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Il Papa riceve il nuovo ambasciatore degli Stati Uniti

Ultimo Aggiornamento: 02/10/2009 19:16
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Il Papa e Diaz. Perché B-XVI dall’ambasciatore statunitense in Vaticano vuole diplomazia e non teologia

di Paolo Rodari

ott 1, 2009 IL FOGLIO

C’è grande attesa nei Sacri Palazzi per la prima nelle mura leonine del nuovo ambasciatore degli Stati Uniti presso la Santa Sede, Miguel H. Diaz.
E’, infatti, domani che questi è chiamato a presentare le lettere credenziali davanti al Pontefice.
Un appuntamento atteso soprattutto per quanto dirà il Papa. Sempre, infatti, alla presentazione delle lettere credenziali, il Pontefice rivolge ai nuovi diplomatici un breve discorso. Secondo quanto apprende il Foglio, Benedetto XVI ricorderà la
visita negli Stati Uniti dell’aprile 2008: Ratzinger ricevette un’ottima accoglienza, la visita fu uno dei punti più alti, quanto a relazioni diplomatiche, dell’intero pontificato, e il ricordo di quei giorni sarà nelle parole di domani.
Insieme, il Pontefice, elogerà lo spazio che viene concesso alla chiesa nel dibattito pubblico del paese. Del resto, non è una novità: il modello di “laicità aperta” proprio degli States è amato dal Pontefice il quale ritiene sia la strada da percorrere anche nel Vecchio continente. Certo, a non tutti i temi cari alla chiesa viene concessa negli Usa la medesima rilevanza.
Molte tematiche cosiddette etiche, ad esempio, vengono relegate in secondo piano, a volte apertamente osteggiate, e anche questo aspetto sarà considerato nel discorso papale.
Quello che il Vaticano si attende da Diaz è semplice. Più che un’opera di persuasione delle gerarchie più diffidenti circa la bontà dell’Amministrazione Obama, oltre il Tevere si aspettano da lui che faccia il diplomatico sino in fondo.
Ovvero, che abbandoni, per il tempo dell’incarico romano, i panni del teologo indossati fino a ieri per vestire soltanto quelli del rappresentante di governo.
Fare teologia, infatti, intervenire sulle questioni vaticane secondo un punto di vista teologico, non è affare di diplomazia, e la cosa vale anche per gli ambasciatori che sono accreditati presso la Santa Sede.
Non è da escludere che dietro quest’auspicio del Vaticano vi sia un qualche timore per alcune delle posizioni che lo stesso Diaz prese in passato.
Nella campagna elettorale per le ultime presidenziali, ad esempio, non è un mistero il fatto che Diaz fu tra i ventisei intellettuali cattolici che sostennero la nomina di Kathleen Sebelius alla carica di segretario alla Salute. Fu una nomina aspramente criticata dai settori cattolici americani più conservatori, quella della Sebelius, a motivo delle sue posizioni “pro choice” riguardo l’aborto.
Diaz, 45 anni, è di origine cubane. Sposato con quattro figli, parla italiano, spagnolo e francese. Ma, come viene evidenziato sulla breve biografia pubblicata sul sito ufficiale dell’ambasciata americana presso il Vaticano, sa leggere il latino. Insegna Teologia alla Saint John’s University e al College of Saint Benedict in Minnesota. Ha ottenuto un master in Teologia all’Università di Notre Dame ed è stato, in passato, presidente dell’Accademia di teologia dei cattolici ispanici degli Stati Uniti.
Al suo arrivo a Roma ha detto di attendere “con emozione” di incontrare Benedetto XVI: “Accolgo con grande piacere – ha spiegato – l’occasione di approfondire e ampliare le speciali relazioni che sono state stabilite tra gli Stati Uniti d’America e la Santa Sede negli ultimi 25 anni di rapporti diplomatici ufficiali”.
E’, dunque, la medesima attesa del Vaticano.
Diaz nel suo lavoro diplomatico non sarà solo. Giusto ieri sera, infatti, un ricevimento all’ambasciata Usa presso la Santa Sede, ha “battezzato” l’arrivo del nuovo funzionario degli Affari pubblici, J. Nathan Bland. A fare gli onori di casa è stata Julieta Valls Noyes. Oltre a loro, aiuteranno il neo ambasciatore, Brenda Soya (management officer) e Antonio G. Agnone (political/economic officer).

