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SPECIALE VIAGGIO APOSTOLICO NELLA REPUBBLICA CECA : I COMMENTI

Ultimo Aggiornamento: 11/11/2009 11:27
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26/09/2009 11:35

Dopo aver abbondantemente illustrato le ragioni di questo viaggio Apostolico in Republica Ceca da parte del Papa in questo Topic, questo nuovo Trhend lo dedicheremo a tutti i commenti sul viaggio Apostolico del Santo Padre, altri due Trhend saranno aperti, uno sarà dedicato ai discorsi che il Santo Padre enuncierà in questo viaggio Apostolico, l'altro sarà dedicato alle foto di questo evento.

Una buona lettura e meditazione....

Dio vi benedica!
[Modificato da Cattolico_Romano 26/09/2009 11:44]
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Papa arrivato a Praga, inizia visita in Repubblica Ceca

All'aeroporto accolto dal presidente Klaus

Benedetto XVI è arrivato a Praga da dove inizia una visita pastorale di tre giorni nella Repubblica Ceca. L'airbus A320 è partito questa mattina da Ciampino intorno alle 9.40; a salutare il pontefice c'era il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi con cui Ratzinger ha scambiato qualche breve parole. All'aeroporto internazionale di Praga, invece, Benedetto XVI è accolto dal presidente Vaclav Klaus.

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26/09/2009 11:52

Benedetto XVI è a Praga. Inizia il suo viaggio apostolico internazionale nella Repubblica Ceca, il 13.mo del suo Pontificato


Benedetto XVI è arrivato all'aeroporto internazionale di Praga, intorno alle ore 11,20. Inizia così il 13.mo viaggio apostolico internazionale di Benedetto XVI incentrato sul tema: “L’amore di Cristo è la nostra forza”. Dopo la cerimonia di Benvenuto all’Aeroporto Internazionale Stará Ruzyně di Praga, con il discorso del Pontefice e del presidente Vaclav Klaus, il Papa si trasferirà alla chiesa praghese di Santa Maria della Vittoria. Qui, Benedetto XVI si raccoglierà in preghiera presso la cappella del Bambino Gesù di Praga. Quindi, rivolgerà un saluto ai fedeli. Il Papa pranzerà in nunziatura apostolica. Nel pomeriggio, dopo la visita di cortesia al presidente della Repubblica nel Castello di Praga, si vivranno altri due momenti significativi: l’incontro con le autorità politiche e civili e con il corpo diplomatico nel Palazzo Presidenziale di Praga e la celebrazione dei Vespri con sacerdoti, religiosi, religiose, seminaristi e movimenti laicali nella Cattedrale dei Santi Vito, Venceslao e Adalberto di Praga. Il Papa si trasferirà infine alla nunziatura apostolica.

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26/09/2009 12:25

Papa: Spero in primavera pubblicare seconda parte libro su Gesù

Il polso sta meglio, lavoro prosegue


Benedetto XVI dice di stare meglio con il polso destro e di aver proseguito il suo lavoro sul secondo libro su Gesù di Nazareth. "Sono andato avanti con il libro - ha detto durante la conferenza stampa sul volo che da Roma lo ha portato a Praga - ma ho ancora molto da fare tra la bibliografia e il resto. Spero di terminare nella prossima primavera, ma questa è una speranza". Il Papa ha confidato di aver provato "pena" e di aver sperimentato "il dono della pazienza" per non aver potuto "scrivere per sei settimane. Ora posso mangiare e scrivere - ha concluso - e sto andando avanti con il lavoro del libro".

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Crisi/ Papa: serve economia responsabile basata su etica

Responsabilità superi profitto ed egoismo


Occorre "trovare nuovi modelli di una economia responsabile sia nei singoli paesi che nell'umanità intera": è questa la ricetta proposta dal Papa per superare la crisi economica.
"L'etica è un principio interiore dell'economia - ha detto Ratzinger incontrando i giornalisti sul volo papale che lo ha portato nella Repubblica Ceca - che non funziona se non tiene conto dei valori umani della solidarietà, della responsabilità reciproca. Integrare l'etica nella costruzione dell'economia. E' la grande sfida di questa umanità. Spro di aver contribuito a questa sfida con la mia enciclica Caritas in veritate. Il dibattito in corso - ha proseguito il Pontefice - è incoraggiante. Il senso di responsabilità sia più forte della volontà del profitto e più forte dell'egoismo".

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[Modificato da Cattolico_Romano 26/09/2009 12:26]
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26/09/2009 12:49

Benedetto XVI tre giorni in visita pastorale nel paese ex comunista
Cita Havel, eroe della Rivoluzione di velluto: "Dittatura basata sulla menzogna"

Il Papa nella "rossa" Repubblica Ceca
"Dopo la crisi, economia responsabile"


PRAGA - Benedetto XVI è arrivato a Praga da dove inizia una visita pastorale di tre giorni nella "rossa" Repubblica Ceca. L'airbus A320 è partito questa mattina da Ciampino intorno alle 9.40. A salutarlo c'era il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
Lungo il viaggio in aereo, Papa Benedetto XVI ha ribadito l'appello ad un'economica etica contenuto nella recente enciclica Caritas in veritate: "Dopo la crisi economica internazionale occorrerà trovare nuovi modelli di una economia responsabile sia nei singoli paesi che nell'umanità intera.
L'economia non funziona se non tiene conto dei valori umani della solidarietà, della responsabilità reciproca. Integrare l'etica nella costruzione dell'economia, è la grande sfida di questa umanità".
Prima di incontrare il presidente Vaclav Klaus e i rappresentanti della Chiesa cattolica che lo attendevano all'aeroporto internazionale di Praga, Benedetto XVI ha citato per ben due volte Vaclav Havel, l'ex presidente della Repubblica Ceca che ha lottato contro il comunismo, eroe della Rivoluzione di velluto: "Ha dato all'Europa un messaggio di cosa è libertà e di come dobbiamo vivere ed elaborare la libertà", ha detto Ratzinger. "Come ha detto Havel - ha proseguito il Pontefice - la dittatura è basata sulla menzogna e se la menzogna andasse separata, se nessuno mentisse più, verrebbe alla luce la verità e ci sarebbe la libertà. Perché libertà non è libertinismo né arbitrarietà".

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26/09/2009 13:10

Viaggio pastorale nella repubblica ceca: il pontefice ricorda la rivoluzione di velluto

Il Papa: «Bisogna trovare nuovi modelli di un'economia responsabile»


Benedetto XVI da Praga: «L’etica è un principio interiore dell’economia, la quale non funziona senza valori»»

PRAGA (REPUBBLICA CECA)

Occorre «trovare nuovi modelli di una economia responsabile sia nei singoli paesi che nell’umanità intera»: è questa la ricetta proposta dal Papa per superare la crisi economica. «L’etica è un principio interiore dell’economia - ha detto Ratzinger giunto a Praga per la visita pastorale di tre giorni nella Repubblica Ceca - che non funziona se non tiene conto dei valori umani della solidarietà, della responsabilità reciproca. Integrare l’etica nella costruzione dell’economia. E’ la grande sfida di questa umanità. Spero di aver contribuito a questa sfida con la mia enciclica "Caritas in veritate". Il dibattito in corso - ha proseguito il Pontefice - è incoraggiante. Il senso di responsabilità sia più forte della volontà del profitto e più forte dell’egoismo».

IL DISCORSO - «Se il crollo del muro di Berlino ha segnato uno spartiacque nella storia mondiale, ciò è ancora più vero per i paesi dell’Eruopa centrale ed orientale, rendendoli capaci di assumere quel posto che spetta loro nel consesso delle nazioni, in qualità di attori sovrani»: ha detto ancora il Papa, nel suo primo discorso arrivato all’aeroporto internazionale di Praga. Il Pontefice, prima della partenza da Ciampino si era intrattenuto brevemente con il premier Silvio Berlusconi.
Il Papa ha ricordato il ventesimo anniversario della Rivoluzione di Velluto che «felicemente pose fine in modo pacifico a un’epoca particolarmente dura per questo Paese, un’epoca in cui la circolazione di idee e di movimenti culturali era rigidamente controllata». Benedetto XVI ha così definito il periodo del Comunismo come «40 anni di repressione politica» e ha voluto «rendere grazie per la liberazione da quei regimi oppressivi. Una particolare tragedia per questa terra - ha detto ancora il Pontefice - è stato il tentativo spietato da parte del governo di quel tempo di mettere a tacere la voce della Chiesa". Il tal senso il Pontefice ha ricordato i «martiri coraggiosi la cui fedeltà a Cristo si è fatta sentire con voce più chiara ed eloquente di quella dei loro uccisori».

