Domenica, III dopo Pentecoste

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enricorns
00sabato 20 giugno 2009 17:22
Domenica III dopo Pentecoste
Messa vigiliare

VANGELO DELLA RISURREZIONE
Annuncio della Risurrezione del Signore Nostro Gesù Cristo secondo Marco 16, 1-8a


Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a ungere il corpo del Signore Gesù. Di buon mattino, il primo giorno della settimana, vennero al sepolcro al levare del sole. Dicevano tra loro: «Chi ci farà rotolare via la pietra dall’ingresso del sepolcro?». Alzando lo sguardo, osservarono che la pietra era già stata fatta rotolare, benché fosse molto grande. Entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d’una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano posto. Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: “Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto”». Esse uscirono e fuggirono via dal sepolcro, perché erano piene di spavento e di stupore.
Cristo Signore è risorto!
® Rendiamo grazie a Dio!
enricorns
00sabato 20 giugno 2009 17:23
Domenica, III dopo Pentecoste
LETTURA
Lettura del libro della Genesi 2, 18-25

In quei giorni. Il Signore Dio disse: «Non è bene che l’uomo sia solo: voglio fargli un aiuto che gli corrisponda». Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di animali selvatici e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all’uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l’uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. Così l’uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli animali selvatici, ma per l’uomo non trovò un aiuto che gli corrispondesse. Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull’uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e richiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio formò con la costola, che aveva tolta all’uomo, una donna e la condusse all’uomo. Allora l’uomo disse: «Questa volta / è osso dalle mie ossa, / carne dalla mia carne. / La si chiamerà donna, / perché dall’uomo è stata tolta». Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno un’unica carne. Ora tutti e due erano nudi, l’uomo e sua moglie, e non provavano vergogna.

SALMO
Sal 8

® Mirabile è il tuo nome, Signore, su tutta la terra.

O Signore, Signore nostro,
quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!
Voglio innalzare sopra i cieli la tua magnificenza,
con la bocca di bambini e di lattanti:
per ridurre al silenzio nemici e ribelli. ®

Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che tu hai fissato,
che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi,
il figlio dell’uomo, perché te ne curi? ®

Davvero l’hai fatto poco meno di un dio,
di gloria e di onore lo hai coronato.
Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi:
tutte le greggi e gli armenti e anche le bestie della campagna. ®

EPISTOLA
Lettera di san Paolo apostolo agli Efesini 5, 21-33


Fratelli, nel timore di Cristo, siate sottomessi gli uni agli altri: le mogli lo siano ai loro mariti, come al Signore; il marito infatti è capo della moglie, così come Cristo è capo della Chiesa, lui che è salvatore del corpo. E come la Chiesa è sottomessa a Cristo, così anche le mogli lo siano ai loro mariti in tutto. E voi, mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa, purificandola con il lavacro dell’acqua mediante la parola, e per presentare a se stesso la Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata. Così anche i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo: chi ama la propria moglie, ama se stesso. Nessuno infatti ha mai odiato la propria carne, anzi la nutre e la cura, come anche Cristo fa con la Chiesa, poiché siamo membra del suo corpo. Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne. Questo mistero è grande: io lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa! Così anche voi: ciascuno da parte sua ami la propria moglie come se stesso, e la moglie sia rispettosa verso il marito.

VANGELO
Lettura del Vangelo secondo Marco 10, 1-12

In quel tempo. Partito di là, il Signore Gesù venne nella regione della Giudea e al di là del fiume Giordano. La folla accorse di nuovo a lui e di nuovo egli insegnava loro, come era solito fare. Alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, gli domandavano se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla». Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione “li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola”. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».
 
enricorns
00sabato 20 giugno 2009 17:26
Commento al Vangelo del 21 giugno
Dio creò l’uomo e la donna
III Domenica dopo Pentecoste 
19.06.2009
di Giuseppe GRAMPA
Parroco di S. Giovanni in Laterano, Milano