© Copyright Il Foglio, 1° ottobre 2009 consultabile online anche
qui.
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Il Papa al nuovo ambasciatore americano Díaz: Stati Uniti e Santa Sede assieme per la pace e lo sviluppo. E ribadisce: non separare difesa della vita e promozione sociale

Il multilaterismo per garantire pace e sviluppo all’umanità e la difesa della vita in ogni sua condizione sono stati i temi forti sviluppati da Benedetto XVI nel discorso al nuovo ambasciatore degli Stati Uniti d'America, Miguel Humberto Díaz, ricevuto stamani nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo per la presentazione delle Lettere Credenziali. Il Papa si è soffermato sul binomio libertà e verità, fondamento di ogni sana democrazia ed ha sottolineato il contributo che la Chiesa locale offre alla società americana, soprattutto nella difesa della dignità umana. Il servizio di Alessandro Gisotti:


Benedetto XVI si è detto fiducioso che le relazioni diplomatiche tra Santa Sede e Stati Uniti continueranno “ad essere contraddistinte da un dialogo fruttuoso e dalla cooperazione per la promozione della dignità umana", il rispetto dei "diritti umani fondamentali" e per il “servizio alla giustizia, alla solidarietà e alla pace”. Il Pontefice ha apprezzato il riconoscimento da parte degli Stati Uniti del bisogno “di un più forte spirito di solidarietà e di impegno multilaterale nell’affrontare” i problemi urgenti del nostro pianeta. La difesa di valori come vita, libertà e ricerca della felicità, ha sottolineato, non possono più essere visti in termini individualistici o nazionali, ma vanno invece inseriti nella più ampia prospettiva del bene comune dell’intera società umana. Il perdurare della crisi economica, ha poi avvertito, “richiede chiaramente una revisione delle attuali strutture politiche, economiche e finanziarie” alla luce dell’imperativo morale di assicurare “uno sviluppo integrale” di tutti i popoli.

Abbiamo bisogno, ha ribadito il Papa, di “un modello di globalizzazione ispirato da un autentico umanesimo” nel quale i popoli non siano visti solo come vicini, ma come fratelli e sorelle. D’altro canto, ha rilevato il Pontefice, il multilateralismo non dovrebbe essere ristretto alle questioni politiche ed economiche, ma dovrebbe essere utilizzato per far fronte a tutto lo spettro di temi legati al futuro dell’umanità, dall’accesso al cibo al clima, dalla sanità all’eliminazione delle armi nucleari. A tal riguardo, il Pontefice ha espresso soddisfazione per la recente riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, presieduto dal presidente Obama, che ha approvato una risoluzione sul disarmo atomico, in vista di un mondo libero dalle armi nucleari. Le religioni, è stata poi la riflessione del Papa, arricchiscono il discorso etico e politico, perché si occupano del destino ultimo di ogni uomo e sono chiamate ad essere una forza profetica di liberazione. Ha così rammentato la sua visita in Terra Santa dove ha voluto mettere l’accento sulla comprensione e la cooperazione tra le diverse religioni al servizio della pace. Un obiettivo, ha notato il Papa con soddisfazione, che viene promosso anche dall’attuale governo americano.

