Gesù tace e noi?

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enricorns
00sabato 8 agosto 2009 15:58
Nei versetti in calce, tratti dai vangeli di Matteo e di Luca, Gesù non risponde alle accuse che gli fanno.


12E mentre i capi dei sacerdoti e gli anziani lo accusavano, non rispose nulla. 13Allora Pilato gli disse: "Non senti quante testimonianze portano contro di te?". 14Ma non gli rispose neanche una parola, tanto che il governatore rimase assai stupito.  (Mt 27, 12-14) (Bibbia CEI 2008)


Vedendo Gesù, Erode si rallegrò molto. Da molto tempo infatti desiderava vederlo, per averne sentito parlare, e sperava di vedere qualche miracolo fatto da lui. 9Lo interrogò, facendogli molte domande, ma egli non gli rispose nulla. 10Erano presenti anche i capi dei sacerdoti e gli scribi, e insistevano nell'accusarlo. 11Allora anche Erode, con i suoi soldati, lo insultò, si fece beffe di lui, gli mise addosso una splendida veste e lo rimandò a Pilato. (Lc 23, 8-11) (Bibbia CEI 2008)



Allora mi domando?

Dobbiamo sempre fare così anche noi?

Se si, il senso e l'effetto del nostro tacere è il medesimo che voleva ottenre LUI?

Cattolico_Romano
00sabato 8 agosto 2009 16:43
Nei versetti in calce, tratti dai vangeli di Matteo e di Luca, Gesù non risponde alle accuse che gli fanno.

Il fatto che Matteo e Luca non facciano rispondere Gesù ciò non significa che Gesù non rispose, anzi tutt'altro.
Innanzi tutto i testi che hai citato sono mancanti entrambi di alcuni versetti precedenti sia di Matteo sia di Luca, che recitano così:


Gesù intanto comparve davanti al governatore, e il governatore l'interrogò dicendo: "Sei tu il re dei Giudei?". Gesù rispose "Tu lo dici".  (Matteo 27:11)

1] Tutta l'assemblea si alzò, lo condussero da Pilato

[2] e cominciarono ad accusarlo: "Abbiamo trovato costui che sobillava il nostro popolo, impediva di dare tributi a Cesare e affermava di essere il Cristo re".

[3] Pilato lo interrogò: "Sei tu il re dei Giudei?". Ed egli rispose: "Tu lo dici".  (Lc 23:1-3)

In questi versetti citati, alla domanda di Pilato, Gesù risponde, quindi non tace.

Nello stesso testo, alcuni versetti dopo leggiamo:

[6] Udito ciò, Pilato domandò se era Galileo

[7] e, saputo che apparteneva alla giurisdizione di Erode, lo mandò da Erode che in quei giorni si trovava anch'egli a Gerusalemme. (Lc. 23:6-7)


Pilato si domanda se Gesù fosse o meno un Galileo, qualora lo fosse stato doveva essere Erode a giudicare l'operato di quell'uomo, come ha saputo pilato che Gesù fosse un Galileo? Io credo che Gesù stesso glielo disse.

Sempre in Luca nel capitolo precedente leggiamo:

"Frattanto gli uomini che avevano in custodia Gesù lo schernivano e lo percuotevano,  lo bendavano e gli dicevano: "Indovina: chi ti ha colpito?". 
E molti altri insulti dicevano contro di lui.
Appena fu giorno, si riunì il consiglio degli anziani del popolo, con i sommi sacerdoti e gli scribi; lo condussero davanti al sinedrio e gli dissero:
"Se tu sei il Cristo, diccelo".
Gesù rispose: "Anche se ve lo dico, non mi crederete;
se vi interrogo, non mi risponderete.
Ma da questo momento starà il Figlio dell'uomo seduto alla destra della potenza di Dio".
Allora tutti esclamarono: "Tu dunque sei il Figlio di Dio?".
Ed egli disse loro: "Lo dite voi stessi: io lo sono".
Risposero: "Che bisogno abbiamo ancora di testimonianza? L'abbiamo udito noi stessi dalla sua bocca".
  (Lc. 22:63-71)

Il Vangelo di Giovanni conferma tale interrogatorio:

