BENEDETTO XVI: UDIENZA, “L’EUROPA HA BISOGNO DI RITROVARE DIO”

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Cattolico_Romano
00mercoledì 30 settembre 2009 11:21
BENEDETTO XVI: UDIENZA, “L’EUROPA HA BISOGNO DI RITROVARE DIO”

“Un vero pellegrinaggio e, al tempo stesso, una missione nel cuore dell’Europa”.
Così il Papa ha definito il suo
viaggio apostolico nella Repubblica Ceca, appena concluso, di cui ha ripercorso le tappe nel corso della catechesi dell’udienza generale di oggi.
“Pellegrinaggio – ha spiegato Benedetto XVI - perché la Boemia e la Moravia sono da oltre un millennio terra di fede e di santità; missione, perché l’Europa ha bisogno di ritrovare in Dio e nel suo amore il fondamento saldo della speranza”.
“L’amore di Cristo è la nostra forza”, ha esclamato il Pontefice citando Cirillo e Metodio, “evangelizzatori di quelle popolazioni” e patroni dell’Europa insieme con san Benedetto. Un’affermazione, questa – ha detto il Papa - che “riecheggia la fede di tanti eroici testimoni del passato remoto e recente,penso in particolare al secolo scorso, ma che soprattutto vuole interpretare la certezza dei cristiani di oggi”. L’amore di Cristo, per Benedetto XVI, è infatti “una forza che ispira e anima le vere rivoluzioni, pacifiche e liberatrici, e che ci sostiene nei momenti di crisi, permettendo di risollevarci quando la libertà, faticosamente recuperata, rischia di smarrire se stessa, la propria verità”.

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00mercoledì 30 settembre 2009 11:35
BENEDETTO XVI: UDIENZA, “LA VERA VITTORIA È LA VITTORIA DELLA VITA”

“La vera vittoria è la vittoria dell’amore e della vita nella famiglia e nella società!”. Ad esclamarlo è stato oggi il Papa, soffermandosi nell’udienza di oggi sulla prima tappa del suo viaggio nella Repubblica Ceca, a Praga. Citando la visita al “Bambino di Praga”, Benedetto XVI ha ricordato che nella chiesa di Santa Maria della Vittoria “ho pregato per tutti i bambini,per i genitori, per il futuro della famiglia”. La visita al Castello di Praga, invece,quasi una “polis” in cui “convivono in armonia la cattedrale e il palazzo, la piazza e il giardino”, è stata per il Papa l’occasione per ribadire che “l’ambito civile e quello religioso” non sono “giustapposti, ma in armonica vicinanza nella distinzione”, a partire dal “legame indissolubile che sempre deve esistere tra libertà e verità”. “Non bisogna aver paura della verità, perché essa è amica dell’uomo e della sua libertà”, ha ammonito Benedetto XVI: “anzi, solo nella sincera ricerca del vero, del bene e del bello si può realmente offrire un futuro ai giovani di oggi e alle generazioni che verranno”.

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00mercoledì 30 settembre 2009 12:14
BENEDETTO XVI: UDIENZA, “CONTRASTARE LA NUOVA DITTATURA DEL RELATIVISMO” E DELLA “TECNICA”

Solo “l’idea della formazione umana integrale, basata sull’unità della conoscenza radicata nella verità”, può “contrastare una nuova dittatura, quella del relativismo abbinato al dominio della tecnica”.
A ribadirlo è stato oggi il Papa, parlando – nella parte finale della catechesi dell’udienza –dell’incontro con la comunità accademica della Repubblica Ceca, in cui ha insistito “sul ruolo dell’istituzione universitaria, una delle strutture portanti dell’Europa”, essenziale anche per rafforzare le “radici cristiane” del nostro Continente. Riferendosi all’ateneo di Praga, “uno tra i più antichi e prestigiosi del continente”,fondato dall’imperatore Carlo IV insieme con il Papa Clemente VI, Benedetto XVI ha affermato che “l’università è ambiente vitale per la società, garanzia di libertà e di sviluppo, come dimostra il fatto che proprio dai circoli universitari prese le mosse a Praga la cosiddetta rivoluzione di velluto”.
A vent’anni da quello “storico evento” – ha ricordato Benedetto XVI – “ho riproposto l’idea della formazione umana integrale, basata sull’unità della conoscenza radicata nella verità, per contrastare una nuova dittatura, quella del relativismo abbinato al dominio della tecnica”. “La cultura umanistica e quella scientifica – ha ammonito il Papa a questo proposito - non possono essere separate, anzi, sono le due facce di una stessa medaglia: ce lo ricorda ancora una volta la terra ceca, patria di grandi scrittori come Kafka, e dell’abate Mendel, pioniere della moderna genetica”. Il Santo Padre ha concluso la catechesi dell’udienza generale di oggi, interamente dedicata al suo recente viaggio internazionale, esprimendo gratitudine per aver incontrato “un popolo e una Chiesa dalle profonde radici storiche e religiose, che commemora quest’anno diverse ricorrenze di alto valore spirituale e sociale”. “Ai fratelli e sorelle della Repubblica Ceca – ha concluso -rinnovo un messaggio di speranza e un invito al coraggio del bene, per costruire il presente e il domani dell’Europa”.

