I simposi su Paolo in Turchia e il dialogo interreligioso

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
S_Daniele
00giovedì 24 dicembre 2009 06:48
Il lavoro di venti anni raccolto in tre volumi

I simposi su Paolo in Turchia e il dialogo interreligioso


di Egidio Picucci

La timidezza con cui venti anni fa iniziarono i Simposi a Efeso e a Tarso per approfondire la vita e la dottrina di Giovanni e Paolo nei luoghi in cui essi vissero e lavorarono, è divenuta una giustificata soddisfazione nei volti degli organizzatori che hanno presentato al Pontificio Istituto Augustinianum una parte delle relazioni raccolte in tre volumi dal titolo "Paolo di Tarso:  Archeologia, Storia, Ricezione".
"La ragione di questi incontri - ha detto l'arcivescovo Luigi Padovese, vicario apostolico di Anatolia, già preside dell'Istituto di spiritualità francescana della Pontificia Università Antonianum di Roma - risiede nella determinazione dei frati minori cappuccini, presenti in Turchia da 350 anni, di dare al passato cristiano di questa terra un riconoscimento. Mentre, infatti, per la Terra Santa l'interesse cristiano non è mai venuto meno, assai ridotta è stata l'attenzione per questo territorio che si può ritenere il "luogo privilegiato" di incarnazione della Chiesa".
È quanto è stato approfondito facendo riferimento a varie fonti, e mettendo in rilievo che il cristianesimo è entrato in contatto con la realtà pluriforme del mondo antico in un processo critico di accoglienza, di adattamento, di assimilazione e di rigetto.
"Nell'Anatolia - ha aggiunto monsignor Padovese - si è svolta e si è giocata una parte importante della storia cristiana. È sufficiente pensare a quanto avvenne ad Antiochia sull'Oronte, la città in cui fu ufficialmente sanzionato il pluralismo di pensiero e di prassi all'interno della comunità cristiana, o all'importanza assunta da Efeso, divenuta nel primo secolo la capitale spirituale della religione cristiana, possibile luogo d'origine del cosiddetto corpus ephesinum novi testamenti, ossia un cospicuo numero di scritti neotestamentari".
Basterebbe questo per giustificare i simposi organizzati in Turchia per approfondire gli scritti dei due apostoli nei luoghi della loro attività con l'intervento di studiosi cattolici, ortodossi e musulmani, offrendo un bell'esempio di "ecumenismo culturale, di ricerca e di dialogo interreligioso" che potrebbe portare lontano sui due faticosi cammini che la Chiesa cattolica ha aperto su questo fronte nel dopoconcilio.
"La complementarità e l'interdisciplinarità che hanno caratterizzato i simposi - ha aggiunto monsignor Padovese - ci hanno aperto nuove prospettive di accostamento a Paolo, al suo ambiente e alla complessa storia della sua ricezione. Grazie a questi incontri culturali, l'antica Turchia è tornata a essere, dopo secoli di silenzio, luogo di riflessione sul fenomeno cristiano".
L'idea di raccogliere parte dei contributi più significativi è maturata durante i simposi del 2008 e 2009, allorché fu detto che "è opportuno mettere a disposizione il frutto di tante ricerche che confermano quanto gli studi paolini siano veramente un cantiere mai chiuso", come attesta la mole dei lavori scientifici pubblicati negli ultimi anni.
Molti, purtroppo, hanno letto i testi non in chiave esegetica, teologica e spirituale, ma da pensatori non credenti e perfino considerandoli antichi fenomeni letterari, la cui piena comprensione, invece, non può assolutamente prescindere da una lettura antropologica, socio-storica, filosofica, critico-letteraria. C'è perfino chi interpreta male il rapporto tra Gesù e Paolo, arrivando a dire che il fondatore del cristianesimo è Paolo.
"I nostri Simposi - ha sottolineato monsignor Padovese - contribuiscono a correggere certe affermazioni superficiali, derivanti dal non aver capito che, dietro la vicenda personale di Paolo, vi è riflessa buona parte della storia del nascente cristianesimo, e che la sua dottrina rivoluzionaria, volta a togliere il muro di separazione tra ebrei e greci, ha originato negli uni e negli altri ingiustificati sospetti nei suoi confronti. L'antipaolinismo che nasce dal confronto con l'apostolo e i suoi scritti è indice chiaro di come, all'interno del mondo cristiano dei primi due secoli, l'approccio ermeneutico di Paolo al mistero cristiano sia risultato ad alcuni sorprendente, ad altri addirittura scandaloso, ad altri ancora come l'unico autentico".
Queste affermazioni e altri interrogativi fatti nel corso dei secoli trovano risposta nei volumi nei quali la vita e gli scritti dell'apostolo sono inquadrati in una quadruplice prospettiva:  il radicamento di Paolo all'interno del mondo antico giudaico greco-romano; esegesi su tematiche particolari, indirizzata a una più esatta comprensione personale dell'apostolo; enucleazione di alcuni aspetti del pensiero teologico di Paolo; ricerca delle interpretazioni date dell'apostolo e dei suoi scritti dai primi secoli a oggi. Un'opera che, per il dosaggio delle componenti che hanno determinato le scelte di Paolo e le modalità del suo annuncio di Cristo, non deve mancare nelle biblioteche e negli scaffali degli studiosi che vogliono conoscere Paolo nelle sottigliezze della sua dottrina e nei risvolti più sconosciuti della sua vita.


(©L'Osservatore Romano - 24 dicembre 2009)
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 15:19.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com