Giovanni l'apostolo

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Violafenix
00martedì 2 dicembre 2008 10:12
Era lui l'amato da Gesù?
Dato che nell'altro trend "interessante" abbiamo determinato che non era il caso di andare ancora avanti deviando dal discorso iniziale, ho deciso di aprire io questo trend, altrimenti non si và più avanti, ne in questo discorso, ne tantomeno nell'altro.
Cercherò quindi di riportare quì tutti i messaggi inerenti a questo trend.

Pace Ambra
Violafenix
00martedì 2 dicembre 2008 10:13

A questo punto va ricordato il ruolo che Cristo ha dato a Maria. Dalla croce non ha forse detto a Giovanni di affidarsi a Maria e a Maria di prendersi cura di Giovanni? Giovanni, il cui nome è taciuto e viene designato come il discepolo che Gesù amava, non rappresenta forse ogni uomo?



Gesù affidò Maria a Giovanni e disse a Maria questo è tuo figlio, perché sapeva quanto la madre stesse soffrendo e anche perché come dici tu, amava molto Giovanni.
Ma in questo passo io non denoto che Gesù stesse dicendo chiedete a Maria invece che a me.
Io credo che ci sia un solo mediatore tra noi e il padre, che naturalemente è Cristo, ma questo non significa che non rispetti la mamma terrena di Gesù, che è stata scelta apositamente da Dio perché sicuramente una donna santa e benedetta.

Con questo chiudo il discorso, perché non voglio entrare in polemica, non serve a nessuno farlo, però ti incoraggio a non prendere tutto ciò che dicono i cristiani evangelici e farne di tutta l'erba un fascio, perché nel mezzo ci sono anche tante persone istruite Biblicamente che non mettono al primo posto se stessi ma il nostro amato Signore Cristo Gesù.

Pace Ambra

Violafenix
00martedì 2 dicembre 2008 10:24
Risposta di LawWestOfThePecos
Per chiarire meglio il concetto sarebbe opportuno porsi alcune domande. La prima è questa: dov'è scritto nei Vangeli che il discepolo amato da Gesù era Giovanni?




Saluti
Violafenix
00martedì 2 dicembre 2008 10:25
Giovanni 19:26 Gesù dunque, vedendo sua madre e presso di lei il discepolo che egli amava, disse a sua madre: «Donna, ecco tuo figlio!» 27 Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!» E da quel momento, il discepolo la prese in casa sua.

Giovanni 21:7 Allora il discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!» Simon Pietro, udito che era il Signore, si cinse la veste, perché era nudo, e si gettò in mare.


Violafenix
00martedì 2 dicembre 2008 10:25
Risposta di Robenz


Giovanni 19:26
Gesú dunque, vedendo sua madre e presso di lei il discepolo che egli amava, disse a sua madre: "Donna, ecco tuo figlio!"

Giovanni 13:23 Ora, a tavola, inclinato sul petto di Gesú, stava uno dei discepoli, quello che Gesú amava.

Giovanni 20:2
Allora corse verso Simon Pietro e l'altro discepolo che Gesú amava e disse loro: "Hanno tolto il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'abbiano messo".

Giovanni 21:7
Allora il discepolo che Gesú amava disse a Pietro: "E il Signore!" Simon Pietro, udito che era il Signore, si cinse la veste, perché era nudo, e si gettò in mare.

Giovanni 21:20
Pietro, voltatosi, vide venirgli dietro il discepolo che Gesú amava; quello stesso che durante la cena stava inclinato sul seno di Gesú e aveva detto: "Signore, chi è che ti tradisce?"

Tante sono le eresie dette nel conto di Gesù, da studio cinematografico, tanto da insinuare che il discepolo amato fosse una donna.
Comunque le scritture non dicono che Gesù amava di più il disepolo, ma che "amava".

Dio ci benedica
Violafenix
00martedì 2 dicembre 2008 10:26
Certo, ma perché allora non lo diceva anche degli altri? Giovannni all'epoca era anche il più giovane tra gli apostoli, perché lasciare a lui il compito di seguire Maria?

Ambra
Violafenix
00martedì 2 dicembre 2008 10:27
Risposta di LawWestOfThePecos


Giovanni 19:26 Gesù dunque, vedendo sua madre e presso di lei il discepolo che egli amava, disse a sua madre: «Donna, ecco tuo figlio!» 27 Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!» E da quel momento, il discepolo la prese in casa sua. Giovanni 21:7 Allora il discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!» Simon Pietro, udito che era il Signore, si cinse la veste, perché era nudo, e si gettò in mare.



cara Ambra, qui si parla del "discepolo che Egli amava" ma dove si dice che era Giovanni?




Saluti

Violafenix
00martedì 2 dicembre 2008 10:28
Giovanni nel suo vangelo non si nominava mai in prima persona, ma era di lui che Gesù parlava.

Per te, dato che non condividi il mio pensiero che sia proprio Giovanni il discepolo che Gesù amava, chi sarebbe invece questo discepolo?

Ambra
Violafenix
00martedì 2 dicembre 2008 10:29
Risposta di LawWestOfThePecos


Hai ragione, Giovanni non si nominava mai in prima persona ed infatti il vangelo è attribuito a Giovanni ma non sianmo affatto sicuri che sia lui l'autore.

Allo stesso modo non abbiamo nessun dato che ci garantisca che il "discepolo che lui amava" fosse Giovanni.

Quindi quando hai scritto "Gesù affidò Maria a Giovanni" hai fatto un' affermazione priva di supporti biblici.

Ti sei mai chiesta come mai il vangelo parla di questo discepolo ma non lo cita mai per nome?

E, volendolo identificare con qualcuno, le caratteristiche del Giovanni dei Vangeli, corrispondono a quelle del "discepolo che Lui amava"?

Saluti
Violafenix
00martedì 2 dicembre 2008 10:31
Risposta di LawWestOfThePecos
Visto che di risposte sul tema non ne arrivano, vediamo di afre un passo avanti per carcare di capire, ammesso che sia possibile, chi ssrebbe questo "discepolo". Innanzitutto appare sei volte. Cinque le ha già indicate Robenz:




Giovanni 13:23 Ora, a tavola, inclinato sul petto di Gesú, stava uno dei discepoli, quello che Gesú amava.