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00mercoledì 30 settembre 2009 12:37

Il Papa all’udienza generale dedicata al viaggio nella Repubblica Ceca: l’Europa ha bisogno di Dio per ritrovare la speranza nel domani. Ed esorta i politici a testimoniare la verità nella propria vita

Nell’udienza generale di stamani in Piazza San Pietro, Benedetto XVI ha ripercorso idealmente il suo recente viaggio apostolico in Repubblica Ceca. Il Papa ha rinnovato ai fedeli cechi un messaggio di speranza e un invito a costruire con coraggio il futuro dell’Europa. Nei saluti in italiano, il Papa ha esortato i cristiani impegnati in politica a seguire l’esempio di don Luigi Sturzo, di cui ricorre il 50.mo della morte.

Il servizio di Alessandro Gisotti:
 
Un pellegrinaggio e al tempo stesso “una missione nel cuore dell’Europa”: Benedetto XVI ha sintetizzato così il senso del suo viaggio apostolico nella Repubblica Ceca ed ha subito sottolineato che l’Europa “ha bisogno di ritrovare in Dio e nel suo amore il fondamento della speranza”. Quindi si è soffermato sul motto della visita: “L’amore di Cristo è la nostra forza”. Un’affermazione, ha rilevato, che vuole “interpretare la certezza dei cristiani di oggi”:
 
“Una forza che ispira e anima le vere rivoluzioni, pacifiche e liberatrice, e che ci sostiene nei momenti di crisi, permettendo di risollevarci quando la libertà, faticosamente recuperata, rischia di smarrire se stessa, la propria verità”.
 
L’amore di Cristo, ha affermato, ha iniziato “a rivelarsi nel volto di un Bambino”. Per questo, ha spiegato, la prima tappa del suo viaggio è stata nella chiesa praghese di Santa Maria della Vittoria, dove si venera il “Bambino Gesù”:
 
“Dinanzi al Bambino di Praga ho pregato per tutti i bambini, per i genitori, per il futuro della famiglia. La vera ‘vittoria’, che oggi chiediamo a Maria, è la vittoria dell'amore e della vita nella famiglia e nella società”.
 
Ha così rammentato gli incontri avvenuti nel Castello di Praga, un contesto nel quale ha potuto “toccare l’ambito civile e quello religioso, non giustapposti, ma in armonica vicinanza nella distinzione”. In particolare, ha offerto una riflessione sul suo discorso al Corpo diplomatico nel quale ha voluto richiamare “il legame indissolubile che sempre deve esistere tra libertà e verità”:
 
“Non bisogna aver paura della verità, perché essa è amica dell’uomo e della sua libertà; anzi, solo nella sincera ricerca del vero, del bene e del bello si può realmente offrire un futuro ai giovani di oggi e alle generazioni che verranno (…) Chi esercita responsabilità nel campo politico ed educativo deve saper attingere dalla luce di quella verità che è il riflesso dell’eterna Sapienza del Creatore; ed è chiamato a darne testimonianza in prima persona con la propria vita”
 
“Solo un serio impegno di rettitudine intellettuale e morale – ha avvertito – è degno del sacrificio di quanti hanno pagato caro il prezzo della libertà”. Ha quindi rivolto il pensiero alla celebrazione dei Vespri con il clero e il laicato cattolico ceco:
 
“Per le comunità dell’Europa centro-orientale questo è un momento difficile: alle conseguenze del lungo inverno del totalitarismo ateo, si stanno sommando gli effetti nocivi di un certo secolarismo e consumismo occidentale”.
 
