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BENEDETTO XVI: UDIENZA, “AMARE LA CHIESA SENZA MAI ABBANDONARLA O TRADIRLA”

Ultimo Aggiornamento: 23/09/2009 18:27
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BENEDETTO XVI: UDIENZA, “AMARE LA CHIESA SENZA MAI ABBANDONARLA O TRADIRLA”

“L’amore per la verità e la costante sete di Dio, che hanno segnato l’intera esistenza di sant’Anselmo, siano uno stimolo per ogni cristiano a ricercare senza mai stancarsi una unione sempre più intima con Cristo, Via, verità e vita”. E’ l’invito rivolto oggi dal Papa, nella catechesi dell’udienza generale di oggi, interamente dedicata alla figura del santo di cui ricorre quest’anno il IX centenario della morte.
“Lo zelo pieno di coraggio che ha contraddistinto la sua azione pastorale, e che gli ha procurato talora incomprensioni, amarezze e perfino l’esilio – ha auspicato Benedetto XVI – si a un incoraggiamento per i Pastori, per le persone consacrate e per tutti i fedeli ad amare la Chiesa di Cristo, a pregare, a lavorare e soffrire per essa, senza mai abbandonarla o tradirla”.
“Monaco di intensa vita spirituale, eccellente educatore di giovani, teologo con una straordinaria capacità speculativa, saggio uomo di governo ed intransigente difensore della ‘libertas Ecclesiae’ –le parole di Benedetto XVI - Anselmo é una delle personalità eminenti del Medioevo, che seppe armonizzare tutte queste qualità grazie a una profonda esperienza mistica, che sempre ebbe a guidarne il pensiero e l’azione”.

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BENEDETTO XVI: UDIENZA, “AMARE LA CHIESA SENZA MAI ABBANDONARLA O TRADIRLA” (2)

In particolare, ha ricordato il Santo Padre ai circa 9 mila fedeli presenti oggi in Aula Paolo VI, Anselmo “si impegnò immediatamente in un’energica lotta per la libertà della Chiesa, sostenendo con coraggio l’indipendenza del potere spirituale da quello temporale. Difese la Chiesa dalle indebite ingerenze delle autorità politiche, soprattutto dei re Guglielmo il Rosso ed Enrico I, trovando incoraggiamento e appoggio nel Romano Pontefice, al quale Anselmo dimostrò sempre una coraggiosa e cordiale adesione”. Una “fedeltà”, questa, che gli costò, nel 1103, anche “l’amarezza dell’esilio dalla sua sede di Canterbury” e soltanto quando, nel 1106, il re Enrico I “rinunciò alla pretesa di conferire le investiture ecclesiastiche, come pure alla riscossione delle tasse e alla confisca dei beni della Chiesa”, Anselmo “poté far ritorno in Inghilterra, accolto festosamente dal clero e dal popolo”. “Si era così felicemente conclusa – il commento del Papa - la lunga lotta da lui combattuta con le armi della perseveranza, della fierezza e della bontà”, e che non cessa di “suscitare interesse” anche ai nostri giorni.

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23/09/2009 15:51

Pregate, lavorate, soffrite per la Chiesa: il Papa all’udienza generale cita Sant’Anselmo che difese la libertà della Chiesa dalle ingerenze delle autorità politiche

Pregate, lavorate e soffrite per la Chiesa: l’accorato invito rivolto stamane da Benedetto XVI all’udienza generale nell’Aula Paolo VI, così affollata di fedeli - circa 9 mila - che in parte si sono raccolti nell’atrio dell’edificio. Il servizio di Roberta Gisotti:


Non cerco di capire per credere, ma credo per capire: parole di Sant’Anselmo, “quanto mai utili anche oggi”, ha sottolineato Benedetto XVI nella
catechesi dedicata al grande pensatore medievale, di cui ricorre quest’anno il IX centenario dalla morte. Nativo di Aosta, monaco benedettino, priore e poi abate di Bec in Francia, in seguito arcivescovo di Canterbury in Inghilterra, Anselmo fu strenuo difensore della libertà della Chiesa e per l’indipendenza del potere spirituale da quello temporale, denunciando le indebite ingerenze delle autorità politiche; costretto quindi all’esilio e infine riammesso alla sede vescovile quando Enrico I, nel 1106, rinunciò a conferire le investiture ecclesiastiche, a riscuotere le tasse e confiscare i beni della Chiesa. Fondatore della teologia scolastica, appellato nella tradizione cristiana ‘Dottore magnifico’, Anselmo fu consapevole che il cammino di ricerca di Dio non è mai concluso, almeno su questa Terra. “Chiarezza” e “rigore logico” del suo pensiero – ha osservato il Papa - hanno sempre il fine “di innalzare la mente alla contemplazione di Dio”.

"Egli afferma chiaramente che chi intende fare teologia non può contare solo sulla sua intelligenza, ma deve coltivare al tempo stesso una profonda esperienza di fede".

Sant’Anselmo insegna che l’attività del teologo si sviluppa in tre stadi:

"La fede, dono gratuito di Dio da accogliere con umiltà; l’esperienza, che consiste nell’incarnare la parola di Dio nella propria esistenza quotidiana; e quindi la vera conoscenza, che non è mai frutto di asettici ragionamenti, bensì di un’intuizione contemplativa".

L’amore per la verità e la costante sete di Dio di Anselmo “siano stimolo per ogni cristiano – ha auspicato Benedetto XVI – a ricercare senza mai stancarsi un’unione sempre più intima con Cristo, Via, Verità e Vita”.

