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Cattolici e musulmani, insieme contro la violenza nel nome di Dio

Ultimo Aggiornamento: 03/03/2010 12:37
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Cattolici e musulmani, insieme contro la violenza nel nome di Dio
Emessa da rappresentanti vaticani e dalla voce accademica più prestigiosa del mondo sunnita

IL CAIRO, lunedì, 1° marzo 2010 (ZENIT.org).-
 
Rappresentanti musulmani e cattolici del mondo hanno firmato una storica dichiarazione comune per respingere la manipolazione della religione per giustificare interessi politici, violenza o discriminazione.

Il documento ha raccolto le conclusioni della riunione annuale, celebrata al Cairo (Egitto) il 23 e il 24 febbraio scorsi, del Comitato congiunto per il dialogo del Comitato permanente di Al-Azhar per il Dialogo tra le Religioni Monoteistiche e il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso.

La dichiarazione è firmata dallo sceicco Muhammad Abd al-Aziz Wasil, wakil di al-Azhar e presidente del Comitato per il dialogo di al-Azhar, e dal Cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio, copresidenti della riunione.

Al-Azhar, fondata nell'anno 975, è considerata l'Università più antica con funzionamento ininterrotto e per la maggior parte dei musulmani sunniti è la scuola più prestigiosa.

Come spiega la dichiarazione finale, "i partecipanti sono stati ricevuti dal Grande Imam di al-Azhar, professor sceicco Muhammad Sayyed Tantawi, che il Cardinale Tauran ha ringraziato per aver condannato gli atti di violenza nei quali sono morti sei cristiani e un poliziotto musulmano a Naga Hamadi, lo scorso Natale ortodosso, per aver espresso solidarietà alle famiglie delle vittime e per aver riaffermato l'uguaglianza di diritti e di doveri per tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro appartenenza religiosa. Lo sceicco Tantawi ha dichiarato di aver fatto soltanto ciò che riteneva essere il suo dovere di fronte a quegli eventi tragici".

Il Comitato, con l'aiuto di documenti presentati da monsignor Bernard Munono Muyembe e dal professore Abdallah Mabrouk al-Naggar, ha esaminato il tema "Il fenomeno della violenza confessionale: comprendere il fenomeno e le sue cause e proporre soluzioni", con particolare riferimento al ruolo delle religioni a questo proposito.

Al termine dell'incontro, i partecipanti hanno concordato, tra le altre, queste raccomandazioni: "prestare maggiore attenzione al fatto che la strumentalizzazione della religione a scopi politici o di altra natura può essere fonte di violenza; evitare la discriminazione sulla base dell'identità religiosa; aprire il cuore al perdono e alla riconciliazione reciproci, condizioni necessarie a una coesistenza pacifica e feconda".

Musulmani e cattolici hanno chiesto di "riconoscere le similitudini e rispettare le differenze come prerequisito di una cultura di dialogo basata su valori comuni; affermare che entrambe le parti si impegnano di nuovo a riconoscere e a rispettare la dignità di ogni essere umano, senza alcuna distinzione basata sull'appartenenza etnica o religiosa; opporsi alla discriminazione religiosa in tutti i campi (leggi giuste dovrebbero garantire un'uguaglianza fondamentale); promuovere ideali di giustizia, solidarietà e cooperazione per garantire una vita pacifica e prospera a tutti".

L'incontro bilaterale è finito con l'impegno a "opporsi con determinazione a qualsiasi atto che tenda a creare tensioni, divisioni e conflitti nelle società; promuovere una cultura di rispetto e di dialogo reciproci attraverso l'educazione a casa, a scuola, nelle chiese e nelle moschee, diffondendo uno spirito di fraternità fra tutte le persone e la comunità; opporsi agli attacchi contro le religioni da parte dei mezzi di comunicazione sociale, in particolare sui canali satellitari, in considerazione dell'effetto pericoloso che queste trasmissioni possono avere sulla coesione sociale e sulla pace fra comunità religiose".

Cattolici e musulmani hanno infine chiesto di "assicurarsi che la predicazione dei responsabili religiosi nonché l'insegnamento scolastico e i libri di testo non contengano dichiarazioni o riferimenti a eventi storici che, direttamente o indirettamente, possano suscitare un atteggiamento violento fra i seguaci delle differenti religioni".

Il Comitato ha concordato sul fatto che il prossimo incontro si svolgerà a Roma nel 2011, il 23 e il 24 febbraio.

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Dichiarazione dell'incontro cattolico-musulmano al Cairo

Contro la violenza a sfondo religioso


AL CAIRO, lunedì, 1° marzo 2010 (ZENIT.org).-
 
Si è svolto al Cairo, il 23 e il 24 febbraio scorsi, l'incontro annuale del Comitato congiunto per il dialogo del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso e il Comitato permanente di Al-Azhar per il Dialogo tra le Religioni Monoteistiche.
Di seguito pubblichiamo la dichiarazione finale sottoscritta a conclusione dei lavori dal Cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del dicastero vaticano, e dallo sceicco Muhammad Abd al-Aziz Wasil, wakil di al-Azhar e presidente del Comitato per il dialogo di al-Azhar.




