Halloween e le zucche vuote

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S_Daniele
00mercoledì 28 ottobre 2009 10:39
Halloween e le zucche vuote



di Antonio Fasol*


VERONA, martedì, 27 ottobre 2009 (ZENIT.org).-
 
L’occasione dell’imminente festa cristiana di Ognissanti, ormai per popolarità superata dalla più democratica e politically correct festa di Halloween ci offre l’opportunità per tentare di andare al di là dell’immagine ironico grottesca delle zucche dipinte e per cercare di esplorarne simbolicamente l’interno.

In tale percorso ci aiuterà il critico francese Damien Le Guay, di cui è appena uscita una interessante pubblicazione, a carattere ironico e provocatorio “La faccia nascosta di Halloween (ed. Elledici) significativamente sottotitolata “Come la festa della zucca ha sconfitto Tutti i Santi!”.

La prima considerazione che viene spontanea è che nell’attuale risvegliarsi, in Europa, di una cultura caparbiamente laicista, che rifiuta, forzando perfino la storia, di riconoscere le proprie origini cristiane, non meraviglia il fatto che una festa di arcane origini paganeggianti, miratamente trasformata in occasione consumistica e di vago sapore carnevalesco, abbia ormai sopraffatto l’originaria festa cristiana non a caso con essa coincidente temporalmente.

Vi è, per la verità, un esempio ancora più emblematico di tale processo di sovrapposizione tra mondo secolare-paganeggiante e cristiano: il Natale, che, preso a sua volta in prestito (come data) dalla precedente festa pagana del dio sole e divenuto il “dies natalis” di Gesù per secoli, è ora ormai insidiato, soprattutto in ambito anglosassone e nordico, dalle renne di babbo natale e dagli alberi colorati, con annesso tutto l’indotto commerciale e consumistico che ha, tra l’altro, relegato il francescano presepe, originariamente veicolo religioso di meditazione sul mistero dell’Incarnazione, in rassegne artistiche dedicate dal vago sapore naturalistico e spesso più attente a rendere l’effetto meccanico di mulini e cascate piuttosto che a manifestare la nascita del Salvatore!Ma tornando alla festa in oggetto, ciò che invece insospettisce il nostro autore è innanzitutto la pressoché totale indolenza e passività con cui la maggioranza della gente ha in pochi anni (l’inizio risale al 1995), dapprima timidamente tollerato, poi sempre più accettato tale sorpasso festaiolo, secondo la logica del “in fondo che c’è di male”.

Giornalisti e sociologi, per la verità, hanno pure tentato interpretazioni, almeno negli intenti, più filosofiche, affermando, per esempio, che “le cucurbitacee (la famiglia delle zucche) si adeguano perfettamente ai valori emergenti” (sic), o ancora che “Halloween è una nuova educazione alla vita e alla morte” (editoriale di “Le Monde” del 1° novembre 2000), articolo nel quale l’autore interpreta la grande diffusione della festa e la relativa ostilità dei cristiani come una rottura del monopolio religioso - e cristiano in particolare - sui riti e sulla simbologia nella società occidentale; c’è anche chi, infine, arriva a considerare la cultura indoeuropea, celtica e pagana come la vera originaria rispetto a quella giudaico-cristiana, che “ne avrebbe soffocato lo sviluppo” (J. Markale).

Ma da dove viene in realtà Halloween? Diciamo subito che il nome è già una sorta di malcelato acronimo inglese di “Ognissanti”; si tratta poi di una arcaica - e in parte mitizzata - tradizione celtica, veicolata successivamente da tradizioni irlandesi e americane, che univa il passaggio agricolo al nuovo anno con la festa religiosa-popolare del dio Samhain, divinità che nella notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre consentiva il passaggio di spiriti malefici dal mondo dei morti a quello dei vivi. In tale occasione gli antichi druidi, travestiti con teste di animali, compivano gesti propiziatori in cambio di offerte che, se rifiutate, ricambiavano con puntuali maledizioni! Per scacciare i medesimi spiriti, pare che fuori dalle case venissero appese zucche e lampade.