"Allora il sommo sacerdote interrogò Gesù riguardo ai suoi discepoli e alla sua dottrina.
Gesù gli rispose: "Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto.
Perché interroghi me? Interroga quelli che hanno udito ciò che ho detto loro; ecco, essi sanno che cosa ho detto".
Aveva appena detto questo, che una delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù, dicendo: "Così rispondi al sommo sacerdote?".
Gli rispose Gesù: "Se ho parlato male, dimostrami dov'è il male; ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?". 
Allora Anna lo mandò legato a Caifa, sommo sacerdote.
Intanto Simon Pietro stava là a scaldarsi. Gli dissero: "Non sei anche tu dei suoi discepoli?". Egli lo negò e disse: "Non lo sono".
Ma uno dei servi del sommo sacerdote, parente di quello a cui Pietro aveva tagliato l'orecchio, disse: "Non ti ho forse visto con lui nel giardino?".
Pietro negò di nuovo, e subito un gallo cantò.
Allora condussero Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio. Era l'alba ed essi non vollero entrare nel pretorio per non contaminarsi e poter mangiare la Pasqua.
Uscì dunque Pilato verso di loro e domandò: "Che accusa portate contro quest'uomo?".
Gli risposero: "Se non fosse un malfattore, non te l'avremmo consegnato".
Allora Pilato disse loro: "Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra legge!". Gli risposero i Giudei: "A noi non è consentito mettere a morte nessuno".
Così si adempivano le parole che Gesù aveva detto indicando di quale morte doveva morire.
Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: "Tu sei il re dei Giudei?".
Gesù rispose: "Dici questo da te oppure altri te l'hanno detto sul mio conto?".
Pilato rispose: "Sono io forse Giudeo? La tua gente e i sommi sacerdoti ti hanno consegnato a me; che cosa hai fatto?".
Rispose Gesù: "Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù".
Allora Pilato gli disse: "Dunque tu sei re?".
Rispose Gesù: "Tu lo dici; io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce".
Gli dice Pilato: "Che cos'è la verità?". E detto questo uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: "Io non trovo in lui nessuna colpa.  (Gv. 18:19-38)

Dunque chi sostiene che Gesù tacque evidentemente non ha mai letto i Vangeli.


Dobbiamo sempre fare così anche noi?

Come dimostrato sopra Gesù rispose, quindi dobbiamo anche noi difenderci, oltre a essere un diritto costituzionale il difendersi dalle accuse, è un diritto naturale farlo, poi consiglio di leggere negli Atti degli Apostoli cosa fecero Pietro e Giovanni prima nel Sinedrio e poi in seguito Paolo, giustamente si difesero così come fece anche il primo martire della Chiesa, santo Stefano.
enricorns
00sabato 8 agosto 2009 17:06
No non è esatto quelle che citi tu sono domande, magari inquisitorie, e non accuse.
Dunque è logico che risponda.

Ma la mia riflessione parte proprio da li, se avessi voluto porla in altri termini l'avrei fatto.

E mentre i capi dei sacerdoti e gli anziani lo accusavano, non rispose nulla

Dobbiamo sempre fare così anche noi?
Cattolico_Romano
00sabato 8 agosto 2009 17:37
No non è esatto quelle che citi tu sono domande, magari inquisitorie, e non accuse.
Dunque è logico che risponda.


Scusami se ti contraddico, ma quelle domande erano vere e proprie accuse, i capi Giudei domandavano se Gesù fosse il Figlio di Dio, e questa era proprio l'accusa che i sacerdoti muovevano contro Gesù, difatti quando Gesù confermo tale accusa i sacerdoti risposero:"Che bisogno abbiamo ancora di testimonianza? L'abbiamo udito noi stessi dalla sua bocca". 
Ma non potendolo condannare a morte poichè la Legge Romana lo vietava, poichè solo i Romani potevano decidere la pena di morte, i Giudei portarono Gesù da Pilato, naturalmente non potevano condannarlo per blasfemia verso il Dio d'Israele, poichè la Legge Romana non prevedeva nulla del genere, allora si inventarono un altra accusa, che per la Legge Romana era prevista la pena capitale, tale accusa era l'autoproclamarsi Re.
Pilato dinanzi a questa accusa, domanda a Gesù se egli fosse veramente il Re dei giudei.
L'accusa in ogni tribunale pone sempre una domanda, non può porre un enunciato categorico, queste domande sono però delle accuse, non semplici domande, in base alle risposte il teste sarà giudicato.

E mentre i capi dei sacerdoti e gli anziani lo accusavano, non rispose nulla

Se tu ci farai caso Gesù non risponde ai sacerdoti perchè in quel momento si trovava di fronte a Pilato, colui che lo doveva giudicare, ed è a lui che da quel momento dovrà rendere conto, non più ai sacerdoti, al sinedrio invece rispose ai sacerdoti.

Dobbiamo sempre fare così anche noi?