HAVEL E IL COMUNISMO - Già in volo per Praga il Pontefice aveva parlato brevemente con i giornalisti rendendo omaggio all'ex presidente ceco Vaclav Havel che, ha ricordato il Pontefice, «ha dato all'Europa un messaggio di cosa è libertà e di come dobbiamo vivere ed elaborare la libertà». «Come ha detto Havel - ha spiegato il Papa rivolto ai giornalisti - la dittatura è basata sulla menzogna e se la menzogna andasse separata, se nessuno mentisse più, se viene alla luce la verità c'è anche la libertà. Così è elaborato questo nesso tra libertà e verità perchè libertà non è libertinismo nè arbitrarietà».

IL TEMA DEL CONCORDATO - Il tema centrale della tre giorni del Papa nella Repubblica Ceca sarà la discussione su un possibile concordato tra la chiesa e lo Stato dell'Europa dell'Est. Il premier ceco Jan Fischer prevede proprio di affrontare il tema del concordato tra la Repubblica ceca e la Santa Sede durante un incontro con il segretario di Stato vaticano, cardinal Tarcisio Bertone. Lo ha detto in una intervista alla televisione ceca. «Sarà un breve incontro - ha detto Fischer - ma sicuramente affronteremo questo problema». La Repubblica Ceca è uno di pochi paesi europei che non ha ancora stipulato alcuna intesa con il Vaticano sui rapporti con la Chiesa. Una prima ipotesi di accordo, discussa nel 2003, è stata rigettata dal Parlamento ceco perchè considerata svantaggiosa per lo Stato e perchè, si disse all'epoca, avrebbe violato la parità dei diritti delle Chiese. Contrario alla ratifica è anche il presidente Vaclav Klaus, membro della Chiesa ussita.

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26/09/2009 13:36

Papa a Praga: Spesso bambini né accolti né rispettati né amati

Sono vittime della violenza e di ogni forma di sfruttamento


Forte grido di Papa Benedetto XVI a difesa dei bambini. "Quanti bambini non sono amati, né accolti né rispettati -
ha detto il Papa visitando il 'Bambino Gesù' di Praga nella Chiesa di Santa Maria della Vittoria - quanti sono vittime della violenza e di ogni forma di sfruttamento da parte di persone senza scrupoli. Possano essere riservate ai minori quel rispetto e quell'attenzione a loro dovuti: i bambini sono il futuro e la speranza dell'umanità". La visita al Bambino Gesù di Praga è la prima tappa del viaggio di Benedetto XVI in Repubblica Ceca. Benedetto XVI è giunto a Praga intorno alle 11.40.

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PAPA/REP.CECA: BAMBINI VITTIME VIOLENZA E SFRUTTAMENTO SENZA SCRUPOLI

Spesso i bambini ''non sono amati, ne' accolti, ne' rispettati'' e ''sono vittime della violenza e di ogni forma di sfruttamento da parte di persone senza scrupoli'': lo ha ricordato papa Benedetto XVI, nel discorso pronunciato nella chiesa di Santa Maria della Vittoria a Praga, prima tappa del suo viaggio di tre giorni in Repubblica Ceca, di fronte ''Bambino di Praga'', un'immagine in legno del Bambino Gesu' rivestita di vesti d'oro e con corona e scettro d'oro, venerata sin dal XVII secolo e a cui si attribuiscono numerosi miracoli. I ''bambini sono il futuro e la speranza dell'umanita''', ha ricordato invece il pontefice: ''Possano essere riservati ai minori quel rispetto e quell'attenzione loro dovuti''. Rivolgendosi quindi direttamente ai bambini, papa Ratzinger li ha esortati a ''ricambiare il suo amore'' e a seguire l'esempio, essendo ''ubbidienti, gentili e caritatevoli''.

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26/09/2009 14:47

PAPA/REP.CECA: VISITA IL 'BAMBINO DI PRAGA', STATUETTA MIRACOLOSA

Una piccola statuetta di legno e cera, alta 47 centimetri, con un guardaroba ricchissimo costituito da una sessantina di vestitini riccamente decorati offerti come ex-voto dai fedeli. E' il ''Bambino di Praga'', l'immagine miracolosa del Bambino Gesu' a cui papa Benedetto XVI ha voluto dedicare la prima tappa della sua visita di tre giorni in Repubblica Ceca, appena sbarcato dall'aereo all'aeroporto internazionale di Praga.
La statuetta e' conservata in una chiesa dal profondo significato simbolico: quella di Santa Maria della Vittoria, ex-chiesa luterana sulla quale, dopo la riconquista cattolica di Praga in seguito alla sanguinosa battaglia della Montagna Bianca nel 1620, con cui, all'inizio della Guerra dei Trent'Anni, le forze imperiali fedeli al papa segnarono una vittoria decisiva contro gli hussiti boemi. Da li' inizio la germanizzazione e ri-cattolicizzazione della regione, per un periodo durato tre secoli fino all'indipendenza della Prima Repubblica Cecoslovacca dopo la fine della prima Guerra Mondiale.
Il ''Bambino di Praga'' risale al XVII secolo e proviene dalla Spagna. Numerosi i miracoli a lui attribuiti. Il culto del Bambino Gesu' si diffuse nell'epoca della Controriforma, soprattutto sulla spinta della riformatrice dell'ordine carmelitano Santa Teresa d'Avila. La chiesa di Santa Maria della Vittoria e' infatti ancora oggi affidata all'ordine carmelitano. I vestiti ex-voto di cui e' rivestito arrivano anche dal Vietnam e dalla Cina e riproduzioni della statuetta sono popolari soprattutto in America Latina e nelle Filippine.

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Papa a Praga/ Visita il 'Bambino Gesù' e depone corona d'oro

Visita del Papa al 'Bambino Gesù di Praga': è la prima tappa che Benedetto XVI compie appena arrivato nella capitale della Repubblica ceca. Ratzinger è accolto da centinaia di fedeli che lo applaudono davanti alla Chiesa di Santa Maria della Vittoria. Al termine dell'incontro Ratzinger depone la corona per la Sacra Immagine del Bambino. La corona, di tipo imperiale, è stata disegnata secondo lo stile e le proporzioni adatti per questa piccola statuetta famosa in tutto il mondo e che avrebbe ispirato anche 'Il Piccolo Principe'. La corona è stata realizzata completamente in lastra tornita di argento 95/1000 per poi essere finemente cesellata con 8 spartizioni. Tra le varie decorazioni fanno bella mostra nella parte inferiore le 8 conchiglie simbolo di Sant'Agostino e componenti lo stemma del Pontefice, come pure lo stemma applicato e la data della ricorrenza incisa sulla sfera sottostante la croce nella parte superiore. Tutta la corona è dorata con sistema galvanico con oro puro e particolarmente brunita manualmente con pietre d'agata al fine di accentuare l'effetto cromatico della superficie.

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26/09/2009 14:48

Il nunzio a Praga, mons. Causero: il Papa darà nuovo vigore alla Chiesa ceca. La gioia dei giovani, affascinati dal messaggio di Benedetto XVI

Un viaggio nel cuore dell’Europa per rinnovare le ragioni della fede e della speranza. Sulle aspettative e il significato più profondo di questa visita di Benedetto XVI in Cechia, Sergio Centofanti ha intervistato mons. Diego Causero, nunzio apostolico a Praga:


R. – C’è un interesse di tutti, credenti e non credenti. I cattolici però – soprattutto i laici – aspettano il Papa come uno che viene per ridare un po’ di vigore alla Chiesa. Una Chiesa che è leggermente appesantita e rallentata.

D. – Qual è, dunque, la situazione della comunità cattolica e quali sono le sfide principali della Chiesa in questo Paese?

R. – E’ una comunità che è uscita da un periodo di oppressione e di persecuzione, che è rimasta sempre sotto questa cappa di qualcuno che ha comandato, che ha diretto e che non ha mai ripreso completamente coraggio. E’ una Chiesa numericamente piccola, perché rappresenta forse un 30 per cento - o leggermente meno - della popolazione. Ma è piena di fermenti, che mi pare siano vivaci soprattutto nei giovani: sia nei giovani preti sia nei giovani laici. La Chiesa ceca ha una situazione particolare, perché è vissuta per 200 anni sotto due aspetti diversi di secolarismo: prima c’era il secolarismo stile rivoluzione francese e poi c’è stato il periodo comunista, in cui la religione è stata direttamente avversata come oppio dei popoli. Ha quindi vissuto 200 anni di continuo anticattolicesimo.