Ha quindi rivolto il pensiero al contributo che la Chiesa dà allo sviluppo della società americana. Un contributo alle questioni etiche e sociali sviluppato attraverso argomenti ragionevoli radicati nella legge naturale. La preservazione della libertà, ha detto il Papa, è legata in modo inseparabile al rispetto della verità. La crisi delle moderne democrazie, ha affermato, esorta ad un rinnovato impegno “per discernere politiche giuste e sagge, rispettose della natura umana e della dignità umana”. La Chiesa statunitense, ha osservato, dà un positivo contributo alla vita civile e al confronto pubblico proprio attraverso questo discernimento mediante la formazione delle coscienze. In particolare, il Papa ha menzionato la necessità “di un chiaro discernimento riguardo ai temi che toccano la protezione della dignità umana e il rispetto dell’inalienabile diritto alla vita, dal momento del concepimento alla morte naturale, così come la protezione del diritto di obiezione di coscienza da parte degli operatori sanitari”. La Chiesa, ha concluso, insiste sul legame infrangibile tra l’etica della vita ed ogni altro aspetto dell’etica sociale.

Nel suo intervento, il Papa ha inoltre ricordato con piacere il suo incontro con il presidente Barack Obama, lo scorso luglio, e la visita pastorale negli Stati Uniti dello scorso anno. Un’occasione, ha detto, nella quale ha potuto “incontrare una democrazia vibrante” impegnata a servire il bene comune e modellata da "una visione di eguaglianza e di equa opportunità basata sulla dignità e la libertà donata da Dio ad ogni essere umano". Questa visione, “consacrata nei documenti fondamentali della nazione”, ha proseguito, “continua ad ispirare la crescita degli Stati Uniti come società coesa e al tempo stesso pluralistica, arricchita” dalle nuove generazioni, “inclusi i tanti immigrati che continuano a migliorare e ringiovanire la società americana”. Nei mesi recenti, la riaffermazione di questa “dialettica di tradizione e originalità, unità e diversità hanno nuovamente catturato l’immaginazione del mondo”. Per questo molti popoli guardano “all’esperienza americana” nella loro ricerca di un modello possibile di democrazia e solido sviluppo, in un mondo sempre più interdipendente.

Dal canto suo, l’ambasciatore Miguel H. Díaz, teologo 46enne di origini cubane, si è impegnato ad essere un “costruttore di ponti” tra Stati Uniti e Santa Sede. Il nuovo ambasciatore ha sottolineato nel suo intervento che il presidente Obama è rimasto profondamente toccato dall’incontro con il Papa ed ha apprezzato l’opportunità di ascoltare da Benedetto XVI la sua prospettiva su molti temi importanti. A proposito delle possibilità di collaborazione tra Stati Uniti e Santa Sede, l’ambasciatore Díaz ha ricordato che, fra pochi giorni, si terrà a Roma una Conferenza sull’Aids, promossa dall’ambasciata americana presso la Santa Sede e da Caritas Internationalis.

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PAPA: RELIGIONE ARRICCHISCE DIBATTITO POLITICO

Citta' del Vaticano, 2 ott

La ''visione e l'immaginazione religiose'', lungi dal ''restringere'' il dibattito etico e politico, lo ''arricchiscono''. Lo ha ricordato papa Benedetto XVI, ricevendo questa mattina il nuovo ambasciatore statunitense presso la Santa Sede, Miguel H. Diaz, che ha presentato le sue lettere credenziali. ''Le religioni - ha spiegato il pontefice al neo-ambasciatore, apprezzato teologo, ricordando in particolare il proprio recente viaggio in Terra Santa - proprio perche' si occupano del destino ultimo di ogni uomo e donna, sono chiamate ad essere una forza profetica di liberazione umana e di sviluppo nel mondo, soprattutto nelle aree colpite da ostilita' e conflitto''. Salutando il nuovo ambasciatore, papa Ratzinger ha anche ricordato ''con piacere'' il suo incontro di luglio con il presidente Usa Barack Obama.