Per questo, ha detto, “ho incoraggiato tutti ad attingere energie sempre nuove dal Signore risorto, per poter essere lievito evangelico nella società” e impegnarsi in attività caritative ed educative. Nelle due grandi Messe, a Brno e Stará Boleslav, ha affermato Benedetto XVI, il messaggio forte è stato quello della speranza fondata sulla fede in Cristo. La speranza dei Santi Cirillo e Metodio, evangelizzatori dei popoli slavi e di San Vencenslao che antepose il regno dei cieli al fascino del potere terreno e, per questo, è rimasto sempre nel cuore del popolo ceco. Il Vangelo, ha osservato il Papa, come “un fiume di acque risanatrici attraversa la storia e i continenti”, portando vita e salvezza. Ancora, ha ricordato l’invito rivolto ai giovani cechi “a riconoscere in Cristo l’amico più vero che soddisfa le aspirazioni più profonde del cuore umano”. Il Pontefice non ha mancato di menzionare l’incontro ecumenico avvenuto nell’arcivescovado di Praga:
 
“Lo sforzo di progredire verso una unità sempre più piena e visibile tra noi, credenti in Cristo, rende più forte ed efficace il comune impegno per la riscoperta delle radici cristiane dell’Europa”.
 
Da ultimo, il Pontefice ha parlato del suo incontro con il mondo accademico ceco, evidenziando che proprio nelle università prese le mosse a Praga, vent’anni fa, la cosiddetta “Rivoluzione di velluto” che portò alla caduta del regime comunista in quel Paese:
 
“A vent’anni da quello storico evento, ho riproposto l’idea della formazione umana integrale, basata sull’unità della conoscenza radicata nella verità, per contrastare una nuova dittatura, quella del relativismo abbinato al dominio della tecnica”.
 
La cultura umanistica e quella scientifica, ha concluso, “non possono essere separate, anzi, sono le due facce di una stessa medaglia” come ce lo ricordano grandi scrittori e scienziati, figli della patria ceca come Kafka e l’abate Mendel. Al momento dei saluti ai pellegrini italiani, ha rivolto un pensiero particolare ai partecipanti al Convegno Internazionale Sturziano, organizzato nel 50.mo della morte di don Luigi Sturzo: 

“L’esempio luminoso di questo presbitero e la sua testimonianza di amore, di libertà e di servizio al popolo sia stimolo e incoraggiamento per tutti i cristiani, e specialmente per quanti operano in campo sociale e politico perché diffondano, con la loro coerente testimonianza, il Vangelo e la dottrina sociale della Chiesa”.


Fonte

Cattolico_Romano
00mercoledì 30 settembre 2009 15:39
Potete consultare il testo del discorso del Santo Padre nell'Udienza di oggi sia qui sia qui.

Dio vi benedica!
Cattolico_Romano
00mercoledì 30 settembre 2009 16:29
VATICANO

Papa: la formazione umana integrale contro la “dittatura del relativismo”


All’udienza generale, Benedetto XVI ripercorre le tappe del viaggio compiuto nella Republica ceca. Non bisogna aver “paura della verità”. La verità è amica dell’uomo e della sua libertà”. “Chi esercita responsabilità politica ed educativa deve sempre attingere luce in quella verità che è riflesso dell’eterna sapienza del Creatore ed è chiamato a darne testimonianza in prima persona con la propria vita”.

Città del Vaticano (AsiaNews)

