Altro che roghi, crociate e Inquisizione...

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Cattolico_Romano
00giovedì 6 novembre 2008 18:19
STORIA www.avvenire.it


Altro che roghi, crociate e Inquisizione... Una biografia smentisce i luoghi comuni sul santo spagnolo

San Domenico di Guzman, senza leggenda nera


Di Franco Cardini

Non illudetevi, il tempo delle «leggende nere» e delle «tenebre del Medioevo» non è ancora passato. Può sembrare che le vecchie polemiche illuministiche, massoniche e anticlericali contro la Chiesa «che ha fatto le crociate e l'inquisizione, che ha bruciato le streghe e Giordano Bruno, che ha torturato Campanella e perseguitato Galileo» si siano attutite: se non altro perché in questi ultimi anni le crociate sono state «rivalutate» da improbabili e non disinteressati nuovi apologeti affaccendati nello strumentalizzare la storia in funzione della politica dei nostri giorni. Ma è un'illusione.

Il fuoco del pregiudizio anticlericale e anticattolico cova sotto le ceneri, ed è pronto a divampare di nuovo. Avete mai fatto caso al pullulare di indecorosi «Musei della tortura medievale» che costellano le città turistiche europee? I furbastri che li gestiscono fanno soldi spargendo calunnie anticattoliche: e agiscono del tutto indisturbati anche perché i cattolici non conoscono la storia e hanno paura di esporsi. Se le Crociate godono in questo momento d'un inatteso trattamento di favore perché la loro memoria può essere strumentalizzata in funzione antimusulmana, non è lo stesso naturalmente per altri aspetti della «leggenda nera» antiecclesiastica e anticattolica.

L'Inquisizione, per esempio. E quindi il personaggio che in qualche modo ne viene considerato se non il fondatore quanto meno il garante iniziale: san Domenico di Guzmán. Non è pertanto senza legittima ancorché facinorosa soddisfazione che i cultori di storia desiderosi di serie letture sotto il profilo scientifico ma non insensibili alla necessità di rafforzare una conoscenza storica che legittimamente possa difendere la Chiesa e la cristianità da infamanti accuse saluteranno questo San Domenico di Michel Roquebert appena edito dalla San Paolo, il sottotitolo del quale è estremamente esplicito:«Contro la leggenda nera».

La «leggenda nera» è quella propagandata fra Sette e Novecento da circoli massonici e protestanti e che - complici magari certe immagini, come la famosa tela dell'Autodafè di Pedro Berriguete - associa la veste bianco-nera dei Frati Predicatori, cioè appunto dei «domenicani», a cupe scene di tortura e di rogo.

Una «leggenda nera» che dall'Ordine nato all'inizio del Duecento - un Ordine mendicante, come quello francescano - stende la sua ombra sul chierico spagnolo che lo fondò: quel canonico della cattedrale di Osma che si chiamava Domenico e che concepì con esso uno strumento in grado di opporsi al dilagare dell'eresia catara. Michel Roquebert è uno dei maggiori studiosi di storia del catarismo, cioè di quell'eresia di carattere neomanicheo - in realtà una religione di tipo dualistico e a carattere iniziatico, penetrata dalla Persia attraverso i Balcani e giunta in Europa nel XII secolo - che si presentava come un cristianesimo purificato dagli aspetti mondani del potere ecclesiastico ma che in realtà nascondeva sotto la pia austerità dei suoi propagandisti un carattere duramente nichilista e negatore della vita.

Per i catari, il Dio della Bibbia era Satana, che aveva creato la materia per imprigionarvi lo spirito. Per quanto predicassero la loro dottrina appoggiandosi a un'affascinante lettura del Vangelo di Giovanni, i catari erano degli anticristiani radicali; eppure tra XII e XIII secolo riuscirono a imporsi soprattutto in un'ampia area compresa tra Pirenei, Loira, pianura padana e Toscana: e a crearvi un'anti-chiesa che alla fine venne estirpata con una vera e propria crociata (la «crociata degli Albigesi»).