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PAPA: SOCIETA' USA ARRICCHITA E RINGIOVANITA DA IMMIGRATI

Gli Stati Uniti sono una ''societa' coesa e allo stesso tempo pluralista, costantemente arricchita dai doni portati dalle nuove generazioni, compresi i molti immgirati che continuano a migliorare e ad ampliare la societa' americana''. Parole di Benedetto XVI, pronunciate nel discorso rivolto questa mattina al nuovo ambasciatore statunitense presso la Santa Sede, Miguel H. Diaz, in occasione della presentazione delle sue lettere credenziali. Negli ultimi mesi, ha osservato papa Ratzinger, questo modello gia' affermato dalla Costituzione Usa e' stato ''riaffermato'' nella sua ''dialettica di tradizione e originalita', unita' e diversita''' ha saputo ''ricatturare l'immaginazione del mondo, molti dei cui popoli guardano all'esperienza americana e alla sua visione fondativa nella loro ricerca di modelli praticabili di una democrazia responsabile e di uno sviluppo solido, in una societa' sempre piu' interdipendente e globale''.

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PAPA: BENE SPIRITO SOLIDARIETA' E IMPEGNO MULTILATERALE OBAMA

Papa Benedetto XVI esprime il suo apprezzamento per il nuovo approccio ''multilaterale'' portato nella politica globale degli Usa dall'elezione di Barack Obama alla Casa Bianca. ''Apprezzo - ha detto oggi il pontefice ricevendo le credenziali del nuovo ambasciatore statunitense presso la Santa Sede, Miguel H. Diaz - il suo riconoscimento della necessita' di un maggiore spirito di solidarieta' e di impegno multilaterale nell'affontare i problemi urgenti del nostro pianeta''. Una consonanza che nasce dalla consapevolezza che i valori della ''vita, la liberta' e la ricerca della felicita''' - valori affermati dalla Costituzione americana - non possono essere ''piu' visti in termini prevalentemente individualisti o addirittura nazionali'' ma devono piuttosto venire considerati ''dalla punto di vista piu' alto del bene comune dell'intera famiglia umana''. La recente crisi economica, ha aggiunto il pontefice, ha mostrato la necessita' ''di una revisione delle attuali strutture politiche, economiche e finanziarie, alla luce dell'imperative etico di assicurare lo sviluppo integrale di tutte le persone'' e di un ''modello di globalizzazione ispirato da un autentico umanesimo''. Il ''multilateralismo'', ha proseguito il pontefice, ''non dovrebbe essere limitato alle questioni puramente economiche e politiche'' ma dovrebbe essere adoperato ''per affrontare l'intero spettro delle questioni legate al futuro dell'umanita' e della promozione della dignita' umana, compresi l'accesso sicuro al cibo e all'acqua, le cure mediche di base, politiche giuste per governare il commercio e l'immigrazione, particolarmente li' dove sono coinvolte le famiglie, il controllo del clima e la difesa dell'ambiente, e l'eliminazione della piaga delle armi nucleari''. Proprio su quest'ultimo tema, il papa ha ribadito il sostegno all'iniziativa statunitense al Consiglio di Sicurezza dell'Onu per un mondo ''libero da armi nucleari'', gia' espresso al Palazzo di Vetro dal 'ministro degli esteri' vaticano, mons. Dominique Mamberti.

