I problemi della Chiesa in Cina e la lettera del card. Bertone

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S_Daniele
00giovedì 19 novembre 2009 14:33
CINA - VATICANO

I problemi della Chiesa in Cina e la lettera del card. Bertone


di Annie Lam

Alcuni esperti si interrogano sul valore della
lettera. Essa è utile perché spinge a riprendere e studiare la Lettera del papa del 2007.
Per altri è insufficiente a causa dei grandi problemi – secolarismo e utilitarismo - che i sacerdoti cinesi devono affrontare. I ritardi nell'attuazione delle direttive di benedetto XVI. Per il card. Zen, attuare la Lettera del papa è il miglior contributo della Chiesa alla società cinese.

Hong Kong (AsiaNews) – Alcuni esperti in rapporto con la Chiesa in Cina mettono in risalto il valore della lettera diffusa dal card. Tarcisio Bertone ai sacerdoti cinesi. Ma altri fanno notare la sua “insufficienza”. Il card. Joseph Zen, da parte sua, afferma che la situazione della Chiesa ufficiale cinese è peggiorata e non migliorata.
Anthony Lam Sui-ki, dell’Holy Spirit Study Centre della diocesi di Hong Kong, afferma che la lettera del segretario di Stato vaticano suggerisce al clero cinese di iniziare uno studio serio della Lettera del papa (pubblicata nel giugno 2007) e il compendio (pubblicato nel maggio 2009) per renderla più efficace. “Forse – dice ad AsiaNews – è ancora troppo presto per vedere gli effetti della Lettera del papa, dopo solo due anni”
Lam pensa che il Vaticano ha difficoltà nell’affrontare in una lettera tutti i problemi della Chiesa in Cina, come l’unità fra comunità sotterranee e ufficiali. Quella del card. Bertone sceglie di sottolineare la cooperazione fra vescovi e preti, che può migliorare attraverso una buona formazione sacerdotale. Tutto ciò mostra anche che vescovi e sacerdoti in Cina hanno bisogno di comunicare e dialogare fra di loro.
Lam sottolinea che la lettera del segretario di Stato chiede di sviluppare nella Chiesa un’organizzazione pastorale “normale”, domandando ai leader della Chiesa di definire le modalità di servizio dei vescovi e dei preti, attuando un’organizzazione per amministrare le diocesi, come i consigli presbiterali. La stessa richiesta è contenuta nella lettera del Papa.
Kwun Ping-hung, un osservatore dei rapporti Cina-Vaticano, fa notare che in due anni il card. Bertone ha scritto due lettere alla Chiesa in Cina. Ciò mostra la profonda preoccupazione che il Vaticano ha verso di essa, dopo l’avvento di Benedetto XVI e dopo la pubblicazione della sua Lettera ai cattolici cinesi nel 2007. “Questo – dice - aiuta la Santa Sede a rafforzare i legami e la comunione interna con la Chiesa in Cina”.
Come sottolinea il card. Bertone, negli ultimi anni vi sono stati segni di speranza sia nella promozione della riconciliazione interna alla Chiesa, sia nei rapporti con le autorità cinesi; ma vi sono anche difficoltà. In questo contesto, la lettera del segretario di Stato sceglie di sottolineare l’importanza della formazione continua dei sacerdoti in Cina. “Questo approccio della Santa Sede – dice Kwun – sembra piuttosto pragmatico”. In effetti, molti sacerdoti in Cina vivono in un’atmosfera di utilitarismo e di secolarizzazione, affrontando molte sfide e prove. Per questo, il segretario di Stato domanda di rafforzare la formazione continua dei sacerdoti per lo sviluppo a lungo termine della Chiesa in Cina.
Per p. Gianni Criveller, Pime, la lettera del card. Bertone, diretta ai sacerdoti, senza alcuna mediazione, è un po’ “fuori del comune”. Di solito la maggior parte delle lettere vaticane sono rivolte ai vescovi. In realtà, secondo p. Criveller, i veri destinatari della lettera sono proprio i vescovi cinesi. Egli nota che i giovani pastori della Cina hanno bisogno di formazione e di sostegno da parte della Chiesa universale
Purtroppo, secondo p. Criveller, il Vaticano spende molto tempo e energia nello scrivere belle lettere, ma mette poco sforzo per attuarne il contenuto. Lo stesso è avvenuto con la Lettera del papa. “Fino ad ora, negli ultimi due anni, è stata varata solo la Commissione sulla Cina, ma per il resto nulla più”.
P. Criveller pensa che la lettera del card. Bertone sia insufficiente per rispondere alle sfide della secolarizzazione e della modernizzazione che i sacerdoti cinesi devono affrontare.
Proprio in occasione della diffusione della lettera del card. Bertone, il card. Jospeh Zen di Hong Kong ha pubblicato un articolo sul suo blog nel sito della diocesi di Hong Kong. Mentre la lettera del card. Bertone parla di “segni di speranza”, il card. Zen esprime invece tutto il suo disappunto per gli eventi successi negli ultimi due anni in Cina.
Nel suo articolo, il porporato dice che negli ultimi due anni la situazione della Chiesa in Cina non è migliorata e che gli aspetti abnormi sono peggiorati.
Secondo il card. Zen, la Chiesa ufficiale ha sbagliato a partecipare alle celebrazioni per i 50 anni dell’Associazione patriottica (luglio 2007) e a quella per i 50 anni delle prime ordinazioni episcopali senza mandato papale (dicembre 2008).
L’articolo del cardinale di Hong Kong termina precisando che patriottismo e amore non sono in opposizione che ogni fedele dovrebbe avere il diritto di vivere la sua fede secondo la sua coscienza in pace.
Per il card. Zen, il miglior contributo che la Chiesa in Cina può offrire alla nazione cinese è proprio far vivere la Chiesa secondo la Lettera del papa.

