Il Battesimo è la porta d'ingresso

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Cattolico_Romano
00sabato 8 novembre 2008 13:45
 
UNITATIS REDINTEGRATIO
UN MUTUO RICONOSCIMENTO
Il battesimo è la comune porta d’ingresso

Il Concilio insegna che il battesimo dà accesso all’unica Chiesa di Cristo e comporta per tutti frutti come la giustificazione e i beni che derivano dall’azione dello Spirito. I battezzati di ogni Chiesa perciò sono costituiti in una certa comunione, sebbene imperfetta, con la Chiesa cattolica.
Con l’evento del secondo concilio del Vaticano, la Chiesa cattolica, secondo il desiderio di Giovanni XXIII, è entrata nell’unico movimento ecumenico, opera dello
Spirito Santo. Lo scopo di questo movimento dello Spirito è la ricerca dell’unità dei cristiani.
È importante precisare subito i termini del problema, perché molta gente fa confusione tra divisione dei cristiani e unità della Chiesa di Cristo: la Chiesa è una e unica, ma i cristiani sono divisi.
Nell’articolo parlerò della realtà del battesimo come mezzo di entrata nell’unica Chiesa.
A quarant’anni dal Concilio qual è la posizione delle Chiese sul riconoscimento reciproco del battesimo come porta d’ingresso nella Chiesa di Cristo?
Qual è il rapporto tra questo riconoscimento e le altre dimensioni della vita ecclesiali, come l’apostolicità di una Chiesa o comunità ecclesiale?
Quale è il senso di koinonia delle Chiese a seguito del mutuo riconoscimento del battesimo?
Legata alle domande è la questione delle implicazioni pratiche in campo pastorale nei rapporti tra le diverse Chiese e comunità ecclesiali con la Chiesa cattolica.
Come si vede, le piste sono tante; speriamo di avviare almeno qualche riflessione. Prima di tutto vediamo cosa insegna il Concilio.
Tutti fratelli in Cristo
1. Al numero 3 di Unitatis redintegratio il Concilio riconosce che le divisioni tra i cristiani sono il risultato della «colpa di uomini di entrambe le parti». Nonostante questo riconoscimento, i padri conciliari dichiarano che «quelli che credono in Cristo e hanno ricevuto validamente il battesimo sono costituiti in una certa comunione, sebbene imperfetta, con la Chiesa Cattolica». Il testo nota subito delle divergenze che toccano la struttura della Chiesa (dottrina e disciplina comprese) e impediscono la piena comunione.
2. La logica del testo continua con il secondo passo in avanti: «Nondimeno, giustificati nel battesimo dalla fede, sono incorporati a Cristo e perciò sono a ragione insigniti del nome di cristiani, e […] sono giustamente riconosciuti quali fratelli nel Signore». Il fatto importante qui è che il sacramento del battesimo rende tutti fratelli a causa della loro incorporazione in Cristo. Al cuore di questo passo è “il Cristo”: il referente passa dalla Chiesa cattolica a Cristo.
3. L’ultima tappa nella progressione è il riconoscimento che «fuori dei confini visibili della Chiesa cattolica possono trovarsi i beni come la parola di Dio scritta, la vita della grazia, la fede, la speranza e la carità e altri doni interiori dello Spirito Santo ed elementi visibili». Ma questi beni non possono esistere senza collegamento allo Spirito e quinti il testo conclude che «tutte queste cose, le quali vengono da Cristo e a lui conducono, giustamente appartengono all’unica Chiesa di Cristo». Il movimento crescente che parte dal battesimo, mettendo tutti i battezzati in rapporto alla Chiesa cattolica, termina nel rapporto all’unica Chiesa di Cristo.
Alcune conclusioni
UR 3 formula anche qualche conclusione:
a) Le azioni religiose di queste Chiese e comunità ecclesiali «producono realmente la vita della grazia».
b) Nonostante delle carenze, la Chiesa cattolica crede che «nel mistero della salvezza non sono affatto spoglie di significato e di peso. Poiché lo Spirito di Cristo non ricusa di servirsi di esse come di strumenti di salvezza,
il cui valore deriva dalla stessa pienezza della grazia e della verità che è stata affidata alla Chiesa cattolica».
Secondo questa spiegazione, il Concilio insegna che il battesimo dà accesso alla Chiesa di Cristo e comporta alcune realtà:
la giustificazione per fede come frutto del battesimo, gli elementi o beni che derivano dall’azione dello Spirito Santo ed elementi visibili, la vita della grazia e l’ingresso nella comunione della salute.