Chi pensasse, però che si tratti di una delle tante rivalutazioni tradizional-folcloristiche di culture arcaiche minoritarie, verrà subito smentito dall’apprendere che, in realtà, fu il frutto di una autentica pianificazione consumistico-commerciale su scala mondiale operata da una società (Cesar) nel 1992. Essa individuò il periodo “a metà strada tra l’inizio dell’anno scolastico e Natale” e lanciò la festa con maschere (di cui era produttrice), teschi e costumi da strega; successivamente, grazie ad una mirata pubblicità mass-mediatica e all’apporto di grosse multinazionali dello svago (da Disney a McDonalds), raggiunse la diffusione che conosciamo diventando una sorta di “folklorizzazione religiosa” (M.de Certeau).

Il paradosso di Halloween e delle sue bizzarrie è, quindi, quello di essere nel contempo ipermoderna (nel modo di presentarsi) ed iperarcaica (nelle idee), e rappresentare il massimo della credulità in un mondo – per dirla con Chesterton – che ha smesso di credere in Dio.

Nell’attuale cultura, in stile tipicamente new age e rigorosamente a-confesionale, dove impera la logica della festa per la festa, a prescindere dai contenuti da celebrare, si spiega il facile e veloce successo della penetrazione sociale di Halloween, emblema e icona del vuoto, delle zucche ma specialmente delle teste che in esse si perdono.

Perfino l’apparentemente innocuo gioco infantile del “dolcetto o scherzetto”, ad un’analisi più approfondita, non è che la rappresentazione dei ruoli invertiti bambini-adulti, dove questi ultimi sono ricattati a dare dolcetti ai primi per cautelarsi contro la maledizione, sia pur scherzosa: e qui sta la differenza tra lo scambio gratificante e il dono estorto (considerando anche che il carnevale è ancora lontano).

Per quanto riguarda l’ambito scolastico, poi, mentre la tendenza imperante, dai programmi ai testi adottati, è quella di evitare o ridurre al minimo ogni accenno a riferimenti religiosi - e in particolare cristiani - assistiamo, per occasioni come Halloween (proprio per la sua malcelata aura di gioiosa e giocosa neutralità) ad una vera e propria adozione laica universalmente accettata, con tanto di lezioni di cultura anglosassone (?) e similia. A tale filone culturale sono da ascrivere i successi, tra gli adolescenti, di alcune serie televisive americane (Buffy, Streghe).

In definitiva, quindi, la differenza tra Halloween e Ognissanti è sostanziale, sia come contenuto – per la prima pressoché inesistente – sia come rappresentazione temporale: per la prima, infatti, il tempo è ciclico e costituito da stagioni che ritornano uguali, mentre per la seconda, il tempo cristiano è lineare e caratterizzato dalla tensione tra nascita e parusìa di Cristo, sia pur nella ciclicità liturgica.

La più nostrana e genuina tradizione popolare metteva giustamente in guardia: “scherza con i fanti…!”.

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*Antonio Fasol è Presidende del Gruppo di Ricerca e Informazione Socioreligiosa di Verona
Gabbianella1.
00giovedì 29 ottobre 2009 00:22
Si ma qto articolo nn dice che in realta' halloween è una festa demoniaca,la festa per eccellenza dedicata a satana in cui si celebrano messe nere e si offende Gesù.
Una amica dei focolarini mi diceva che ad halloween ,le famiglie dei focolarini si riuniscono a pregare il rosario,arma per combattere il male da essi perpretato.
Tutti gli anni devo spiegare ai bambini perche' nn lo festeggiamo....
dico loro che nn è cristiana ...poi il piccolo mi torna chiedendo un rametto alto 30 cm per un lavoretto di halloween ,perche' sai in inglese stanno imparando le parole nuove....witch,ect ect....ma qdo proposi anni fa di far portare una statuina del presepe da ogni alunno della classe, mi son sentita rispondere:"Non si puo' ...la scuola è laica".Evviva l'imparzialita'!!!!
S_Daniele
00venerdì 30 ottobre 2009 10:03
Non lamentarti di Halloween, organizza Holyween!

Iniziativa delle Sentinelle del mattino per conoscere e imitare i santi


di Antonio Gaspari


ROMA, giovedì, 29 ottobre 2009 (ZENIT.org).-

Invece di lamentarti per i mostri e le mascherate dissacranti di Halloween, scopri e racconta la storia e le virtù del tuo santo preferito nella tua parrocchia e diocesi festeggiando Holyween.

Questa è la proposta che le Sentinelle del mattino stanno diffondendo in tutta Italia

Nel manifesto proposto dei giovani presenti in oltre 35 diocesi, cè la zucca e il volto di santa Teresina con l’invito a celebrare Holyween, un santo in ogni chiesa.

