DOMENICA DELL'INCARNAZIONE O DELLA DIVINA MATERNITA' DELLA BEATA VERGINE MARIA - Solennità del Signore (VI di Avvento)

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enricorns
00sabato 19 dicembre 2009 16:18
Letture Rito Ambrosiano
 
Is 62,10-63,3b; Sal 71; Fil 4,4-9; Lc 1,26-38a
 
 
 
DOMENICA DELL'INCARNAZIONE
O DELLA DIVINA MATERNITA' DELLA BEATA VERGINE MARIA - Solennità del Signore

(VI di Avvento)

Messa nel giorno

LETTURA
Lettura del profeta Isaia 62, 10 - 63, 3b

In quei giorni. Isaia disse: «Passate, passate per le porte, / sgombrate la via al popolo, / spianate, spianate la strada, / liberatela dalle pietre, / innalzate un vessillo per i popoli». Ecco ciò che il Signore fa sentire / all’estremità della terra: / «Dite alla figlia di Sion: / “Ecco, arriva il tuo salvatore; / ecco, egli ha con sé il premio / e la sua ricompensa lo precede”. / Li chiameranno “Popolo santo”, / “Redenti del Signore”. / E tu sarai chiamata Ricercata, / “Città non abbandonata”». «Chi è costui che viene da Edom, / da Bosra con le vesti tinte di rosso, / splendido nella sua veste, / che avanza nella pienezza della sua forza?». / «Sono io, che parlo con giustizia, / e sono grande nel salvare». / «Perché rossa è la tua veste / e i tuoi abiti come quelli di chi pigia nel torchio?». / «Nel tino ho pigiato da solo / e del mio popolo nessuno era con me».

SALMO
Sal 71 (72)

® Rallegrati, popolo santo; viene il tuo Salvatore.
Le montagne portino pace al popolo
e le colline giustizia.
Ai poveri del popolo renda giustizia,
salvi i figli del misero e abbatta l’oppressore. ®

Scenda come pioggia sull’erba,
come acqua che irrora la terra.
Nei suoi giorni fiorisca il giusto e abbondi la pace.
In lui siano benedette tutte le stirpi della terra
e tutte le genti lo dicano beato. ®

Benedetto il Signore, Dio d’Israele:
egli solo compie meraviglie.
E benedetto il suo nome glorioso per sempre:
della sua gloria sia piena tutta la terra. ®

EPISTOLA
Lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi 4, 4-9

Fratelli, siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti. La vostra amabilità sia nota a tutti. Il Signore è vicino! Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù. In conclusione, fratelli, quello che è vero, quello che è nobile, quello che è giusto, quello che è puro, quello che è amabile, quello che è onorato, ciò che è virtù e ciò che merita lode, questo sia oggetto dei vostri pensieri. Le cose che avete imparato, ricevuto, ascoltato e veduto in me, mettetele in pratica. E il Dio della pace sarà con voi!

VANGELO
Lettura del Vangelo secondo Luca 1, 26-38a

In quel tempo. L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola».
enricorns
00sabato 19 dicembre 2009 16:45
Commento al Vangelo del 20 dicembre
Divina Maternità
VI Domenica di Avvento
04.12.2009
di Giuseppe GRAMPA
Parroco di S. Giovanni in Laterano, Milano