Giovanni 19:26
Gesú dunque, vedendo sua madre e presso di lei il discepolo che egli amava, disse a sua madre: "Donna, ecco tuo figlio!"


Giovanni 20:2
Allora corse verso Simon Pietro e l'altro discepolo che Gesú amava e disse loro: "Hanno tolto il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'abbiano messo".

Giovanni 21:7
Allora il discepolo che Gesú amava disse a Pietro: "E il Signore!" Simon Pietro, udito che era il Signore, si cinse la veste, perché era nudo, e si gettò in mare.

Giovanni 21:20
Pietro, voltatosi, vide venirgli dietro il discepolo che Gesú amava; quello stesso che durante la cena stava inclinato sul seno di Gesú e aveva detto: "Signore, chi è che ti tradisce?"
 





La sesta apparizione è in Gv 21,24 "Questo è il discepolo che rende testimonianza su questi fatti e li ha scritti; e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera." Dove in pratica ci dice che egli costituisce la fonte di informazione degli avvenimenti che sono stati narrati nel vangelo.

In passato si era pensato che questo "discepolo" fosse Lazzaro dato che la comparsa del discepolo senza nome avviene dopo la resurrezione di lazzaro e che questi fosse amato da Gesù in kod particolare percho era passato attraverso la sua stessa eseprienza di morte e resurrezione.

Tuttavia è subito apparso strano che una persona prima venisse citata per nome e poi improvvisamnete diventasse anonimo senza che l'evangelista ci avvertisse che era la stessa persona. Infatti i vangeli sono sempre molto accurati nell'evitare confusioni di nomi.

Un'altra ipotesi era che questo discepolo fosse il giovane ricco che Gesù"fissatolo ,o amò". ( Mc 10,21) Anche qui però sembra improbabile che il discepolo amato sia prprio l'unico che abbia rifiutato la chiamata di Gesù.

Quindi le ipoetsi su Lazzaro e sul giovane ricco cadono.

Rimane quindi solo Giovanni l'evangelista. Ma è possibile che sia proprio lui? Le caratteristiche di quel Giovanni possono corrispondere a quelle del discepolo?






Saluti
Violafenix
00martedì 2 dicembre 2008 10:32
Non credo però che Gesù avrebbe affidato la sua madre terrena a lui se non lo amava, e poi come dicevo anche sopra ricordiamoci che all'epoca Giovanni era anche il più giovane tra tutti gli apostoli.

Comunque alla fine non ha rilevanza, io credo che Gesù amasse tutti i suoi apostoli, ha amato anche chi l'ho ha ucciso sacrificandosi per tutti noi.... figuriamoci se poi cominciamo a vedere quanto e come o chi amava di più.

Pace Ambra
Violafenix
00martedì 2 dicembre 2008 10:33
Risposta di LawWestOfThePecos


Inizio questo post precisando che non è una risposta per Ambra che nel messaggio soprariportato mi pare abbia voluto chiudere la discussione. Quindi il mio discorso sarà più generale. Poichè non riuscirò a scriverlo tutto di seguito vi chiedo di cercare di evitare di commentare parola per parola quello che iserisco altrimenti rischiamo di perderci in un rivolo di argomenti inutile.

Torniamoa a noi.


Devo aver letto da qualche parte ( o qualcuno me lo ha detto a voce, non ricordo) che il Vangelo di Giovanni è il più semplice dei vangeli.

In realtà è esattamente il contrario, il quarto vangelo è il più difficile da leggere e da capire. A questo possiamo aggiungere che il genere letterario “vangelo” nasce all’interno delle comunità cristiane, è destinato alle comunità e viene letto nelle comunità.

Sempre in ambiente evangelico ho sentito dire che la Bibbia deve essere letta da soli. E’ una pia illusione che da soli si possa comprendere tutta la ricchezza di un testo ed infatti, a smentire questa affermazione, il mondo evangelico pubblica commentari esegetici ed esplicativi di tutti i testi biblici.

Se non si vuole leggere la Bibbia in maniera superficiale, come si farebbe con un qualsiasi altro libro, ma cercando di penetrarne il mistero, allora occorre tenere presente non solo il senso letterale ma anche il senso tipico e il senso pieno di un brano.

Forse qualche esempio aiuterà a capire ciò che intendo dire.

Se Gesù mangia del pesce arrostito, il senso letterale ci suggerisce che lo fa perché ha fame. Il senso pieno ci rivela la realtà della Resurrezione.

Con questo metodo riusciamo anche a capire meglio come il N.T. sia l’estensione del primo.

Se, ad esempio, leggiamo l’episodio del passaggio del Mar Rosso, il senso letterale ci dirà che gli ebrei si salvarono dagli egiziani, il senso tipico è che il passaggio del Mar Rosso è figura ( tipo) del Battesimo che ci salva dal peccato ( 1Pt 3,21)

Allo stesso modo Adamo è figura ( tipo) di Gesù Cristo.

Questo ragionamento mi è servito per introdurre il tema del discepolo amato da Gesù. In effetti l’ho preso un po’ alla larga…

Veniamo al Vangelo di Giovanni. Innanzitutto è bene dire che ormai si sta abbandonando l’idea che il quarto vangelo sia stato scritto da quel Giovanni figlio di Zebedeo e fratello di Giacomo di cui ci parlano i sinottici.

I motivi che giustificano questa concezione sono diversi e non è il caso di discuterli qui perché ci porterebbe fuori tema. Teniamoci solo in mente questa ipotesi perché, se fosse vera ( e non possiamo escluderlo) farebbe saltare tutta l’ipotesi “discepolo amato=Giovanni”.

Ora dovremmo affrontare il tema: il discepolo amato era uno dei discepoli di Gesù o era una “figura” ( tipo).

Lo affronterò in seguito, ora ho un sacco di neve da spalare.




Saluti
Violafenix
00martedì 2 dicembre 2008 10:35
Ok, ci eravamo fermati più o meno quì.

Quindi dobbiamo aspettare che Pecos finisca il discorso iniziato.