“Appendi il volto di un santo sulla tua chiesa e sul tuo balcone nella vigilia della festa di tutti i santi”, chiedono le Sentinelle del mattino.

Infatti, spiegano, “in una notte dove i giovani amano vestirsi orribilmente, Holyween vorrebbe mostrare il fascino e l’attualità dei santi, immortalati nella foto o nell’arte”.

“Oggi come cristiani – sostengono le Sentinelle del mattino – rischiamo di dimenticarci che i santi sono la parte più bella della nostra Italia; ci fa bene ricordare i loro volti, che ci dicono come la santità sia ancora oggi possibile in persone concrete, in carne ed ossa”.

“Holyween non vuole essere contro chi questa notte festeggia con l’horror – precisano poi –. Vogliamo semplicemente rimettere al centro di questa festa tutti i santi, la loro bellezza e i loro volti. Chi vuole, potrà esporre anche nella sua casa la foto o l’immagine di qualche santo particolarmente caro”.

Ad Holyween hanno aderito già Torino, Padova, Foggia, Catania, Termoli, Pordenone, Desenzano del Garda. Sette città italiane che il 31 ottobre vivranno una serata davvero speciale.

Centinaia di giovani scenderanno per le strade e andranno nei pub ad annunciare l’arrivo della festa di Tutti i Santi. Per loro “Halloween” si è trasformato in “Holyween”, giunto quest’anno alla terza edizione.

Lo slogan parla chiaro: i santi si riprendono la loro festa e, per rendere ancora più evidente che l’antica tradizione non ha nulla da temere dalle mode del momento, volti di santi saranno appesi sui balconi e le finestre delle loro città.

Sì, quando vedrete un lume alla finestra, tirate il naso all’insù e vedrete la faccia sorridente di un santo italiano, preferibilmente giovane.

“Non vogliamo andare contro nessuno - ha spiegato don Andrea Brugnoli, ideatore dell’idea -, ma semplicemente riempire le città non di mostri, ma di volti belli, quelli dei santi, appunto”.


Nelle città dove si festeggia Holyween le Sentinelle del mattino vivranno una serata chiamata “Una luce nella notte”.

Si tratta di aprire una chiesa di notte e di invitare i giovani ad un incontro specialissimo. Questo format è stato ripetuto già più di 350 volte in 50 città italiane, ma la notte di Holyween sarà unica.

La chiesa rimarrà aperta ovunque dalle 22 alle 2 di notte e all’interno non rimarrà vuota. Finora sono centinaia di migliaia i giovani che vi sono entrati nelle precedenti edizioni, lasciando stupita la stampa e le televisioni che, incuriosite dal fenomeno, ne hanno documentato il flusso continuo.

In un paese come l’Italia in cui un consistente 35% dei cattolici va a Messa ogni settimana (dati Doxa ottobre 2009), Holyween rappresenta una singolare sfida.

Tra i santi più gettonati, lo scorso anno vinse Madre Teresa, seguita da Padre Pio. Quest’anno – sostengono gli organizzatori - vincerà Giovanni Paolo II. Non è santo, ma per le Sentinelle è il loro campione.

Le Sentinelle del mattino non sono un movimento, nè una comunità religiosa, ma delle piccole equipes che nelle diocesi accendono il fuoco dell'evangelizzazione con attività straordinarie a servizio della pastorale e dell’evangelizzazione.

Il progetto prevede di creare in ogni diocesi una "fiaccola", composta da 3-4 giovani che si impegnano in questo servizio. In Italia, sono oltre trentacinque le dicoesi che hanno già la fiaccola delle Sentinelle del mattino.


[Nel sito web www.sentinelledelmattino.org è possibile scaricare i volti dei santi da stampare]  
S_Daniele
00venerdì 30 ottobre 2009 10:03
Non è un ottima iniziativa?
Che ne pensate?
Gabbianella1.
00venerdì 30 ottobre 2009 11:00
Carissimo Daniele,qta idea mi entusiasma e oggi stampo un volto di un santo o santa.
Lo faccio per i miei bambini ...magari lo proporro' a qualche mamma.
Scorrendo le immagini dei santi su podf da scaricare del sito delle sentinelle....nn posso che stupirmi della loro bellezza fisica(scusatemi ma mi è venuto ,una bellezza che traspare dagli occhi e dalsorriso) ma soprattutto ( e me ne vergogno)di qti santi e sante erano sconosciute a me...ad es Cassie....



