Beatificazione del cardinale Sancha y Hervás

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S_Daniele
00sabato 17 ottobre 2009 19:49
Domenica a Toledo la beatificazione del cardinale Sancha y Hervás

Visse povero per i poveri


Fine intellettuale, di ampia cultura, permeato da zelo apostolico, devoto figlio della Chiesa, modesto e semplice di carattere, pronto al parlare, colmo di carità verso tutti, disponibile a nuovi impegni e accorto amministratore. Un ritratto sintetico ma, al tempo stesso, efficace del cardinale Ciriaco María Sancha y Hervás, arcivescovo di Toledo - che domenica 18 ottobre viene beatificato a Toledo nel corso di una celebrazione presieduta dall'arcivescovo Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi - è quello tracciato dall'allora nunzio apostolico a Madrid nell'informativa inviata al cardinale Mariano Rampolla, segretario di Stato di Leone xiii. Un giudizio tanto più significativo se si pensa che venne stilato da un diplomatico in risposta alla richiesta del cardinale Rampolla di segnalare la persona più idonea in vista dell'eventuale creazione di un porporato spagnolo.

D'altronde, non è semplice racchiudere la vita e l'opera di una personalità così complessa come quella del cardinale Sancha y Hervás in poche righe. Basti considerare che la sua azione apostolica non si dispiegò solo in Spagna, ma anche nelle Americhe, in particolare a Cuba. Il 24 marzo 1898, alla sua nomina ad arcivescovo di Toledo e quindi a primate di Spagna e patriarca delle Indie occidentali, si trovò a dover affrontare le spinte centrifughe che attraversavano le comunità cattoliche dell'epoca. Con la sua instancabile azione di pacificazione e di persuasione riuscì a far rientrare in parte i dissensi anche all'interno dell'episcopato.

Al suo arrivo in diocesi, trovò il seminario diocesano in uno stato disastroso e mise in atto i provvedimenti adatti a ripristinare completamente la sua attività. Con grande impegno cercò anche di migliorare la formazione dei candidati al sacerdozio. Si occupò poi dell'evangelizzazione del popolo, circondandosi di collaboratori e collaboratrici laiche a cui affidò l'insegnamento del catechismo.

Concentrò i suoi sforzi nel campo sociale, promuovendo la nascita di sindacati di ispirazione cattolica. Nell'ambito sociale prese le difese dei lavoratori, affinché venisse loro riconosciuta la giusta retribuzione per il lavoro svolto. Iniziò a visitare frequentemente i quartieri dove risiedevano in condizioni non certo facili i più emarginati della società. Fondò scuole notturne specializzate riservate agli operai, scuole domenicali per bambine, un'accademia di musica e alcuni giornali cattolici. Nel 1903 Leone xiii gli affidò l'incarico di occuparsi della Lega cattolica, che aveva come obiettivo di incanalare l'azione dei cattolici nella vita pubblica.

Uno dei risultati più significativi della sua opera fu il congresso della buona stampa celebrato nel 1904 a Siviglia, dal quale scaturirono la creazione di un'agenzia di informazione cattolica con sede a Madrid e un'associazione di scrittori e artisti cattolici. Nel 1907 convocò la prima assemblea dell'episcopato spagnolo, un'antesignana dell'attuale Conferenza episcopale.

Ma la comunità ecclesiale aveva già avuto modo di conoscere l'azione pastorale del cardinale Sancha y Hervás ancor prima della sua nomina ad arcivescovo di Toledo. Già da semplice sacerdote dette prova della sua carità verso i poveri, gli orfani, gli anziani, i malati. Per venire incontro ai loro bisogni, insieme con quattro giovani cubane dette vita alle Sorelle dei poveri, invalidi e bambini poveri, conosciute attualmente con il nome di Sorelle della carità del cardinale Sancha. Rimase undici mesi nell'isola caraibica, fino alla nomina a vescovo ausiliare di Toledo, avvenuta nel 1876.

Sei anni dopo venne trasferito alla cattedra episcopale di Ávila, poi a Madrid e quindi a Valenza, dove venne elevato alla porpora cardinalizia. Nel 1893 organizzò il primo congresso eucaristico nazionale, ponendo molta attenzione alla formazione del clero e provvedendo alla costruzione del primo seminario conciliare di Madrid. Una parte non indifferente della sua attività fu rivolta ad aiutare i sacerdoti anziani e malati, per i quali fondò il Montepio del clero valenziano e toledano. Sostenne e indirizzò anche quanti desideravano consacrarsi a Dio e guidò la fondazione di alcuni istituti religiosi:  si deve a lui l'istituzione della prima Trappa femminile in terra spagnola.

Alla sua morte, avvenuta il 25 febbraio  1909,  venne incisa sulla lapide una frase  che  ben  esprime il senso  di una vita tutta dedicata ai fratelli più bisognosi:  "Con zelo di ardente carità si fece tutto per tutti.  Visse  povero e morì poverissimo". (nicola gori)


(©L'Osservatore Romano - 18 ottobre 2009)
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