Ambra
LawWestOfThePecos
00martedì 2 dicembre 2008 15:05
Credo che poichè l'affermazione è di Enricorns sia giusto che sia lui stesso a terminare il discorso e a giustificare la sua affermazione non tanto nei miei confronti quanto nei tuoi perchè la Bibbia dice che dobbiamo essere: "pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi. " (1 Pt 3,15) Quindi non vedo perchè dovrei sostituirmi a lui. In ogni caso esiste il modo di inviare mail privare e se Ambra vuole continuare a dialogare con me su questo argomento lo può fare utilizzando questo strumento.
[SM=g8938]
enricorns
00martedì 2 dicembre 2008 15:43
Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: "Donna, ecco il tuo figlio!". Poi disse al discepolo: "Ecco la tua madre!". E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.


La Bibbia CEI pone l'accento più sulla madre che sul discepolo


25-26. La solennità dell'ora, specialmente nel contesto giovanneo, fa pensare che Gesù va oltre il sentimento di pietà filiale. Maria è la nuova Eva (" donna "), madre spirituale di tutti i redenti.

Anche il Cardinale Carlo Maria Martini, nel suo libro "Il vangelo secondo Giovanni" meditando sui versetti afferma:

"Inoltre viene donata la Madre di Gesù ai suoi. Con questo dono della Madre a Giovanni ha inizio la Chiesa"
enricorns
00martedì 2 dicembre 2008 16:33
Giovanni Paolo II nella Redemptoris Mater ai § 23 e 24 scrive:



23. Se il passo del Vangelo di Giovanni sull'evento di Cana presenta la maternità premurosa di Maria all'inizio dell'attività messianica di Cristo, un altro passo dello stesso Vangelo conferma questa maternità nell'economia salvifica della grazia nel suo momento culminante, cioè quando si compie il sacrificio della Croce di Cristo, il suo mistero pasquale. La descrizione di Giovanni è concisa: «Stavano presso la Croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Cleofa e Maria di Magdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: "Donna, ecco il tuo figlio!". Poi disse al discepolo: "Ecco la tua madre!". E da quel momento il discepolo la prese con sé» (Gv 19,25). Senza dubbio, in questo fatto si ravvisa un'espressione della singolare premura del Figlio per la Madre, che egli lasciava in così grande dolore. Tuttavia, sul senso di questa premura il «testamento della Croce» di Cristo dice di più. Gesù mette in rilievo un nuovo legame tra Madre e Figlio, del quale conferma solennemente tutta la verità e realtà. Si può dire che, se già in precedenza la maternità di Maria nei riguardi degli uomini era stata delineata, ora viene chiaramente precisata e stabilita: essa emerge dalla definitiva maturazione del mistero pasquale del Redentore. La Madre di Cristo, trovandosi nel raggio diretto di questo mistero che comprende l'uomo - ciascuno e tutti - , viene data all'uomo - a ciascuno e a tutti - come madre. Quest'uomo ai piedi della Croce è Giovanni, «il discepolo che egli amava».47 Tuttavia, non è lui solo. Seguendo la Tradizione, il Concilio non esita a chiamare Maria «Madre di Cristo e madre degli uomini»: infatti, ella è «congiunta nella stirpe di Adamo con tutti gli uomini..., anzi è veramente madre delle membra (di Cristo)..., perché cooperò con la carità alla nascita dei fedeli nella Chiesa».48 Dunque, questa «nuova maternità di Maria», generata dalla fede, è frutto del «nuovo» amore, che maturò in lei definitivamente ai piedi della Croce, mediante la sua partecipazione all'amore redentivo del Figlio.

24. Ci troviamo così al centro stesso dell'adempimento della promessa, contenuta nel protoevangelo: «La stirpe della donna schiaccerà la testa del serpente» (Gn 3,15). Gesù Cristo, infatti, con la sua morte redentrice vince il male del peccato e della morte alle sue stesse radici. È significativo che, rivolgendosi alla madre dall'alto della Croce, la chiami «donna» e le dica: «Donna, ecco il tuo figlio». Con lo stesso termine, del resto, si era rivolto a lei anche a Cana (Gv 2,4). Come dubitare che specialmente ora, sul Golgota, questa frase attinga in profondità il mistero di Maria, raggiungendo il singolare posto che ella ha in tutta l'economia della salvezza? Come insegna il Concilio, con Maria «eccelsa figlia di Sion, dopo la lunga attesa della promessa, si compiono i tempi e si instaura una nuova economia, quando il Figlio di Dio assunse da lei la natura umana, per liberare con i misteri della sua carne l'uomo dal peccato».49 Le parole che Gesù pronuncia dall'alto della Croce significano che la maternità della sua genitrice trova una «nuova» continuazione nella Chiesa e mediante la Chiesa, simboleggiata e rappresentata da Giovanni. In questo modo, colei che, come «la piena di grazia», è stata introdotta nel mistero di Cristo per essere sua madre, cioè la Santa Genitrice di Dio, per il tramite della Chiesa permane in quel mistero come la «donna» indicata dal libro della Genesi (Gn 3,15) all'inizio e dall'Apocalisse (Ap 12,1) al termine della storia della salvezza. Secondo l'eterno disegno della Provvidenza la maternità divina di Maria deve effondersi sulla Chiesa, come indicano affermazioni della Tradizione, per le quali la maternità di Maria verso la Chiesa è il riflesso e il prolungamento della sua maternità verso il Figlio di Dio.50 Già il momento stesso della nascita della Chiesa e della sua piena manifestazione al mondo, secondo il Concilio, lascia intravedere questa continuità della maternità di Maria: «Essendo piaciuto a Dio di non manifestare solennemente il mistero della salvezza umana prima di aver effuso lo Spirito promesso da Cristo, vediamo gli Apostoli prima del giorno della Pentecoste "assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù, e con i fratelli di lui" (At 1,14), e anche Maria implorante con le sue preghiere il dono dello Spirito, che già l'aveva adombrata nell'annunciazione».51 Dunque, nell'economia della grazia, attuata sotto l'azione dello Spirito Santo, c'è una singolare corrispondenza tra il momento dell'incarnazione del Verbo e quello della nascita della Chiesa. La persona che unisce questi due momenti è Maria: Maria a Nazareth e Maria nel cenacolo di Gerusalemme. In entrambi i casi la sua presenza discreta, ma essenziale, indica la via della «nascita dallo Spirito». Così colei che è presente nel mistero di Cristo come madre, diventa - per volontà del Figlio e per opera dello Spirito Santo - presente nel mistero della Chiesa. Anche nella Chiesa continua ad essere una presenza materna, come indicano le parole pronunciate sulla Croce: «Donna, ecco il tuo figlio»; «Ecco la tua madre».