Assolutamete no.
E' un diritto naturale e costituzionale difenderci da qualunque accusa, questo vale anche per i peggiori criminali.
E poi dove sta scritto che Gesù insegno ai suoi discepoli di non rispondere a delle accuse?
enricorns
00sabato 8 agosto 2009 18:51
Certo che risponde alle domande inquisitorie e ogni processo prevede delel domande  ma nei versetti c'è una precisa collocazione del silenzio di Gesù, non ho mai detto che Gesù è sempre stato zitto o che non abbia mai risposto ma che quando lo accusavano o, se vogliamo quando glielo ricordano tace

E mentre i capi dei sacerdoti e gli anziani lo accusavano, non rispose nulla

Non senti quante testimonianze portano contro di te (accusa)?". 14Ma non gli rispose neanche una parola

Ma al di la della diquisizione sui momenti o no di silenzio di Gesù, e sulla opportunità di parlare o meno seguendo il suo esempio, il tacere per noi otterrebbe lo stesso scopo che era nelle intenzioni di Gesù e poi daremmo le stesse sue dimostrazioni delle dichiarazioni fatte?

Non dimentichiamo che quello che ha dichiarato l'ha dimostrato risorgendo.
Gabbianella1.
00sabato 8 agosto 2009 19:20
Umanamente parlando è giusto ribattere alle accuse,quando non sono vere e fanno male.
L'ideale sarebbe il dialogo che permetta di chiarire,un dialogo sincero senza preconcetti...
ma qui Gesù taceva perchè le accuse che Gli muovevano in realtà erano verita'....
lo accusavano di essere Figlio di Dio?
Era vero.
 Infatti nel vangelo sta scritto:
 "Allora tutti esclamarono: "Tu dunque sei il Figlio di Dio?". Ed egli disse loro: "Lo dite voi stessi: io lo sono".
Lo accusavano di essere Re dei giudei?
Lui lo era.
Infatti rispose :"Tu lo dici; io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce."

Comunque prima di essere portato di fronte a Pilato,
Gesù uso' parole di difesa di se stesso di fronte
al sommo sacerdote quando disse:
"Se ho parlato male, dimostrami dov'è il male; ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?".
E Lui era ed è il Giusto.
 
L'importante è con chi ci accusa nn chiudere il dialogo e ribadire che quello che dice è falso (anche Gesù lo ha fatto) 
ma se persiste nell'accusa ...
l'unica è fare come  Gesù....stare in silenzio.
Poi la verità verrà testimoniata. Col tempo.
Anche se nn è affatto facile.
Io la vedo cosi'.
Ciao a tutti.
enricorns
00sabato 8 agosto 2009 20:40
ma se persiste nell'accusa ...
l'unica è fare come  Gesù....stare in silenzio.

Dobbiamo sempre fare così anche noi?

Allora la risposta è si!


Ma se la risposte è affermativa resta ancora da chiedersi?

Il senso e l'effetto del nostro tacere è il medesimo che voleva ottenre LUI?



Cattolico_Romano
00sabato 8 agosto 2009 20:46
Scusami Enrico ma ancora non riesco a capire la differenza tecnica che tu fai.

Non senti quante testimonianze portano contro di te (accusa)?". 14Ma non gli rispose neanche una parola

Mi sapresti dire che differenza c'è con questa affermazione?:

Di nuovo il sommo sacerdote lo interrogò dicendogli: "Sei tu il Cristo, il Figlio di Dio benedetto (accusa)?".
Gesù rispose: "Io lo sono!
E vedrete il Figlio dell'uomo seduto alla destra della Potenza e venire con le nubi del cielo".
Allora il sommo sacerdote, stracciandosi le vesti, disse: "Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Avete udito la bestemmia; che ve ne pare?". Tutti sentenziarono che era reo di morte. (Mc 14:61-64)

Che la domanda del sommo sacerdote fosse una accusa è chiara dalla sentenza stabilita in base alla risposta di Cristo.
Il Vangelo di Marco tocca anche i versetti che tu citi, ma da una spiegazione che Matteo e Luca hanno tralasciato:

"I sommi sacerdoti frattanto gli muovevano molte accuse.
Pilato lo interrogò di nuovo: "Non rispondi nulla? Vedi di quante cose ti accusano!".
Ma Gesù non rispose più nulla, sicché Pilato ne restò meravigliato. " (Mc.15:3-5)