"Inoltre, lo zelo pieno di coraggio che ha contraddistinto la sua azione pastorale, e che gli ha procurato talora incomprensioni, amarezze e perfino l’esilio, sia un incoraggiamento per i Pastori, per le persone consacrate e per tutti i fedeli ad amare la Chiesa di Cristo, a pregare, a lavorare e soffrire per essa, senza mai abbandonarla o tradirla".

Nei saluti finali, rivolto ai pellegrini polacchi, il Santo Padre ha reso omaggio alle vittime del recente incidente nella miniera di Wujek-Slask. “Dio protegga – ha invocato – da simili tragedie tutti i lavoratori”. Infine, la memoria di San Pio da Pietrelcina, nell’odierna festa, incoraggiando i giovani “a progettare il loro futuro come un generoso servizio a Dio e al prossimo”.

“L’esempio di questo Santo, tanto popolare, sia infine per i sacerdoti – in questo Anno sacerdotale – e per tutti i cristiani, un invito a confidare sempre nella bontà di Dio, accostandosi e celebrando con fiducia il Sacramento della Riconciliazione, di cui il Santo del Gargano, instancabile dispensatore della misericordia divina, fu assiduo e fedele ministro.”

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23/09/2009 18:24

PAPA: INCORAGGIA GRUPPO LEGIONARI DI CRISTO, "PREGO PER VOI"

Salvatore Izzo e Franco Colomo

(AGI) - CdV, 23 set.

Con grande cordialita' Benedetto XVI ha voluto salutare questa mattina 150 giovani Legionari di Cristo giunti a Roma da varie nazioni per intraprendere gli studi filosofici e teologici presso l'Universita' Pontificia Regiana Apostolorum.
"Formulo - ha detto loro il Papa - i migliori auguri per l'impegno universitario, assicurando a tutti un ricordo nella preghiera". Parole che testimoniano l'affetto del Pontefice per i membri di questo Istituto religioso di Diritto Pontificio che sta attraversando un passaggio drammatico a causa dei noti scandali che hanno messo a nudo la doppia vita condotta dal suo fondatore, padre Marcial Maciel, scomparso nel 2008 ma privato gia' due anni prima di ogni responsabilita'
per decisione della Santa Sede.
Per aiutare i nuovi superiori ad avviare un serio processo di purificazione che consenta alla Legione di non perdere il suo formidabile slancio apostolico - nata in Messico nel 1941 ha avuto una crescita straordinaria ed oltre a dirigere ben due universita' a Roma e il Centro Notre Dame di Gerusalemme e' ormai presente in otto paesi delle Americhe e in quattro dell'Europa con 125 case e quasi 2000 tra sacerdoti, diaconi e semplici religiosi - Papa Ratzinger
ha inviato
lo scorso 15 luglio quattro visitatori apostolici: mons. Ricardo Watty Urquidi, vescovo di Tepic (Messico), per i centri dei Legionari in Messico e Centroamerica, mons. Charles Joseph Chaput, arcivescovo di Denver (Usa), per Stati Uniti e Canada, mons. Giuseppe Versaldi, vescovo di Alessandria, per Italia, Israele, Corea e Filippine, mons. Ricardo Ezzati Andrello, arcivescovo di Concepcion (Cile) per il Sudamerica, mons. Ricardo Blazquez Perez, vescovo di Bilbao (Spagna) per l'Europa, ad eccezione dell'Italia. Tutti, al termine della visita, consegneranno un rapporto alla Santa Sede che emanera' le opportune disposizioni per la Congregazione.
In una
lettera
alla Legione, l'attuale superiore generale padre Alvaro Corcuera ha comunicato a suo tempo la notizia ai membri della congregazione, invitando "a ringraziare Dio e la Chiesa per questo aiuto che ci offre il Santo Padre e ad accogliere i visitatori con sincera carita' e fede come rappresentanti del vicario di Cristo".
Ad annunciare una visita apostolica ai Legionari di Cristo era stato il segretario di Stato Tarcisio Bertone, lo scorso 29 marzo, riportando la decisione presa da Benedetto XVI.
"Il Santo Padre - scriveva Bertone nella
lettera
di marzo - cosciente degli alti ideali che vi animano, e della fortezza e spirito di preghiera con cui state affrontando le attuali circostanze, vi incoraggia a continuare la ricerca del bene per la Chiesa e per la societa', mediante le iniziative e le istituzioni che sono a voi proprie. A questo proposito, potrete contare sempre sull'aiuto della Santa Sede affinche', attraverso la verita' e la trasparenza, in un clima di dialogo fraterno e costruttivo, superiate le difficolta' esistenti".
Esattamente un mese fa,
domenica 23 agosto
, a Castelgandolfo, Benedetto XVI aveva salutato un gruppo di religiosi della Legione, presenti alla preghiera dell'Angelus nel cortile della residenza estiva.

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23/09/2009 18:27

PAPA: INVOCA SAN PIO DA PIETERELCINA, AIUTI MALATI E GIOVANI

Salvatore Izzo e Franco Colomo

(AGI) - CdV, 23 set

Nel salutare i pellegrini italiani, Benedetto XVI ha ricordato San Pio da Pietrelcina, di cui oggi ricorre la memoria liturgica.
"La testimonianza di fede e di carita' che animo' San Pio -
ha detto il Papa - incoraggi i giovani a progettare il futuro come un generoso servizio a Dio e al prossimo, aiuti i malati a sperimentare nella sofferenza il sostegno e il conforto di Cristo crocifisso".
"L'esempio di questo Santo tanto popolare - ha concluso il Papa - sia infine per i sacerdoti, in questo Anno sacerdotale, e per tutti i cristiani un invito a confidare sempre nella bonta' di Dio, accostandosi e celebrando con fiducia il Sacramento della Riconciliazione, di cui il Santo del Gargano, instancabile dispensatore della misericordia divina, fu assiduo e fedele ministro".

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