Note:
47 È noto quanto scrive Origene circa la presenza di Maria e di Giovanni al Calvario: «I Vangeli sono le primizie di tutta la Scrittura e il Vangelo di Giovanni è il primo dei Vangeli: nessuno può coglierne il significato, se non ha posato il capo sul petto di Gesù e non ha ricevuto da Gesù Maria come madre»: Comm. in Ioan., 1, 6: PG 14, 31; cf S. Ambrogio, Expos. Evang. sec. Lucam, X, 129-131: CSEL 32/4, 504 s.

Violafenix
00martedì 2 dicembre 2008 21:12
Il punto non è che io non creda che Gesù amasse Maria, anzi di questo ne sono certa.....

Quello che non condivido è che la si usi come tramite, quando l'unico intermediario tra noi e Dio è Cristo....

Ma credimi, non voglio entrare in polemica, rispetto il tuo credo e non voglio assolutamente offendere nessuno.

Pace a te Ambra


X Pecos

Ritengo che non ero solamente io l'interessata all'argomento, quindi perché non continuare quì?
enricorns
00martedì 2 dicembre 2008 23:15
L'unico mediatore, cioè che sta nel mezzo, ruolo datogli anche dalla natura egualmente e contemporaneamente divina e umana, cioè vero Dio e vero Uomo, è di certo Gesù Cristo, Maria, come dici tu, sua madre, come dice Giovanni è posta in ruolo di intercessione di protezione, nella sua posizione di piena di grazia, intercede, raccomanda, aiuta, sostiene.
Violafenix
00mercoledì 3 dicembre 2008 09:38
Ma noi abbiamo già Dio che ci protegge e abbiamo ricevuto in dono anche suo figlio che ci farà da avvocato difensore quando arriverà il giudizio, perhé avere qualcun'altro?

Ambra
enricorns
00mercoledì 3 dicembre 2008 09:44


La Maternità spirituale di Maria

 

 

« Gesù dunque, vedendo sua Madre e accanto a lei il discepolo

 

ch'egli amava, dice a sua Madre: "Donna, ecco tuo figlio ". Poi

 

dice al discepolo: " Ecco tua Madre ". A partire da quella ora il

 

discepolo la prese con sé ».

 

Ogni uomo che si avvicina all'ora suprema della morte, restringe i

 

suoi pensieri alle persone o alle cose che gli sono più care. Il primo

 

pensiero di Gesù in croce fu per coloro che lo portarono alla croce:

 

per essi invocò il perdono.

 

Il secondo fu per il ladrone che lo pregava; per lui, la grande pro

 

messa. La cerchia si stava chiudendo. Alla fine il pensiero di Gesù si

 

rivolge alle due persone più care tra tutti i presenti: sua Madre e

 

Giovanni. Gesù morente invita la Madre a vedere nel discepolo

 

prediletto il proprio figlio; affida al discepolo la propria Madre

 

come sua madre. Gesù se ne va, ma Giovanni ne prenderà il posto,

 

per quanto è possibile.

 

 

Giovanni non cita mai il nome della madre di Gesù; dal Quarto

 

Vangelo noi non si riuscirebbe a cavar fuori il nome « Maria ».

 

 

Probabilmente è un segno della grande venerazione di Giovanni e

 

della Chiesa primitiva verso Maria. L'espressione « La Madre di

 

Gesù » era divenuta un nome proprio. Che Gesù si rivolga alla

 

Madre con il termine « Donna » non ha nulla di strano: è un titolo

 

di rispetto.

 

 

Per volontà di Gesù Morente, Maria sarà la Madre adottiva di

 

Giovanni; Giovanni considererà Maria come sua propria Madre e

 

ne avrà cura come un figlio. Si suppone che San Giuseppe fosse già

 

morto; Maria d'altra parte non aveva altri figli che pensassero a

 

lei, né Gesù giudicò opportuno affidarla ai cugini patemi, i

 

cosiddetti « fratelli del Signore », ma al discepolo prediletto che,

 

con probabilità, dal lato materiale gli era veramente cugino, ma che

 

molto più gli era intimo per la fede e per l'amore che gli portava.

 

 

Origene scrisse: « Le parole di Gesù sono la solenne proclamazione

 

della maternità spirituale della Madre sua; Giovanni rappresenta

 

misticamente tutti gli uomini e in particolare coloro che, per mezzo

 

della fede, sono divenuti fratelli di Gesù ».

 

 

 

La prima formulazione teologica della maternità universale di

 

Maria (come Madre della Chiesa) è data da Ruperto di Deutz; ad

 

essa si riferiscono i papi, specialmente nell'epoca moderna. Per

 

esempio, Leone XIII: « Il mistero dell'amore straordinario di

 

Cristo verso di noi appare eloquentemente dal fatto che egli,

 

morendo, volle lasciare sua Madre al discepolo Giovanni come

 

Madre con la memore testimonianza: " Ecco tuo figlio ".

 

In Giovanni, poi, come ha sempre ritenuto la Chiesa, ha designato

 

la persona del genere umano; in primo luogo, di coloro che gli sono

 

uniti per mezzo della fede ». E Pio XI: « Essendole stati affidati sul

 

Calvario tutti gli uomini, Maria. Regina degli Apostoli, protegge e

 

ama coloro che ignorano di essere stati redenti da Gesù Cristo non

 

meno di coloro che godono felicemente dei suoi benefici ».

 

 

Dal magistero ordinario della Chiesa e dall'interpretazione del te

 

sto sacro, risulta l'universale maternità spirituale di Maria. La

 

Chiesa è affidata alla Madre di Gesù.

 

« Donna, ecco il tuo figlio... Ecco la tua Madre ». Giovanni, dopo

 

aver scritto la mirabile pagina sulla preesistenza e l'incarnazione

 

del Verbo e dopo di aver presentato il primo « segno » a Cana

 

avvenuto sotto il patrocinio di Maria, con la parola « Donna »

 

ebbe un certo riferimento e confronto con la prima donna, Eva,

 

madre del genere umano, da cui venne il primo peccato.

