali per l'azione sociale non riescono ancora a raggiungere le zone più colpite. La gente ha bisogno di cibo e acqua pulita, visto che molte risorse idriche sono state contaminate".

La tempesta si è ora allontanata, ma continuerà a gonfiare il monsone sud-occidentale.
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30/09/2009 19:30



La Conferenza episcopale ha stanziato ingenti risorse per soccorrere gli sfollati

Gli aiuti della Caritas filippina per le vittime del tifone Ketsana


Manila, 30. Immediati aiuti per oltre cinque milioni di pesos, circa settantaduemila euro, sono stati stanziati dal consiglio direttivo della Conferenza episcopale delle Filippine in favore della popolazione della grande area metropolitana di Manila e delle province adiacenti colpite, sabato scorso, da piogge torrenziali causate dal passaggio del tifone Ketsana.

L'uragano di categoria due, giudicato dagli esperti ancor più violento del tifone Katrina che colpì New Orleans quattro anni orsono, ha provocato, secondo il più recente bilancio rilasciato dalle autorità governative, duecentoquaranta vittime accertate e non meno di trecentosettantamila sfollati. Tuttavia è ancora lunga la lista delle persone che risultano disperse, specie nei villaggi costieri e in quelli che sorgono sulle sponde dei fiumi. Molti corpi potrebbero essere stati spinti in mare aperto dalle correnti causate dal repentino straripamento dei fiumi.

Fin dalle prime ore di sabato, la Caritas filippina ha attivato tutte le sue strutture per portare immediato soccorso agli sfollati. Pacchi contenenti generi di prima necessità sono stati distribuiti nelle diverse sedi del National Secretariat for Social Action (Nassa). Oltre all'arcidiocesi di Manila, le zone più colpite si trovano nell'arcidiocesi di San Fernando (Pampanga) e nelle diocesi di Iba, Malolos, Antipolo, San Pablo. Alle sedi del Nassa presso le case diocesane pervengono le richieste di soccorso da parte delle singole parrocchie e dalle altre strutture di associazioni cattoliche presenti sul territorio colpito dall'ondata di maltempo.

In una conversazione telefonica con "L'Osservatore Romano", Elvai Manalansem, coordinatrice dei programmi d'aiuto della Caritas di Manila, ha sottolineato che migliaia di confezioni contenenti generi di prima necessità sono state distribuite nell'area metropolitana. La responsabile ha dichiarato che la zona di Manila più colpita dalla furia degli elementi atmosferici è quella di Pasay da dove sono arrivate un gran numero di richieste. La Caritas dell'arcidiocesi di Manila ha dato avvio lunedì scorso all'iniziativa "telethon", una catena di solidarietà per raccogliere il maggior numero di aiuti.

Una richiesta urgente di aiuti è stata lanciata domenica dal direttore esecutivo della Caritas di Manila, padre Anton Pascual, anche a favore delle vittime del tifone nella provincia nord-occidentale di Zambales.

Dalla diocesi di Malolos, nelle Filippine centrali, padre Dennis Espejo, responsabile locale del Nassa, ha inviato domenica, tramite internet, una prima relazione alla sede centrale dell'organizzazione a Manila. Nel messaggio il sacerdote aveva sottolineato che i volontari cattolici della sua diocesi hanno distribuito nelle prime ore del disastro circa tremila confezioni contenenti aiuti. Ciascun pacco contiene riso, carne in scatola, bottiglie di acqua potabile, alcuni prodotti per l'igiene e il latte condensato o in polvere per i bambini. Numerose le richieste di soccorso provenienti dalle parrocchie delle zone di Meycauayan e di Obando.

Padre Francis Dizon, responsabile del Nassa per l'arcidiocesi di San Fernando ha dichiarato che le inondazioni causate dal tifone sono state molto estese nella provincia di Pampanga e che numerose vie di comunicazione sono ancora interrotte per i vasti allagamenti nei centri di Macabebe, Masantol, Candaba e San Luis.
In questa arcidiocesi, la maggioranza delle vittime e dei dispersi a causa dell'uragano erano persone residenti nei villaggi della zona costiera. Anche qui i volontari del Nassa hanno distribuito ai sopravissuti migliaia di pacchi contenenti generi di prima necessità.
Numerosi sfollati hanno trovato alloggio provvisorio presso gli istituti scolastici cattolici e i locali delle parrocchie anche nelle diocesi di Cubao, Oasig, Kalookan, Novaliches. A Quezon City si sono registrati gravi allagamenti in aree ad alta densità abitativa.

