Il Mistero della Chiesa di San Pio!

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S_Daniele
00martedì 22 dicembre 2009 11:07

ECCO A VOI LA TESTA DI SAN PIO!


La "testa" applicata ai resti mortali di San Pio per 17 mesi di esposizione, mentre viene dipinta a mano

di Francesco Colafemmina

Un'immagine sconvolgente: la famosa "maschera" in silicone che ha coperto il volto di San Pio, in realtà una "testa" in silicone. L'immagine è presente sul sito della società cui i Frati Cappuccini hanno commissionato la riproduzione perfetta delle fattezze del Santo per raggranellare soldi durante l'ostensione e testimonia ancora una volta la vergogna di una simile azione.

Stando al resoconto della deposizione del corpo di San Pio nell'urna in cui attualmente riposerebbe, riportato dalla rivista Voce di Padre Pio: "Con la benedizione finale di mons. Castoro, alle 9.05 si è conclusa la prima parte, pubblica, della cerimonia. La maggior parte dei presenti ha lasciato la cripta. Sono rimasti solo l’Arcivescovo, i componenti del Tribunale Ecclesiastico, i periti e pochi laici incaricati di compiti particolari. Il dott. Michele Bisceglia, responsabile della struttura complessa di Anatomia e Istologia Patologica di Casa Sollievo della Sofferenza, ha ta gliato i punti di sutura che chiudevano posteriormente la maschera di silicone sul capo di Padre Pio. Poi, insieme a fr. Francesco Dileo, notaio del Tribunale Ecclesiastico, e al dott. Nazzareno Gabrielli, perito del Vicariato di Roma per la conservazione dei santi, biochimico in servizio presso la Santa Sede, l’ha rimossa. Quindi mons. Castoro ha ricoperto il volto del Santo con un piccolo sudario di lino bianco. A questo punto sono stati accompagnati in cripta due frati sulla sedia a rotelle che hanno avuto ciascuno un legame particolare con Padre Pio: fr. Paolo Covino da San Giovanni Rotondo, di 90 anni, che gli impartì l’estrema unzione, e fr. Modestino Fucci da Pietrelcina, di 92 anni, cresciuto nella fede e nella vocazione religiosa con il suo illustre Compaesano."

Ebbene, a nessuno sfuggirà che, finita la cerimonia nella quale era stata esposta la salma con la "testa" in silicone, solo un piccolo gruppo di persone ha rimosso la "maschera". Addirittura fra Paolo e fra Modestino vengono chiamati solo dopo che sul teschio (?) di San Pio viene deposto un velo di lino! Cosa avevano da nascondere?

Personalmente non ho mai creduto alle leggende che parlavano di una tomba già ispezionata dal Cardinale Oddi prima della beatificazione del Santo. E ancora oggi le ritengo pure invenzioni. Tuttavia, non può non stupire questo comportamento ambiguo dei Frati Cappuccini.
E non può non provocare disgusto e indignazione sapere che in realtà quello che si è visto per ben 17 mesi non era il volto di San Pio "coperto da una sottilissima maschera di silicone", bensì una finta testa di silicone scolpita ex novo!

La stessa società Gems Studio afferma sul suo sito: "Siamo capaci di realizzare anche i progetti più complessi. Testimonianza di ciò è la recente richiesta di scolpire e produrre una testa di silicone a seguito dell'esumazione del corpo di San Pio. La complessità sia della scultura che della delicata situazione che ha circondato l'evento ha suscitato la nostra dedizione al cliente ed alla commissione. Siamo orgogliosi di noi per entrambi i risultati."

E i Frati Cappuccini di cosa sono orgogliosi? Del mercimonio che hanno allestito in questi mesi, mostrando ai fedeli il "fantoccio" del Santo?
S_Daniele
00martedì 6 aprile 2010 16:59

A BREVE IL CORPO DI SAN PIO SARA' TRASLATO NELLA TOMBA DI TUTANKHAMON

Dalla fessura di questa colonna si potrà intravvedere il corpo del Santo (p.s. per voi cattolici ignoranti: quella specie di virgola rappresenta il costato ferito di Nostro Signore!)