 

La maternità spirituale di Maria è essenzialmente contenuta nel

 

mistero dell'Incarnazione; data, cioè, dal primo istante

 

dell'Incarnazione del Verbo. Quando Maria diede il suo consenso,

 

spiritualmente ci ha concepiti e generati. Ma in modo perfetto e

 

completo ci ha adottati come figli sotto la croce, dicendo « sì » al

 

sacrificio redentivo di Gesù e offrendolo, come Madre, al Padre

 

Celeste con perfetta sottomissione al suo volere.

 

Il fiat dell'Incarnazione ebbe il suo completamento supremo sotto

 

la croce. Pio XII notava: « Fu Maria che offrì Gesù all'Eterno

 

Padre sul Golgota, facendo olocausto di ogni diritto materno e del

 

suo materno amore, come novella Eva, per tutti i figli di Adamo.

 

In questo modo, colei che quanto al corpo era la Madre del nostro

 

Capo, poté divenire, quanto allo spirito, madre di tutte le sue

 

membra, con nuovo titolo di gloria e di dolore ».


« Io ti saluto - esclama la Chiesa nella festa dell'Addolorata -



o Regina generosa, rosa splendente dei martiri, giglio delle vergini ».


Tratto da: “La Madonna nei Vangeli” a c ura del Centro MATER

DIVINAE GRATIAE, Rosta (Torino)

enricorns
00mercoledì 3 dicembre 2008 09:51

Maria, Madre e Mediatrice di Grazia - di Don Gabriele Amorth

Riferito alla Santa Vergine, il termine mediatrice ha il senso subordinato di partecipazione all'unica mediazione di Cristo; anche se questa parola acquista per lei un'estensione rispondente alla sua missione universale.

Nella fase antepreparatoria del Concilio Vaticano II, che si concluse nella primavera del 1960, quasi 500 tra Vescovi e Prelati avevano chiesto che venisse definito il dogma della Mediazione universale di Grazia di Maria; prevalse però il proposito di non promulgare nessun nuovo dogma.

Ma già nel 1921 il Card. belga Joseph Marcier aveva presentato a Papa Benedetto XV una richiesta in tal senso; e il Papa concesse a tutto il Belgio l'Ufficio e la Messa propria di Maria "Mediatrice di tutte le grazie". L'ultimo appello ufficiale fu presentato nel 1984, a nome del Capitolo dei Canonici, dal Card. Carlo Confalonieri, Arciprete di "Santa Maria Maggiore" in Roma. La risposta del Card. Joseph Ratzinger – il nostro Papa Benedetto XVI, allora Prefetto della 'Congregazione per la Dottrina della fede' – fu di non ritenere necessario un solenne pronunciamento [della Chiesa]; ma è interessante nella sua motivazione: "La dottrina sulla mediazione universale di Maria Santissima si trova già adeguatamente proposta nei diversi Documenti del Magistero della Chiesa". Come dire che è dottrina sicura e ufficialmente insegnata.

Con queste premesse, non si tratta qui di difendere una causa già vinta, ma solo di illustrare le ragioni di un titolo dato alla Vergine contro il quale si accaniscono i Protestanti, ancorandosi in modo non congruo all'affermazione di Paolo: "Uno solo è il mediatore tra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù" [1 Tim 2, 6].

Il modo corretto di intendere la mediazione della Vergine

Il titolo di Mediatrice, dato a Maria, risale almeno al VI secolo e si diffuse soprattutto nel XII secolo. È noto l'insegnamento di San Bernardo: "Veneriamo Maria con tutto l'impeto del nostro cuore, dei nostri affetti, dei nostri desideri. Così vuole Colui che stabilì che noi ricevessimo tutto per mezzo di Maria". E Dante ha dato semplicemente veste poetica a queste parole nella sua famosa terzina:

"Donna, se' tanto grande e tanto vali,
che qual vuol grazia ed a te non ricorre,
sua disïanza vuol volar sanz'ali".


[Par XXXIII, 13-15]
Non c'è dubbio che l'unico Mediatore tra Dio e l'uomo è Gesù, e che "nessuno può andare al Padre se non per mezzo di lui" [Gv 14, 6]. Ma dobbiamo capire il senso esatto delle parole, per non farne dei feticci. Ora, ogni volta che usiamo un aggettivo attribuendolo a Dio o all'uomo, anche se il termine suona identico, esso viene usato con significato diverso. Così, per esempio, quando parliamo della santità di Dio e della santità di un uomo o di una donna.

Lo stesso concetto vale anche per l'attributo di mediatore riferito a Gesù [dove ha valore assoluto], o riferito a Maria [dove il termine mediatrice ha un senso relativo e subordinato, come partecipazione all'unica mediazione di Cristo]. Anche se, stante la missione universale di Maria, il termine acquista per lei un'estensione che non ha alcuna altra creatura umana.

Alla luce di questi concetti, non solo non esitiamo a chiamare la Vergine Maria "mediatrice di tutte le grazie", ma chiamiamo "mediatori" anche gli Apostoli, i Martiri e i Santi che sono presso Dio; come "mediatori" chiamiamo tutti coloro che esercitano una forma di testimonianza e di partecipazione del Vangelo della Salvezza: i Sacerdoti, i Catechisti, gli stessi genitori che educano i figli alla fede…

Questi sono concetti che il Concilio Vaticano II espone con chiarezza proprio a proposito di Maria, per cui si può dire che – anche se quel Concilio non ha proclamato il dogma della "Mediazione universale di Grazia" della Beata Vergine – ne ha espresso tutti i princìpi su cui si fonda: "L'unica mediazione del Redentore non esclude, ma suscita nelle creature una varia cooperazione partecipata da un'unica fonte. E questa funzione subordinata di Maria la Chiesa non dubita di riconoscerla apertamente, continuamente la sperimenta e raccomanda all'amore dei fedeli perché, sostenuti da questo materno aiuto, siano più intimamente congiunti col Mediatore e Salvatore" [Lumen gentium, 62].

http://medjugorje.altervista.org/doc/pamorth//madre.html
enricorns
00mercoledì 3 dicembre 2008 09:57
  GIOVANNI PAOLO II

UDIENZA GENERALE

Mercoledì, 1° Ottobre 1997

   

Maria Mediatrice (1 Tm 2, 5-6).