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PAPA: A USA, DIFENDERE DIRITTI VITA E OBIEZIONE COSCIENZA

La Chiesa cattolica negli Stati Uniti contribuisce al dibattito pubblico offrendo ''un chiaro discernimento sui temi che riguardano la protezione della dignita' umana e il rispetto per il diritto all'inalienabile diritto alla vita dal momento della concezione a quello della morte naturale, cosi' come la protezione del diritto all'obiezione di coscienza da parte di tutti gli operatori sanitari, e anzi di tutti i cittadini''. Lo ha ricordato papa Benedetto XVI, nel discorso rivolto questa mattina al nuovo ambasciatore statunitense presso la Santa Sede, Miguel H. Diaz, in occasione della presentazione delle sue lettere credenziali. ''La difesa della liberta' - ha affermato il pontefice - e' inestricabilmente legata al rispetto per la verita' e alla ricerca di un vero rigoglio umano. La crisi delle nostre democrazie moderne richiede un rinnovato impegno al dialogo ragionato nel discernimento di politiche sagge e giuste, rispettose della natura e della dignita' umana''. In questo contesto, la Chiesa negli Stati Uniti contribuisce soprattutto ''con la formazione delle coscienze e con il suo apostolato educativo, con il quale offre un contributo importante e positivo alla vita civile americana e al dibattito pubblico''. ''La Chiesa - ha concluso papa Ratzinger - insiste sul legame inscindibile tra l'etica della vita e ogni altro aspetto dell'etica sociale''.

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Usa/ Papa: Serve multilateralismo,bene Obama su disarmo nucleare

Il multilateralismo "non dovrebbe essere limitato a questioni puramente economiche e politiche". Lo afferma il Papa, che, ricevendo il nuovo ambasciatore Usa presso la Santa Sede, Miguel Diaz, sottolinea che dovrebbe affrontare temi come "la promozione della dignità umana, compresa la garanzia di cibo e acqua, copertura sanitaria di base, politiche giuste sul commercio e l'immigrazione, soprattuto laddove sono coinvolte le famiglie, il controllo del clima e la cura dell'ambiente e l'eliminazione del flagello delle armi nucleari". "A questo proposito - aggiunge il Papa - vorrei esprimere la mia soddisfazione per il recente incontro del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite presieduto dal Presidente Obama, che ha unanimemente approvato la risoluzione del disarmo atomico e ha posto di fronte alla comunità internazionale l'obiettivo di un mondo libero dalle armi nucleari".

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Usa/ Papa: Difendere vita da concepimento, obiezione coscienza

La Chiesa negli Stati Uniti "contribuisce al discernimento" relativamente, in particolare, alla "protezione della dignità umana e al rispetto dell'inalienabile diritto alla vita dal momento della concezione alla morte natuale, così come alla protezione del diritto all'obiezione di coscienza da parte dei lavoratori sanitari, e di rutti i cittadini": lo ha detto il Papa ricevendo il nuovo ambasciatore Usa presso la Santa Sede Miguel Diaz.

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PAPA: AMBASCIATORE USA, SU TEMI MORALI NON HA EGUALI NEL MONDO

La voce di papa Benedetto XVI e della Chiesa cattolica sugli ''imperativi morali'' del mondo e' ''unica'' e gli Stati Uniti ''rispettano profondamente la Santa Sede'' e la sua ''voce morale''. Parole del neo-ambasciatore statunitense presso la Santa Sede, Miguel H. Diaz, che ha presentato oggi le sue lettere credenziali a papa Benedetto XVI. ''Gli Stati Uniti - ha affermato - rispettano profondamente la Santa Sede come entita' sovrana, come attore umanitario e come una voce morale unica al mondo''. Diaz ha detto che il presidente Usa Barack Obama e' stato ''profondamente toccato'' dal suo incontro con il pontefice in luglio, ed ha ''apprezzato l'opportunita''' di ascoltare la sua ''prospettiva su molti temi importanti''. Il neo-ambasciatore ha anche sottolineato come ''le priorita' urgenti'' sullo scacchiere globale delineate dal papa, da ultimo nell'enciclica Caritas in veritate, ''coincidano con quelle espresse dal presidente Obama''.

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PAPA: INCORAGGIA OBAMA MA NON CONTRADDICE VESCOVI

(AGI) - Castelgandolfo, 2 ott.