E così la traslazione del corpo di San Pio nella cripta di Tutankhamon si farà! Leggete qui:

San Giovanni Rotondo, 6 apr. - (Adnkronos) - Sara' annunciata domani la data in cui il corpo di San Pio di Pietrelcina sara' spostato dalla cripta del vecchio e piccolo santuario della Madonna delle Grazie alla adiacente nuova chiesa di San Pio. Lo hanno reso noto i frati cappuccini. L'annuncio sulla data e sulle modalita' di traslazione del corpo di San Pio e' in programma alle 11.30 presso l'auditorium 'Maria Pyle', situato nell'area sottostante la chiesa di San Pio da Pietrelcina. Interverranno monsignor Michele Castoro, arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo, direttore generale dei Gruppi di Preghiera di Padre Pio e presidente di Casa Sollievo della Sofferenza, frate Aldo Broccato, ministro provinciale dei Frati Minori Cappuccini della Provincia religiosa 'Sant'Angelo e Padre Pio', il sindaco Gennaro Giuliani, il prefetto di Foggia, Antonio Nunziante, e frate Antonio Belpiede, portavoce e vicario della Provincia religiosa 'Sant'Angelo e Padre Pio' dei Frati Minori Cappuccini.

Per rinfrescare la memoria ai Cappuccini ipocriti leggete questo mio articolo del giugno scorso.

Fides et Forma
((Zacuff))
00martedì 6 aprile 2010 17:47
no no mi arrendo, son troppo "gnurant" per capire ste cose
S_Daniele
00mercoledì 7 aprile 2010 16:57
S_Daniele
00sabato 10 aprile 2010 16:14
S_Daniele
00martedì 20 aprile 2010 11:23

SPIRITUALITA' FRANCESCANA A SAN GIOVANNI ROTONDO...


di Francesco Colafemmina

Una gita a San Giovanni Rotondo per salutare Padre Pio prima che lo traslino. Una macchina fotografica per documentare la cripta di Tutankhamen pronta per la traslazione. Alla fine ho voluto ripercorrere il solito cammino verso la cella del Santo, ormai intrapreso da ben pochi pellegrini più attratti dall'oro della cripta che dalla semplicità della cella. Eppure in meno di 200 metri quadrati ho potuto riscontrare la presenza di tutto ciò che vi documento qui sotto. Si dirà: "normale, no? C'è in tutti i santuari un po' di commercio!". Qui però rasentiamo la follia. Fosse per me i Frati Cappuccini di San Giovanni Rotondo dovrebbero essere lasciati a pane ed acqua per qualche anno e gli dovrebbe essere vietata la ricezione di offerte che superino un limite utile al loro sostentamento. Altrimenti quale sarebbe la loro differenza dai tanti manovratori laici di denaro e potere? L'abito non fa il monaco, ma a farlo almeno ci provi la povertà!

Distributore automatico di lumini...


San Pio vi parla... miracoli della tecnica...

Però... come il Dash: paghi due e prendi tre!






Statua di San Pio con presa d'aria per inserimento denari e fotografie...
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Cinque immagini plastificate di San Pio... 1 €

Abitino (sic!) di San Pio 2 €


Neanche Cattelan sarebbe riuscito ad eguagliare il cattivo gusto dei Frati Cappuccini!



Immagini sacre in PVC!



Fides et Forma
S_Daniele
00venerdì 7 maggio 2010 15:55

FRA POCHI GIORNI IN LIBRERIA!


.Il Mistero della chiesa di San Pio

di Francesco Colafemmina

Il santuario dedicato a San Pio da Pietrelcina, progettato da Renzo Piano e aperto al culto nel 2004, non ha mai suscitato l’apprezzamento dei fedeli. L’analisi sviluppata dal filologo e saggista Francesco Colafemmina parte dal giudizio critico comune ai tanti pellegrini che ogni anno affollano San Giovanni Rotondo, per porre degli inquietanti interrogativi: è possibile che l’intero complesso del santuario, la sua struttura architettonica, le opere d’arte in esso contenute, siano espressione di un vero e proprio culto massonico? Dietro la chiesa dedicata a San Pio si cela un intrigo di messaggi esoterici e simbolismi alchemici? Come è stato possibile commissionare ad artisti atei o agnostici la realizzazione di altari,crocifissi, portali della chiesa dedicata a Padre Pio?