1. Tra i titoli attribuiti a Maria nel culto della Chiesa, il capitolo VIII della Lumen Gentium ricorda quello di "Mediatrice". Benché alcuni Padri conciliari non condividessero pienamente tale scelta (cfr Acta Synodalia III, 8, 163-164), quest'appellativo fu inserito ugualmente nella Costituzione dogmatica sulla Chiesa, a conferma del valore della verità che esprime. Si ebbe, però, cura di non legarlo a nessuna particolare teologia della mediazione, ma di elencarlo soltanto tra gli altri titoli riconosciuti a Maria.

Il testo conciliare, peraltro, riferisce già il contenuto del titolo di "Mediatrice", quando afferma che Maria "con la sua molteplice intercessione continua a ottenerci i doni della salvezza eterna" (Lumen Gentium, 62).

Come ricordo nell'Enciclica Redemptoris Mater, "la mediazione di Maria è strettamente legata alla sua maternità, possiede un carattere specificamente materno, che la distingue da quella delle altre creature" (n. 38).

Da questo punto di vista, essa è unica nel suo genere e singolarmente efficace.

2. Alle difficoltà manifestate da alcuni Padri conciliari circa il termine "Mediatrice", lo stesso Concilio ha provveduto a rispondere affermando che Maria è "per noi la madre nell'ordine della grazia" (Lumen Gentium, 61). Ricordiamo che la mediazione di Maria è qualificata fondamentalmente dalla sua divina maternità. Il riconoscimento del ruolo di mediatrice è, inoltre, implicito nella espressione "Madre nostra", che propone la dottrina della mediazione mariana, ponendo l'accento sulla maternità. Infine, il titolo "Madre nell'ordine della grazia", chiarisce che la Vergine coopera con Cristo alla rinascita spirituale dell'umanità.

3. La mediazione materna di Maria non offusca l'unica e perfetta mediazione di Cristo. Il Concilio, infatti, dopo aver menzionato Maria "mediatrice", si premura di precisare: "Questo però va inteso in modo che nulla detragga o aggiunga alla dignità e alla efficacia di Cristo, unico mediatore" (Lumen Gentium, 62). E cita a questo proposito il noto testo della Prima Lettera a Timoteo: "Uno solo, infatti, è Dio e uno solo il Mediatore fra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù, che ha dato se stesso in riscatto per tutti" (1 Tm 2, 5-6).

Il Concilio afferma, inoltre, che "la funzione materna di Maria verso gli uomini in nessun modo oscura o diminuisce questa unica mediazione di Cristo, ma ne mostra l'efficacia" (Lumen Gentium, 60).

Lungi pertanto dall'essere un ostacolo all'esercizio dell'unica mediazione di Cristo, Maria ne mette piuttosto in evidenza la fecondità e l'efficacia. "Poiché ogni salutare influsso della Beata Vergine verso gli uomini non nasce da necessità, ma dal beneplacito di Dio, e sgorga dalla sovrabbondanza dei meriti di Cristo, si fonda sulla mediazione di Lui, da essa assolutamente dipende e attinge tutta la sua efficacia" (Lumen Gentium, 60).

4. Da Cristo deriva il valore della mediazione di Maria e pertanto l'influsso salutare della Beata Vergine "non impedisce minimamente l'unione immediata dei credenti con Cristo, anzi la facilita" (Ibid.).

L'intrinseco orientamento a Cristo dell'opera della "Mediatrice" spinge il Concilio a raccomandare ai fedeli di ricorrere a Maria "perché, sostenuti da questo materno aiuto, essi più intimamente aderiscono col Mediatore e Salvatore" (Lumen Gentium, 62).

Nel proclamare Cristo unico mediatore (cfr 1 Tm 2, 5-6), il testo della Lettera di san Paolo a Timoteo, esclude ogni altra mediazione parallela, ma non una mediazione subordinata. Infatti, prima di sottolineare l'unica ed esclusiva mediazione di Cristo, l'autore raccomanda "che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini . . ." (Ibid., 2, 1). Non sono forse le preghiere una forma di mediazione? Anzi, secondo san Paolo, l'unica mediazione di Cristo è destinata a promuovere altre mediazioni dipendenti e ministeriali. Proclamando l'unicità di quella di Cristo, l'Apostolo tende ad escludere soltanto ogni mediazione autonoma o concorrente, non altre forme compatibili col valore infinito dell'opera del Salvatore.

5. E' possibile partecipare alla mediazione di Cristo in diversi ambiti dell'opera della salvezza. La Lumen gentium, dopo aver ribadito che "nessuna creatura può mai essere paragonata col Verbo incarnato e Redentore", illustra come sia possibile per le creature esercitare alcune forme di mediazione in dipendenza da Cristo. Afferma, infatti: "come il sacerdozio di Cristo è in vari modi partecipato dai sacri ministri e dal popolo fedele, e come l'unica bontà di Dio è realmente diffusa in vari modi nelle creature, così anche l'unica mediazione del Redentore non esclude, ma suscita nelle creature una varia cooperazione partecipata dall'unica fonte" (Lumen Gentium, 62).

In questa volontà di suscitare partecipazioni all'unica mediazione di Cristo, si manifesta l'amore gratuito di Dio che vuol condividere ciò che possiede.

6. In verità che cos'è la mediazione materna di Maria se non un dono del Padre per l'umanità? Ecco perché il Concilio conclude: "Questo compito subordinato di Maria, la Chiesa non dubita di riconoscerlo apertamente, continuamente lo sperimenta e lo raccomanda al cuore dei fedeli . . ." (Ibid.).

Maria svolge la sua azione materna in continua dipendenza dalla mediazione di Cristo e da Lui riceve tutto ciò che il suo cuore vuole dare agli uomini.

La Chiesa, nel suo pellegrinaggio terreno, sperimenta "continuamente" l'efficacia dell'azione della "Madre nell'ordine della grazia".