Solo una formazione umana integrale che abbia presente la ricerca del vero può “contrastare una nuova dittatura quella del relativismo abbinata al dominio della tecnica”.
Non bisogna infatti aver “paura della verità” che è “indissolubilmente legata alla libertà. La verità è amica dell’uomo e della sua libertà” e “solo la ricerca della verità, del bene e della bellezza possono offrire un futuro ai giovani”.
E’
l’insegnamento che Benedetto XVI ha offerto oggi dall’esperienza del viaggio che da sabato a lunedì passati ha compiuto nella Repubblica ceca, per la buona riuscita del quale ha ringraziato Dio e del quale oggi ha parlato alle 10mila persone presenti in piazza San Pietro per l’udienza generale.
Quello in Boemia e Moravia, “è stato ad un tempo un vero pellegrinaggio e una missione nel cuore dell’Europa”, pellegrinaggio per i tanti santi e beati di quel popolo e “perché la Boemia e la Moravia sono da oltre un millennio terra di fede e di santità. Missione, perché l'Europa ha bisogno di ritrovare in Dio e nel suo amore il fondamento saldo della speranza”.
“L’amore di Cristo ha inizato a rivelarsi nel volto di un bambino”, ha detto poi, ricordando di aver iniziato il pelegrinaggio con la visita a Santa Maria della Vittoria, dove è conservato il “Bambino di Praga”. Esso “ci rimanda al mistero del Dio fatto uomo, al Dio vicino, fondamento della nostra speranza”. “Ho pregato per i bambini, i genitori e l’avvenire delle famiglie”. Il Castello di Praga, nelle parole del Papa, “racchiude molteplici monumenti, ambienti, istituzioni, quasi come una polis: la cattedrale, il palazzo, la piazza, il giardino. Così ho potuto toccare l’ambito civile e religioso non giustapposti, ma in armonica vicinanza nella distinzione”.
“E’ il legame indissolubile che sempre deve esistere tra libertà e verità”. “Non bisogna aver paura della verità, perché essa è amica dell’uomo e solo nell’amore per il bello e il vero si può offire un futuro ai giovani”. “Chi esercita responsabilità politica ed educativa deve sempre attingere luce in quella verità che è riflesso dell’eterna sapienza del Creatore ed è chiamato a darne testimonianza in prima persona con la propria vita” e “solo con un serio impegno di rettitudine intellettuale e morale può mostrarsi degno del sacrificio di quanti hanno pagato con la vita il prezzo della libertà”.
Ciò è particolarmente importante in questo “momento difficile per l’Europa orientale che alle conseguenze del comunismo ateo soffre gli effetti del consumismo occidentale”. Per questo Benedetto XVI ha ricordato di aver esortato i cristiani ad “essere lievito evangelico nella società, impegnandosi in attività caritative e più ancora educative e scolastiche”.
La Moravia, ha proseguito il Papa, “fa pensare subito a Cirillo e Metodio, evangelizzatori dei popli slavi e quindi alla forza inesauribile del Vangelo che come un fiume attraversa la storia e i continenti portando luce e salvezza”. “L'amore di Cristo è la nostra forza”, un'affermazione, ha aggiunto, che “riecheggia la fede di tanti eroici testimoni del passato remoto e recente, penso in particolare al secolo scorso, ma che soprattutto vuole interpretare la certezza dei cristiani di oggi". L'amore di Cristo, per Benedetto XVI, è infatti “una forza che ispira e anima le vere rivoluzioni, pacifiche e liberatrici, e che ci sostiene nei momenti di crisi, permettendo di risollevarci quando la libertà, faticosamente recuperata, rischia di smarrire se stessa, la propria verità”.
Continuando a ripercorrere le tappe della sua visita, Benedetto XVI ha ricordato l’incontro ecumenico nell’arcivescovado, dove erano rappresentanti delle diverse comunità cristiane e della ebraica. “Pensando alla storia, con gli aspri conflitti del passato, è motivo di gratitudine a Dio esserci trovati insieme per condividere la fede e la responsabilità storica di fronte alle sfide attuali”. “Lo sforzo di progredire verso una unità sempre più piena e visibile tra noi rende più forte ed efficace il comune impegno per la riscoperta delle radici cristiane dell'Europa”.
Il “comune impegno per la riscoperta delle radici cristiane d’Europa” è emerso pure nell’incontro con il mondo accademico. In tale contesto Benedetto XVI ha ricordato di aver insistito sul ruolo delle istituzioni universitarie. “L’università degli studi - ha concluso il Papa - è ambiente vitale per la società, garanzia di pace e di sviluppo, come dimostra la cosiddetta Rivoluzione di velluto. A 20 anni di distanza ho riproposto l’idea della formazione umana integrale per contrastare una nuova dittatura quella del relativismo abbinata al dominio della tecnica”.

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00giovedì 1 ottobre 2009 09:37
Benedetto XVI: l’Europa “ha bisogno di ritrovare in Dio”

In occasione dell'Udienza generale dedicata al viaggio nella Repubblica Ceca



ROMA, mercoledì, 30 settembre 2009 (ZENIT.org).-

L’Europa ha bisogno di Dio e del coraggio del bene per ritrovare la speranza nel domani, ha detto questo mercoledì Benedetto XVI.

Nell’Udienza generale di stamani in piazza San Pietro, davanti a dodicimila fedeli, il Papa ha ripercorso le tappe salienti del suo recente viaggio apostolico nella Repubblica Ceca, da lui definito “una missione nel cuore dell’Europa”.

L’Europa, ha affermato il Santo Padre, “ha bisogno di ritrovare in Dio e nel suo amore il fondamento della speranza”. L'amore di Cristo è infatti “una forza che ispira e anima le vere rivoluzioni, pacifiche e liberatrici, e che ci sostiene nei momenti di crisi, permettendo di risollevarci quando la libertà, faticosamente recuperata, rischia di smarrire se stessa, la propria verità”.Quell'amore di Cristo, ha aggiunto, che ha iniziato “a rivelarsi nel volto di un Bambino”. Per questo, ha spiegato, la prima tappa del suo viaggio è stata nella chiesa praghese di Santa Maria della Vittoria, che custodisce la statua del “Bambino Gesù”.