D. – I dati ci dicono che nella Repubblica Ceca c’è un alto numero di atei. E’ vero?

R. – Non so se sono atei. Sono non affiliati ad una religione. Credo che la maggior parte non sia nemmeno atea. Una volta mi è successo di discutere con dei senatori, i quali ad un certo punto volevano trasmettere quest’idea: “Non siamo atei, non siamo cattolici né cristiani” e trovarono una frase per spiegare la loro posizione: “Siamo trascendentalisti”. Suppongo sia una specie di religione naturale, fatta a loro immagine e somiglianza, per cui credono che c’è qualcuno al di sopra, ma quel qualcuno è quello che la mia ragione deciderà.

D. – In questo contesto quali sono le priorità della Chiesa nella Repubblica Ceca?

R. – Ricreare un nucleo, una base di cristiani, i quali abbiano una buona formazione religiosa. Non solo una buona formazione religiosa, ma anche il sentimento d’una comunità che ha contato sempre nella vita della Cechia, ha contato profondamente e che può contare ancora. Poi una comunità che sia gioiosa, perché in Cechia uno arriva ed ha l’idea di un paesaggio che è totalmente cristiano, bello. Tra l’altro è il più bel barocco dell’Europa. E’ un sentimento particolare che dovrebbe tornare nella Chiesa, orgogliosa del suo passato, perché ciò che in Cechia è orgoglio dei cechi e desiderio dei turisti per le loro visite è fondato dalla Chiesa oppure ispirato da essa. Occorre quindi una catechesi che sia molto buona, un’indipendenza dalla paura e quest’immagine della Chiesa gioiosa perché ha una tradizione enorme di cui la Repubblica Ceca deve essere fiera.

D. – Quali sono i suoi auspici, le sue speranze?

R. – Ciò che io vorrei in particolare è che la Chiesa ceca riprendesse un po’ di vigore, si rianimasse, perché finora credo che parte dell’influenza della Chiesa sia rimasta limitata da una specie di relazione con il Paese che era quella di rammarico per le persecuzioni ricevute. Un atteggiamento un po’ rivendicativo nei confronti dello Stato, che non ha aiutato a risolvere i problemi che erano pendenti e infatti sono ancora tutti lì, irrisolti. Ciò che spero, quindi, è che il Papa riesca a dare animo ai vescovi, senso di unità ai sacerdoti e il gusto di annunciare e di evangelizzare. La Chiesa deve presentarsi cioè come quello che è.
Due momenti importanti della visita del Papa saranno l’incontro, domani pomeriggio, con il mondo accademico e gli studenti universitari nel Castello di Praga, e la Messa, domenica mattina, a Stará Boleslav, nella festa di San Venceslao, a cui parteciperanno migliaia di giovani e ai quali il Papa rivolgerà un messaggio speciale. Gli studenti universitari cattolici, da parte loro, hanno scritto una lettera a Benedetto XVI.

Al microfono di Marketa Sindelarova, e ne parla Lenka Ceskova, una studentessa dell’Università fondata dall’imperatore Carlo IV nel 1348:

“Abbiamo voluto scrivere una lettera al Santo Padre perché sappiamo che lui è un ex professore universitario e tiene molto alla pastorale universitaria e soprattutto volevamo rispondere ai suoi appelli rivolti a noi studenti universitari. Volevamo rispondere col nostro sì, col nostro ‘fiat’. Volevamo dirgli che siamo coscienti della nostra corresponsabilità per il futuro dell’Europa e che facciamo il nostro meglio per rispondere alle sue aspettative. Volevamo anche rassicurarlo della nostra lealtà e del nostro amore verso di lui.
Volevamo quindi lanciare un appello alla responsabilità per quanti lavorano nei mass media perché dicano e scrivano la verità, cioè informino la gente in modo obiettivo riguardo al messaggio del Santo Padre e al vero senso delle sue parole”.

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PAPA A PRAGA: DOPO COMUNISMO CATTOLICI SONO DETERMINANTI

Salvatore Izzo

(AGI) - Praga, 26 set.

''Sono normalmente le minoranze creative che determinano il futuro''.
E dunque, spiega Benedetto XVI, in un paese secolarizzato qual e' la Repubblica Ceca i cattolici debbono comprendersi ''come minoranza creativa che ha una eredita' di valori che non sono una cosa del passato ma sono una realta' molto viva e attuale e si devono attualizzare, rendere presente nel dibattito pubblico, nella nostra lotta per un concetto vero di liberta' e di pace''.
Secondo il Papa, ''cosi' si puo' contribuire in diversi settori''.
''Il primo -
sottolinea ai giornalisti che lo accompagnano a Praga - direi che e' proprio il dialogo intellettuale tra agnostici e credenti.
Ambedue hanno bisogno dell'altro: l'agnostico non puo' esser mai contento di non sapere ma deve essere in ricerca della grande verita' della fede; il cattolico non puo' essere contento di avere la fede ma deve essere in ricerca di Dio ancora di piu' e nel dialogo con gli altri reimparare Dio in modo ancora piu' profondo''.
Rispondendo in aereo ai vaticanisti, Papa Ratzinger ricorda quindi che ''da secoli il territorio di questa Repubblica Ceca e' luogo di incontro di culture. Cominciamo nel IX secolo: da una parte, in Moravia, abbiamo la grande missione dei fratelli Cirillo e Metodio che da Bisanzio portano la cultura bizantina ma creano la cultura slava con i caratteri cirillici e con una liturgia in lingua slava; dall'altra parte, in Boemia, sono le diocesi confinanti che portano l'evangelo in lingua latina e nella connessione con la cultura romana-latina si incontrano cosi' le due culture''. ''Ogni incontro - osserva il Papa - difficile ma anche fecondo, si potrebbe facilmente mostrarlo con questo esempio: nel XIII secolo e' Carlo IV che crea qui a Praga la prima universita' nel centro Europa.
L'università di per se' e' un luogo di incontro di culture, in questo caso diventa inoltre luogo di incontro tra cultura slava e germanofona. Come nel secolo e nei tempi della Riforma, proprio in questo terreno gli incontri e scontri diventano decisi e forti, lo sappiamo tutti''.
Poi, ''nel secolo scorso la Repubblica Ceca ha sofferto di una dittatura comunista particolarmente rigorosa, ma anche di una resistenza sia cattolica sia laica di grandissimo livello: penso - esemplifica Ratzinger - a Vaclav Havel, a personalita' come il cardinale Tomaseck, che chiaramente hanno dato all'Europa un messaggio di che cosa e' la liberta' e come dovviano vivere e impegnarci per la liberta'. Da questo incontro i culture attraverso i secoli e da questa ultima fase di riflessione, non solo di sofferenza, per un concetto nuovo di liberta' e di societa' libera escono tanti messaggi importanti per noi che possono e devono essere fecondi per la costruzione dell'Europa. Dobbiamo essere molto attenti proprio al messaggio di questo Paese''.
Per il Pontefice, le nazioni dell'ex blocco comunista, ''hanno sofferto particolarmente sotto la dittatura, ma nella sofferenza sono anche maturati i concetti di liberta' che sono attuali adesso e devono essere ancora di piu' elaborati e realizzati''. In proposito, il Papa teologo cita Vaclav Havel che dice: ''la dittatura e' basata sulla menzogna, e se la menzogna fosse superata, se nessuno mentira' piu', se viene in luce la verita' c'e' anche la liberta''' e rileva ''questo nesso tra liberta' e verita'''. Una liberta', spiega, che ''non e' libertinismo, arbitrarieta', ma e' connessa, e' condizionata dai grandi valori dell'amore e della solidarieta' e in generale del bene''.
''Questi concetti, queste idee maturate nel tempo della dittatura, non devono - scandisce - essere perse adesso ma ora dobbiamo proprio ritornare a questo e nella liberta' spesso un po' vuota e senza valori riconoscere che liberta' e valori , liberta' e bene, liberta' e verita' vanno insieme, altrimenti si distrugge anche la liberta'. Questo - confida - mi sembra il messaggio che viene da questi Paesi e che deve essere attualizzato in questo momento''.
Ma, aggiunge, se questo ''grande dialogo intellettuale, etico e umano'', rappresenta il primo livello, anche ''nel settore educativo la Chiesa ha molto da fare e da dare nell formazione. In Italia - rileva Ratzinger - parliamo del problema dell'emergenza educativa, un problema comune a tutto l'Occidente, qui la Chiesa deve di nuovo attualizzare, concretizzare, aprire per il futuro la sua grande eredita'''.
''Un terzo settore - elenca ancora il Papa - e' la Caritas: la Chiesa ha sempre avuto questo come un segno della sua identita', essere in aiuto dei poveri, essere organo della carita'. La Caritas nella Repubblica Ceca fa moltissimo per le diverse comunita', nelle situazioni di bisogno, e offre molto anche alla umanita' sofferente nei diversi continenti e da' cosi' un esempio della reponsabilita' per gli altri, della solidarieta' internazionale che e' condizione anche della pace''.

