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Londra ammette la responsabilità per la strage del 1972

Ultimo Aggiornamento: 17/06/2010 14:55
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17/06/2010 14:55

Londra ammette la responsabilità per la strage del 1972

Solo vittime innocenti in quell'orribile domenica di sangue


 Londra, 16. "Ingiustificato e ingiustificabile":  così il primo ministro britannico David Cameron ha definito ieri in Parlamento quanto accaduto durante la strage della Bloody Sunday (la "domenica insanguinata") consumata il 20 gennaio del 1972, quando una squadra di paracadutisti sparò su una manifestazione filorepubblicana nordirlandese a Londonderry. Tredici persone furono uccise sul posto e un'altra morì quattro mesi dopo per le ferite riportate. Il premier ha commentato in Parlamento le conclusioni del rapporto Saville, ordinato nel 1998 dall'allora capo del Governo Tony Blair e portato a termine solo ieri, 12 anni dopo e al costo di 195 milioni di sterline, quasi 235 milioni di euro. ""Sono patriottico e non voglio mai credere a niente di cattivo sul nostro Paese, ma le conclusioni di questo rapporto sono prive di equivoci:  ciò che è successo nella Bloody Sunday è stato ingiusto e ingiustificabile. È stato sbagliato", ha detto Cameron.
L'inchiesta di lord Mark Saville of Newdigate, le cui conclusioni sono state illustrate ieri proprio a Londonderry, afferma finalmente in maniera ufficiale quanto i parenti delle vittime, molte delle quali erano soltanto degli adolescenti, hanno sempre desiderato che venisse detto:  i civili che morirono quel giorno erano tutti innocenti, non erano armati e non rappresentavano alcuna minaccia per i soldati, che invece persero il controllo e si misero a sparare senza preavviso e senza motivo.
Tra i punti salienti del rapporto si afferma infatti che i militari intervennero seguendo un ordine sbagliato; che il primo colpo fu sparato dall'esercito e non dai manifestanti; che furono colpite dai militari persone che stavano chiaramente fuggendo o aiutando altri feriti. Sebbene i paramilitari repubblicani avessero sparato qualche colpo, la loro reazione - si legge nell'inchiesta - non fu tale da fornire attenuanti al comportamento dell'esercito.
Tra l'altro, è stato confermato che Martin McGuinness, oggi vice primo ministro del Governo autonomo dell'Irlanda del Nord e allora militante filorepubblicano, era probabilmente armato con una mitragliatrice, ma il rapporto firmato da lord Saville afferma che non fu il suo comportamento a  spingere  i  soldati  ad  aprire  il fuoco.
In quella che appare un'altra vittoria per i familiari delle vittime, il rapporto afferma che alcuni soldati avrebbero fornito ricostruzioni errate degli eventi:  la prima inchiesta sull'accaduto, conclusasi nell'aprile dello stesso 1972 e condotta da lord Widgery, scagionò i militari puntando invece il dito contro i manifestanti, accusandoli di aver attaccato i soldati e di essere stati armati. La comunità filorepubblicana nordirlandese reagì molto male a quell'inchiesta, accusando il Governo di Londra di voler coprire gli errori dei militari e chiedendo l'avvio di una nuova inchiesta indipendente. Le loro richieste vennero esaudite solo 16 anni dopo dal Governo laburista di Tony Blair.
Come detto l'indagine guidata da lord Saville è stata lunga e costosa, ma in molti affermano che ne è valsa la pena:  ne sono prova sia le affermazioni di Cameron sia le migliaia di persone che ieri sono accorse alla Guidhall di Londonderry, la sede del consiglio comunale, per sentire le conclusioni del rapporto. Alla Guidhall si è conclusa una marcia alla quale hanno preso parte i principali leader filorepubblicani nordirlandesi, tra i quali sia Gerry Adams, il leader dello Sinn Fein, sia il premio Nobel per la Pace John Hume, che fu tra i firmatari dell'accordo di pace cosiddetto del Venerdì Santo, che il 10 aprile 1998 mise fine a oltre trent'anni di guerra civile strisciante in Irlanda del Nord.
Il ristabilimento della verità sulla Bloody Sunday costituisce un risarcimento, sia pure altissimo, di valore solo morale. Lord Saville non ha infatti raccomandato azioni giudiziarie. La procura di Belfast, dal canto suo, si è limitata ad assicurare che avrebbe esaminato "al più presto le conclusioni" del rapporto. Possibili azioni giudiziarie sono state escluse dall'avvocato Stephen Pollard, uno dei legali dei militari britannici coinvolti nell'inchiesta.


(©L'Osservatore Romano - 17 giugno 2010)
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