"Non ti dico fino a sette volte,ma fino a settanta volte sette."(Mt 18,22)

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Vilucchio.
00domenica 12 settembre 2010 14:59
"Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette" (Mt 18,22)

Gesù con queste sue parole risponde a Pietro che, dopo aver ascoltato cose meravigliose dalla sua bocca, gli ha posto questa domanda: "Signore, quante volte dovrò perdonare a mio fratello, se pecca contro di me? fino a sette volte?". E Gesù: "Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette". Pietro, probabilmente, sotto l'influenza della predicazione del Maestro, aveva pensato di lanciarsi, buono e generoso com'era, nella sua nuova linea, facendo qualcosa di eccezionale: arrivando a perdonare fino a sette volte. […] Ma Gesù rispondendo: "…fino a settanta volte sette", dice che per lui il perdono deve essere illimitato: occorre perdonare sempre.
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"Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette".

Questa Parola fa ricordare il canto biblico di Lamech, un discendente di Adamo: "Sette volte sarà vendicato Caino, ma Lamech settantasette" . Così inizia il dilagare dell'odio nei rapporti fra gli uomini del mondo: ingrossa come un fiume in piena. A questo dilagare del male, Gesù oppone il perdono senza limite, incondizionato, capace di rompere il cerchio della violenza. Il perdono è l'unica soluzione per arginare il disordine e aprire all'umanità un futuro che non sia l'autodistruzione.
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"Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette".

Perdonare. Perdonare sempre. Il perdono non è dimenticanza che spesso significa non voler guardare in faccia la realtà. Il perdono non è debolezza, e cioè non tener conto di un torto per paura del più forte che l'ha commesso. Il perdono non consiste nell'affermare senza importanza ciò che è grave, o bene ciò che è male. Il perdono non è indifferenza. Il perdono è un atto di volontà e di lucidità, quindi di libertà, che consiste nell'accogliere il fratello e la sorella così com'è, nonostante il male che ci ha fatto, come Dio accoglie noi peccatori, nonostante i nostri difetti. Il perdono consiste nel non rispondere all'offesa con l'offesa, ma nel fare quanto Paolo dice: "Non lasciarti vincere dal male, ma vinci con il bene il male" . Il perdono consiste nell'aprire a chi ti fa del torto la possibilità d'un nuovo rapporto con te, la possibilità quindi per lui e per te di ricominciare la vita, d'aver un avvenire in cui il male non abbia l'ultima parola.
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Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette".

 Come si farà allora a vivere questa Parola? Pietro aveva chiesto a Gesù: "Quante volte dovrò perdonare a mio fratello?". E Gesù, rispondendo, aveva di mira, dunque, soprattutto i rapporti fra cristiani, fra membri della stessa comunità. E' dunque prima di tutto con gli altri fratelli e sorelle nella fede che bisogna comportarsi così: in famiglia, sul lavoro, a scuola o nella comunità di cui si fa parte. Sappiamo quanto spesso si vuole compensare con un atto, con una parola corrispondente, l'offesa subita. Si sa come per diversità di carattere, o per nervosismo, o per altre cause, le mancanze di amore sono frequenti fra persone che vivono insieme. Ebbene, occorre ricordare che solo un atteggiamento di perdono, sempre rinnovato, può mantenere la pace e l'unità tra fratelli. Ci sarà sempre la tendenza a pensare ai difetti delle sorelle e dei fratelli, a ricordarsi del loro passato, a volerli diversi da come sono… Occorre far l'abitudine a vederli con occhio nuovo e nuovi loro stessi, accettandoli sempre, subito e fino in fondo, anche se non si pentono. Si dirà: "Ma ciò è difficile". Si capisce. Ma qui è il bello del cristianesimo. Non per nulla siamo alla sequela di Cristo che, sulla croce, ha chiesto perdono al Padre per coloro che gli avevano dato la morte, ed è risorto. Coraggio. Iniziamo una vita così, che ci assicura una pace mai provata e tanta gioia sconosciuta.

 Chiara Lubich [SM=g7427]
Vilucchio.
00domenica 12 settembre 2010 15:23
Il 25 settembre 2010 ci sara' la Beatificazione di Chaira Lubich.
Vilucchio.
00domenica 12 settembre 2010 16:04
Scusate la Beatificazione e' di Chiara Luce Badano.Lapsus.
www.focolare.org/articolo.php?codart=7441
Vilucchio.
00domenica 12 settembre 2010 18:35
Perdonare ci libera!
Gesu' che Legge i nostri cuori....sa che noi abbiamo bisogno del perdono ,di darlo e riceverlo....per essere veramente liberi.
Piccola considerazione....
tanti si allontanano dalla Chiesa Cattolica cristiana per le offese ricevute dai suoi rappresentanti sia come semplici persone che come ecclesiastici....... e' un dramma ....
Queste persone non sono libere!
Perche' se fossero libere nn sceglierebbo mai di abbandonare la Chiesa che li ha accolti nel proprio seno ,li ha battezzati ,comunicati e cresimati.

Non ho ricette a che una persona possa ritornare alla Chiesa,e' un cammino che si fa da soli....nessuno puo' farlo al nostro posto.
Il destino ce lo facciamo con le nostre mani ,le scelte che facciamo sono irriversibili ,nn si puo' tornare indietro come in una moviola....Anche se a volte si riesce .A volte no.
I passi sbagliati si fanno e si subiscono.E da li' si sviluppa la trama della nostra vita.
Siamo umani.
Questo il Signore lo Sa.
Nn sta a noi giudicare l'altro.
Ma credo che in situazioni come questa di abbandono della Chiesa cattolica l'unica sia quella di fare silenzio ,pregare e farsi aiutare dallo Spirito Santo.
Certo è un gran dispiacere sapere che una persona a noi cara si allontana dalla Chiesa ma l'unica cosa che possiamo fare e ' pregare perche' il suo cuore possa perdonare.

le parole sul perdono di Chiara Lubich mi fanno pensare a tante cose della mia vita....e' vero il perdono dato e ricevuto è vita.
Gesu' morendo sulla Croce e poi Risorgendo ce lo ha dimostrato.
Preghaimo a che noi non ci allontaniamo mai dalla linfa vitale che e' l'Amore di Gesu' e della sua Chiesa.Voluta e amata .
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