La Maternità spirituale di Maria
« Gesù dunque, vedendo sua Madre e accanto a lei il discepolo
ch'egli amava, dice a sua Madre: "Donna, ecco tuo figlio ". Poi
dice al discepolo: " Ecco tua Madre ". A partire da quella ora il
discepolo la prese con sé ».
Ogni uomo che si avvicina all'ora suprema della morte, restringe i
suoi pensieri alle persone o alle cose che gli sono più care. Il primo
pensiero di Gesù in croce fu per coloro che lo portarono alla croce:
per essi invocò il perdono.
Il secondo fu per il ladrone che lo pregava; per lui, la grande pro
messa. La cerchia si stava chiudendo. Alla fine il pensiero di Gesù si
rivolge alle due persone più care tra tutti i presenti: sua Madre e
Giovanni. Gesù morente invita la Madre a vedere nel discepolo
prediletto il proprio figlio; affida al discepolo la propria Madre
come sua madre. Gesù se ne va, ma Giovanni ne prenderà il posto,
per quanto è possibile.
Giovanni non cita mai il nome della madre di Gesù; dal Quarto
Vangelo noi non si riuscirebbe a cavar fuori il nome « Maria ».
Probabilmente è un segno della grande venerazione di Giovanni e
della Chiesa primitiva verso Maria. L'espressione « La Madre di
Gesù » era divenuta un nome proprio. Che Gesù si rivolga alla
Madre con il termine « Donna » non ha nulla di strano: è un titolo
di rispetto.
Per volontà di Gesù Morente, Maria sarà la Madre adottiva di
Giovanni; Giovanni considererà Maria come sua propria Madre e
ne avrà cura come un figlio. Si suppone che San Giuseppe fosse già
morto; Maria d'altra parte non aveva altri figli che pensassero a
lei, né Gesù giudicò opportuno affidarla ai cugini patemi, i
cosiddetti « fratelli del Signore », ma al discepolo prediletto che,
con probabilità, dal lato materiale gli era veramente cugino, ma che
molto più gli era intimo per la fede e per l'amore che gli portava.
Origene scrisse: « Le parole di Gesù sono la solenne proclamazione
della maternità spirituale della Madre sua; Giovanni rappresenta
misticamente tutti gli uomini e in particolare coloro che, per mezzo
della fede, sono divenuti fratelli di Gesù ».
La prima formulazione teologica della maternità universale di
Maria (come Madre della Chiesa) è data da Ruperto di Deutz; ad
essa si riferiscono i papi, specialmente nell'epoca moderna. Per
esempio, Leone XIII: « Il mistero dell'amore straordinario di
Cristo verso di noi appare eloquentemente dal fatto che egli,
morendo, volle lasciare sua Madre al discepolo Giovanni come
Madre con la memore testimonianza: " Ecco tuo figlio ".
In Giovanni, poi, come ha sempre ritenuto la Chiesa, ha designato
la persona del genere umano; in primo luogo, di coloro che gli sono
uniti per mezzo della fede ». E Pio XI: « Essendole stati affidati sul
Calvario tutti gli uomini, Maria. Regina degli Apostoli, protegge e
ama coloro che ignorano di essere stati redenti da Gesù Cristo non
meno di coloro che godono felicemente dei suoi benefici ».
Dal magistero ordinario della Chiesa e dall'interpretazione del te
sto sacro, risulta l'universale maternità spirituale di Maria. La
Chiesa è affidata alla Madre di Gesù.
« Donna, ecco il tuo figlio... Ecco la tua Madre ». Giovanni, dopo
aver scritto la mirabile pagina sulla preesistenza e l'incarnazione
del Verbo e dopo di aver presentato il primo « segno » a Cana
avvenuto sotto il patrocinio di Maria, con la parola « Donna »
ebbe un certo riferimento e confronto con la prima donna, Eva,
madre del genere umano, da cui venne il primo peccato.
La maternità spirituale di Maria è essenzialmente contenuta nel
mistero dell'Incarnazione; data, cioè, dal primo istante
dell'Incarnazione del Verbo. Quando Maria diede il suo consenso,
spiritualmente ci ha concepiti e generati. Ma in modo perfetto e
completo ci ha adottati come figli sotto la croce, dicendo « sì » al
sacrificio redentivo di Gesù e offrendolo, come Madre, al Padre
Celeste con perfetta sottomissione al suo volere.
Il fiat dell'Incarnazione ebbe il suo completamento supremo sotto
la croce. Pio XII notava: « Fu Maria che offrì Gesù all'Eterno
Padre sul Golgota, facendo olocausto di ogni diritto materno e del
suo materno amore, come novella Eva, per tutti i figli di Adamo.
In questo modo, colei che quanto al corpo era la Madre del nostro
Capo, poté divenire, quanto allo spirito, madre di tutte le sue
membra, con nuovo titolo di gloria e di dolore ».
« Io ti saluto - esclama la Chiesa nella festa dell'Addolorata -
o Regina generosa, rosa splendente dei martiri, giglio delle vergini ».
Tratto da: “La Madonna nei Vangeli” a c ura del Centro MATER
DIVINAE GRATIAE, Rosta (Torino)