"Interessante" affermazione della massoneria: Il dialogo con la Chiesa fermo a Papa Montini

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Cattolico_Romano
00sabato 4 aprile 2009 09:54
La Grande Loggia annuale riunita a rimini: la politica coltivi utopie

Il dialogo con la Chiesa fermo a Papa Montini


Leonardo Nesti

RIMINI

La politica deve tornare a coltivare sogni e utopie e impegnarsi per realizzarli, e non può morire fra i sondaggi e la televisione. La massoneria del Grande Oriente d'Italia, riunita a Rimini nella Gran Loggia annuale, dice di non voler dare lezioni alla politica italiana, ma si sente di avere l'autorità morale per darle.
E continua a guardare con diffidenza la gerarchia ecclesiastica, senza tuttavia voler fare generalizzazioni. «È proficuo – ha detto il gran maestro Gustavo Raffi – il dialogo con una parte del cattolicesimo, quello che fa riferimento al Concilio Vaticano II e a Papa Montini. Il dialogo con la Chiesa si è fermato con la sua morte».
Nel giorno della scomparsa di Armandino Corona, il gran maestro che lo espulse, l'ombra di Licio Gelli si proietta ancora nell'opinione pubblica sulla reputazione dei liberi muratori e dei loro riti fuori dal tempo. È anche per questo che Raffi vuol portare l'ordine nel terzo millennio, conservando le tradizioni (le donne, ad esempio continuano e continueranno a star fuori dalle logge), ma puntando su parole d'ordine come trasparenza e comunicazione. Idee che continuano a far accapponare la pelle a qualche vecchio maestro. D'altronde l'esoterismo e le simbologie arcaiche fanno parte di quell'immagine che ancora oggi porta a guardare alla massoneria con un alone di diffidenza e curiosità.
Anche su questi temi, i fratelli di Palazzo Giustiniani si sono scontrati in maniera furibonda nelle ultime elezioni per il rinnovo del Gran Maestro e della sua squadra. Ne è uscito vincitore l'avvocato civilista di Ravenna Gustavo Raffi che ha superato per pochi voti il suo principale antagonista, Natale Mario Di Luca, strappando un terzo mandato che a molti ha fatto storcere il naso. Contestato anche per le sue (vere o presunte) simpatie di sinistra e per le accuse di tutti i generi che i suoi avversari gli hanno rivolto.
Ma, sia pure per qualche centinaio di voti (i votanti sono stati 10.500, gli iscritti circa 19.000 e quelle di marzo sono state le prime elezioni che hanno coinvolto quasi tutti gli affiliati) il gran maestro è ancora lui. E il suo "programma", l'allocuzione con la quale il tempio massonico si è aperto al pubblico, ricorda certe critiche della sinistra. I massoni non vogliono essere tirati per il grembiule fra gli schieramenti politici, ma fra le righe di un linguaggio quasi risorgimentale si scorgono con nitore gli avversari. «In molti – ha detto Raffi – si accontentano di una vita succube del consumismo, della pubblicità, del finto progresso, preferiscono i sogni televisivi, teleguidati, dove tutto è falso e posticcio».

© Copyright Gazzetta del sud, 4 aprile 2009
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