(di Salvatore Izzo)

Piacciono a Papa Ratzinger l'apertura degli Stati Uniti di Barack Obama a "un maggiore spirito di solidarieta'" e "l'impegno multilaterale per affrontare gli urgenti problemi del mondo", tanto che oggi rende omaggio a questa "democrazia vibrante" capace di "catturare di nuovo l'immaginazione del mondo".
Ma nell'atteso discorso al nuovo ambasciatore degli Stati Uniti Miguel Humberto Diaz, che ha presentato oggi le credenziali nel Palazzo Apostolico di Castelgandolfo, Benedetto XVI appoggia anche il "desiderio della Chiesa negli Stati Uniti di contribuire alla discussione dei maggiori problemi etici e sociali".
E definisce quello dei vescovi sui temi dell'etica "un contributo positivo e significativo alla vita civile" che si realizza attraverso un' azione educativa e di formazione delle coscienze", ma anche una presenza "nel pubblico dibattito" per proteggere "la dignita' umana e il diritto alla vita dal concepimento alla morte naturale". In proposito, Benedetto XVI rivendica nel discorso "la protezione del diritto all'obiezione di coscienza da parte dei lavoratori sanitari, e di tutti i cittadini".
La visione religiosa, ricorda, "arricchisce il discorso etico e politico" e le religioni sono chiamate e essere "forze profetiche per la liberazione umana e lo sviluppo in tutto il mondo, particolarmente nelle zone afflitte da ostilita' e guerre" e a "servire la pace".
Per questo, spiega, "apprezzo il desiderio del governo Usa di promuovere questa collaborazione come parte di un piu' ampio dialogo tra popoli e culture". La situazione attuale e la "crisi delle nostre democrazie moderne", spiega, "chiama a un rinnovato impegno per un dialogo alla ricerca di sagge e giuste politiche rispettose della natura e della dignita' umana". E richiede "un chiaro discernimento". Tutto questo mentre "la persistente crisi economica internazionale chiede con chiarezza una revisione delle presenti strutture politiche, economiche e finanziarie alla luce dell'imperativo etico di assicurare lo sviluppo integrale di tutte le persone", afferma ancora il Papa invocando "un modello di globalizzazione ispirato da un umanesimo autentico, in cui i popoli del mondo sono visti non come meri vicini ma come fratelli e sorelle". In proposito il Papa teologo si rifa' anche alla Costituzione degli Stati Uniti, che "continua ad ispirare la crescita degli Stati Unuiti come societa' coesa seppur pluralistica, costntemente arricchita dal contributo delle nuove generazioni compresi i nuovi immigrati che contuinuano a rafforzare e ringiovanire societa' americana".
Nel discorso al nuovo ambasciatore degli Stati Uniti, Benedetto XVI esprime infine "soddisfazione per il recente incontro del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite presieduto dal presidente Obama, che ha unanimemente approvato la risoluzione del disarmo atomico e ha posto di fronte alla comunita' internazionale l'obiettivo di un mondo libero dalle armi nucleari".

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Il Papa al nuovo Ambasciatore degli Stati Uniti d'America

Il rispetto del diritto alla vita richiede un chiaro discernimento


Benedetto XVI ha ricevuto oggi, venerdì 2 ottobre, alle ore 11.40, in solenne udienza nel Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo, Sua Eccellenza il signor Miguel Humberto Díaz, nuovo Ambasciatore degli Stati Uniti d'America presso la Santa Sede, che ha presentato le Lettere con le quali viene accreditato nell'alto ufficio.
L'Ambasciatore, rilevato alla sua residenza da un Gentiluomo di Sua Santità e da un Addetto di Anticamera, era giunto poco prima al Cortile del Palazzo Pontificio, ove un reparto della Guardia Svizzera Pontificia rendeva gli onori.
Ricevuto da un Gentiluomo di Sua Santità, l'Ambasciatore saliva al secondo piano, dove si trovavano ad attenderlo gli Addetti di Anticamera e i Sediari. Il corteo si dirigeva quindi alla Sala degli Svizzeri, da dove il rappresentante diplomatico veniva accompagnato nella Sala dei Papi, accolto dal prefetto della Casa pontificia, l'arcivescovo James Michael Harvey, il quale lo introduceva alla presenza del Pontefice.
Dopo la presentazione delle Credenziali, avevano luogo lo scambio dei discorsi e il colloquio privato.
Al termine dell'udienza l'Ambasciatore discendeva nel cortile del Palazzo e, con il suo Seguito, si recava in Vaticano per incontrare il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato. Dopo il colloquio, il diplomatico discendeva nella Basilica Vaticana, dove - ricevuto da una delegazione del Capitolo - si recava nella Cappella del Santissimo Sacramento per un breve atto di adorazione, poi passava a venerare l'immagine della Beatissima Vergine e, infine, la tomba di San Pietro.