Fino a quel momento Gesù rispondeva alle accuse, ma a un certo punto non rispose più a nulla.
Intanto cerchiamo di immedesimarci in quel momento storico.
Gesù prima di comparire da Pilato fu maltrattato tutta la notte, dinanzi a Pilato veniva accusato da un notevole numero di persone in un cortile all'aperto, dal vangelo di Giovanni apprendiamo che a un certo punto fu pure fustigato per ordine di Pilato per cercare di placare gli animi dei Giudei.
La situazione non è propriamente da tribunale normale, era un processo falso e Gesù lo sapeva.
Ma questa era la condizione per compiere la volontà del Padre suo che è nei cieli.
Il silenzio di Gesù può essere interpretato come il suo fiat al suo donarsi per noi:"..io offro la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso, poiché ho il potere di offrirla e il potere di riprenderla di nuovo" (Gv.10:17-18)

Ma al di la della diquisizione sui momenti o no di silenzio di Gesù, e sulla opportunità di parlare o meno seguendo il suo esempio, il tacere per noi otterrebbe lo stesso scopo che era nelle intenzioni di Gesù e poi daremmo le stesse sue dimostrazioni delle dichiarazioni fatte?

Mi sfugge il significato di questa domanda, ma direi che non possiamo ne ottenere lo stesso scopo di Cristo ne tanto meno potremmo dimostrare ciò che dimostro Cristo. 

Non dimentichiamo che quello che ha dichiarato l'ha dimostrato risorgendo.

Appunto.
Cattolico_Romano
00sabato 8 agosto 2009 20:51
ma se persiste nell'accusa ...
l'unica è fare come  Gesù....stare in silenzio.

Innanzi tutto bisogna vedere di caso in caso, se ad esempio vengo a conoscenza che un mio amico mi mormora per banalità preferisco far finta di nulla per non litigare su cose insignificanti.
Ma se un amico dovesse farmi dei torti che reputo significativi perche mai dovrei tacere e non affrontare la cosa specialmente quando anche altre persone ne sono a conoscenza e possono trarre delle conclusioni errate su di me?
Amici non dimentichiamo che la migliore forma di Carità è la Verità.
Di solito chi tace è colpevole. 
Gabbianella1.
00sabato 8 agosto 2009 21:25
Si son d'accordo con te Daniele.Neanch'io starei zitta.
Qdo ho scritto il mio post precedente avevo in mente qta domanda che tu poi hai esposto..."Si,certo e se mi accusano di cose nn vere e si propagano di bocca in bocca?".Umanamente mi difenderei e' nel mio diritto.
Non si possono accettare accuse senza prove.
Ma se l'altra parte fa lo struzzo,allora considererei chi sono i miei veri amici e chi sono i miei detrattori.E affiderei tutto a Gesù chiedendogli la forza di perdonare.
(Zacuff)
00sabato 8 agosto 2009 21:55
Re:
Gabbianella1., 08/08/2009 21.25:

Si son d'accordo con te Daniele.Neanch'io starei zitta.
Qdo ho scritto il mio post precedente avevo in mente qta domanda che tu poi hai esposto..."Si,certo e se mi accusano di cose nn vere e si propagano di bocca in bocca?".Umanamente mi difenderei e' nel mio diritto.
Non si possono accettare accuse senza prove.
Ma se l'altra parte fa lo struzzo,allora considererei chi sono i miei veri amici e chi sono i miei detrattori.E affiderei tutto a Gesù chiedendogli la forza di perdonare.




ma è poi così tanto difficile perdonare?

Cattolico_Romano
00sabato 8 agosto 2009 22:01
Re: Re:
(Zacuff), 08/08/2009 21.55:




ma è poi così tanto difficile perdonare?





Beh si potrebbe obiettare con "è così difficile chiedere scusa?"
Noi possiamo, anzi dobbiamo, perdonare le persone che ci hanno fatto del male, ma non per questo perdonare le azioni malvagie.
Dio stesso ci perdona nel momento in cui noi umilmente accertiamo l'errore e chiediamo scusa sia a Lui sia a chi abbiamo fatto il torto.
enricorns
00sabato 8 agosto 2009 22:04
Ho pura che stiamo divagando.

Io ho postato dei versi precisi e su quei versi precisi ho posto le domande, meglio ho proposto la riflessione, che poi ci siano altri versi in quei o in altri Vangeli dove Gesù risponde, questa è un'altra questione.

Li ripropogo e, per favore dateni e ditemi i vostri pensieri in merito.



Nei versetti in calce, tratti dai vangeli di Matteo e di Luca, Gesù non risponde alle accuse che gli fanno.