Molte persone che nella notte di sabato sono state costrette a trovare rifugio sui tetti degli edifici più alti hanno ricevuto soccorso solo nella giornata di lunedì. Purtroppo nell'elenco dei dispersi è alto il numero dei bambini. Alcuni di loro sono annegati all'interno delle abitazioni.
Il segretario generale della Croce Rossa delle Filippine, Gwendolyn Pang, aveva lanciato, domenica mattina, un appello urgente, per mezzo del canale televisivo pubblico, per chiedere ai medici e al personale sanitario di mettersi a disposizione dell'organizzazione per soccorrere i numerosi feriti. Nell'appello televisivo, il responsabile della Croce rossa aveva chiesto alla popolazione di porre attenzione a bere solo acqua potabile confezionata per impedire il diffondersi delle epidemie.

Il governo delle Filippine ha dichiarato da domenica lo "stato di calamità" in tutta l'area metropolitana di Manila e in venticinque province adiacenti. I vigili del fuoco hanno soccorso oltre ottomila persone che avevano trovato rifugio sui tetti degli edifici. La presidente delle Filippine, Gloria Macapagal Arroyo, ha messo a disposizione il centro comunicazioni della sede presidenziale di Malacañang per coordinare gli aiuti.



(©L'Osservatore Romano - 1 ottobre 2009)
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La risposta di Caritas Samoa all'emergenza post-tsunami

Provocato da un sisma di magnitudo tra gli 8 e gli 8,3



CITTA' DEL VATICANO, mercoledì, 30 settembre 2009 (ZENIT.org).-

Un terremoto di magnitudo tra gli 8 e gli 8,3 nel Pacifico del Sud ha provocato uno tsunami che ha seminato morte e distruzione nelle Isole Samoa.

Il sisma si è verificato intorno alle 7 ore locali (le 20 in Italia) del 29 settembre, provocando gravissimi danni alle Isole Samoa la cui popolazione ammonta a 180 mila persone e alle Samoa Americane (territorio degli Stati Uniti con 65 mila abitanti).

A Samoa i morti accertati finora sarebbero un centinaio, mentre nelle vicine Samoa Americane si contano almeno 30 vittime. Lo tsunami ha devastato la zona meridionale delle due isole principali di Samoa, Upolu e Savai’i. Anche se non si tratta di zone intensamente popolate, ci sono alcune comunità di pescatori e degli hotel.

Secondo la Croce Rossa a Samoa le persone colpite dallo tsunami sarebbero 15.000.Una squadra della Caritas ha visitato una delle zone più colpite, a Upolu, aiutando i sopravvissuti a trovare un luogo sicuro dove rifugiarsi, a sgombrare il terreno dai detriti e a preparare alloggi temporanei.

Il direttore di Caritas Samoa Puletini Tuala ha affermato che la distruzione provocata dallo tsunami è “terribile”. La prima preoccupazione, ha aggiunto, è stata quella di riunire la popolazione e di portarla in un luogo situato più in alto.

La Caritas teme per i pescatori che non sono ancora ritornati nei propri villaggi.

Nell'isola di Savai’i, la scuola cattolica si è trasformata in un centro di assistenza medica per aiutare i feriti.Caritas Samoa si sta coordinando con il Team per i Disastri Nazionali e la Croce Rossa per pianificare un coordinamento per rispondere all'emergenza, oltre a coordinare i membri Caritas della regione.

L'obiettivo principale di Caritas Samoa è ridurre il rischio di distruzione totale. Questo stesso mese, l'organizzazione aveva ospitato i membri Caritas dell'Oceania sulla costa meridionale di Upolu e parte dell'incontro era stata rappresentata da un'esercitazione per l'eventualità di uno tsunami. Il centro in cui si era svolta la riunione è stato spazzato via dalle acque.
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02/10/2009 08:32



Attivata una catena di solidarietà internazionale

La Caritas italiana si mobilita per il terremoto a Sumatra

Roma, 1. La Caritas italiana si mobilita in soccorso della popolazione sull'isola di Sumatra, in Indonesia, colpita da un terremoto devastante poco al largo della zona di Padang. Si contano già molte vittime, ma il bilancio sembra inevitabilmente destinato a crescere; centinaia gli edifici crollati, migliaia di persone sono ancora sotto le macerie. La terra in Indonesia è tornata a tremare quattro settimane dopo un altro potente sisma al largo dell'isola di Giava.
Un team della Caritas è già in viaggio per raggiungere la zona colpita dal sisma e sta tentando di passare attraverso Palembang o Bengkulu, per poi proseguire in macchina. Secondo Pak Martin, della parrocchia di santa Barbara Sawah Lunto, si è trattato di una scossa assai prolungata, che si è avvertita per almeno cinque minuti, immediatamente seguita da una completa interruzione dell'erogazione di energia elettrica. La pioggia che persiste sulla zona rende i soccorsi ancora più difficili.