S_Daniele
00sabato 31 ottobre 2009 06:40
Holyween: festeggiare i santi piuttosto che le streghe e i demoni

Intervista a don Andrea Brugnoli, ideatore di molte iniziative di evangelizzazione

di Antonio Gaspari

ROMA, venerdì, 30 ottobre 2009 (ZENIT.org).-

A Desenzano sul Garda c’è un sacerdote di 42 anni, che dopo aver lavorato in una parrocchia del Veronese e tre anni in Vaticano, ha dato vita ad un progetto che si chiama “Sentinelle del mattino per l’evangelizzazione di strada”.

Sacerdote diocesano di Verona, don Andrea Brugnoli, dopo due lauree in filosofia, già assistente nazionale dell'Agesci (scouts), è ora responsabile della pastorale di primo annuncio per la diocesi di Verona, un incarico che svolge per tutta l’Italia e non solo.

Per coinvolgere e motivare i giovani nella riscoperta delle verità cristiane, don Andrea ha organizzato delle “cene di evangelizzazione” dette Alpha, e poi l’Happy Hour dell’evangelizzazione con le Chiese aperte fino a tarda sera, i “Baywatch” della fede in spiaggia, “le fiaccole” nelle varie diocesi, e Holyween, per conoscere, imitare e diffondere le virtù dei santi

Tra i diversi libri scritti da don Andrea uno è dedicato proprio a dare un ordine alle forme moderne di nuova evangelizzazione e si intitola “Corso base di evangelizazione di strada” (Edizioni Paoline - San Paolo, Torino 2007).

Per comprendere la realtà di questa nuova evangelizzazione, ZENIT lo ha intervistato.

Chi sono le Sentinelle del mattino?
Don Andrea Brugnoli: Sentinelle del mattino è un progetto di primo annuncio ai giovani iniziato 10 anni fa nella mia diocesi, Verona, ed ora diffuso in più di 30 diocesi in Italia e anche in Francia e nell'isola di Malta. Si propone di formare i giovani perchè siano capaci di organizzare attività straordinarie ed ordinarie di evangelizzazione dei loro coetanei. In ogni diocesi dove veniamo chiamati nasce un'equipe che si chiama "fiaccola".

A chi è venuta questa splendida idea di Holyween e perchè?

Don Andrea Brugnoli: L'idea è venuta a me, qualche anno fa, perchè credo che il mondo oggi, come dice Paolo VI, creda più ai testimoni che ai maestri. E in Italia abbiamo tante figure di testimoni, santi giovani, molti non conosciuti. Ho voluto far vedere i loro volti perchè penso che oggi la bellezza sia il linguaggio che il mondo comprende. In un mondo che esalta l'orrore e il brutto, la bellezza dei santi affascina anche i giovani d'oggi. Non si tratta, quindi, di un "anti-Halloween", ma di una proposta in positivo.

Come si fa ad aderire a Holyween?

Don Andrea Brugnoli: E' molto semplice aderire. Sul nostro sito si possono trovare i file da scaricare con le immagini dei santi. Si può anche aggiungere il logo dell'iniziativa. E poi siamo ancora in tempo per pubblicizzare Holyween invitando la gente ad appendere sul proprio balcone l'immagine di un santo e a distribuire le immagini per chi vuole. Chiediamo poi di comunicare l'esito dell'iniziativa, con delle foto, per gioire insieme nel vedere le nostre città tappezzate di volti belli!

Avete pensato di far conoscere questa vostra iniziativa ad altre associazioni, gruppi di insegnanti presenti anche all’estero?

Don Andrea Brugnoli: Il progetto Sentinelle è iniziato anche a Nizza e a Malta. Questi giovani, attraverso il nostro sito (www.sentinelledelmattino.org), tengono i contatti con noi e ne adottano le iniziative. Sappiamo che sono molti i giovani, i gruppi, le parrocchie che, anche senza dircelo, prendono dal sito il materiale e lo adottano nelle rispettive realtà. Abbiamo molte testimonianze di oratori, parrocchie, diocesi intere che hanno accolto con entusiasmo questa iniziativa. Quest'anno anche Facebook si è rivelato un mezzo efficace per la diffusione dell'idea.

