Conclusa l'assemblea della Federazione internazionale Le università cattoliche in dialogo con la società postmoderna
Rafforzare l'identità degli atenei cattolici, comunicare alla società odierna i principi etici e religiosi, incoraggiare forme originali di dialogo e di collaborazione con le strutture accademiche pubbliche, in favore dello sviluppo, della comprensione tra le culture e della difesa della natura. L'attualità di questi orientamenti, contenuti nella Costituzione apostolica Ex corde Ecclesiae del 1990, è stata ribadita a conclusione della xxiii assemblea generale della Federazione internazionale delle Università cattoliche (Fiuc), svoltasi alla Gregoriana.
All'indomani dell'incontro con Benedetto XVI i delegati dei cinque continenti sono tornati a riunirsi venerdì mattina, 20 novembre, per approfondire il contesto socio-culturale e pastorale nel quale vent'anni fa germogliò il documento di Giovanni Paolo II sugli atenei cattolici, riflettendo sull'impronta da esso lasciata nell'azione educativa e sul futuro della missione ecclesiale delle università. "Non siamo solo la sommatoria delle nostre capacità e della nostra intelligenza, siamo relazione con Dio" aveva detto il cardinale Zenon Grocholewski, prefetto della Congregazione per l'Educazione Cattolica, durante la messa di inaugurazione celebrata il 16 novembre.
L'assemblea della Fiuc - che raccoglie 207 tra i maggiori atenei di ispirazione ecclesiale di 56 diversi Paesi, una sorta di "rete delle reti" del mondo universitario cattolico - si sarebbe dovuta tenere in Honduras nel luglio scorso ma dovette essere sospesa a causa della situazione nel Paese latinoamericano. Durante i lavori alla Gregoriana, tra i temi ricorrenti c'era anche la più famosa delle regole di Ticonio, i criteri interpretativi che per secoli hanno guidato l'esegesi cristiana: il rapporto tra la Chiesa-corpo e Cristo-capo. "Gli atenei devono porsi sempre più a servizio della crescita integrale degli uomini e delle donne di oggi" ha spiegato il cardinale Grocholewski, mettendo in rilievo lo stretto legame tra la Chiesa e le università che in tutto il mondo - e sono complessivamente più di 1200, con tre milioni e mezzo di studenti - si rifanno all'ispirazione ecclesiale. "Questi luoghi di ricerca e di studio - ha aggiunto - devono sentirsi inseriti in un dinamismo della Chiesa come elementi importanti del corpo mistico di Cristo. Devono dunque mantenersi in comunione con il capo, che è Cristo stesso, e con tutte le altre membra. Tale comunione - ha concluso - aiuterà le università cattoliche a mantenersi ferme nel cammino della verità, alla sequela del Signore".
Sulla formazione ha insistito il presidente della Fiuc, Anthony Cernera. "La nostra antropologia - ha sottolineato nel suo intervento - ci ricorda che l'uomo è un essere in relazione con Dio e con i suoi figli. Pensiamo dunque che lo sviluppo spirituale, psicologico e, in definitiva, umano dei nostri studenti sia parte integrante della missione che svolgiamo".
I rettori e i rappresentanti degli atenei cattolici, con l'ausilio di esperti e studiosi, hanno discusso delle sfide che la società contemporanea porta alla pedagogia cristiana. Non a caso il titolo del convegno rimandava alla presenza dell'università cattolica nelle società postmoderne. Un'occasione per rispondere alle "aspettative più urgenti" dell'uomo alle prese con sempre nuove scoperte tecnologiche e scientifiche e profondi cambiamenti socio-politici. E il confronto è reso più urgente dalla crisi economica. Monsignor Vincenzo Zani, sottosegretario della Congregazione per l'Educazione cattolica, ha parlato di quanto emerso in materia all'ultima Conferenza generale dell'Unesco. L'attuale profonda recessione - ha detto - "interroga soprattutto il mondo accademico, chiedendo che nella preparazione dei futuri professionisti si trasmettano conoscenza non chiuse o autoreferenziali, ma sempre più aperte e flessibili". Sono sfide - ha rilevato il gesuita Gianfranco Ghirlanda, rettore della Gregoriana - che "vengono rivolte implicitamente dalla progressiva secolarizzazione, che si fa sempre più riluttante a recepire i valori evangelici, che sono valori autenticamente umani". È questa la ragione profonda - ha proseguito - per cui l'Università cattolica apre le sue porte non "solo ai cattolici, anzi in molte di esse gli studenti cattolici sono una piccola minoranza, ma a ogni uomo e ogni donna che intenda ricevere una formazione integrale per lo sviluppo di una personalità libera e responsabile". Pur in questa diversità, l'elemento distintivo delle università cattoliche è "la formazione degli studenti alla ricerca della verità e del bene affinché sentano questa ricerca come un dovere che scaturisce dall'interno della loro coscienza".
Lo slogan della Fiuc "Sapere per servire" esprime in sintesi l'idea che la conoscenza debba essere posta al servizio di tutta l'umanità. Per questo il segretario generale aggiunto, Medina Varón ha ricordato che la Federazione ha "la responsabilità di preservare la tradizione intellettuale cattolica, la riflessione della comunità cristiana in duemila anni, su questioni molto profonde della vita e della condizione umana, sulle credenze e valori trasmessi dal Vangelo". (silvia guidi)
(©L'Osservatore Romano - 21 novembre 2009)