Violafenix
00mercoledì 3 dicembre 2008 13:03
Caro Enrico,
ti ringrazio di avermi postato tutti questi articoli..... ma sai io sono molto pigra e ho poca voglia di mettermi a leggere... anche perché leggere direttamente dal computer mi stanca tantissimo gli occhi.
E poi per me è molto più importate un dialogo in cui i pensieri vengono direttamente dal mio interlocutore, se vuoi puoi dialogare mettendo quei pezzi che secondo te sono più importanti, ma alla fine mi interessa parlare con te non con qualche prete che non sei tu o chiunque altro.

Pace Ambra
enricorns
00mercoledì 3 dicembre 2008 13:59
Cara Ambra, permettimi, senza che ti offenda, di fare una considerazione.

Quando si imposta un forum non si può avere la pretesa o anche l'aspettativa che chi interloquisce lo faccia secondo le tue aspettative e le tue voglie.

Ognuno pone a sua prova ogni tipo di argomentazione atta a sostenere la sua tesi e il suo pensiero.


Comunque sulla questione "MEDIAZIONE" devi convenire che ci sono diversi tipi e gradi di mediazioni anche nella vita comune e, sicuramente, tu nella famiglia, nel lavoro, nella vita sociale, l'hai sperimentato.
 

Tornando poi alle argomentazioni mi risulta difficile postare singoli pezzi sconnessi dal contesto del discorso, perchè no renderebbero e non rendono quello che il discorso stesso vuole dire, comunque ci provo.

Senza dubbio, in questo fatto si ravvisa un'espressione della singolare premura del Figlio per la Madre, che egli lasciava in così grande dolore. Tuttavia, sul senso di questa premura il «testamento della Croce» di Cristo dice di più. Gesù mette in rilievo un nuovo legame tra Madre e Figlio, del quale conferma solennemente tutta la verità e realtà. Si può dire che, se già in precedenza la maternità di Maria nei riguardi degli uomini era stata delineata, ora viene chiaramente precisata e stabilita: essa emerge dalla definitiva maturazione del mistero pasquale del Redentore. La Madre di Cristo, trovandosi nel raggio diretto di questo mistero che comprende l'uomo - ciascuno e tutti - , viene data all'uomo - a ciascuno e a tutti - come madre.

E tu a tua madre, seppure spirituale di rifiuti di chiedere di intercedere presso Gesù?


È significativo che, rivolgendosi alla madre dall'alto della Croce, la chiami «donna» e le dica: «Donna, ecco il tuo figlio». Con lo stesso termine, del resto, si era rivolto a lei anche a Cana (Gv 2,4). Come dubitare che specialmente ora, sul Golgota, questa frase attinga in profondità il mistero di Maria, raggiungendo il singolare posto che ella ha in tutta l'economia della salvezza?

Appunto è stata mediatrice a Cana, perchè non lo può essere ora e adesso?


Origene scrisse: « Le parole di Gesù sono la solenne proclamazione

 

della maternità spirituale della Madre sua; Giovanni rappresenta

 

misticamente tutti gli uomini e in particolare coloro che, per mezzo

 

della fede, sono divenuti fratelli di Gesù ».


Origene è un padre della Chiesa, riconosciuto anche dai protestati.


Il modo corretto di intendere la mediazione della Vergine

Il titolo di Mediatrice, dato a Maria, risale almeno al VI secolo e si diffuse soprattutto nel XII secolo. È noto l'insegnamento di San Bernardo: "Veneriamo Maria con tutto l'impeto del nostro cuore, dei nostri affetti, dei nostri desideri. Così vuole Colui che stabilì che noi ricevessimo tutto per mezzo di Maria". E Dante ha dato semplicemente veste poetica a queste parole nella sua famosa terzina:

"Donna, se' tanto grande e tanto vali,
che qual vuol grazia ed a te non ricorre,
sua disïanza vuol volar sanz'ali".

[Par XXXIII, 13-15]
Non c'è dubbio che l'unico Mediatore tra Dio e l'uomo è Gesù, e che "nessuno può andare al Padre se non per mezzo di lui" [Gv 14, 6]. Ma dobbiamo capire il senso esatto delle parole, per non farne dei feticci. Ora, ogni volta che usiamo un aggettivo attribuendolo a Dio o all'uomo, anche se il termine suona identico, esso viene usato con significato diverso. Così, per esempio, quando parliamo della santità di Dio e della santità di un uomo o di una donna.

Lo stesso concetto vale anche per l'attributo di mediatore riferito a Gesù [dove ha valore assoluto], o riferito a Maria [dove il termine mediatrice ha un senso relativo e subordinato, come partecipazione all'unica mediazione di Cristo]. Anche se, stante la missione universale di Maria, il termine acquista per lei un'estensione che non ha alcuna altra creatura umana.

Alla luce di questi concetti, non solo non esitiamo a chiamare la Vergine Maria "mediatrice di tutte le grazie", ma chiamiamo "mediatori" anche gli Apostoli, i Martiri e i Santi che sono presso Dio; come "mediatori" chiamiamo tutti coloro che esercitano una forma di testimonianza e di partecipazione del Vangelo della Salvezza: i Sacerdoti, i Catechisti, gli stessi genitori che educano i figli alla fede…


3. La mediazione materna di Maria non offusca l'unica e perfetta mediazione di Cristo. Il Concilio, infatti, dopo aver menzionato Maria "mediatrice", si premura di precisare: "Questo però va inteso in modo che nulla detragga o aggiunga alla dignità e alla efficacia di Cristo, unico mediatore" (Lumen Gentium, 62). E cita a questo proposito il noto testo della Prima Lettera a Timoteo: "Uno solo, infatti, è Dio e uno solo il Mediatore fra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù, che ha dato se stesso in riscatto per tutti" (1 Tm 2, 5-6).

Il Concilio afferma, inoltre, che "la funzione materna di Maria verso gli uomini in nessun modo oscura o diminuisce questa unica mediazione di Cristo, ma ne mostra l'efficacia" (Lumen Gentium, 60).


Nel proclamare Cristo unico mediatore (cfr 1 Tm 2, 5-6), il testo della Lettera di san Paolo a Timoteo, esclude ogni altra mediazione parallela, ma non una mediazione subordinata. Infatti, prima di sottolineare l'unica ed esclusiva mediazione di Cristo, l'autore raccomanda "che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini . . ." (Ibid., 2, 1). Non sono forse le preghiere una forma di mediazione? Anzi, secondo san Paolo, l'unica mediazione di Cristo è destinata a promuovere altre mediazioni dipendenti e ministeriali. Proclamando l'unicità di quella di Cristo, l'Apostolo tende ad escludere soltanto ogni mediazione autonoma o concorrente, non altre forme compatibili col valore infinito dell'opera del Salvatore.


