Forte affermazione del centrodestra nelle regionali in Italia

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
S_Daniele
00mercoledì 31 marzo 2010 08:04
  Schieramenti politici chiamati a riflettere sull'astensionismo

Forte affermazione del centrodestra nelle regionali in Italia


Roma, 30. Netta affermazione del centrodestra nelle elezioni regionali in Italia, caratterizzate da un forte astensionismo. Alle urne si è recato il 64,22 per cento degli elettori, con un calo di sette punti percentuali rispetto alle precedenti consultazioni amministrative. La coalizione, variabile, riunita attorno al Popolo delle libertà (Pdl), ottiene la guida di sei Regioni:  Piemonte, Lombardia, Veneto, Lazio, Campania e Calabria. Il centrosinistra si afferma invece in Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Puglia e Basilicata. Nelle precedenti elezioni amministrative, il centrosinistra governava in undici delle tredici Regioni ora tornate al voto.

Nelle prime analisi del dopo voto si sottolinea in particolare il risultato positivo della Lega Nord, che, oltre al Veneto, ottiene la guida del Piemonte, dove pure il centrosinistra si presentava alleato con l'Unione di Centro. L'affermazione del Carroccio si è delineata anche attraverso un ridimensionamento, in quelle regioni, del numero dei voti espressi a favore del Pdl. Il centrodestra ottiene, come detto, anche la guida del Lazio, dove Renata Polverini ha avuto di poco la meglio sulla candidata del centrosinistra Emma Bonino. Più nette le vittorie in Campania e Calabria.

Il centrosinistra ha tenuto invece nelle tradizionali roccaforti del centro Italia, riuscendo a resistere inoltre anche in Liguria. I dati più significativi, per la coalizione incentrata sul Partito democratico (Pd) sono quelli provenienti dalla Puglia, dove ha ottenuto una netta vittoria, Nichi Vendola, candidato della formazione Sinistra, ecologia e libertà, e dal risultato della formazione nata sulla rete internet attorno a Beppe Grillo, che in Emilia Romagna ha catalizzato parte dei voti generalmente raccolti dal Pd.

Uno degli elementi più evidenti sui quali si ragiona è chiaramente quello del forte astensionismo, un esito in gran parte annunciato ma temuto alla vigilia soprattutto dal centrodestra, in particolare nel Lazio. I dati sembrano dimostrare invece che il centrosinistra non può più contare su un elettorato politicamente più motivato e quindi più presente alle urne. L'astensionismo, insomma, sembra non avere colore e semmai è espressione di una sfiducia per la classe dirigente attuale che solo le elezioni politiche potranno dire quanto sia solida e diffusa. A questo proposito, in un'intervista pubblicata oggi sul "Corriere della Sera" il presidente della Pontificia Accademia per la Vita, l'arcivescovo Rino Fisichella, ha sottolineato che "quando i numeri dell'astensionismo sono così rilevanti, è ovvio pensare che ci sia stata anche un'insoddisfazione dei cattolici:  da una parte dipende dalla radicalizzazione bipolarista e dall'altra, certo, anche dal fatto che i candidati scelti non corrispondono ai valori fondamentali di un cristiano". E sempre oggi, il direttore di "Avvenire", Marco Tarquini, ha sottolineato in un editoriale che "per tutti - vincitori e sconfitti - c'è molto da riflettere. Da cambiare. E da fare".

Per quanto ha attinenza invece con gli equilibri interni e le future strategie dei partiti, nel centrodestra, come accennato, spicca il risultato della Lega, che secondo molti osservatori gode ormai di un radicamento sul territorio analogo a quello che, qualche decennio fa, riuscivano ad avere formazioni come la Democrazia cristiana e il Partito comunista. Un radicamento frutto del vuoto politico creatosi ed estesosi progressivamente nel Nord nel corso di questi anni e anche, secondo alcuni, di una maturazione - al di là di accenti qua e là estremisti - dei suoi esponenti finora chiamati ad amministrare gli enti locali. Riguardo alla politica nazionale, l'affermazione della Lega, secondo gli analisti, potrebbe avere esiti da verificare in merito agli equilibri con il Pdl, o almeno con parte di esso, soprattutto in previsione di una delicata stagione di riforme istituzionali che da più parti si invoca. Riforme per le quali, come è tornato a chiedere il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è necessario il consenso più ampio possibile, e il contributo anche delle visioni più moderate, fatalmente schiacciate dalle dinamiche del sistema bipolare.

Il centrosinistra non sembra invece essere ancora uscito dal guado, indeciso fra la vocazione moderata che lo chiamerebbe ad alleanze non solo amministrative con le formazioni di centro, in un progetto di ampio respiro, e la vocazione radicale, che condurrebbe fatalmente a una riedizione delle precedenti eterogenee alleanze, con l'Italia dei Valori e con in più l'incognita rappresentata appunto dal movimento di Grillo, che sembra in prospettiva poter colmare qualche vuoto lasciato dalla sinistra estrema tradizionale.


(©L'Osservatore Romano - 31 marzo 2010)
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 20:37.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com