Non se ne può più. Basta fare un salto al bar, oppure orecchiare i discorsi che si intrecciano per strada: è tutto uno scambiarsi informazioni sui trans e sul perché un uomo all’apparenza normale possa invaghirsi, sino a perdere la testa, per queste persone la cui identità sessuale è così scopertamente ambigua quanto al tempo stesso esibita. Ora, per non cadere nel “reato” di omofobia, diremo subito che ce ne occupiamo solo perché la cronaca detta l’agenda. Ma diciamo anche che al di là di tutti i moralismi (ne abbiamo sentite di tutti i colori e da ogni parte) non c’era mai capitato di leggere, vedere e ascoltare sui trans quanto ci è stato letteralmente vomitato addosso dai media italiani. Così che se qualcuno non sapeva, d’ora in poi non potrà non sapere. E magari, dopo un periodo di relativa contrazione delle prestazioni – già denunciata da parte di chi si prostituisce – gli introiti torneranno a salire, perché l’effetto curiosità avrà fatto il suo corso. Non osiamo immaginare cosa resterà nella mente e nel cuore dei nostri adolescenti dopo questa narrazione pubblica, in bilico fra il moralismo e la pruderie, fra l’esecrazione sociale e il giustificazionismo, fra le motivazioni psicanalitiche e le riflessioni conventuali per ritrovare se stessi. Questo mondo degli adulti deve sembrare davvero una gabbia di matti: uomini politici assatanati e giornalisti spioni, carabinieri infedeli e venditori di sesso. Verrebbe da mandarli tutti d’urgenza in terapia ché ormai il confessionale non è più di moda. Ma vaglielo a spiegare a un ragazzo o a una ragazza di oggi che sì… i loro genitori sono un po’ strani, ma che le cose poi non sono messe così male. Un po’ ti guarderanno come un marziano e poi si chiederanno: ma il papà vorrà ancora bene alla mamma, oppure ha una storia con un trans? Domande adolescenziali su misura della società liquida del Nuovo millennio. Domenico Delle Foglie |