Un'impresa d'altro canto ricca di episodi di raccapricciante ferocia e condotta dalla rapace nobiltà guerriera franco-settentrionale, desiderosa di arricchirsi spogliando la doviziosa Linguadoca. Una pagina senza dubbio terribile, per quanto in seguito strumentalizzata da un'erudizione prevenuta, che ha teso a trasferire alla Chiesa e all'Inquisizione tutte le colpe di quei tragici avvenimenti, all'Ordine domenicano la responsabilità di aver ideato la «macchina infernale» inquisitoriale e al suo fondatore quella di esserne stato il cupo, tetro artefice.

Roquebert ricostruisce qui, con lineare serenità e adesione scrupolosa ai documenti, il vero profilo di Domenico: un religioso animato da autentica pietas e devoto allo studio, che si trovò ad attraversare la crisi spirituale più grave di tutto il cosiddetto Medioevo e che reagì essenzialmente organizzando una schiera di uomini devoti e sapienti come lui, i quali sia con l'esempio - la vita mendicante - sia con il sapere erano chiamati a combattere i propagandisti catari.

Fu tra l'altro, com'è noto, grazie al modello domenicano che gli Ordini mendicanti entrarono con forza nelle istituzioni universitarie del XIII secolo e che in buona parte le conquistarono e le informarono di uno spirito nuovo. Questo libro disincanta limpidamente la «leggenda nera» che vuole i frati bianco-neri cupamente presenti in terribili scene di tortura e di rogo. Se certe immagini, che appartengono ormai purtroppo al corredo della «cultura diffusa», potessero essere dissipate solo dalla conoscenza storica, esse sarebbero scomparse ormai da molti decenni. Così purtroppo non è. Informarsi correttamente non è mai sufficiente. Però, specie di questi tempi, è necessario eccome.


Cattolico_Romano
00giovedì 6 novembre 2008 18:21
"Popolo dei Franchi"
Discorso sulla crociata - Urbano II
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Popolo dei Franchi, popolo d'oltre i monti, popolo come riluce in molte delle vostre azioni eletto ed amato da Dio, distinto da tutte le nazioni sia per il sito del vostro paese che per l'osservanza della fede cattolica e per l'onore prestato alla Santa Chiesa, a voi si rivolge il nostro discorso e la nostra esortazione.

Vogliamo che voi sappiate quale lugubre motivo ci abbia condotto nelle vostre terre; quale necessità vostra e di tutti i fedeli ci abbia qui, attratti. Da Gerusalemme e da Costantinopoli é pervenuta e più d'una volta è giunta a noi una dolorosa notizia: i Persiani. gente tanto diversa da noi, popolo affatto alieno da Dio, stirpe dal cuore incostante e il cui spirito non fu fedele al Signore,
ha invaso le terre di quei cristiani, le ha devastate col ferro, con la rapina e col fuoco e ne ha in parte condotti prigionieri gli abitanti nel proprio paese, parte ne ha uccisi con miserevole strage, e le chiese di Dio o ha distrutte dalle fondamenta o ha adibite al culto della propria religione. Abbattono gli altari dopo averli sconciamente profanati, circoncidono i cristiani e il sangue della circoncisione o spargono sopra gli altari o gettano nelle vasche battesimali; e a quelli che vogliono condannare a una morte vergognosa perforano l'ombelico, strappano i genitali, li legano a un palo e, percuotendoli con sferze, li conducono in giro, sinché, con le viscere strappate, cadono a terra prostrati.

Altri fanno bersaglio alle frecce dopo averli legati ad un palo; altri, fattogli piegare il collo, assalgono con le spade e provano a troncare loro la testa con un sol colpo. Che dire della nefanda violenza recata alle donne, della quale peggio è parlare che tacere?
Il regno dei Greci è stato da loro già tanto gravemente colpito e alienato dalle sue consuetudini, che non può essere attraversato con un viaggio di due mesi. A chi dunque incombe l'onere di trarne vendetta e di riconquistarlo, se non a voi cui più che a tutte le altre genti Dio concesse insigne gloria nelle armi, grandezza d'animo, agilità nelle membra, potenza d'umiliare sino in fondo coloro che vi resistono?