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26/09/2009 20:45

[ceco3.jpg] 

Papa a Praga/ Visita il presidente ceco Klaus al castello

Firma Libro d'oro e colloquio privato


Incontro di Benedetto XVI con il presidente della Repubblica ceca Vaclav Klaus nel palazzo presidenziale di Praga nel primo giorno di visita nell'ex Paese sovietico. Il Papa è accolto all'ingresso d'onore dal capo di Gabinetto del presidente e dal capo del corpo di guardia che lo scortano alla sala del Trono, al primo piano del complesso monumentale del castello, per apporre la sua firma sul Libro d'oro del palazzo. Nella sala, ad accogliere Benedetto XVI ci sono il presidente Klaus e la moglie, prima dell'incontro privato nella sala Augsburg. Contemporaneamente, in un'altra sala del palazzo si svolge l'incontro del segretario di stato cardinale Tarciso Bertone e il primo ministro Jan Fisher. Al termine dell'incontro privato ha luogo lo scambio di doni nella sala degli Specchi e la foto con la famiglia del presidente. A seguire Benedetto XVI incontra nella sala spagnola le autorità politiche civili e il corpo diplomatico. Durante l'incontro si ferma nel salone presidenziale per il saluto al primo ministro e ai presidenti di Camera e Senato.

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La logica dell'incontro

Incontro è la parola chiave che Benedetto XVI ha scelto, sul volo verso Praga, per presentare il suo
viaggio nella Repubblica Ceca, il tredicesimo internazionale del pontificato, ai giornalisti che lo accompagnano in questo itinerario nel centro del continente europeo. Crocevia di culture e di persone è infatti la terra boema e morava, per la sua collocazione geografica ma ancor più per la sua storia, di scontri, certo, ma soprattutto di incontri. A iniziare dalla confluenza delle due tradizioni, orientale e occidentale, con cui respira la Chiesa, impiantata in questa regione da Cirillo e Metodio da un lato e dai missionari latini dall'altro.
Questa lunga storia di incontri e scontri - comune ad altri Paesi dell'Europa centrale e orientale - ha segnato anche la seconda metà del Novecento, fino alla resistenza all'asfissiante regime comunista che è stata vissuta nel Paese da cattolici e da laici insieme. Con sofferenze e maturazioni che hanno contribuito a modellare un concetto nuovo di libertà, fondata sulla verità tanto quanto la dittatura era basata sulla menzogna. Così ha detto il Papa rendendo esplicitamente omaggio a Václav Havel, lo scrittore che si oppose durante gli anni dell'oppressione, poi protagonista della pacifica "rivoluzione di velluto", di cui ricorre il ventesimo anniversario, e infine presidente.
La libertà ritrovata è ora un po' vuota e dunque a rischio, in un Paese fortemente secolarizzato e dove i cattolici sono soltanto una minoranza. Le minoranze creative però - ha continuato Benedetto XVI - costruiscono il futuro, vivendo valori che non sono del passato. Perciò essi vanno resi presenti nel dibattito pubblico tra agnostici e credenti, grazie al contributo che la Chiesa può offrire sul piano culturale, accompagnato dalla presenza nell'ambito educativo e dall'opera della carità.
Come è testimoniato dall'enciclica Caritas in veritate, la presenza cattolica nel contesto attuale ha aperto una discussione che secondo il Papa è incoraggiante. Le cose infatti non vanno lasciate come sono né si può pensare ad assetti economici e sociali che prescindano da principi etici. Questa è la grande sfida a cui guarda Benedetto XVI, con fiducia nella ragione quale principio comune e nella responsabilità che è più forte di ogni egoismo. In Europa e nel mondo.

g. m. v.

(©L'Osservatore Romano - 27 settembre 2009)
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26/09/2009 20:49

PAPA/REP.CECA: DOPO CADUTA MURO, GIOVANI CHIEDONO SIGNIFICATO LIBERTA'

A vent'anni dalla ''caduta dei regimi totalitari in Europa Centrale ed Orientale, e della 'Rivoluzione di Velluto' che ripristino' la democrazia'' nella Repubblica Ceca, ''oggi, specialmente fra i giovani, emerge di nuovo la domanda sulla natura della liberta' conquistata''. E' quanto rileva papa Benedetto XVI, nel discorso pronunciato nel Castello di Praga, alla presenza del presidente Vaclav Klaus, delle autorita' politiche e civili, del Corpo Diplomatico, del mondo accademico, della societa' civile, del mondo imprenditoriale e culturale del Paese. Il pontefice, nella sua riflessione, si e' soffermato sulla parabola dei Paesi dell'Europa Orientale nei due decenni seguiti alla caduta dei regimi filosovietici. La iniziale ''euforia'', ricorda, ''fu espressa in termini di liberta'''. ''A due decenni di distanza dai profondi cambiamenti politici che trasformarono questo continente - ha proseguito -, il processo di risanamento e ricostruzione continua, ora all'interno del piu' ampio contesto dell'unificazione europea e di un mondo sempre piu' globalizzato''. Nel corso di questi anni, ''le aspirazioni dei cittadini e le aspettative riposte nei governi reclamavano nuovi modelli nella vita pubblica e di solidarieta' tra nazioni e popoli, senza i quali il futuro di giustizia, di pace e di prosperita', a lungo atteso, sarebbe rimasto senza risposta. Tali desideri continuano ad evolversi''. ''Oggi - osserva il papa -, specialmente fra i giovani, emerge di nuovo la domanda sulla natura della liberta' conquistata. Per quale scopo si vive in liberta'? Quali sono i suoi autentici tratti distintivi?''. Come gia' altre volte in passato, il pontefice ha collegato la ''ricerca della verita''' alla ''ricerca della verita' - del vero bene''. E se da una parte, allo Stato e alla societa' spetta il ''dovere di rafforzare le 'strutture di liberta'', che e' ''fondamentale'', questo ''non e' mai sufficiente'': ''Le aspirazioni umane - osserva infatti papa Ratzinger - si elevano al di la' di se stessi, al di la' di cio' che qualsiasi autorita' politica od economica possa offrire''.

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26/09/2009 20:53

Papa a Praga/ 15 minuti di colloquio con Klaus, poi saluta Havel

Presidente gli regala cristallo Boemia e sgabello pianoforte


E' durato 15 minuti il colloquio privato fra il Papa e il presidente della Repubblica ceca Vaclav Klaus, nella sala Augsburg del palazzo presidenziale di Praga. Presente anche la moglie Livia Klausova. Successivamente il capo di Stato ha presentato la figlia con due bambini. Klaus ha regalato al Pontefice una coppa in cristallo della Boemia con due candelieri di cristallo e uno sgabello per pianoforte. Prima dell'incontro con le autorità e con il corpo diplomatico Benedetto XVI ha salutato il premier, i presidenti di Camera e Senato, e l'ex dissidente, autore della rivoluzione di velluto, Vaclav Havel.
ha riferito ai giornalisti padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa della Santa Sede - hanno parlato in inglese e in privato.
Il cardinale Bertone e il premier Fisher hanno conversato per circa 15 minuti toccando i problemi dei rapporti bilaterali e di come fare per portare avanti i rapporti; i temi della solidarietà internazionale verso i paesi poveri con l'aiuto della chiesa cattolica e alcuni temi dell'Europa.

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Papa a Praga/ Ex dissidente Havel a incontro palazzo presidente

Con la moglie partecipa a saluto Pontefice con autorità

C'è anche l'ex dissidente e autore della rivoluzione di velluto che ha portato al crollo del comunismo Vaclav Havel all'incontro del Papa con il corpo diplomatico e le autorità civili e politiche al palazzo presidenziale di Praga. Havel, in elegante completo nero, è accompagnato dalla moglie e siede nella prima fila della sala spagnola del palazzo.