In tutte le religioni c’è uno spazio nel quale la Divinità si manifesta casa, dimora e luogo di incontro con Dio. Si comincia con un recinto, uno spazio sacro, separato appunto, che diviene edificio, tempio. Ma nell’Evangelo di questa domenica, ultima di Avvento, il luogo della divina presenza non è più un tempio, ma il corpo di una giovane donna. Già il re Salomone, dopo aver costruito il magnifico tempio di Gerusalemme, si chiedeva incredulo, stupito: «Ma è proprio vero che Dio abita sulla terra? Ecco i cieli e i cieli dei cieli non possono contenerti, tanto meno questa casa che io ho costruito. Siano aperti i tuoi occhi verso questa casa, verso il luogo di cui hai detto: Lì sarà il mio nome» (1Re 8, 27ss.). E noi oggi possiamo chiederci: come il corpo di una giovane donna, il suo piccolo grembo, potrà racchiudere Colui che i cieli non possono contenere? Ma la pagina dell’Annunciazione ci rivela che ormai l’abitazione di Dio è l’umanità di Maria.
Luca lo sottolinea in diversi modi. Anzitutto istituendo un preciso confronto con l’annunciazione a Zaccaria, il padre di Giovanni Battista, che precede quella a Maria. Luca accosta le due scene per creare un confronto sorprendente. Tutto porta a dire che la prima annunciazione, quella a Zaccaria, è la più importante: avviene a Gerusalemme, nel Tempio, protagonista un uomo, anzi un sacerdote, nell’esercizio del culto.
La seconda annunciazione, quella a Maria, avviene lontano dal Tempio di Gerusalemme, nella terra di Galilea, terra di infedeli e pagani, a Nazareth, piccolo paese «dal quale può mai venire qualcosa di buono?» (Gv 1,46), in una semplice casa (ma le povere case allora erano più simili a grotte), protagonista una donna. I pittori del Rinascimento hanno idealizzato la scena dipingendo Maria in attitudine di preghiera in una cornice di grande dignità e bellezza. Più probabilmente era intenta nei gesti della vita e del lavoro quotidiani. E proprio qui avviene l’evento decisivo: l’incarnazione del figlio di Dio. Potremmo dire che Dio ormai non deve essere più cercato nel Tempio, il luogo della sua presenza è il corpo di questa fanciulla.

La dimora di Dio

In un secondo modo Luca afferma che Maria è ormai la dimora di Dio. Il saluto dell'Angelo - lo abbiamo già notato commentando il Vangelo dell’Immacolata - non è infatti un semplice saluto, ma la ripresa dell’invito alla gioia che i profeti (Sof 3,14; Zac 9,9) avevano rivolto al popolo annunciando la venuta del Re Messia: Maria è la nuova Gerusalemme perché nel suo corpo abita l’Altissimo.
Infine, in un terzo modo Luca afferma che Maria è il luogo della divina Presenza: «Lo Spirito Santo stenderà la sua ombra...». Il verbo qui usato indica nell’Antico Testamento la nube che ricopre gli Israeliti nel deserto, indica la presenza di Dio nel Tempio. Nel Nuovo Testamento compare nella scena della Trasfigurazione. Con questo verbo Luca ci dice che è nel corpo di Maria che dobbiamo riconoscere la presenza di Dio. Il Tempio, il grande splendido Tempio al quale si rivolgevano le preghiere e le speranze di Israele, è vuoto. Il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, Dio di uomini, è il Dio di Gesù, il figlio di Maria.
Potremmo fermarci qui, nella contemplazione delle “grandi cose” che Dio ha compiuto in questa donna. Ma notiamo che l’affidamento a Dio e alla sua parola non è per Maria gesto facile, ovvio. Luca non ci ha nascosto il “turbamento” di Maria alle parole dell’Angelo, né la sua richiesta di spiegazioni: «Come è possibile?». E più volte, nei racconti dell’infanzia, ritorna lo stupore e la incapacità a comprendere. Oserei dire che nel cammino di fede di questa donna c’è una dimensione ardua, ma che non genera scetticismo, né chiusura. Al contrario, due volte Luca annota che nel suo cuore Maria accoglieva, custodiva e meditava la Parola (2,19.51).
Natale avviene solo in un cuore capace di stupore. Non so se la Santa Casa di Loreto sia davvero il luogo dove si è compiuta l’Annunciazione. Amici lauretani mi hanno fatto omaggio di ponderosi volumi che studiano a fondo la vicenda affascinante di questa Santa Casa. Ma quando vi sono entrato sono stato affascinato dal solco, profondo, che la carezza dei pellegrini ha, nei secoli, lasciato nella pietra, quella pietra che forse ha ascoltato il dialogo tra Gabriele e Maria.
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