* * *

 Martedì 23 e mercoledì 24 febbraio il Comitato congiunto ha svolto il suo incontro annuale nella sede di al-Azhar, sotto la presidenza  congiunta dello sceicco Muhammad Abd al-Aziz Wasil, wakil di al-Azhar e presidente del Comitato permanente di al-Azhar per il Dialogo con le Religioni Monoteistiche, e del cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso.La delegazione di al-Azhar era così composta: professor sceicco Muhammad Abd al-Aziz, wakil di al-Azhar e presidente della Comitato permanente di al-Azhar; professor sceicco Omar al-Dieb Muhammad, membro dell'Accademia per la ricerca islamica e membro del Comitato permanente; professor Taha Musatfa Abu Kreisha, membro dell'Accademia per la ricerca islamica e membro del Comitato permanente; professor Abdallah Mabrouk al-Naggar, membro dell'Accademia per la ricerca islamica e membro del Comitato permanente; sceicco Ali Abd al-Baqi Shahata, membro dell'Accademia per la ricerca islamica e membro del Comitato permanente.

Il professor Mohammad al-Shahat al-Gendy, membro dell'Accademia per le ricerca islamica e del Comitato permanente, e il professor sceicco Ali Muhammad Fathallah, membro dell'Accademia per la ricerca islamica, che avrebbero dovuto partecipare, non hanno potuto essere presenti all'incontro.La delegazione del Pontificio Consiglio era così composta: cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso; arcivescovo Pier Luigi Celata, segretario del Pontificio Consiglio; arcivescovo Michael Louis Fitzgerald, nunzio apostolico in Egitto; vescovo Botros Fahim Hanna, vicario del Patriarcato cattolico copto al Cairo; monsignor Khaled Akasheh, capo ufficio del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso; monsignor Bernard Munomo Muyembe, officiale del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace; il fratello domenicano René-Vincent de Grandlaunay, dell'Istituto di Studi Orientali del Cairo.

I partecipanti sono stati ricevuti dal Grande Imam di al-Azhar, professor sceicco Muhammad Sayyed Tantawi, che il cardinale Tauran ha ringraziato per aver condannato gli atti di violenza nei quali sono morti sei cristiani e un poliziotto musulmano a Naga Hamadi, lo scorso Natale ortodosso, per aver espresso solidarietà alle famiglie delle vittime e  per aver riaffermato l'uguaglianza di diritti e di doveri per tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro appartenenza religiosa. Lo sceicco Tantawi ha dichiarato di aver fatto soltanto ciò che riteneva essere il suo dovere di fronte a quegli eventi tragici.Il Comitato, con l'aiuto di documenti presentati da monsignor Bernard Munono Muyembe e dal professore Abdallah Mabrouk al-Naggar, ha esaminato il tema «Il fenomeno della violenza confessionale: comprendere il fenomeno e le sue cause e proporre soluzioni  con particolare riferimento al ruolo delle religioni a questo proposito».

I membri del Comitato hanno espresso soddisfazione per il clima di rispetto e amicizia reciproci  fra i partecipanti, che ha incoraggiato un aperto scambio di opinioni.

Al termine dell'incontro, i partecipanti hanno concordato sulle seguenti raccomandazioni: prestare maggiore attenzione al fatto che la strumentalizzazione della religione a scopi politici o di altra natura può essere fonte di violenza; evitare la discriminazione sulla base dell'identità religiosa; aprire il cuore al perdono e alla riconciliazione reciproci, condizioni necessarie a una coesistenza pacifica e feconda; riconoscere le similitudini e rispettare le differenze come prerequisito di una cultura di dialogo basata su valori comuni; affermare che entrambe le parti si impegnano di nuovo a riconoscere e a rispettare la dignità di ogni essere umano, senza alcuna distinzione basata sull'appartenenza etnica o religiosa; opporsi alla discriminazione religiosa in tutti i campi (leggi giuste dovrebbero garantire un'uguaglianza fondamentale); promuovere ideali di giustizia, solidarietà e cooperazione per garantire una vita pacifica e prospera a tutti; opporsi con determinazione a qualsiasi atto che tenda a creare tensioni, divisioni e conflitti nelle società; promuovere una cultura di rispetto e di dialogo reciproci attraverso l'educazione a casa, a scuola, nelle chiese e nelle moschee, diffondendo uno spirito di fraternità fra tutte le persone e la comunità; opporsi agli attacchi contro le religioni da parte dei  mezzi di comunicazione sociale, in particolare sui canali satellitari, in considerazione dell'effetto pericoloso che queste trasmissioni possono avere sulla coesione sociale e sulla pace fra comunità religiose; assicurarsi che la predicazione dei responsabili religiosi nonché l'insegnamento scolastico e i libri di testo non contengano dichiarazioni o riferimenti a eventi storici che, direttamente o indirettamente, possano suscitare un atteggiamento violento fra i seguaci  delle differenti religioni.

Il Comitato ha concordato sul fatto che il prossimo incontro si svolgerà a Roma nel 2011, dal 23 al 24 febbraio.

[Traduzione a cura de L'Osservatore Romano]
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