Meno di così non so che fare. 
Violafenix
00mercoledì 3 dicembre 2008 14:21
Caro Enrico,
così è molto più facile per me da seguire, anche perché mettendoci del tuo, mi fai comprendere meglio quello che vuoi dirmi.


E tu a tua madre, seppure spirituale di rifiuti di chiedere di intercedere presso Gesù?



Dunque mi pare che siamo figli di Dio e non di Maria, Maria è stata la mamma di Gesù uomo non di Gesù Dio, è stata il tramite in cui Dio si è compiaciuto di far venire per noi il Suo unigenito figlio.
Per tutto il rispetto per quella santa donna che è stata Maria, perché penso che sia stato durissimo per lei vedersi uccidere il figlio, io non riesco però a vederla come mamma di tutti, dato che lei come me era umana e non parte di Dio come invece è Cristo.... Era sicuramente santa, ma il termine santo nella Bibbia fa riferimento a tutti coloro che confidano in Dio e lo seguono senza mai scoraggiarsi.



Origene è un padre della Chiesa, riconosciuto anche dai protestati.




Mi fa piacere che la chiese Protestanti riconoscano il valore di Origene, ma non è detto che Origine ci abbia sempre azzeccato nella sua vita dato che era un'essere umano come tutti noi, se pur preparato.


Meno di così non so che fare.



Ti rigranzio del tuo impegno e non ti preoccupare non mi offendo, capisco che così è più laborioso rispondermi, ma credimi, è molto meglio per me per capire cosa voi dirmi tu.

Pace Ambra





enricorns
00mercoledì 3 dicembre 2008 15:42


Maria è stata la mamma di Gesù uomo non di Gesù Dio

Gli
anglicani, i vetero-cattolici e la maggior parte dei protestanti accettano i sette concili da Nicea I a Nicea II.

Alcuni[senza fonte] fanno risalire la prassi conciliare al cosiddetto Concilio di Gerusalemme, riportato negli Atti degli Apostoli (15,1-29), in cui si stabilirono le norme da seguire con i convertiti dal paganesimo.

  1. Primo concilio di Nicea (325): condannò l'arianesimo e il quartodecimanesimo, adottò il simbolo niceno;[2]
  2. Concilio di Costantinopoli I (381): formulò definitivamente il simbolo niceno-costantinopolitano e vietò ulteriori modifiche senza il consenso di un concilio ecumenico;
  3. Concilio di Efeso (431): condannò il nestorianesimo e il pelagianesimo, adottò il titolo di Theotokos ("Madre di Dio") in riferimento a Maria, madre di Gesù;[3]
  4. Secondo concilio di Efeso (449): condannò il nestorianesimo. Il patriarca Dioscoro di Alessandria dichiarò ortodosso Eutiche;[4]
  5. Concilio di Calcedonia (451): condannò la dottrina di Eutiche (monofisismo), affermò le due nature in Cristo, l'umana e la divina, adottò il Credo calcedoniano;[5]
  6. Concilio di Costantinopoli II (553): confermò delle dottrine accettate nei precedenti concili, condannò di nuovi testi ariani, nestoriani e monofisiti, promulgò la formula Theopaschite;
  7. Concilio di Costantinopoli III (680-681): condannò il monotelismo e affermò che Cristo possiede volontà umana e divina;
  8. Concilio di Costantinopoli IV (691), detto anche Quinsextium ("quinto e sesto") o Concilio in Trullo: si trattò di un concilio a carattere amministrativo che stabilìalcuni canoni di importanza locale e principi di disciplina ecclesiastica;[6]
  9. Concilio di Costantinopoli V (754), detto anche Concilio di Hieria: condannò l'iconodulia;
  10. Concilio di Nicea II (787): condannò l'iconoclastia, ripristinò la venerazione delle icone;[7]
enricorns
00mercoledì 3 dicembre 2008 15:54
Per tutto il rispetto per quella santa donna che è stata Maria, perché penso che sia stato durissimo per lei vedersi uccidere il figlio, io non riesco però a vederla come mamma di tutti, dato che lei come me era umana e non parte di Dio come invece è Cristo....

Certo creatura ma creatura particolare Dio ha scelto di farsi uomo in lei, pur rimanendo Dio.

Dio è indivisibile, non composto in parti e porzioni, quindi Gesù è interamente e totalmente Dio indivisibile
KingRaptor1
00mercoledì 3 dicembre 2008 16:29
Scusate, un attimo di attenzione


Vorrei chiedere cortesemente a Enricorns se può scrivere i suoi messaggi con un colire diverso dal viola pallido che usa adesso perchè è veramente difficile da leggere. Al limite potrebbe grassettare i suoi interventi perchè con il grassetto si legge benissimo.
Cattolico_Romano
00mercoledì 3 dicembre 2008 19:12
Intervengo solo su questa frase della sorella Ambra che dice:



Maria è stata la mamma di Gesù uomo non di Gesù Dio




Cara Ambra vedi non è così semplice per come dici.

Infatti Gesù ha avuto sì due nature, ma è stato, ed è, un'unica persona.
Maria è stata madre di Gesù o solo di una delle sue nature???Dato che le due nature sono indissolubilmente unite in Gesù, e Maria è madre di Gesù, e Gesù è Dio, Maria è anche madre di Dio.

Non, ovviamente, nel senso che ha dato origine a Dio, ma nel senso che è madre di Dio fatto uomo. Colei che il Padre ha scelto.

Perchè due sono le cose; o Maria è madre di Gesù oppure non lo è, e Gesù o è Dio oppure non lo è.

Come quando noi diciamo che in Gesù Dio ha voluto patire e morire per noi, così dobbiamo dire che ha voluto incarnarsi per noi, essere figlio di Maria, che è, pertanto, madre di Dio.

Dio ti benedica!

enricorns
00mercoledì 3 dicembre 2008 20:22
e scuss

In effetti è vero ma non riesco a dare un'altra tonalità di viola.

se mi aiuti??? 

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