“Dinanzi al Bambino di Praga ho pregato per tutti i bambini, per i genitori, per il futuro della famiglia – ha ricordato –. La vera ‘vittoria’, che oggi chiediamo a Maria, è la vittoria dell'amore e della vita nella famiglia e nella società”.In particolare, ha richiamato le riflessioni contenute nel suo discorso al Corpo diplomatico incontrato nel Castello di Praga, nel quale ha voluto evidenziare “il legame indissolubile che sempre deve esistere tra libertà e verità”.

“Non bisogna aver paura della verità – ha detto il Papa –, perché essa è amica dell’uomo e della sua libertà; anzi, solo nella sincera ricerca del vero, del bene e del bello si può realmente offrire un futuro ai giovani di oggi e alle generazioni che verranno”.“Chi esercita responsabilità nel campo politico ed educativo deve saper attingere dalla luce di quella verità che è il riflesso dell’eterna Sapienza del Creatore; ed è chiamato a darne testimonianza in prima persona con la propria vita”, ha aggiunto.

“Solo un serio impegno di rettitudine intellettuale e morale - ha avvertito il Papa - è degno del sacrificio di quanti hanno pagato caro il prezzo della libertà”. Il Ponterfice ha quindi rivolto il proprio pensiero alla celebrazione dei Vespri con i sacerdoti, i religiosi, le religiose, i seminaristi e i rappresentanti dei movimenti laicali, svoltasi nella Cattedrale dei Santi Vito, Venceslao e Adalberto di Praga.

“Per le comunità dell’Europa centro-orientale questo è un momento difficile – ha sottolineato –: alle conseguenze del lungo inverno del totalitarismo ateo, si stanno sommando gli effetti nocivi di un certo secolarismo e consumismo occidentale”.

Per questo, ha detto, “ho incoraggiato tutti ad attingere energie sempre nuove dal Signore risorto, per poter essere lievito evangelico nella società” e impegnarsi in attività caritative ed educative.

Nelle due grandi Messe, a Brno e Stará Boleslav, ha affermato Benedetto XVI, il messaggio forte è stato quello della speranza fondata sulla fede in Cristo, la speranza dei Santi Cirillo e Metodio, evangelizzatori dei popoli slavi e di San Vencenslao, Patrono della Nazione Ceca, “che ebbe il coraggio di anteporre il regno dei cieli al fascino del potere terreno”.

Il Papa ha quindi ricordato l’invito rivolto ai giovani cechi “a riconoscere in Cristo l’amico più vero che soddisfa le aspirazioni più profonde del cuore umano”. Successivamente, ha menzionato l’incontro con gli esponenti del Consiglio ecumenico delle Chiese nella Repubblica Ceca, che ha avuto luogo nell’arcivescovado di Praga.

A questo proposito, ha ribadito “lo sforzo di progredire verso una unità sempre più piena e visibile tra noi, credenti in Cristo, rende più forte ed efficace il comune impegno per la riscoperta delle radici cristiane dell’Europa”.

Infine, il Papa ha parlato del suo incontro con il mondo accademico ceco nel Castello di Praga, ricordando come proprio nelle università, a Bratislava nel 1989, con una manifestazione di studenti universitari slovacchi a favore della democrazia, prese le mosse la cosiddetta “Rivoluzione di velluto” che portò in seguito alla caduta del regime comunista nel Paese.

“A vent’anni da quello storico evento – ha detto il Pontefice –, ho riproposto l’idea della formazione umana integrale, basata sull’unità della conoscenza radicata nella verità, per contrastare una nuova dittatura, quella del relativismo abbinato al dominio della tecnica”.Al momento dei saluti ai pellegrini italiani, Benedetto XVI ha rivolto un pensiero particolare ai partecipanti al Convegno internazionale organizzato nel 50.mo della morte di don Luigi Sturzo, che si svolgerà dal 2 al 4 ottobre prossimi a Catania e Caltagirone.

“L’esempio luminoso di questo presbitero – ha detto – e la sua testimonianza di amore, di libertà e di servizio al popolo sia stimolo e incoraggiamento per tutti i cristiani, e specialmente per quanti operano in campo sociale e politico perché diffondano, con la loro coerente testimonianza, il Vangelo e la dottrina sociale della Chiesa”.
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