c) Infine, i battezzati sono costituiti in una certa comunione, sebbene imperfetta, con la Chiesa cattolica. L’insegnamento del Concilio è molto importante sul significato dei battesimi validamente celebrati. Essi ci rendono fratelli l’un l’altro precisamente perché siamo fratelli del Cristo. Allo stesso tempo il Concilio riconosce che «solo per mezzo della cattolica Chiesa di Cristo, che è lo strumento generale della salvezza, si può ottenere tutta la pienezza dei mezzi di salvezza».
Che cosa manca?
L’ultima affermazione ci spinge a chiedere: allora che cosa manca? La domanda ha animato il movimento ecumenico nell’indagare più profondamente la questione del battesimo soprattutto nella discussione tenutasi in seno alla Commissione di Fede e Costituzione del Consiglio ecumenico delle Chiese, alla quale la Chiesa cattolica partecipa.
Che cosa manca per rendere perfetta la comunione?
Non esiste alcun dubbio che il sacramento del battesimo è un principio centrale della comunione che esiste tra quelli che confessano la loro fede nel Dio Trino, Padre, Figlio e Spirito Santo. Il battesimo è il punto iniziale e potremmo descriverlo come il fondamento sul quale la casa della fede cristiana si costruisce.
Perciò non è la fine, poiché si deve lavorare ancora per costruire la casa e completarla.
Un’altra immagine teologica utilizzata per descrivere il battesimo è quella di una porta: il battesimo è la porta che permette di entrare nella casa, in cui ci sono altre stanze (gli altri sacramenti). In questo senso dobbiamo vedere i sacramenti della confermazione e dell’eucaristia. Il battesimo orienta verso la completezza, che si trova nella celebrazione eucaristica.
UR 3 indica che manca «quell’unità, che Gesù Cristo ha voluto elargire a tutti quelli che ha rigenerato e vivificato insieme per formare un solo corpo in vista di una vita nuova». Qui l’ontologica realtà dell’unità corrisponde alla volontà di Cristo per i suoi, esposta nella grande preghiera dell’evangelo di Giovanni 17. La Chiesa di Cristo è una, noi cristiani siamo divisi. Questo è il grande scandalo per il mondo.
Secondo il Concilio «il battesimo è ordinato all’integra professione della fede, all’integrale incorporazione dell’istituzione della salvezza, come lo stesso Cristo ha voluto e, infine, alla piena inserzione nella comunione eucaristica» (UR 22). “Ordinato a” indica che siamo in
viaggio verso la piena comunione; non ci siamo ancora. Le strutture visibili mancano per completarla. Al centro c’è principalmente il riconoscimento dei ministeri nelle altre Chiese e comunità ecclesiali e delle strutture di
comunione in rapporto al vescovo di Roma. Il riconoscimento della validità dei ministri delle altre Chiese renderà concreta una struttura visibile di comunione.
Il dialogo ecumenico ha fatto grandi progressi in questa direzione. Il documento su Battesimo eucaristia ministero (BEM o documento di Lima) ha segnalato una forte convergenza verso la stessa fede sul battesimo e la mutua accettazione della validità del battesimo tra le
Chiese cristiane. Inoltre il Direttorio per l’applicazione dei principi e delle norme sull’ecumenismo (1993) della Chiesa cattolica ha chiaramente esposto le norme per la validità del battesimo (93, 94, 99). Queste tappe sono
importanti per arrivare al prossimo passo nel cammino verso la piena comunione.
Giovanni Paolo II nell’enciclica Ut Unum sint (42) «auspica un reciproco e ufficiale riconoscimento dei Battesimi. Ciò che va ben al di là di un atto di cortesia ecumenica e costituisce una basilare affermazione ecclesiologica». Mi sembra che oggi, a causa del progresso iniziato nel 1965 di dialogo, siamo arrivati a un buon punto per quanto riguarda le questioni della fede battesimale, la validità dei riti battesimali, il riconoscimento che il battesimo è la porta d’ingresso dell’unica Chiesa di Cristo. Ci restano alcune
questioni fondamentali sulla natura della Chiesa, le dimensioni cristologia e pneumatologica della Chiesa, e le strutture necessarie per la piena comunione visibile.
Per i fedeli è necessario che si comunci a vivere concretamente e coerentemente la realtà del nostro battesimo soprattutto attraverso i rapporti con altri cristiani. Questo ci avvicinerà l’uno all’altro ma soprattutto all’Altro, colui che ci invita nella comunione
del suo amore per il mondo e la salvezza dell’umanità intera.
di Giacomo Pugliesi
direttore Centro Pro Unione
Vita Pastorale:
1 novembre 2005


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