Caritas italiana è presente in Indonesia da diversi anni. Subito dopo il cataclisma del 2004, ha potenziato gli interventi con progetti di ricostruzione e sviluppo a sostegno degli sforzi di Caritas Indonesia, per un ammontare totale di oltre tre milioni di euro solo negli ultimi cinque anni.

Caritas Samoa, con i responsabili dell'arcidiocesi di Samoa-Apia sta già effettuando una prima valutazione dei danni dello tsunami e del terremoto. Ospedali e servizi medici sono stati spostati presso l'Istituto cattolico di Longoipulotu, la cittadina più importante dell'Isola di Savaìi, una delle due isole principali che compongono lo Stato di Samoa. Spostati anche il Centro pastorale, che è stato adibito a centro medico di emergenza, e i servizi della Chiesa locale. Risultano parzialmente danneggiate anche le sedi di Caritas Samoa e Caritas Tonga. Caritas Samoa sta aiutando la popolazione, in particolare le fasce più deboli, a spostarsi verso l'interno in zone montagnose dove sono stati allestiti rifugi temporanei.


(©L'Osservatore Romano - 2 ottobre 2009)
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03/10/2009 18:56

Terremoti e tsunami hanno provocato la morte di migliaia di persone nel sud est asiatico

La Caritas in aiuto delle popolazioni di Indonesia, Filippine e Samoa


Roma, 3. Un appello "a difesa della natura e a custodire l'un l'altro perché siamo membri della stessa famiglia umana" è stato rivolto alla comunità internazionale ai microfoni di Radio Vaticana da monsignor Martinus Dogma Situmorang, vescovo di Padang. Un appello che segue di poche ore il terribile disastro avvenuto in Indonesia, dove un terremoto ha colpito l'isola di Sumatra, e in particolare la città di Padang, causando la morte di più di milleduecento persone e il ferimento di almeno quindicimila. Decine di migliaia di sfollati e un'area urbana di oltre tre milioni di abitanti completamente distrutta e colpita da una seconda forte scossa.
"In questo momento di dolore - ha sottolineato il vescovo di Padang - ciascuno dovrebbe sentirsi vicino, dovrebbe domandarsi cosa fare. Pregare, portare parole di conforto, mostrare in che modo si possano alleviare le sofferenze. Ciascuno deve interrogare se stesso. Io chiedo che si rivolga a se stesso e si domandi di fronte al Signore, all'umanità:  in questo momento cosa posso fare? Cosa devo fare? Troverà il suo modo e la sua misura. Io - aggiunge il presule - non voglio soldi, ma la carità, il sentirsi membri della stessa famiglia:  e senz'altro ognuno sentirà il dovere, ma anche la gioia e la responsabilità di rispondere, di fare, di essere vicino, così i nostri pesi saranno alleggeriti perché saranno condivisi da tanti".
Nell'isola di Sumatra la situazione è drammatica e peggiorata dalle forti piogge. In aiuto delle popolazioni, oltre alle numerose ong, anche la Caritas italiana che, con il suo network, è già presente nei luoghi del disastro nella zona di Padang. Gli interventi immediati riguardano la distribuzione di cibo, acqua pulita e alloggi temporanei. Secondo il direttore di Karina-Caritas Indonesia, Sigit Pramudji, "ci sono ancora molte persone intrappolate sotto le macerie. Una delle maggiori preoccupazioni - ha sottolineato - è che vi sono soltanto tre ospedali, due dei quali sono stati seriamente danneggiati dal forte sisma. Altre difficoltà derivano dal problematico accesso alla zona di Padang e dalle comunicazioni ancora intermittenti".
Caritas italiana non solo è presente in Indonesia con i propri operatori che si mantengono in stretto coordinamento con la Caritas nazionale e con gli altri membri della rete dando un apporto concreto in questa fase di emergenza, ma ha subito risposto anche all'emergenza del tifone Ketsana nelle Filippine, in Vietnam, Cambogia e Laos, e all'onda anomala nell'isola di Samoa e di Tonga.
Nelle Filippine, Caritas italiana ha fatto giungere già parecchie migliaia di kit di prima emergenza. I bisogni immediati riguardano sia generi alimentari che prodotti di prima necessità per gli oltre seicentomila senza tetto e a tutta la popolazione colpita dal tifone.
"Siamo disperati - ha detto suor Mary Brasil, superiora generale delle suore Domenicane "Regina Rosarii" - si può solo piangere per il dolore che il nostro popolo sta sperimentando".
Le suore stanno organizzando un ritiro per fornire aiuto psicologico e spirituale alle famiglie che hanno perso i propri cari nella sciagura.
L'onda anomala che ha invaso le strade dell'isola di Samoa e di Tonga, invece, ha distrutto settanta villaggi, causando morti, dispersi e migliaia di senza tetto.
"Siamo arrivati con i primi soccorsi entro cinque-sei ore dallo tsunami - ha dichiarato il responsabile di Caritas Samoa, Peter Bendinelli - e abbiamo constatato un livello di devastazione davvero altissimo. I nostri camion partono carichi di cibo, acqua e vestiti, per tornare stipati di persone che hanno perso le loro case, malati e feriti gravi".
La rete Caritas ha risposto al disastro in coordinamento con il centro pastorale di Apia, la capitale, con le Caritas locali di Samoa e di Tonga, e con la Chiesa locale. Molti edifici utilizzati per le attività pastorali sono stati adibiti a centri di pronto soccorso e assistenza medica. Resta ancora alto il rischio di infezioni ed epidemie.