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26/09/2009 20:58

Benedetto XVI tre giorni nella "rossa" Repubblica Ceca cita la Rivoluzione di velluto

"Dittatura basata sulla menzogna. La caduta del Muro spartiacque nella storia"

Praga, il Papa: "No a false ideologie
Accogliere tutti. Sì all'economia responsabile"


Duro monito contro i regimi portatori di "oppressione e ingiustizia". "L'Europa ha bisogno di radici cristiane"
E un appello globale per il dopo crisi alla ricerca di politiche economiche etiche


PRAGA - Chiede "un'economia responsabile" e "un'accoglienza degli immigrati senza limiti" Benedetto XVI a Praga per una visita pastorale di tre giorni nella "rossa" Repubblica Ceca. Decollato da Ciampino dopo un breve incontro con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il Pontefice ribadisce l'appello ad un mercato etico contenuto nella recente enciclica Caritas in veritate: "Dopo la crisi economica internazionale occorrerà trovare nuovi modelli di una economia responsabile. Integrare l'etica nella costruzione dell'economia, è la grande sfida di questa umanità".

Immigrazione: "Ogni essere umano va accolto". Rivolto poi ai governi che adottano politiche restrittive sull'immigrazione, il Papa pronuncia un duro monito. Confermando una linea spesso ribadita dai cardinali, Benedetto XVI sostiene che "ogni essere umano, senza distinzione di razza e cultura - dice Ratzinger - è nostrofratello e come tale da accogliere e rispettare".

Havel eroe della Rivoluzione di velluto. Prima di incontrare il presidente Vaclav Klaus e i rappresentanti della Chiesa cattolica che lo attendevano all'aeroporto di Praga, Benedetto XVI ha citato per ben due volte Vaclav Havel, l'ex presidente della Repubblica Ceca che ha lottato contro il comunismo, eroe della Rivoluzione di velluto: "Ha dato all'Europa un messaggio di cosa è libertà", ha detto Papa Ratzinger. "Come ha detto Havel - ha proseguito il Pontefice - la dittatura è basata sulla menzogna. Se nessuno mentisse più, verrebbe alla luce la verità e ci sarebbe la libertà".

Accolto da una folla di fedeli. Il Papa cita il motto iscritto sulla bandiera presidenziale che sventola sul Castello di Praga: "E' scritto Pravda Vitezi, la verità vince. E' il mio auspicio al popolo ceco". Accolto da una piccola folla di fedeli nella piazza della Chiesa di Santa Maria della Vittoria dove è conservato "Il bambino Gesù di Praga", Papa Ratzinger ha sorriso ad una giovane coppia in abito tradizionale che gli ha offerto il pane, il sale e un vaso con la terra del Paese, simboli del lavoro e della gente della Repubblica Ceca.

"La caduta del Muro spartiacque nella storia". Nell'intervento di saluto, il Pontefice ha detto che "la caduta del muro di Berlino e dei regimi comunisti dell'Europa Orientale hanno segnato uno spartiacque nella storia mondiale'' e tuttavia ''non si deve sottovalutare il costo di quarant'anni di repressione politica'', con ''il tentativo spietato da parte del Governo di quel tempo di mettere a tacere la voce della Chiesa".

"Famiglia, fondamentale bene comune". Il Pontefice rivolge infine il suo pensiero alla famiglia. Se ieri, parlando ai vescovi brasiliani, Benedetto XVI aveva sottolineato che le famiglia allargate disorientano i figli, oggi invoca perle coppie e i loro figli "il dono dell'unità e della concordia. Pensiamo specialmente a quelle giovani, che debbono fare tanti sforzi per dare ai figli sicurezza e un avvenire dignitoso".

"Ideologie di oppressione". Benedetto XVI ha poi lanciato un duro monito contro tutte le "false ideologie dell'oppressione e dell'ingiustizia". Davanti alle autorità politiche, civili e al corpo diplomatico riunito nella sala spagnola del palazzo presidenziale a Praga, ricorda il comunismo e i regimi che hanno dominato l'Europa dell'est. "La storia ha ampiamente dimostrato - ha detto il papa - che la verità può essere tradita e manipolata a servizio di false ideologie, dell'oppressione e dell'ingiustizia. Alla fine, cosa è più disumano e distruttivo del cinismo che vorrebbe negare la grandezza della nostra ricerca per la verità e del relativismo che corrode i valori stessi che sostengono la costruzione di un mondo unito e fraterno? Noi - ha concluso il papa - dobbiamo riacquistare fiducia nella nobilità e grandezza dello spirito umano per la sua capacità di raggiungere la verità".

"Radici cristiane per l'Europa". La Repubblica Ceca, che oggi è parte integrante dell'Unione Europea, "ha conosciuto capitoli dolorosi e porta le cicatrici dei tragici avvenimenti causati dall'incomprensione, dalla guerra e dalla persecuzione". Ma questa storia sofferta può rappresentare oggi un'opportunità per l'intera Ue. Infatti, ha rilevato Papa Ratzinger nell'incontro con le autorità politiche e civili nel Castello di Praga, "è anche vero che le sue radici cristiane hanno favorito la crescita di un considerevole spirito di perdono, di riconciliazione e di collaborazione, che ha reso la gente di queste terre capace di ritrovare la libertà e di inaugurare una nuova era, una nuova sintesi, una rinnovata speranza. Non è proprio di questo spirito - chiede il Pontefice - che ha bisogno l'Europa di oggi?". Un'Europa, ha spiegato, che "è più che un continente: è una casa" e dove "la libertà trova il suo significato più profondo proprio nell'essere una patria spirituale".

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26/09/2009 20:59


Papa a Praga: Società reca ancora ferite dell'ideologia atea

C'è una pericolosa crisi di valori umani e religiosi

"La società reca ancora le ferite causate dall'ideologia atea e vi è spesso affascinata dalla moderna mentalità del consumismo edonista, con una pericolosa crisi di valori umani e religiosi e la deriva di un dilagante relativismo etico e culturale": è il
monito lanciato da Benedetto XVI da Praga, nell'incontro in cattedrale con i religiosi sacerdoti per la celebrazione dei vespri. "In questo contesto - ha aggiunto Benedetto XVI - si rende urgente un rinnovato impegno da parte di tutte le componenti ecclesiali per rafforzare i valori spirituali e morali nella vita della società odierna". Ratzinger ha ricordato il "lungo inverno della dittatura comunista" e quando 20 anni fa "le vostre comunità cristiane hanno ripreso ad esprimersi liberamente quando il vostro popolo ha riacquistato la libertà". "La Chiesa - ha ammonito il Papa - non domanda privilegi ma solo di poter operare liberamente al servizio di tutti e con spirito evangelico".

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26/09/2009 21:00

PAPA A PRAGA: FEDE AIUTI GUARIGIONE FERITE COMUNISMO

(AGI) - Praga, 26 set.

(dall'inviato Salvatore Izzo)

