Gli Stati Uniti e una scomoda croce nel deserto

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S_Daniele
00mercoledì 7 ottobre 2009 18:10



Un caso all'esame della Corte Suprema può avere ripercussioni sul rapporto tra Stato e religione

Gli Stati Uniti e una scomoda croce nel deserto


di Marco Bellizi

Sono previste per oggi, 7 ottobre, le audizioni, presso la Corte Suprema degli Stati Uniti, delle parti coinvolte nel procedimento Salazar vs Buono, un caso che, partendo dalle dispute attorno a una piccola croce posta all'interno della riserva naturale del Mojave - nella contea di san Bernardino, in California - è arrivato a coinvolgere il tema della libertà religiosa negli Stati Uniti. La decisione della Corte sarà importante anche per verificare la condotta del nuovo giudice Sonia Sotomayor sui delicati temi religiosi e sul rapporto fra Stato e religione.

Il caso della croce della riserva naturale del Mojave è arrivato alla Corte Suprema degli Stati Uniti dopo otto anni di controversie, nate quando Frank Buono, già assistente alla soprintendenza del parco, ha avanzato richiesta formale al National Park Service (Nps) - cui la Riserva fa parte - di rimuovere la croce lì impiantata sin dal 1934. Trovandosi su un terreno appartenente al Governo degli Stati Uniti - è la tesi di Buono - la sua esistenza costituisce una violazione del principio di imparzialità del Governo rispetto alle diverse fedi, violando così la establishment clause del primo emendamento della Costituzione.

L'intera vicenda giudiziaria è emblematica e ricca di spunti di riflessione. Nel 1934 l'associazione Veterans of Foreign War, un'organizzazione privata, decise di onorare i caduti della prima guerra mondiale impiantando una croce di legno alta otto piedi in cima a un'altura rocciosa, Sunrise Rock, su un terreno pubblico che ora fa parte appunto della riserva naturale del Mojave. Nel corso degli anni, altri gruppi privati e singoli individui hanno sostituito la vecchia croce di legno con altre più nuove, fino a quella corrente, eretta nel 1998 da Henry Sadoz, un privato cittadino.

Nel 1999, un residente dello Utah ha chiesto all'Nps, l'organo che sovrintende alla gestione dei parchi negli Stati Uniti, il permesso di erigere uno stupa, una sorta di memoriale buddista, vicino alla croce. L'Nps ha respinto la richiesta, affermando che la legge proibisce ai privati di installare memoriali e altri impianti permanenti su proprietà federali senza autorizzazione delle autorità pubbliche. Rifiutando il memoriale buddista, l'Nps ha inoltre annunciato l'intenzione di rimuovere la croce da Sunrise Rock, la quale, fra l'altro, non sarebbe mai stata formalmente autorizzata. Le dichiarazioni dell'Nps hanno da subito innescato una serie di polemiche e accesi dibattiti. Nel dicembre del 2000 è intervenuto il Congresso degli Stati Uniti, che, attraverso un provvedimento legislativo ha di fatto vietato di rimuovere la croce, proibendo l'uso di fondi federali a tale scopo.

La controversia però non si è esaurita. Nel marzo del 2001, l'ex assistente alla soprintendenza Buono ha adito le vie legali presso la corte distrettuale del distretto centrale della California sostenendo che l'Nps dovesse rimuovere la croce. Nel gennaio del 2002, mentre il caso Buono giaceva ancora presso la corte distrettuale, il Congresso degli Stati Uniti è intervenuto nuovamente, dichiarando la croce memoriale nazionale e inserendola in un ristretto gruppo formato da altri 45 memoriali nazionali, tra i quali i famosi Washington Monument e il Jefferson Memorial.

Poco dopo, nel luglio 2002, la corte distrettuale ha sentenziato che la croce del Mojave costituisce una violazione dell'establishment clause e ha ordinato all'Nps di rimuoverla. Anche in questo caso il Congresso ha deciso di intervenire, con un altro provvedimento, proibendo la rimozione e, nel 2003, approvando un'altra legge con la quale si è stabilito di cedere la proprietà di cinque acri della riserva nazionale del Mojave, attorno alla croce in questione, alla Veterans of Foreign War. Sandoz, a sua volta, ha poi donato alla stessa riserva cinque acri confinanti di sua proprietà. La legge a ogni buon conto ha stabilito che se usati per finalità diverse da quelle del mantenimento del memoriale, i cinque acri tornino nella proprietà del Governo. Nel giugno del 2004, la corte d'appello del nono circuito, in un'opinione informale scritta dal giudice Alex Kozinski, confermava la sentenza della corte distrettuale, in quanto la croce viola l'establishment clause. Il Governo non ha presentato opposizione. Ciononostante, l'Nps ha proseguito nei passi per il trasferimento della proprietà di Sunrise Rock all'associazione dei veterani, causando la reazione di Buono, che ha chiesto alla corte distrettuale un'ingiunzione, in seguito accordata, di rimozione della croce e di proibizione al trasferimento della proprietà. Un nuovo ricorso alla Corte d'appello si è risolto con la conferma della decisione della corte distrettuale e quindi la vicenda è approdata, nel febbraio scorso, alla Corte Suprema degli Stati Uniti. Essendo il National Park Service sotto la giurisdizione del Dipartimento degli interni, il cui segretario è Ken Salazar, la causa è appunto fascicolata con il titolo Salazar vs Buono.

Nella sua memoria presentata alla Corte Suprema, Salazar ha puntato soprattutto su due argomentazioni. In primo luogo ha sollevato un'eccezione di competenza della corte distrettuale a seguito della mancanza di titolo giuridico da parte di Buono, il quale, secondo la legge, deve dimostrare di avere sofferto un qualche danno, cosa ardua, essendo fra l'altro, un cattolico praticante. Riguardo al merito della questione, invece, Salazar afferma che, non essendo più su terreno governativo, a seguito della decisione del Congresso del 2003, la croce non costituisce un endorsement del Governo rispetto al messaggio religioso e quindi non viola più l'establishment clause.