Questo è il testo del discorso del Papa.

Eccellenza,
sono lieto di accettare le Lettere che la accreditano quale Ambasciatore straordinario e plenipotenziario degli Stati Uniti d'America presso la Santa Sede.

Ricordo con gioia il mio incontro con il presidente Barack Obama e con la sua famiglia lo scorso luglio, e ricambio volentieri i cordiali saluti che mi invia per suo tramite. Colgo anche l'occasione per esprimere la fiducia nel fatto che le relazioni diplomatiche tra gli Stati Uniti e la Santa Sede, formalmente iniziate venticinque anni fa, continueranno a essere contraddistinte da un dialogo e da una cooperazione fecondi per la promozione della dignità umana, del rispetto per i diritti umani fondamentali e del servizio alla giustizia, alla solidarietà e alla pace in tutta la famiglia umana.

Lo scorso anno, durante la mia visita pastorale nel suo Paese sono stato lieto di trovarvi una democrazia vibrante impegnata nel servizio del bene comune e modellata da un'idea di uguaglianza e di pari opportunità basata sulla dignità donata da Dio e sulla libertà di ogni essere umano. Questa visione, consacrata nei documenti costitutivi della nazione, continua a ispirare la crescita degli Stati Uniti come società coesa seppur pluralistica e sempre arricchita dai doni portati da nuove generazioni, inclusi i numerosi immigrati che continuano a far progredire e a ringiovanire la società americana. Negli scorsi mesi, la riaffermazione di questa dialettica di tradizione e originalità, unità e diversità, ha catturato nuovamente l'immaginazione del mondo, in cui molti guardano all'esperienza americana e alla sua visione fondante nella loro ricerca di modelli possibili di democrazia affidabile e di solido sviluppo, in una società globale sempre più interdipendente.

Per questo motivo, apprezzo il riconoscimento della necessità di uno spirito maggiore di solidarietà e di impegno multilaterale nell'affrontare i problemi urgenti del nostro pianeta. Il coltivare i valori di "vita, libertà e ricerca della felicità" non può più essere considerato in termini soprattutto individualistici o nazionali, ma deve piuttosto essere visto dalla prospettiva più elevata del bene comune dell'intera famiglia umana. La persistente crisi economica internazionale richiede chiaramente una revisione delle attuali strutture finanziare, economiche e politiche alla luce dell'imperativo etico di assicurare lo sviluppo integrale di tutti. In effetti, è necessario un modello di globalizzazione ispirato da un umanesimo autentico, in cui i popoli del mondo non siano visti solo come dei vicini, ma come dei fratelli e delle sorelle.

Il multilateralismo, da parte sua, non dovrebbe essere circoscritto a questioni puramente economiche e politiche, ma dovrebbe esprimersi nella decisione di affrontare l'intera gamma di questioni legate al futuro dell'umanità e alla promozione della dignità umana, inclusi l'accesso sicuro al cibo e all'acqua, l'assistenza sanitaria di base, eque politiche di commercio e di immigrazione, in particolare laddove sono interessate le famiglie, il controllo del clima e la cura dell'ambiente, l'eliminazione della piaga delle armi nucleari. A proposito di quest'ultimo problema, desidero esprimere soddisfazione per il recente Incontro del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite presieduto dal presidente Obama, che all'unanimità ha approvato la risoluzione sul disarmo atomico e proposto alla comunità internazionale l'obiettivo di un mondo libero dalle armi nucleari. Questo è un segnale promettente alla vigilia della Conferenza di Revisione del Trattato sulla non Proliferazione delle Armi Nucleari.