(©L'Osservatore Romano - 4 ottobre 2009)
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La Caritas aiuta 300.000 vittime dei disastri naturali

A Sumatra e Samoa e in India, Cambogia e Filippine



MADRID, martedì, 13 ottobre 2009 (ZENIT.org).-

Circa 300.000 persone, gravemente colpite dai disastri naturali che nelle ultime due settimane hanno devastato varie regioni dell'Asia e del Pacifico, stanno ricevendo aiuti umanitari d'emergenza attraverso la rete Caritas a Sumatra e Samoa e in India, in Cambogia e nelle Filippine.

In questo momento, ha riferito Caritas Spagna, le Caritas locali stanno portando avanti nei rispettivi Paesi i piani d'emergenza avviati per identificare le necessità più urgenti delle vittime e le aree più vulnerabili.

In generale, le priorità sono simili in ogni zona: aiuti alimentari e sanitari, acqua potabile, utensili domestici, vestiario, materiale da costruzione e accompagnamento psico-sociale.

Caritas Indonesia (KARINA) sta assistendo a Sumatra 7.500 famiglie (circa 40.000 persone) nelle zone più colpite dal terremoto del 30 settembre. Un'Équipe Congiunta di Risposta della Caritas (Joint Caritas Response Team) specializzata nelle emergenze sta lavorando nei distretti di Padang e Pariaman, dove ha identificato come aree di intervento prioritario le località di Sungai Sariak e Lurah Ampalu, dove si sta prestando aiuto a un totale di 30.000 persone. Accanto a queste, l'équipe Caritas aiuta anche altre 10.000 vittime nelle parrocchie della città di Padang. Il costo totale stimato per la prima fase del piano d'emergenza di Caritas Indonesia si aggira sui 235.000 euro.

Tra le emergenze attualmente dichiarate in Asia, quella che interessa gli Stati indiani del Karnataka e dell'Andhra Pradesh, nel sud del Paese, a causa delle intense piogge delle ultime settimane è quella di dimensioni maggiori per numero delle vittime – 18 milioni di persone coinvolte e 2,5 milioni di sfollati – e per le perdite materiali – 250.000 abitazioni distrutte.

Caritas India ha avviato un piano di risposta a questa emergenza per un valore di 1,5 milioni di euro, con cui si presteranno aiuti umanitari per i prossimi tre mesi a 35.500 famiglie (circa 200.000 persone) in più di 700 località di nove distretti del Karnataka e dell'Andhra Pradesh.

Le attività incluse nel programma di aiuti d'emergenza vanno dalla distribuzione urgente di acqua e alimenti alla somministrazione di lotti familiari di prodotti igienici, utensili domestici, vestiario e coperte.

A Samoa, dove il maremoto del 28 settembre ha lasciato migliaia di persone senza un tetto, la Caritas ha preparato un piano di risposta per un valore iniziale di 145.000 euro per soccorrere le comunità più colpite.

Caritas Samoa, che conta sul sostegno di esperti di Caritas Australia, ha reso noto che, oltre alla distribuzione di aiuti alle vittime, in questa prima fase dell'emergenza si sta dando la massima priorità all'accompagnamento psico-sociale, al recupero dell'attività educativa e alla predisposizione di rifugi temporanei.

Le Caritas di Filippine e Cambogia, dal canto loro, continuano a portare avanti i rispettivi piani di risposta all'emergenza provocata in entrambi i Paesi dal tifone Ketsana. Se nelle Filippine la rete Caritas prevede di assistere nei prossimi tre mesi 50.000 vittime, in Cambogia si sta prestando aiuto a 13.000 persone.

Tutte queste emergenze sono sostenute economicamente da Caritas Spagna, che nelle ultime due settimane ha approvato aiuti per un valore di 50.000 euro per rispondere all'appello lanciato da Caritas India, 100.000 euro per l'emergenza a Sumatra, 50.000 euro per la Cambogia, 20.000 euro per Samoa e altri 10.000 per le Filippine.
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