In un paese secolarizzato qual e' la Repubblica Ceca i cattolici debbono comprendersi "come minoranza creativa che ha una eredita' di valori che non sono una cosa del passato ma sono una realta' molto viva e attuale e si devono attualizzare, rendere presente nel dibattito pubblico, nella nostra lotta per un concetto vero di liberta' e di pace".
E' questo il
messaggio che Benedetto XVI ha voluto portare a Praga, come ha chiarito conversando con i giornalisti sull'aereo sul quale viaggiava.
Ma c'e' anche un messaggio che viene da questa terra di "incontro tra culture diverse attraverso i secoli" e che il Pontefice spiega citando Vaclav Havel, lo scrittore dissidente e primo presidente dopo la caduta del comunismo, che ha poi incontrato in serata al Castello di Praga, per il quale "la dittatura e' basata sulla menzogna", ma "se nessuno mentira' piu', allora con la verita' verra' alla luce anche la liberta'".
"Questi concetti, queste idee maturate nel tempo della dittatura, non devono - si e' raccomandato il Pontefice - essere perse adesso: ora dobbiamo proprio ritornare a questo e nella liberta' spesso un po' vuota e senza valori riconoscere che liberta' e valori, liberta' e bene, liberta' e verita' vanno insieme, altrimenti si distrugge anche la liberta'".
"Senza Dio l'uomo non sa dove andare e non riesce nemmeno a comprendere chi egli sia", ha poi
ripetuto
il Papa al suo arrivo all'aeroporto internazionale "Stara' Ruzyne'", dove gli hanno offerto pane e sale, secondo un'antica tradizione.
"Ora che e' stata recuperata la liberta' religiosa, faccio appello a tutti i cittadini della Repubblica, perche' - ha scandito in risposta alle parole di benvenuto del presidente Vaclav Klaus - riscoprano le tradizioni cristiane che hanno plasmato la loro cultura ed esorto la comunita' cristiana a continuare a far sentire la propria voce mentre la nazione deve affrontare le sfide del nuovo millennio".
"La societa' - ha rilevato nel pomeriggio
nell'omelia
pronunciata in Cattedrale alla celebrazione dei vespri - reca ancora le ferite causate dall'ideologia atea ed e'spesso affascinata dalla moderna mentalita' del consumismo edonista, con una pericolosa crisi di valori umani e religiosi e la deriva di un dilagante relativismo etico e culturale.
In questo contesto - ha spiegato - si rende urgente un rinnovato impegno da parte di tutte le componenti ecclesiali per rafforzare i valori spirituali e morali nella vita della societa' odierna".
Per il Papa, la storia sofferta della Repubblica Ceca puo' rappresentare oggi un'opportunita' per l'intera Unione Europea,
come ha rilevato
nell'incontro con le autorita' politiche e civili nel Castello di Praga, sottolinenando che nel passato "le sue radici cristiane hanno favorito la crescita di un considerevole spirito di perdono, di riconciliazione e di collaborazione, che ha reso la gente di queste terre capace di ritrovare la liberta' e di inaugurare una nuova era, una nuova sintesi, una rinnovata speranza". Ed e'proprio di questo spirito che "ha bisogno l'Europa di oggi", che "e' piu' che un continente: e' una casa", dove "la liberta' trova il suo significato piu' profondo proprio nell'essere una patria spirituale".
Nella sua prima giornata a Praga, Benedetto XVI ha tenuto anche a ribadire l'esigenza di un "pieno rispetto della distinzione tra la sfera politica e quella religiosa".
"Una distinzione - ha chiarito - che garantisce la liberta' dei cittadini di esprimere il proprio credo religioso e di vivere in sintonia con esso". "La Chiesa non domanda privilegi, ma solo di poter operare liberamente al servizio di tutti e con spirito evangelico", ha dichiarato il Pontefice con un accenno chiaro alle polemiche che hanno preceduto questo viaggio e alle difficolta' di pervenire a un accordo Stato-Chiesa dopo le persecuzioni durate 40 anni.
Difficolta' che il segretario di Stato Tarcisio Bertone ha potuto constatare di persona nel colloquio con il premier Jan Fisher. E se il Concordato appare ancra un obiettivo irraggiungibile (il Parlamento lo ha respinto nel 2003 e oggi Fisher ha dichiarato che in tempi di crisi economica le priorita' sono altre) il Pontefice "auspica di cuore una sempre crescente intesa della Chiesa con le altre istituzioni sia pubbliche che private". Nel suo discorso, il Papa ha lodato l'impegno della chiesa locale su molti fronti, in particolare nell'ambito caritativo con le Caritas.
"La vostra attivita' pastorale - ha raccomandato - abbracci con particolare zelo il campo dell'educazione delle nuove generazioni. Le scuole cattoliche promuovano il rispetto dell'uomo; si dedichi attenzione alla pastorale giovanile anche fuori dell'ambito scolastico, senza trascurare le altre categorie di fedeli".
Nella centralissima chiesa di Santa Maria della Vittoria, davanti alla quale era stato accolto con grande entusiasmo da una discreta folla, il Papa ha lodato l'impegno della Chiesa Ceca nel sociale, attraverso la Caritas.
E
ha denunciato
le difficili condizioni dell'infanzia nella Repubblica Ceca.
"Quanti bambini non sono amati, ne' accolti, ne' rispettati. Quanti sono vittime della violenza e di ogni forma di sfruttamento da parte di persone senza scrupoli", ha lamentato davanti alla celebre statua del Bambino Gesu' di Praga, conservata in una teca di cristallo sull'altare, quando ha anche chiesto che "possano essere riservati ai minori quel rispetto e quell'attenzione loro dovuti".
"I bambini - ha osservato - sono il futuro e la speranza dell'umanita'". "Ogni essere umano - ha affermato ancora il Pontefice - e' figlio di Dio e quindi nostro fratello e, come tale, da accogliere e rispettare. Possa la nostra societa' comprendere questa realta". Un'attenzione alla verita' universale che, ha ripetuto in serata, "non dovrebbe mai venire eclissata da interessi particolaristici, per quanto importanti essi possano essere, perche' cio' condurrebbe unicamente a nuovi casi di frammentazione sociale o di discriminazione, che proprio quei gruppi di interesse o di pressione dichiarano di voler superare". Ed infatti "la ricerca della verita', lungi dal minacciare la tolleranza delle differenze o il pluralismo culturale, rende il consenso possibile e permette al dibattito pubblico di mantenersi logico, onesto e responsabile, assicurando quell'unita' che le vaghe nozioni di integrazione semplicemente non sono in grado di realizzare". Da parte loro, ha assicurato il Pontefice, "i membri della comunita' cattolica, assieme a quelli di altre Chiese, comunita' ecclesiali e religioni, continueranno a perseguire, in questa nazione e altrove, obiettivi di sviluppo che possiedano un valore piu' umano ed umanizzante".

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26/09/2009 21:12

La forza dell'amore di Cristo

dal nostro inviato Mario Ponzi

Láska Kristova je nasí silou: "L'amore di Cristo è la nostra forza". A Praga è scritto un po' ovunque lo slogan scelto per la
visita di Benedetto XVI alla Repubblica Ceca. Campeggia anche sull'enorme striscione disteso sulla terrazza dell'aeroporto internazionale "Stará Ruzyne" dove il Papa è giunto nella mattinata di sabato 26 settembre. Ed è la prima cosa che Benedetto XVI deve aver notato scendendo dalla scaletta dell'aereo: uno slogan che i vescovi cechi hanno a lungo meditato e poi scelto con il Pontefice, per esprimere e racchiudere il senso che dovranno avere queste giornate. Da esse i popoli boemo e moravo dovranno attingere a piene mani per riscoprire che il loro essere cristiani non è una "particolarità insignificante" - come spesso si sente dire da queste parti - ma rappresenta ciò che li ha sorretti nei momenti più difficili.

Ci sono tutte le autorità della nazione all'aeroporto. La visita era attesa da tempo: almeno da tre o quattro anni. Più volte, vescovi e autorità governative avevano manifestato la volontà di ricevere il Papa. Si è aspettata l'occasione giusta. E oggi si realizza per celebrare anniversari legati alla testimonianza di santi e martiri di questi popoli e della loro Chiesa, passati attraverso la persecuzione. Ma ne sono usciti con fierezza.
Il viaggio tra l'altro si compie nel periodo in cui l'Europa centrale e orientale celebra i vent'anni dalla caduta della "cortina di ferro". Il Papa è qui, nel cuore dell'Europa, e ricorda quegli eventi. Parla ai cechi ma - come aveva lasciato capire già domenica scorsa quando, durante l'Angelus a Castel Gandolfo, aveva chiesto ai fedeli di pregare per questa sua nuova fatica - il pensiero è rivolto a tutta l'Europa. Non è qui a celebrare la caduta del comunismo. È venuto a parlare dell'amore di Cristo, di perdono, di riconciliazione.

La cerimonia di accoglienza si è svolta secondo i canoni consueti: il nunzio, arcivescovo Diego Causero, sale sull'aereo papale per il primo benvenuto e poi accompagna Benedetto XVI mentre scende la scaletta. Ai bordi del tappeto rosso il saluto del presidente della Repubblica Václav Klaus e della consorte. Poi l'omaggio di tre giovani in vestiti tradizionali, che secondo l'uso boemo gli hanno offerto pane e sale e un vasetto contenente terra. Il Papa li ringrazia e dice loro di conoscere bene il significato del pane e del sale tra le immagini del Nuovo Testamento. "Ciò mi ricorda - dirà poi nel discorso - quanto profondamente la cultura ceca sia permeata dal cristianesimo".