A questi interrogativi Colafemmina risponde affiancando lo studio dettagliato dell’iconografia e della struttura architettonica del santuario, all’inchiesta giornalistica sui fatti più recenti relativi alla riesumazionee alla conseguente traslazione delcorpo di Padre Pio nell’opulenta cripta rivestita d’oro della nuova chiesa. Illuminato dal magistero dei Papi sull’arte sacra, ma anche dalle loro strenue condanne delle derive simbolistiche ed esoteriche, il saggio apre uno squarcio di luce sui tanti interrogativi che circondano la nuova dimora delle spoglie di San Pio.

Un racconto impietoso della decadenza delle arti sacre, una indagine sorprendente sulle aderenze fra una parte della chiesa cattolica e la libera muratoria.

Formato: cm 13,5x21
Pagine: 216
Prezzo: € 15
Casa Editrice: Edizioni Settecolori
ISBN: 978-88-902367-9-2

Il libro sarà distribuito nelle migliori librerie nazionali

ANTEPRIMA DE "IL MISTERO DELLA CHIESA DI SAN PIO" SU PANORAMA!



Padre Pio Squadre da muratore, piramidi, gatti, strane conchiglie fossili... Nella chiesa dedicata al santo, a San Giovanni Rotondo, compaiono molti simboli che ricordano le logge. Solo un caso oppure...

di Pietrangelo Buttafuoco

Il santuario progettato da Renzo Piano e dedicato a Padre Pio, proclamato santo, non piace al popolo dei fedeli. La nuova tomba poi, carica d’oro come neppure un mausoleo da satrapo, stride con la testimonianza francescana del frate di Pietrelcina. Ma adesso si propone un mistero in più: al di là delle genuine intenzioni dei committenti, infatti, nel santuario appaiono numerose incrostazioni simboliche (aggiunte al disegno originale di Piano) che fanno ipotizzare una trama segreta intorno al tempio come neppure Dan Brown avrebbe saputo fare. Francesco Colafemmina, esperto di arte sacra, incuriosito dalle reazioni e dai giudizi dei pellegrini, ha lavorato a un saggio che risponde a un inquietante interrogativo: l’intera struttura architettonica, con il suo corredo iconografico, è un intrico di messaggi esoterici, alchemici e, in cruda sintesi, un edificio votato al culto massonico?Il mistero della Chiesa di San Pio, coincidenze e strategie esoteriche all’ombra del grande santo di Pietrelcina(edizioni Settecolori, 15 euro) sarà in libreria dal 5 maggio. Corredato di note e di un ricco apparato fotografico, il libro ripercorre anche i sentieri dell’antica avversione che oppone la Chiesa alla Libera muratoria. Così, nel 1913, San Pio scriveva: «Quanti disgraziati fratelli corrispondono all’amore di Gesù col buttarsi a braccia aperte nell’infame setta della massoneria! Preghiamo per costoro acciocché il Signore illumini le loro menti e tocchi il loro cuore».