Vi muovano e incitino ali animi vostri ad azioni le gesta dei vostri antenati, la probità e la grandezza del vostro re Carlo Magno e di Ludovico suo figlio e degli altri vostri sovrani che distrussero i regni dei pagani e ad essi allargarono i confini della Chiesa. Soprattutto vi sproni il Santo Sepolcro del Signore Salvatore nostro, ch'è in mano d'una gente immonda, e i luoghi santi, che ora sono da essa vergognosamente posseduti e irriverentemente insozzati dalla sua immondezza. O soldati fortissimi, figli di padri invitti, non siate degeneri, ma ricordatevi del valore dei vostri predecessori; e se vi trattiene il dolce affetto dei figli, del genitori e delle consorti, riandate a ciò che dice il Signore nel Vangelo " chi il padre e la madre più di me, non è degno di me. Chiunque lascerà il padre o la madre o la moglie o i figli o i campi per amore del mio nome riceverà cento volte tanto e possederà la vini eterna". Non vi trattenga il pensiero di alcuna proprietà, nessuna cura delle cose domestiche, ché questa terra che voi abitate, serrata d'ogni parte dal mare o da gioghi montani, è fatta angusta dalla vostra moltitudine, né è esuberante di ricchezza e appena somministra di che vivere a chi la coltiva. Perciò vi offendete e vi osteggiate a vicenda, vi fate guerra e tanto spesso vi uccidete tra voi. Cessino dunque i vostri odi intestini, tacciano le contese, si plachino le guerre e si acquieti ogni dissenso ed ogni inimicizia. Prendete la via del santo Sepolcro, strappate quella terra a quella gente scellerata e sottomettetela a voi: essa da Dio fu data in possessione ai figli di Israele; come dice la Scrittura, in essa scorrono latte e miele.

Gerusalemme è l'ombelico del mondo, terra ferace sopra tutte quasi un altro paradiso di delizie; il Redentore del genere umano la rese illustre con la sua venuta, la onorò con la sua dimora, la consacrò con la sua passione, la redense con la sua morte, la fece insigne con la sua sepoltura. E proprio questa regale città posta al centro del mondo, è ora tenuta in soggezione dai propri nemici e dagli infedeli, è fatta serva del rito pagano. Essa alza il suo lamento e anela ad essere liberata e non cessa d'implorare che voi andiate in suo soccorso. Da voi più che da ogni altro essa esige aiuto poiché a voi è stata concessa da Dio sopra tutte le stirpi la gloria delle armi. Intraprendete dunque questo cammino in remissione dei vostri peccati, sicuri dell'immarcescibile gloria del regno dei cieli.

0 fratelli amatissimi, oggi in noi si è manifestato quanto il Signore dice nel Vangelo: Dove due o tre saranno radunati nel mio nome, ivi io sarò in mezzo a loro. Se il Signore Iddio non avesse ispirato i vostri pensieri, la vostra voce non sarebbe stata unanime; quantunque essa abbia risuonato con timbro diverso, unica fu tuttavia la sua origine: Dio che l'ha suscitata, Dio che l'ha ispirata nei vostri. cuori. Sia dunque questa vostra voce il vostro grido di guerra, dal momento che essa viene da Dio.

Quando andrete all'assalto dei bellicosi nemici, sia questo l'unanime grido di tutti i soldati di Dio: "Dio lo vuole! Dio lo vuole!"

E noi non invitiamo ad intraprendere questo cammino i vecchi o quelli che noti sono idonei a portare le armi; né le mogli si muovano senza i mariti o senza i fratelli o senza i legittimi testimoni: tutti costoro sono più un impedimento che un aiuto, più un peso che un vantaggio. I ricchi sovvengano i poveri e conducano a proprie spese con loro uomini pronti a combattere. Ai sacerdoti e ai chierici di qualunque ordine non sia lecito partire licenza dei loro vescovi, perché questo viaggio sarebbe inutile per loro senza questo consenso; e neppure ai laici sia permesso partire senza la benedizione del loro sacerdote. Chiunque vorrà compiere questo santo pellegrinaggio e ne avrà fatto promessa a Dio e a lui si sarà consacrato come vittima vivente santa e accettevole porti sul suo petto il segno della croce del Signore; chi poi, pago dei suo voto, vorrà ritornarsene, ponga alle sue terga; sarà così adempiuto il precetto che il Signore dà nel Vangelo: "Chi non porta la sua croce e non viene dietro di me non è degno di me".Clermont, 27 novembre 1095

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Un breve commento dal momento che alle orecchie dei PACIFISTI DI OGGI queste parole suonano stonate.... tongue.gif