Quindi la sfilata delle autorità ecclesiali, civili e militari, a cominciare dal cardinale Miloslav Vlk, arcivescovo di Praga, seguito dal presidente della Conferenza episcopale, arcivescovo Jan Graubner, dall'ausiliare di Praga, vescovo Václav Malý; e poi via via da tutti gli altri presuli presenti. Alcuni sono anziani, hanno le guance solcate da lunghe sofferenze fisiche; l'andatura è pesante. Ma gli sguardi sono penetranti, intensi. Sono gli uomini che non hanno ceduto. Gli altri sono giovani, sembrano pieni di entusiasmo, ma in realtà hanno il cuore pesante. Sulle loro spalle gravano incognite inquietanti: negli ultimi vent'anni i cattolici sono sensibilmente diminuiti e il fenomeno sembra non arrestarsi. Passata la grande paura, il pensiero di Dio sembra essere divenuto marginale. La popolazione obbedisce a un marcato e provinciale conformismo: l'atteggiamento adulto, critico, moderno sembra essere ormai quello del cinismo su tutti i valori.

Il presidente parla al Papa con cortesia. Nei rapporti tra Stato e Chiesa ci sono tante cose irrisolte e nella società civile si vanno affermando falsi preconcetti a proposito della richiesta della restituzione dei beni ingiustamente confiscati dal passato regime. Il cardinale Vlk non ne ha fatto mai mistero e continua a battersi per vedere riconosciuti i diritti della Chiesa.

Tuttavia Benedetto XVI preferisce non farne cenno nel suo discorso pubblico. Vedrà il presidente più tardi, in separata sede. Quindi parla della cultura europea profondamente plasmata dall'eredità cristiana, soprattutto nelle terre ceche, grazie all'azione missionaria dei Santi Cirillo e Metodio. Nella sua storia - ha spiegato - questo territorio posto nel cuore del continente europeo, al crocevia tra nord e sud, est e ovest, è stato un punto incontro di popoli, tradizioni e culture diverse. Non si può negare che ciò abbia talora causato frizioni; tuttavia, nel tempo, ciò si è rivelato essere un incontro fruttuoso. Da qui il significativo ruolo che le terre ceche hanno giocato nella storia intellettuale, culturale e religiosa d'Europa, talora come un campo di battaglia, più spesso come un ponte. Quindi ricorda il prossimo anniversario della "Rivoluzione di Velluto", che "felicemente pose fine in modo pacifico ad un'epoca particolarmente dura per questo Paese". Rende grazie per la liberazione da quei regimi oppressivi. "Il crollo del muro di Berlino - ha aggiunto - ha segnato uno spartiacque nella storia mondiale".

Poi sale in macchina e si dirige verso la chiesa di Santa Maria della Vittoria, per una prima sosta di preghiera in uno dei santuari più cari alla popolazione ceca. Si percorrono circa tredici chilometri: per le strade non ci sono folle oceaniche, o più semplicemente si registra un contenuto entusiasmo delle persone che si fermano per vedere il corteo papale. Si intuisce la compassata compostezza mitteleuropea di questa città che, dall'anonimato della periferia passa allo splendore di un gioiello urbanistico di rara fattezza. Stranamente però alla chiesa di Santa Maria della Vittoria si accede attraverso un vicolo stretto. La chiesa stessa dal di fuori non lascia intuire la maestosità dell'interno.

Benedetto XVI riceve sul sagrato l'omaggio del sindaco di Praga e degli altri ventidue sindaci dei distretti amministrativi cittadini. Poi entra nella chiesa. Lo accoglie un folto gruppo di famiglie: ce ne sono di giovani, con i bambini in braccio, e di meno giovani, nonni per la maggior parte. Il Papa sfiora decine di mani mentre passa nei pressi per raggiungere la cappella dove è custodito uno dei simboli più importanti della religiosità popolare ceca. Si tratta di una statuina del Bambino Gesù, alta appena 47 centimetri, fatta di cera. È fragilissima dicono, al punto che possono maneggiarla solo delle espertissime suore, incaricate tra l'altro del rito del cambio dei vestiti: un centinaio di abitini, uno dei quali si dice sia stato personalmente tessuto dall'imperatrice Maria Teresa d'Austria. Si rivolge alle famiglie e indica loro la via per uscire dalla situazione che colpisce in modo particolare proprio i bambini, soprattutto quelli che "non sono amati, né accolti, né rispettati" o quanti "sono vittime della violenza e di ogni forma di sfruttamento da parte di persone senza scrupoli. I bambini sono il futuro e la speranza dell'umanità". Qui invece spesso i genitori abdicano dal proporre un'educazione all'impegno e alla temperanza. Con limitate eccezioni sono disorientati e privi di autorità morale nei confronti dei figli. In questa situazione la famiglia si allontana dal progetto di un amore adulto e stabile e il divorzio - esito ormai della metà dei matrimoni - è banalizzato.
Quello con le famiglie è stato l'ultimo appuntamento della mattinata. Oggi pomeriggio il Pontefice è atteso al Castello per l'incontro con il Presidente e il Corpo Diplomatico. Poi in serata i vespri con le diverse componenti della comunità ecclesiale.

(©L'Osservatore Romano - 27 settembre 2009)
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All'inizio del viaggio nella Repubblica Ceca Benedetto XVI ribadisce la necessità di riportare al centro del dibattito l'etica e la responsabilità

Un'alternativa all'economia del solo profitto


dal nostro inviato Mario Ponzi

Nel consueto incontro con i giornalisti a bordo dell'aereo in volo verso Praga, sabato mattina, 26 settembre, Benedetto XVI ha praticamente anticipato i contenuti della sua visita nella Repubblica Ceca:  le radici cristiane dell'Europa, il ruolo costruttivo della Chiesa nel progetto di una casa comune dei popoli, l'incisività della Caritas in veritate nella ricerca dell'etica nell'economia, la necessità del dialogo con che si dichiara non credente. Ha pure ricordato il suo infortunio estivo al polso e fatto il punto sulla stesura della seconda parte del libro dedicato a Gesù di Nazaret.

Padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, gli ha posto cinque domande scelte tra quelle suggerite dai giornalisti. Il Pontefice ha spiegato anzitutto che questa visita può considerarsi significativa per tutto il continente in vista della costruzione di un'autentica unità politica e spirituale. Una fase di crescita - ha rilevato - oggi coinvolge proprio i popoli dell'Europa orientale, i quali sono chiamati ad assumere il posto che spetta loro nel consesso delle nazioni in qualità di attori sovrani.

Non si deve tuttavia sottovalutare il costo di quarant'anni di repressione politica. Il Papa ha ricordato i numerosi sacerdoti, religiosi e laici, uomini e donne, che hanno mantenuto viva la fiamma della fede in questo Paese. Questi testimoni - ha detto - ci hanno insegnato il grande valore della libertà, ma ci hanno anche insegnato come viverla. Quando un Paese soffre - ha proseguito - certamente matura anche il concetto di libertà in contrapposizione al concetto di dittatura:  la prima fondata sulla verità e la seconda sulla menzogna. Da qui un insegnamento sempre attuale:  libertà e verità non possono essere mai separate, perché la libertà senza verità viene distrutta. Dunque, bisogna ancora lavorare molto per costruire la vera libertà, o meglio la libertà che abbia uno stretto nesso con la verità. I Paesi dell'est europeo che hanno sperimentato la dittatura "fondata sulla menzogna" hanno dimostrato la forza della fede, che aiuta a resistere e a riconquistare i valori perduti. Giusto dunque rendere onore ai popoli che hanno testimoniato questa forza. Giusto anche additarli all'Europa perché torni a cercare nelle sue radici cristiane quella libertà fondata sulla verità che non ha nulla a che fare "con il libertinaggio".

In questo senso la Chiesa può fare molto, anche se è in una condizione minoritaria. Perché essa - ha puntualizzato - "è una minoranza creativa e ha tanti valori da trasmettere". E può farlo anche "dialogando con gli agnostici". Chi si dichiara non credente, ha spiegato, "non può essere soddisfatto se non conosce tutto quanto gli si mostra davanti, così come il cristiano non può mai accontentarsi di ciò che conosce".

Per quanto riguarda poi il contributo fattivo che la Chiesa può dare, il Papa ha indicato in particolare due aspetti:  la formazione, in risposta a quell'"emergenza educativa" che coinvolge tutto il mondo, e la carità come contributo al bene comune dell'umanità. A proposito di quest'ultima, il Papa si è detto molto soddisfatto che la sua enciclica Caritas in veritate abbia suscitato nel mondo un dibattito serrato. Bisogna trovare un'alternativa a un'economia che guarda solo al profitto, ha affermato. E in questo senso è necessario riportare l'etica al centro dell'economia. Questa è la grande sfida del momento di crisi. "Spero - si è augurato - di aver inciso in questo dibattito, soprattutto spero che il dibattito prosegua". Anche perché, ha riconosciuto, è necessario consolidare la convinzione che la responsabilità verso gli altri deve considerarsi ben più importante del desiderio di profitto.