La posizione di Buono è invece la seguente:  il suo diritto a rivolgersi alla corte è affermato da precedenti disposizioni della Corte Suprema che riconoscevano tale diritto a chiunque avesse avuto "un diretto e non voluto contatto con un simbolo religioso in una proprietà pubblica". Nel suo caso, Buono si sarebbe sentito offeso nell'imbattersi nella croce come cittadino, perché la croce testimonia la preferenza del Governo per una fede a scapito delle altre. Inoltre, Buono contesta la possibilità da parte della Corte Suprema di esprimere sentenza riguardo al fatto che la croce violi o no l'establishment clause, perché sul punto si è già espressa la Corte d'appello nel 2004, senza che il Governo abbia fatto ricorso. Secondo Buono, la Corte Suprema può solo giudicare se il provvedimento del Congresso del 2007, con il quale veniva trasferita la proprietà di Sunrise Rock all'associazione di veterani ponga fine o meno a tale violazione. Chiaramente, secondo Buono la violazione persiste, perché anzitutto il Governo ha consentito a creare un memoriale nazionale prevedendo come unico simbolo la croce e non anche altri simboli religiosi. In secondo luogo perché in realtà tale proprietà non è pienamente trasferita, in quanto condizionata proprio al mantenimento del memoriale. Il Governo dunque rimane, per così dire, complice del messaggio religioso.

Il caso, quale ne sia l'esito, avrà, come detto, conseguenze importanti. Se la Corte Suprema deciderà a favore di Buono, tale decisione imporrà ai Governi locali, statali e federale di rimuovere molti simboli religiosi dai memoriali disseminati nel territorio degli Stati Uniti. Al contrario, se l'Alta corte afferma che la croce non viola l'establishment clause, molti Governi potrebbero essere autorizzati a dare preferenza a un gruppo religioso rispetto a un altro in parchi ed edifici pubblici. Se infine la Corte Suprema decidesse che Buono non ha titoli per adire le vie legali si avrebbero conseguenze evidenti sulla possibilità dei cittadini di presentare reclami su argomenti simili. La decisione della Corte Suprema è importante poi, come accennato, anche per un altro motivo:  consentirà di osservare qual è la posizione del nuovo giudice Sonia Sotomayor sul rapporto fra Stato e religione, dopo che questa ha preso il posto di David Souter, considerato un fervente partigiano dell'assoluta indipendenza dello Stato dalle confessioni religiose.


(©L'Osservatore Romano - 8 ottobre 2009)
(Teofilo)
00giovedì 8 ottobre 2009 11:52
Per alcuni versi somiglia alla disputa italiana se rimuovere i crocifissi dalle aule o dagli ospedali, solo che in Italia si fa valere il principio che la nostra cultura contiene questo elemento che non si può estromettere senza far venir meno la cultura stessa italiana. Ma in America sarà difficile far valere questo principio. Speriamo bene
S_Daniele
00giovedì 8 ottobre 2009 14:28
Re:
(Teofilo), 08/10/2009 11.52:

Per alcuni versi somiglia alla disputa italiana se rimuovere i crocifissi dalle aule o dagli ospedali, solo che in Italia si fa valere il principio che la nostra cultura contiene questo elemento che non si può estromettere senza far venir meno la cultura stessa italiana. Ma in America sarà difficile far valere questo principio. Speriamo bene




Se togliamo il popolo originale degli USA, gli indiani, gli USA attuali hanno come elemento costituitivo della loro storia e cultura il cristianesimo, anche se per la maggiore protestante.
Io invece in tutto ciò vedo una certa ipocrisia di chi per attaccare il cristianesimo, sia cattolico che non, usa l'arma del laicismo e del rispetto verso altre culture e religioni che sono OSPITI nei paesi di matrice e radice cristiana.
Perchè questi signori non fanno tali battaglie nei paesi islamici dove non è concesso essere cristiano o altro?
In Occidente, almeno c'è libertà religiosa, e credo che vi sia troppa libertà, tanta di quella libertà che il relativismo ha piantato forti e robuste radici anche a causa nostra e di un certo perbenismo cattolico nei riguardi di altre fedi, come se noi dobbiamo dar a loro ogni cosa ma non possiamo pretendere nulla.
(Teofilo)
00giovedì 8 ottobre 2009 23:39
Siccome gli americani sono per la maggiore di cultura protestante, non credo che a questa cultura interessi molto conservare il simbolo della Croce che non a tutte le denominazioni credo piaccia molto.
La suddivisione dei protestanti in migliaia di denominazioni inoltre, rende ancora più difficile far valere un giudizio unitario su questa questione.
S_Daniele
00venerdì 9 ottobre 2009 06:09
Re:
(Teofilo), 08/10/2009 23.39:

Siccome gli americani sono per la maggiore di cultura protestante, non credo che a questa cultura interessi molto conservare il simbolo della Croce che non a tutte le denominazioni credo piaccia molto.
La suddivisione dei protestanti in migliaia di denominazioni inoltre, rende ancora più difficile far valere un giudizio unitario su questa questione.




Questo è vero fino ad un certo punto, intanto la maggior parte dei protestanti americani è di matrice protestante storica che non disdegnano il simbolo della croce, questo problema semmai lo pongono i movimenti nati nel terzo protestantesimo.
Ma il problema di quella croce è minimo se pensiamo che il presidente americano nel giorno del suo giuramento egli giura su una Bibbia, testo sacro dei cristiani, quindi si potrebbero creare dei problemi anche su questo tema.
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