A Gerusalemme migliaia di fedeli per le festività pasquali

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S_Daniele
00mercoledì 31 marzo 2010 09:18
I cristiani potranno entrare in città solo con un permesso

A Gerusalemme migliaia di fedeli per le festività pasquali


Gerusalemme, 30. Migliaia di pellegrini hanno partecipato alle celebrazioni della Settimana santa con la processione delle Palme dal Monte degli Ulivi fino alla città vecchia per ricordare l'ingresso di Gesù Cristo prima della sua passione, morte e risurrezione. Il corteo, composto da almeno duemila persone fra fedeli locali e pellegrini internazionali, era guidato dal patriarca di Gerusalemme dei Latini, monsignor Fouad Twal, e dal custode francescano della Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa.
Prima della benedizione, il patriarca ha ricordato che "Gesù è entrato nella città santa allo stesso modo dell'assemblea senza scorta, senza soldati e senza muri di separazione", riferendosi alla situazione di tensione presente nella città. "Che la passione di Cristo - ha concluso - ci salvi dalle nostre passioni".

 La Settimana santa è vissuta dai cristiani palestinesi con qualche difficoltà, poiché devono affrontare una serie di procedure burocratiche per giungere a Gerusalemme da Gaza e dalla West Bank. Il Governo israeliano, infatti, ha deciso domenica scorsa di chiudere per nove giorni la frontiera della Cisgiordania e permette solo l'entrata per motivi umanitari o a cristiani che abbiano il permesso di celebrare la Pasqua a Gerusalemme. I cristiani di Gaza - riferisce Asianews - ricevono il permesso con molta più difficoltà.
Intanto, il presidente della Conferenza episcopale del Canada e vescovo di Saint-Jérôme, monsignor Pierre Morisette, ha inviato una lettera al primo ministro canadese, Stephen Harper, per informarlo sulla situazione in Terra Santa. "È politica della Conferenza episcopale del Canada - si legge nella lettera - insistere sul pieno rispetto dei diritti e delle speranze sia degli israeliani e sia dei palestinesi di fare tutto il possibile per incoraggiare l'impegno per la giustizia e la pace in tutto il Medio Oriente e per ricordare che le questioni relative alla Terra Santa sono di vitale importanza per gli ebrei e i musulmani, come pure per i cristiani, anche coloro che per secoli hanno vissuto in quella che oggi chiamiamo Israele e Territori palestinesi, come pure gli ebrei, i musulmani e i cristiani di tutto il mondo. Rispettando pienamente e appoggiando il diritto e le esigenze degli israeliani di poter vivere in sicurezza, la Conferenza episcopale del Canada è anche consapevole che ci sono molte persone in Medio Oriente sempre più frustrate, impazienti e persino ostili a causa delle diverse misure di sicurezza volute da Israele. Pertanto - prosegue la missiva - ironicamente possiamo affermare che gli sforzi attuali per migliorare la sicurezza possono avere l'effetto non voluto, ma inevitabile, di produrre insicurezza in futuro. Ancora una volta, ribadiamo che i vescovi del Canada continueranno a insistere sul diritto e il bisogno di tutti gli israeliani di vivere nella sicurezza. Allo stesso tempo, siamo ben consapevoli che una serie di misure di sicurezza che vengano imposte dal Governo di Israele rischiano di aprire una piaga".
I presuli canadesi, infine, chiedono al Governo del Paese "di fare tutto il possibile per promuovere una soluzione giusta e duratura in questo conflitto che tenga conto dei diritti e delle esigenze di israeliani e palestinesi, compresi gli ebrei, i musulmani e i cristiani".


(©L'Osservatore Romano - 31 marzo 2010)
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