Come insiste la dottrina sociale della Chiesa, il progresso autentico deve essere integrale e umano. Non può prescindere dalla verità sugli esseri umani e deve essere sempre rivolto al loro bene comune. In una parola, la fedeltà all'uomo richiede fedeltà alla verità che sola è garanzia di libertà e di sviluppo reale. Da parte sua la Chiesa negli Stati Uniti desidera contribuire al dibattito sulle importanti questioni etiche e sociali che forgeranno l'America del futuro, proponendo argomenti rispettosi e ragionevoli basati sulla legge naturale e confermati dalla prospettiva della fede. La visione e l'immaginazione religiose non limitano, ma arricchiscono il dibattito politico ed etico, e le religioni, proprio perché si occupano del destino ultimo di ogni uomo e di ogni donna, sono chiamate a essere una forza profetica per la liberazione e per lo sviluppo umani nel mondo, in particolare in zone lacerate da ostilità e conflitti. Durante la mia recente visita in Terra Santa ho sottolineato il valore della comprensione e della cooperazione fra seguaci delle varie religioni nel servizio della pace e, dunque, noto con apprezzamento il desiderio del suo Governo di promuovere questa cooperazione come parte di un dialogo più ampio fra culture e popoli.

Signor Ambasciatore, mi permetta di riaffermare la convinzione che ho espresso all'inizio del mio viaggio apostolico negli Stati Uniti. La libertà, quella libertà a cui gli americani tengono tanto, "non è solo un dono, ma anche un appello alla responsabilità personale". "Si tratta di una sfida posta a ogni generazione, e deve essere costantemente vinta a favore della causa del bene" (Discorso alla Casa Bianca, 16 aprile 2008). Il mantenimento della libertà è legato indissolubilmente al rispetto per la verità, alla ricerca di una prosperità umana autentica. La crisi delle nostre moderne democrazie richiede un impegno rinnovato per un dialogo ragionevole, nel discernimento di politiche giuste e sagge, rispettose della dignità e della natura umane. La Chiesa negli Stati Uniti contribuisce a questo discernimento in particolare attraverso la formazione delle coscienze e il suo apostolato educativo, per mezzo del quale rende un contributo significativo e positivo alla vita civile e al dibattito pubblico americani. Penso soprattutto alla necessità di un chiaro discernimento sulle questioni che toccano la tutela della dignità umana e il rispetto dell'inalienabile diritto alla vita, dal momento del concepimento alla morte naturale, e la protezione del diritto di obiezione di coscienza da parte dei sanitari e, di fatto, di tutti i cittadini. La Chiesa insiste sul vincolo indissolubile fra un'etica di vita e ogni altro aspetto dell'etica sociale perché è convinta che, secondo le parole profetiche del compianto Papa Giovanni Paolo II, non ha solide basi "una società che, mentre afferma valori quali la dignità della persona, la giustizia e la pace, si contraddice radicalmente accettando e tollerando le più diverse forme di disistima e violazione della vita umana, soprattutto se debole ed emarginata" (Evangelium vitae, n. 93; cfr. Caritas in veritate, n. 15).

Signor Ambasciatore, mentre intraprende la sua nuova missione al servizio del suo Paese, le porgo i miei buoni auspici e le prometto le mie preghiere. Sia certo di poter contare sempre sui dicasteri della Santa Sede che la assisteranno e sosterranno nello svolgimento dei suoi compiti. Su di lei, sulla sua famiglia e su tutto l'amato popolo americano invoco di cuore le benedizioni di Dio di saggezza, forza e pace.


(©L'Osservatore Romano - 3 ottobre 2009)

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