Tra qualche giorno Holyween sarà superato, ma ci sembra molto interessante l’idea di ricominciare a parlare dei santi, conoscendone la storia e le virtù.  Cosa pensano di fare le Sentinelle del mattino in questo senso?
Don Andrea Brugnoli: Nei corsi di formazione all'evangelizzazione che teniamo per i giovani, cerchiamo sempre di presentare loro dei modelli di giovani santi, anche se non ancora canonizzati. Per esempio, ci è molto caro ricordare, Benedetta Bianchi Porro, morta giovane per una terribile malattia proprio qui sul lago di Garda (dov'è la nostra sede); Cassie Bernall, una ragazza americana, molto nota nelle parrocchie degli Stati Uniti, uscita da una setta satanica e divenuta una grande evangelizzatrice nella sua università, fino a morire martire nel 1999. Quest'anno, in modo particolare, la formazione che proponiamo ogni mese ai giovani prima di scendere in strada ad evangelizzare, è tutta dedicata, di volta in volta, alla conoscenza di un santo, perchè crediamo che anche questa generazione abbia sete di cose vere e cerchi modelli a cui ispirarsi.
Gabbianella1.
00sabato 31 ottobre 2009 17:21
Credo che ponendo luce sulla vita dei santi si possa far capire ai bambini che la morte è un passaggio dalla vita all'eternita'.
Si sente spesso dire che la festa di Halloween col suo dolcetto e scherzetto sia un modo per esorcizzare la paura della morte ...ma io domando :"Possibile che qto sia l'unico modo per esorcizzarla?Non esiste un altro modo per parlarne?
Chi se nn il Cristo, non ci ha "parlato" della morte con il Suo stesso sacrificio sulla croce?Chi se nn il Cristo nn l'ha vinta con la Sua Resurrezione?
Psicologicamente ,Halloween puo' dare quella opportunita' di parlare delle proprie paure con la mascherata.Ma la morte non è una carnevalata.
E' una cosa seria.
Dico cosi',perche' ieri sera in reparto dove lavoro abbiamo assistito alla morte di una nostra cara ospite di 82 anni.
Io e la mia collega le siamo state vicine.
Ho chiamato la collega e le ho detto :"Guarda ,Iride sta morendo (era tutto sotto controllo ,il medico l'aveva visitata,aveva ricevuto l'estrema unzione,i parenti cristiani cattolici erano avvisati...)non lasciamola andare cosi' sola..."
Siccome la mia collega mi vedeva muovere le labbra,mentre ciascuna di noi le teneva una mano ai lati del suo capezzale,mi chiese :"Ma in qti casi si prega?"
Le risposi felice di quella domanda ( perche' avrei voluto pregare con lei ,nn da sola) :"Io lo faccio sempre."Si era stupita a vedermi fare il segno della croce sulla fronte.Allora mi disse :"Tu lo sai il rosario?".Le chiesi se voleva dire con me laCoroncina della Divina Misericordia di suor Kolwaska.
Lei disse di si.
Abbiamo pregato.Alla fine,la signora' spiro'.
Scusate se mi soffermo su qti particolari ,ma la morte nn la temo.La vedo come un passaggio.Un travaglio a vita nuova.Sconosciuta.E' quello che c'è prima che puo' sembrare ingiusto...come la sofferenza di un bimbo malato di tumore.Ma lasciamo da parte ora qto particolare ...
Io guardavo il volto di Iride e in un attimo vidi come se l'anima la abbandonasse ,lasciasse le sue spoglie ...il suo viso diventare privo di vita....nn ho parole per spiegare,Ma usando una metafora e'come se il suo spirito fosse volato fuori come un uccellino verso l'alto ....lasciando vuoto il corpo
Nella composizione della salma ,cui facciamo ora con naturalezza e grande rispetto e delicatezza,pensavo alla nostra caducita' e fragilita' di uomini in mano al Volere di Dio....
S_Daniele
00domenica 1 novembre 2009 19:07
Grazie Cristina per la tua bellissima testimonianza, ancora una volta mi hai regalato delle emozioni forti, riesci sempre a edificare tutti noi, grazie di cuore!

[SM=g7427]
Gabbianella1.
00domenica 1 novembre 2009 20:16
E' la vita stessa che da' emozioni....cmq credo sia un atto di carita' altissimo assistere i moribondi...
Non dovrebbero mai morire da soli.
Io non lo vorrei.
S_Daniele
00domenica 1 novembre 2009 20:39
Anch'io non vorrei morire solo, la solitudine è peggio del cancro.
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