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S_Daniele
00sabato 21 novembre 2009 15:19
Cina: reazioni del clero alla lettera del Cardinal Bertone

Un testo accessibile su Internet in cinese


CHANGSHA, venerdì, 20 novembre 2009 (ZENIT.org).-

Accessibile su Internet in cinese, la Lettera del Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato vaticano, ai sacerdoti della Cina è stata studiata con attenzione dal clero cinese, indica l'agenzia delle Missioni Estere di Parigi (MEP), “Eglises d'Asie”.

Pubblicata il 16 novembre in inglese, italiano e cinese sulla web di Fides, agenzia della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, e dalla “Radio Vaticana”, la Lettera del Cardinal Bertone ha trovato rapidamente la via per giungere nella Cina popolare.

Il documento insiste sull'importanza della Chiesa cattolica in Cina e della riconciliazione nel seno della comunità cattolica, e ricorda ai sacerdoti che è nell'Eucaristia che trovano la forza per compiere pienamente il loro ministero sacerdotale.

Nel testo, i Vescovi sono anche invitati a garantire che la formazione iniziale e quella permanente del clero siano adatte alle necessità del momento.Interpellato dall'agenzia Ucanews, padre John Li Hongwei, della parte “ufficiale” della Diocesi di Changsha (provincia dell'Hunan), ritiene la Lettera sia opportuna e un utile aiuto per guidare i sacerdoti ad agire secondo il Vangelo.

La sede episcopale di Changsha è stata vacante per nove anni e i sacerdoti tendono a lavorare in modo autonomo, senza grande cooperazione tra di loro.Questa mancanza di unità nel lavoro pastorale è potenzialmente una fonte di difficoltà, spiega il sacerdote.

Per padre Paul Bai Chunlong, giovane presbitero della Diocesi “ufficiale” di Jilin, l'appello ai Vescovi a vegliare con particolare attenzione sui loro sacerdoti appena ordinati è molto importante.

“A volte, quando ci sono pochi fedeli, i sacerdoti possono trovarsi isolati, esposti a tentazioni forti e molteplici”, ha precisato il presbitero, che insegna in un grande seminario del nord-est del Paese.

L'evocazione della figura del Santo Curato d'Ars come modello per il clero di oggi in Cina, ha aggiunto, ha un grande significato.

Quanto all'enfasi sulla riconciliazione all'interno della stessa comunità cattolica, padre Bai considera che l'iniziativa deve sorgere dagli stessi Vescovi, sia quelli che appartengono alla parte “clandestina” che quelli della parte “ufficiale” della Chiesa.

“Tre miei compagni di classe, all'epoca delle scuole elementari, sono diventati sacerdoti 'clandestini', e per molto tempo abbiamo perso i contatti; attualmente, ci chiamiamo per telefono e ci incontriamo regolarmente”, ha dichiarato.

A Jujian, padre Jean-Baptiste è un sacerdote “clandestino” della Diocesi di Mindong. Ritiene molto importante la preoccupazione espressa dal Cardinal Bertone per i sacerdoti cinesi.

Sia il clero che i laici sono attualmente impregnati del mondo in cui vivono, “un mondo molto secolarizzato”, e si accoglie favorevolmente l'enfasi sulla necessità di rafforzare la formazione spirituale.

Il presbitero sottolinea che gran parte del clero cinese ha ricevuto una formazione spirituale, ma incompleta.

Interpellato dall'agenzia AsiaNews, un Vescovo di circa 40 anni ha sottolineato le conseguenze di questa mancanza di formazione.

“Alcuni sacerdoti sono sempre occupati al computer e con Internet e mancano alla missione di fornire sostegno spirituale ai laici”, indica.

“Quanto a noi giovani Vescovi, sentiamo la necessità di una formazione complementare, ma non sempre sappiamo a chi rivolgerci”, ha aggiunto.

A causa della mancanza di ordinazioni sacerdotali per trent'anni, inoltre, la Chiesa in Cina presenta una peculiarità: tra i circa 3.000 sacerdoti e Vescovi (“clandestini” e “ufficiali” indistintamente), c'è un gruppo, in diminuzione, di persone più anziane e uno, che diventa a poco a poco predominante, di persone giovani (sacerdoti e Vescovi tra i 30 e i 50 anni).

Questa differenza d'età, indica il sacerdote “clandestino” di Mindong, non è neutra: i Vescovi più anziani tendono a perdere l'energia necessaria per dirigere i loro giovani sacerdoti, e i Vescovi giovani ritengono un compito delicato farsi rispettare dai sacerdoti loro coetanei.

Secondo padre Chen Xiaofeng, decano del grande seminario di Shijiazhuang, nell'Hebei, la Lettera del Cardinal Bertone dà un forte sostegno a tutte le iniziative per rafforzare la formazione spirituale nella Chiesa.

Non è perché aumenta il numero di vocazioni in Cina che devono essere abbassati i criteri per accettare i seminaristi, osserva.

Il discernimento delle vocazioni è fondamentale, sottolinea, se non si vuole che, sul piano spirituale, una formazione inadeguata in seminario dia luogo all'ordinazione di sacerdoti che non agiscono secondo le esigenze del ministero del quale sono stati investiti.
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