Fides et Forma
S_Daniele
00venerdì 7 maggio 2010 15:57

PADRE PIO SEPOLTO FRA SIMBOLI MASSONICI

Cari amici, molti di voi avranno letto stamane questa intervista e ne avranno sentito parlare a Radio Maria nell'ambito della sempre grandiosa rassegna stampa dello strepitoso Padre Livio. La riporto qui sotto aggiungendovi questa piccola chicca: guardate il nome di questa loggia massonica inglese...
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Padre Pio da Pietrelcina, il santo stimmatizzato che nel 1913 si lamentava per quei «disgraziati fratelli» che «corrispondono all’amore di Gesù col buttarsi a braccia aperte nell’infame setta della massoneria», sarebbe stato traslato e sepolto in una chiesa zeppa di simbologie massoniche: il nuovo santuario di San Giovanni Rotondo progettato da Renzo Piano. L’accusa non è nuova, già nel 2006 la rivista ultra-tradizionalista «Chiesa Viva» lanciò l’allarme con un polemico studio dell’ingegner Franco Adessa. Più cauto, ma ugualmente severo, anche il fascicolo «L’oltraggio a Padre Pio», pubblicato tre anni dopo da Angelo Maria Mischitelli, autore di vari libri storici sul santo del Gargano. Ora è destinato a far discutere il primo volume che tratta diffusamente l’argomento, Il mistero della Chiesa di San Pio (edizioni Settecolori, pp. 216, 15 euro), da oggi nelle librerie italiane.L’autore è Francesco Colafemmina, un giovane studioso, laureato in filologia classica, esperto di arte sacra e titolare del blog «Fides et Forma», tra i promotori di un appello a Benedetto XVI per il «ritorno ad un’arte sacra autenticamente cattolica». Colafemmina non è tradizionalista e dice di non condividere «l’approccio apocalittico» degli studi come quello di «Chiesa Viva», pur riconoscendogli il merito di «aver messo il dito su una piaga».
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Davvero il nuovo santuario di Padre Pio contiene simboli massonici?
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«Dalla mia analisi sembrerebbe proprio di sì. Ad ogni modo, credo che l’aspetto più interessante sia valutare l’effetto che la vista di quel santuario fa sui fedeli, dato che la mia ricerca è nata dopo una visita che ho fatto da semplice devoto del santo».
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E quale effetto fa, secondo lei?
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«Sicuramente molti fedeli rimangono sconcertati dall’assenza di chiari segni cristiani, a partire dalla forma stessa del santuario, che è un Nautilus, una conchiglia fossile…».
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Ma la conchiglia non è un simbolo cristiano?
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«La conchiglia di San Giacomo sì, ma il Nautilus no. Quest’ultimo però ha un significato pregnante per la massoneria, dato che simboleggia il percorso iniziatico e la perfezione del Gadu, cioè il Grande Architetto dell’Universo, la “divinità” massonica».
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Faccia qualche altro esempio di queste presunte simbologie massoniche.
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«Nell’arazzo dell’Apocalisse di Rauschenberg, la Gerusalemme celeste è già scesa in terra mentre su di essa incombe il Drago a sette teste, che appare vincitore, e da nessuna parte c’è Cristo vittorioso. Nel portale di Mimmo Paladino c’è un capretto con le gambe spezzate che potrebbe indicare l’iniziato che è entrato in loggia, e ha una stella a cinque punte. L’altare di Arnaldo Pomodoro ha la forma di piramide rovesciata e nell’alchimia la piramide rovesciata indica il luogo in cui è custodita la pietra filosofale. Mentre nella formella del tabernacolo Cristo ha le mani rivolte verso il basso. Un chiaro segnale massonico che in questo caso simboleggia il materialismo della Chiesa».
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Non potrebbe trattarsi di coincidenze?
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«Anche se così fosse, il problema resta. Non si ha la sensazione di entrare in una chiesa. E per di più quel santuario è diventato un modello per la nuova arte sacra, concentrata più sulla notorietà dell’architetto che sull’aderenza allo spirito della liturgia e al messaggio evangelico».
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Ma chi ha curato il progetto artistico e gli arredi sacri?
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«Secondo quanto riportato nelle memorie di padre Gerardo Saldutto, Renzo Piano sin dal 1991 si era prefissato di fare di quell’area di San Giovanni Rotondo “un luogo magico” e “una chiesa aperta”. A scegliere gli artisti è stato un suo collaboratore, Mario Codognato. Lo stesso Codognato che nella famosa mostra “Barock” al museo Madre di Napoli, ha fatto esporre la donna crocifissa di Cattelan».
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Cattelan e la sua "donna crocifissa"
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Eppure il Vaticano ha supervisionato la realizzazione della chiesa…

«Sì, certo, il consulente liturgico è stato monsignor Crispino Valenziano, che fin dal 1994 aveva sancito la necessità di realizzare una chiesa senza inginocchiatoi e nella quale ci fosse sull’altare una croce assolutamente priva del crocifisso, richiamando a giustificazione di queste scelte presunte norme liturgiche post-conciliari».
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Le panche senza inginocchiatoi volute da Crispino Valenziano
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Perché le definisce presunte?
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«Perché non si trovano scritte da nessuna parte e oggi appaiono non in sintonia con il magistero liturgico di Papa Benedetto. Mi riesce perciò difficile capire la ragione per la quale ora si è deciso di traslare nella cripta di quel santuario il corpo di san Padre Pio…».
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Non era nell’ordine delle cose che il corpo venisse custodito lì?

«La decisione era già stata presa nel 2002. Ma vorrei ricordare che due anni fa venne pubblicamente smentita dai frati di San Giovanni Rotondo per non suscitare le ire del fedeli. Ora purtroppo è stata messa in atto».