Il Papa ha poi rassicurato i giornalisti sulle sue condizioni di salute dopo l'incidente occorsogli durante le vacanze estive in Valle d'Aosta. La riabilitazione del polso va avanti. "Come vedete - ha scherzato mostrando il braccio - posso fare almeno le cose essenziali, posso mangiare, posso scrivere" E ha confessato che la privazione più difficile da sopportare nel periodo dell'infortunio è stata proprio quella di non poter scrivere. A proposito del lavoro sulla seconda parte del libro dedicato a Gesù di Nazaret, Benedetto XVI ha detto di essere a buon punto. Se tutto va bene - si è augurato - il volume sarà  completato  la  prossima  primavera.

All'aeroporto di Praga, nel suo primo discorso il Pontefice ha reso omaggio alla cultura ceca, "profondamente permeata dal cristianesimo", e ha chiesto alla popolazione di riscoprire "le tradizioni cristiane" che hanno segnato la storia del Paese. "La verità del Vangelo - ha affermato - è indispensabile per una società prospera, poiché apre alla speranza e ci rende capaci di scoprire la nostra inalienabile dignità di figli di Dio". La mattinata si è conclusa nella chiesa di Santa Maria della Vittoria, dove il Papa ha lanciato un appello all'accoglienza e al rispetto di ogni uomo:  la persona - ha detto - deve essere "valorizzata non per quello che ha, ma per quello che è". Da Benedetto XVI un pensiero soprattutto ai piccoli vittime della violenza e dello sfruttamento. "I bambini - ha ricordato - sono il futuro e la speranza dell'umanità".


(©L'Osservatore Romano - 27 settembre 2009)
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Il caso Il premier fa scalo a Ciampino per salutare Benedetto XVI in partenza per Praga. Tra i due breve colloquio sul G20 e Obama

Berlusconi vede il Papa


E ora si smonta anche l'ultima bufala della sinistra

Dopo settimane in cui l'opposizione ha denunciato l'assenza di rapporto tra esecutivo e Oltretevere, l'incontro di ieri a Ciampino tra il premier e il Papa ha dimostrato l'esatto contrario. È il primo faccia a faccia dopo il caso Boffo, la prima volta che il presidente del Consiglio e il Pontefice hanno modo di vedersi e parlare dopo gli attriti creati dalla vicenda sul direttore di Avvenire. Un faccia a faccia a quanto sembra per nulla casuale, anzi. Berlusconi, di ritorno da Pittsburgh, venerdì sera ha deciso di virare su Roma, per poi ripartire subito dopo per Milano. Il motivo? Incontrare proprio il Santo Padre, in partenza a sua volta dall'aeroporto romano alla volta di Praga. Del resto, è usanza che quando il Pontefice parte per una missione all'estero, a rendergli omaggio ci sia sempre un esponente del governo italiano. Così, dopo svariati contatti del giorno prima tra Santa Sede e Palazzo Chigi, alla fine a rendere omaggio al Papa è stato proprio Berlusconi. Si è trattato di un colloquio brevissimo (circa due minuti, hanno riferito fonti vaticane), ma fortemente voluto e cercato sin dai tempi del G8 dell'Aquila. Più lungo invece l'incontro con il segretario di Stato Vaticano, cardinale Tarcisio Bertone, al quale, tra le altre cose, il premier ha riferito degli esiti del G20 di Pittsburgh. Negli ultimi mesi l'elenco delle critiche mosse al governo e poi smentite dai fatti è andato via via crescendo. Sotto G8, l'accusa dell'opposizione era tutta sullo spostamento del vertice internazionale dalla Maddalena all'Aquila. «Inopportuno, vista la situazione dei terremotati», dicevano. E poi il successo è stato sotto gli occhi di tutti. Altro punto: alla vigilia della visita di Berlusconi alla Casa Bianca, parlavano di rapporti difficili tra i due. La smentita è stata davanti le telecamere di tutto il mondo con il presidente statunitense che abbracciandolo chiama il premier «mio amico». Per non parlare di Michelle e delle paginate di giornali dedicate negli ultimi giorni all'«indifferenza» con cui la first lady avrebbe trattato il Cavaliere durante il G20. Idem come sopra. A Pittsburgh tra i due c'è stato uno scambio di reciproci complimenti e saluti affettuosi. E si arriva all'ultimo tassello, quello di ieri a Ciampino. Berlusconi ha atteso oltre mezz'ora, nella saletta "vip" dell'aeroporto l'arrivo del Papa. Quindi il breve colloquio con Benedetto XVI, giusto il tempo di accompagnarlo dall'entrata dell'aerostazione alla scaletta dell'aereo. Alle loro spalle il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta. Da Oltretevere è partito immediatamente il tradizionale comunicato diffuso dalla sala stampa ad ogni viaggio apostolico, precisando questa volta che il Papa «prima della partenza, si è intrattenuto brevemente con il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che lo ha poi accompagnato alla scaletta dell'aereo». A sentire le opinioni di chi ha assistito all'incontro il clima è stato quello rimarcato da Letta venti giorni fa a Viterbo dopo un colloquio con il Papa. «I rapporti sono saldi - disse il sottosegretario - il clima è sereno». Pochi giorni prima, lo stesso Berlusconi aveva detto che non c'era «nessuna distanza» tra governo e Vaticano, ma anzi «un dialogo quotidiano come sempre». Oggi pomeriggio il presidente Berlusconi è atteso alla festa della libertà: sarà proprio lui a chiudere la kermesse del Pdl. La domanda è: replicherà a Fini e alle sue posizioni sull'immigrazione?

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La freddezza tra Papa Ratzinger e Silvio Berlusconi è il solito polverone alzato dalla sinistra

«Non è immaginabile che i rapporti siano logori ed è ancor meno prevedibile che ciò avvenga quando il governo è guidato da un cattolico a tutto tondo come il Cavaliere». Così Gianfranco Rotondi, ministro per l'attuazione del programna sgombra il campo dalle illazioni della sinistra sulla spaccatura tra il governo e il Vaticano confutata, ieri, dall'incontro all'aeroporto di Ciampino tra Benedetto XVI e il premier Berlusconi. Eppure qualche tensione nei mesi scorsi si percepiva? Chiariamo subito un aspetto. L'Italia e il Vaticano sono due stati i cui rapporti sono regolati da un Concordato. Non c'è nulla da aggiungere. La seconda parte della questione è quella della posizione del voto cattolico nei confronti del governo. Sono questioni diverse. Ma collegate... No. Sono distinte. E spiego subito perché. La Democrazia Cristiana non conquistava un voto con l'impegno diretto della Chiesa. Solo nel 1948 ci fu una mobilitazione del Vaticano per il voto cattolico poi più niente. Vero è, invece, che la Dc conquistava la Chiesa con una proposta politica come ha fatto il Pdl. Tutto tranquillo dunque con l'altra sponda del Tevere? I rapporti tra Vaticano e stati sono gli stessi di sempre. Quelli tra il cittadino e cattolico Berlusconi con il Santo Padre vanno separati dalla precedente questione. Come sono? Sono quelli di un cattolico pronto a battersi il petto per sperare nella salvezza. Che Berlusconi sia un cattolico che va a messa e abbia un confessore è verità conosciuta. È stato attaccato duramente dall'opposizione per i suoi comportamenti. Chi attacca Berlusconi dicendo che gli piacciono le donne, come il partito di Repubblica, fa un peccato: quello della presunzione intellettuale e morale. C'è una certa incapacità laicista di capire che tutti siamo peccatori. L'importante è riconoscerlo e continuare sulla via della salvezza. Come si conquista il voto cattolico allora? Il voto cattolico va ai governi che fanno leggi ispirate ai principi cristiani. E dunque? Se non facciamo il quoziente familiare. Se non valorizziamo la famiglia come perno dell'azione politica allora questo sarà elemento di rottura. Quale strategia di governo vede dunque per il futuro? Con il coraggio di imboccare la via stretta del nostro programma. La nostra rivoluzione cristiana deve esse legata al quoziente familiare, all'avvio del buono scuola per la parità scolastica effettiva e alla ricerca di una soluzione per combattere le povertà nel mondo con l'abbattimento del debito dei paesi poveri L'incontro tra Berlusconi e Benedetto XVI è stato fugace. Ne servirà uno più istituzionale? Non ce n'è bisogno. I rapporti istituzionali sono eccellenti e i voti dei cattolici non li rappresenta il Papa.

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