Conosciamo bene questa pagina evangelica. Forse è stata letta il giorno del matrimonio di molte coppie. Forse, questa pagina, è stata l’occasione per una invettiva da parte del celebrante contro il divorzio e occasione per esortare alla fedeltà coniugale. L’Evangelo rinvia alla pagina antichissima del libro della Genesi. Quel testo che abbiamo ascoltato come prima lettura, attraverso il linguaggio allusivo del simbolo svela il senso della struttura maschile e femminile dell’essere umano. La donna, ossa delle ossa, carne della carne dell’uomo non è realtà a lui inferiore ma appunto costruita con la stessa realtà, eguale quindi nella dignità. Il maschile e il femminile insieme sono l’immagine somigliantissima di Dio: “E Dio creò l’uomo a sua immagine, a immagine di Dio lo creò, maschio e femmina li creò” (Gen 1,27). Un altro antico testo appartenente alla cultura greca descrive l’origine dell’uomo e della donna come conseguenza di una divisione: la realtà umana, all’origine sferica, viene divisa dagli Dei dando origine appunto al maschio e alla femmina che si cercano per ricostruire attraverso la loro unione quell’unità originaria. Scrive Platone in questo antico testo che Amore è medico perché tende a ricomporre quell’unità originaria. Forse quell’espressione corrente che dice della donna come “la mia metà”, deriva da quell’antico testo.

A immagine di Dio

E’ inscritta nell’intenzione delo creatore la volontà che l’uomo e la donna non solo si uniscano, si appartengano ma addirittura siano una cosa sola, non più due ma una cosa sola. Dio non solo crea l’uomo e la donna ma l’uomo per la donna e la donna per l’uomo. E in questa unità dell’uomo e della donna consiste l’immagine somigliantissima di Dio. Forse anche per questo la tradizione ebraica fa divieto di raffigurare il volto di Dio: certo per custodirne la trascendenza, evitando la riduzione di Dio ad un idolo fabbricato dalle mani dell’uomo. Ma se l’immagine somigliantissima di Dio sono l’uomo e la donna insieme, davvero non abbiamo bisogno di altre raffigurazione. Dio si compiace di farsi conoscere attraverso l’esperienza dell’amore umano dell’uomo e della donna chiamati ad essere una sola carne. E’ davvero sorprendente l’insistenza con la quale la Rivelazione ebraica e cristiana lega la conoscenza di Dio all’esperienza corporea, all’esperienza dell’amore umano. I Profeti di Israele, così fermi nel rifiutare ogni compromissione di Dio con i numerosi rituali di fecondità assai presenti nelle tradizioni religiose mediorientali, i profeti descrivono con pagine stupende la relazione tra Dio e il suo popolo in termini sponsali. Sono tra le pagine più belle della Scrittura Sacra. Solo due citazioni: “Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa nella fedeltà e nell’amore”. Così Osea. E Geremia: “Così dice il Signore al suo popolo: Mi ricordo di te, dell’amore al tempo del tuo fidanzamento, quando mi seguivi nel deserto”. E un intero libro della Scrittura Sacra, il Cantico dei Cantici è poema stupendo che canta l’amore dell’uomo e della donna. E questo poema d’amore è Parola di Dio, ovvero svela qualcosa del mistero insondabile di Dio.

L’amore come sacramento

Anche Gesù, per farsi conoscere ricorre all’immagine dello Sposo e l’attesa del suo ritorno sarà come l’attesa dello Sposo per la festa nuziale. Un ultimo testo che ci è proposto nella seconda lettura: l’unione dell’uomo e della donna viene detta “mistero grande”, analogo al rapporto tra Cristo e la Chiesa. Forse siamo così abituati ad attribuire al cristianesimo un atteggiamento sessuofobo, carico di diffidenza per il corpo che questo elogio del corpo che abbiamo appena evocato potrà sorprendere. Eppure è proprio nell’amore dell’uomo e della donna che Dio si compiace di farsi conoscere. Anzi questo amore è sacramento, cioè realtà umana talora opaca e povera eppure capace di svelare il mistero di Dio. Come il pane dell’Eucaristia, così la quotidiana fedeltà dell’uomo e della donna racconta la fedeltà incondizionata di Dio per noi. Prima che dal catechismo i vostri figli devono imparare a conoscere il volto di Dio dall’amore quotidiano, semplice e profondo dei loro genitori.
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