12E mentre i capi dei sacerdoti e gli anziani lo accusavano, non rispose nulla. 13Allora Pilato gli disse: "Non senti quante testimonianze portano contro di te?". 14Ma non gli rispose neanche una parola, tanto che il governatore rimase assai stupito.  (Mt 27, 12-14) (Bibbia CEI 2008)


Vedendo Gesù, Erode si rallegrò molto. Da molto tempo infatti desiderava vederlo, per averne sentito parlare, e sperava di vedere qualche miracolo fatto da lui. 9Lo interrogò, facendogli molte domande, ma egli non gli rispose nulla. 10Erano presenti anche i capi dei sacerdoti e gli scribi, e insistevano nell'accusarlo. 11Allora anche Erode, con i suoi soldati, lo insultò, si fece beffe di lui, gli mise addosso una splendida veste e lo rimandò a Pilato. (Lc 23, 8-11) (Bibbia CEI 2008)



Allora mi domando?

Dobbiamo sempre fare così anche noi?

Se si, il senso e l'effetto del nostro tacere è il medesimo che voleva ottenre LUI?



Cattolico_Romano
00sabato 8 agosto 2009 22:09
Re:
enricorns, 08/08/2009 22.04:

Ho pura che stiamo divagando.

Io ho postato dei versi precisi e su quei versi precisi ho posto le domande, meglio ho proposto la riflessione, che poi ci siano altri versi in quei o in altri Vangeli dove Gesù risponde, questa è un'altra questione.

Li ripropogo e, per favore dateni e ditemi i vostri pensieri in merito.



Nei versetti in calce, tratti dai vangeli di Matteo e di Luca, Gesù non risponde alle accuse che gli fanno.


12E mentre i capi dei sacerdoti e gli anziani lo accusavano, non rispose nulla. 13Allora Pilato gli disse: "Non senti quante testimonianze portano contro di te?". 14Ma non gli rispose neanche una parola, tanto che il governatore rimase assai stupito.  (Mt 27, 12-14) (Bibbia CEI 2008)


Vedendo Gesù, Erode si rallegrò molto. Da molto tempo infatti desiderava vederlo, per averne sentito parlare, e sperava di vedere qualche miracolo fatto da lui. 9Lo interrogò, facendogli molte domande, ma egli non gli rispose nulla. 10Erano presenti anche i capi dei sacerdoti e gli scribi, e insistevano nell'accusarlo. 11Allora anche Erode, con i suoi soldati, lo insultò, si fece beffe di lui, gli mise addosso una splendida veste e lo rimandò a Pilato. (Lc 23, 8-11) (Bibbia CEI 2008)



Allora mi domando?

Dobbiamo sempre fare così anche noi?

Se si, il senso e l'effetto del nostro tacere è il medesimo che voleva ottenre LUI?






Io credo di aver risposto, altro non saprei.

enricorns
00sabato 8 agosto 2009 22:56
Ma ancora.

Le nostre azioni, legate al nostro tacere, sono paragonabili alle sue?
Cattolico_Romano
00domenica 9 agosto 2009 13:34
Re:
enricorns, 08/08/2009 22.56:

Ma ancora.

Le nostre azioni, legate al nostro tacere, sono paragonabili alle sue?



Dico soltanto che se qualcuno ha la pretesa di eguagliarsi e paragonarsi al Maestro è un imbecille presuntuoso, e qui chiudo.
Cattolico_Romano
00domenica 9 agosto 2009 16:54
Tralasciando per un attimo il testo citato da Enrico, domandiamoci, prendendo come esempio la vita virtuale nelle Com:
Se un acattolico entra in questa Com è attacca accusando la nostra fede cattolica, cosa dobbiamo fare?
Dobbiamo tacere oppure dobbiamo evidenziare l'errori dell'amico acattolico affinchè possa comprendere meglio la nostra fede?
Se, sempre nella Com un utente ti accusa di essere poco cristiano o ti accusa di aver insultato qualche alro utente, cosa fai?
Taci oppure chiedi al Tizio o al Caio delle spiegazioni pubbliche dato che pubblicamente sei stato accusato?

Distorcere la Scrittura per sostenere delle nostre tesi è un peccato maggiore di chi dice di aver fatto e non ha fatto.
(Gino61)
00mercoledì 12 agosto 2009 08:09
Quando non puoi cambiare le cose (come Gesù in quell'occasione che accettò la volontà di Dio Padre in tutto e per tutto) che senso ha rispondere alle domande?

Secondo me dobbiamo affidarci alla volontà di Dio, Lui sa e vede quello che passiamo in questa vita e ci conosce meglio di noi stessi.

A volte il "silenzio" vale più di mille parole
Gabbianella1.
00mercoledì 12 agosto 2009 10:15
Si....
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