Innanzi tutto IL LINGUAGGIO usato da Papa Urbano era il linguaggio di quel tempo.....tutto era visto sempre all'ombra dell'eroe e del cavaliere CHE AGIVA CON ONESTA' E NEL QUALE SI RISPECCHIAVA LA GIUSTIZIA STESSA DI DIO......Quanto avete letto dire da Urbano, immaginate appunto che egli si rifà alla lotta contro LA CALATA DEI BARBARI, DEGLI UNNI..DI ATTILA.....se dovessimo condannare oggi (solo perchè ci siamo INGENTILITI NEL LINGUAGGIO, ma non è neppure vero questo!!) le Crociate dovremmo condannare anche l'arresto militare contro gli Unni.......DOVREMMO CONDANNARE LA LEGITTIMA DIFESA....... perchè infatti, se leggiamo attentamente il proclama di papa Urbano, cosa dice?

a- Da Gerusalemme e da Costantinopoli é pervenuta e più d'una volta è giunta a noi una dolorosa notizia......

b-
ha invaso le terre di quei cristiani, le ha devastate col ferro, con la rapina e col fuoco e ne ha in parte condotti prigionieri gli abitanti nel proprio paese, parte ne ha uccisi con miserevole strage, e le chiese di Dio o ha distrutte dalle fondamenta o ha adibite al culto della propria religione. Abbattono gli altari dopo averli sconciamente profanati, circoncidono i cristiani e il sangue della circoncisione o spargono sopra gli altari o gettano nelle vasche battesimali; e a quelli che vogliono condannare a una morte vergognosa perforano l'ombelico, strappano i genitali, li legano a un palo e, percuotendoli con sferze, li conducono in giro, sinché, con le viscere strappate, cadono a terra prostrati.

Altri fanno bersaglio alle frecce dopo averli legati ad un palo; altri, fattogli piegare il collo, assalgono con le spade e provano a troncare loro la testa con un sol colpo. Che dire della nefanda violenza recata alle donne, della quale peggio è parlare che tacere?
......

Ergo le parole di Papa Urbano ci fanno comprendere che la Cristianità SE NE STAVA PER FATTI SUOI......E VENNE AGGREDITA, VENNE USURPATA, VENNE CALPESTATA....La reazione non è una semplice "vendetta" il LINGUAGGIO DEVE ESSERE LETTO ED INTERPRETATO IN QUEL TEMPO e non al tempo nostro dove tale termine ha acquisito un concetto più PERSONALISTICO E LEGATO AD ALTRI FATTORI....tale vendetta fu piuttosto LA APPLICAZIONE DI UNA LEGITTIMA DIFESA.........SOPRATTUTTO PER SALVARE I SUPERSTITI E PER LIBERARE QUEI LUOGHI DALLE PROFANAZIONI........

Non dimentichiamo che il via a queste guerre partì da Maometto il quale predicò che TUTTI I LUOGHI DELLA TERRA DOVEVANO ESSERE SOTTOMESSI ALL'ISLAM......il Cristianesimo c'era già da cinquecento anni....tali scorribande termineranno con la BATTAGLIA DI LEPANTO (1571) e la Battaglia di Vienna.....

Non soffermiamoci dunque sul linguaggio usato a quel tempo, ma si abbia l'onestà di RICONOSCERE CHI FURONO GLI AGGRESSORI....CHI FURONO VERAMENTE LE VITTIME al di là poi degli abusi che i crociati commisero e per i quali abusi, MA NON PER LE CROCIATE IN QUANTO TALI, Giovanni Paolo II fece il "Mea Culpa".....

ALLORA.........NON FACCIAMO GLI IPOCRITI......è inutile rammaricarsi delle parole e dei toni di Papa Urbano del 1095......con un linguaggio LONTANO DA NOI ANNI LUCE.....ed una realtà quotidiana priva delle comodità che oggi abbiamo.....per poi riversare sugli aggressori tutta la pietà e dimenticarsi delle VITTIME AGGREDITE.......Se oggi abbiamo maturato il Vangelo della COM-PASSIONE E DELLA MISERICORDIA, LO DOBBIAMO PROPRIO A QUESTI EVENTI DEL PASSATO MA NON IN FORMA NEGATIVA CONTRO LA CHIESA, AL CONTRARIO....A FAVORE DELLA CHIESA.....

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