Decalogo per leggere con profitto la Bibbia

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Cattolico_Romano
00mercoledì 23 settembre 2009 06:56
Decalogo per leggere con profitto la Bibbia


Di monsignor Mario de Gasperín Gasperín, Vescovo di Querétaro




QUERÉTARO, lunedì, 21 settembre 2009 (ZENIT.org).- In occasione del mese della Bibbia, il Vescovo di Querétaro (Messico), monsignor Mario de Gasperín Gasperín, noto biblista, ha scritto un “Decalogo per leggere con profitto la Bibbia”, che riportiamo di seguito.




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Decalogo per leggere con profitto la Bibbia



1. Non credere mai che siamo i primi a leggere la Sacra Scrittura. Molti, moltissimi nel corso dei secoli l'hanno letta, meditata, vissuta, trasmessa. I migliori interpreti della Bibbia sono i santi.

2. La Scrittura è il libro della comunità ecclesiale. La nostra lettura, anche se effettuata da soli, non potrà mai essere solitaria. Per leggerla con profitto, bisogna inserirsi nella grande corrente ecclesiale condotta e guidata dallo Spirito Santo.

3. La Bibbia è “Qualcuno”. Per questo si legge e si celebra allo stesso tempo. La migliore lettura della Bibbia è quella che si fa nella Liturgia.

4. Il centro della Sacra Scrittura è Cristo; per questo, tutto deve essere letto sotto lo sguardo di Cristo e compiuto in Cristo. Cristo è la chiave interpretativa della Sacra Scrittura.

5. Non dimenticare mai che nella Bibbia troviamo fatti e detti, opere e parole intimamente uniti gli uni con gli altri; le parole annunciano e illuminano i fatti, e i fatti realizzano e confermano le parole.

6. Un modo pratico e proficuo per leggere la Scrittura è iniziare con i santi Vangeli, proseguire con gli Atti e le Lettere e intervallare con qualche libro dell'Antico Testamento: Genesi, Esodo, Giudici, Samuele, ecc. Non voler leggere il libro del Levitico di corsa, ad esempio. I Salmi devono essere il libro di preghiera dei gruppi biblici. I profeti sono l'anima dell'Antico Testamento: bisogna dedicare loro uno studio speciale.

7. La Bibbia si conquista come la città di Gerico: circondandola. Per questo, è bene leggere i brani paralleli. E' un metodo che richiede tempo, ma dà un grande profitto. Un testo chiarisce l'altro, come diceva Sant'Agostino: “L'Antico Testamento si fa evidente nel Nuovo, e il Nuovo è latente nell'Antico”.

8. La Bibbia deve essere letta e meditata con lo stesso Spirito con cui è stata scritta. Lo Spirito Santo è il suo autore principale ed è il suo principale interprete. Bisogna sempre invocarlo prima di iniziare a leggerla, e alla fine rendere grazie.

9. La Sacra Bibbia non deve mai essere utilizzata per criticare e condannare gli altri.

10. Ogni testo biblico ha un contesto storico in cui si è originato e un contesto letterario in cui è stato scritto. Un testo biblico, fuori dal suo contesto storico e letterario, è un pretesto per manipolare la Parola di Dio. Questo è pronunciare il nome di Dio invano.

+ Mario De Gasperín Gasperín

Vescovo di Querétaro
Gabbianella1.
00venerdì 25 settembre 2009 09:39
Bel
metodo!!!!
Caterina63
00domenica 25 ottobre 2009 00:22
....a questo Decalogo vanno aggiunti i tre criteri spiegati da Benedetto XVI, che aiutano alla comprensione delle Sacre Scritture:

difenderelafede.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd...

1) occorre prestare grande attenzione al contenuto e all'unità di tutta la Scrittura: solo nella sua unità è Scrittura. Infatti, per quanto siano differenti i libri che la compongono, la Sacra Scrittura è una in forza dell'unità del disegno di Dio, del quale Cristo Gesù è il centro e il cuore (cfr. Lc 24, 25-27; Lc 24, 44-46)

2) occorre leggere la Scrittura nel contesto della tradizione vivente di tutta la Chiesa.
Secondo un detto di Origene, "Sacra Scriptura principalius est in corde Ecclesiae quam in materialibus instrumentis scripta" ossia "la Sacra Scrittura è scritta nel cuore della Chiesa prima che su strumenti materiali". Infatti la Chiesa porta nella sua Tradizione la memoria viva della Parola di Dio ed è lo Spirito Santo che le dona l'interpretazione di essa secondo il senso spirituale (cfr. Origene, Homiliae in Leviticum, 5, 5)

3) è necessario prestare attenzione all'analogia della fede, ossia alla coesione delle singole verità di fede tra di loro e con il piano complessivo della Rivelazione e la pienezza della divina economia in esso racchiusa.

Il compito dei ricercatori che studiano con diversi metodi la Sacra Scrittura è quello di contribuire secondo i suddetti principi alla più profonda intelligenza ed esposizione del senso della Sacra Scrittura. Lo studio scientifico dei testi sacri è importante, ma non è da solo sufficiente perché rispetterebbe solo la dimensione umana. Per rispettare la coerenza della fede della Chiesa l'esegeta cattolico deve essere attento a percepire la Parola di Dio in questi testi, all'interno della stessa fede della Chiesa. In mancanza di questo imprescindibile punto di riferimento la ricerca esegetica resterebbe incompleta, perdendo di vista la sua finalità principale, con il pericolo di essere ridotta ad una lettura puramente letteraria, nella quale il vero Autore - Dio - non appare più.

(Benedetto XVI ai partecipanti alla plenaria della Pontificia Commissione Biblica)


 

S_Daniele
00domenica 25 ottobre 2009 07:31
Grazie Caterina per il tuo contributo. [SM=g8864]
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