Fides et Forma
S_Daniele
00venerdì 7 maggio 2010 16:33

Chiesa massonica? Colafemmina ha preso un abbaglio e non ha seguito metodi corretti. Nessuno dei frati o di noi é stato ascoltato. Molta approssimazione nel lavoro. Padre Pio usato per aumentare le vendite


Chiesa massonica? Colafemmina ha preso un abbaglio e non ha seguito metodi  corretti. Nessuno dei frati o di noi é stato ascoltato. Molta approssimazione nel lavoro. Padre Pio usato per aumentare le venditeIn una intervista pubblicata da Il Giornale, lo studioso Francesco Colafemmina sostiene , tra le tante cose, che la Chiesa nella cui cripta oggi é sepolto san Pio avrebbe dei segnali massonici. Una tesi anche intrigante e ben raccolta con il consueto garbo, da Andrea Tornielli. Chiediamo, nel merito, la opinione di un insigne studioso di Padre Pio e direttore della benemerita Tele Radio Padre Pio, Stefano Campanella. " Ho sentito di questo articolo che mi riservo di meglio analizzare ed approfondire, ma le tesi di Colafemmina mi sembrano per altro poco originali e   già sostenute nel passato, per esempio, in un testo dell' ing. Franco Adessa, dunque Colafemmina ha fatto la scoperta dell' acqua calda, con tutto il rispetto". Campanella, ma lo studioso fa l' esempio di alcuni simboli che richiamerebbero la massoneria , ad esempio, la conchiglia: " guardi, intanto va detto che spesso la massoneria usa simboli molti analoghi ...

... a quelli del cristianesimo. Poi alla stregua di questo ragionamento, che penso sia poco condivisibile, bisognerebbe dire che san Rocco, il quale usava la conchiglia, ed altri santi siano massoni o che la conchiglia scelta come segno del pellegrinaggio sia massonica o che il Papa battezzi con un simbolo massonico. Suvvia, siamo seri".

E che dice di Renzo Piano?: " prima di affermare o ventilare che il noto architetto sia in odore di massoneria, bisognerebbe intervistare il diretto interessato, il quale in pubblico ha detto di essere cristiano e  non massone".

Scusi, ma allora la ricerca di Colafemmina fa acqua da tutte le parti?: " non voglio offendere nessuno, meno ancora Colafemmina o alimentare polemiche. Ma trovo che oggi, pur di vendere libri o fare audience, Padre Pio sia un ottimo veicolo e un cavallo di Troja. Questo Colafemmina che mi pare molto giovane e che probabilmente avrebbe bisogno di maturare con l' esperienza, avrebbe dovuto per completezza e rispetto di norme deontologiche interpellare i frati, uno di noi o il Vescovo, cosa che non ci risulta  abbia mai fatto. Dunque, una opinione é perfettamente legittima, ma necessita per obiettività che si dia spazio e voce anche a chi la pensa diversamente e possa dire la sua, cosa che nel lavoro del Colafemmina, manca del tutto".

Poi precisa: " ma che le sue tesi siano per lo meno stravaganti basta un solo elemento. Il Papa é venuto in quella chiesa, ha tenuto una riunione, ogni giorno vi si celebra messa, il vescovo non ha nulla da dire, se fosse un tempio massonico non credo che sarebbero state permesse tutte queste cose. Ora non discuto e non metto in dubbio la onestà di intento del Colafemmina, ma contesto vivacemente il suo metodo di lavoro che manca di rigore intellettuale, non ci ha concesso una possibilità di replica, cosa che invero, mi sarei aspettato anche dal Giornale".

A molti, effettivamente, quella chiesa non piace: " ognuno é libero di apprezzare o no, e i gusti sono personali. Ma da questo ad affermare che sia di stampo massonico, ne corre .Insomma, sono della idea che pur di avere eco sui media si usa spesso invano e con fini maliziosi ,il nome di Padre Pio".

Bruno Volpe

Pontifex

S_Daniele
00venerdì 7 maggio 2010 16:40

SIMBOLI STRANI E CRISTIANI SMARRITI: INTERVISTA SU "TEMPI"


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Update: rettifica pubblicata. Grazie alla redazione di Pontifex.

Cari amici, in attesa della pubblicazione - garantitami telefonicamente da Bruno Volpe - di una mia replica alle accuse diffamatorie di Stefano Campanella (nessuno dei due ha letto il libro nè sa come sia fatto!), vi specifico che sebbene il ricavato della vendita del libro andrà in beneficenza (come è scritto a pag. 215) sarò contentissimo se si potranno vendere numerose copie dello stesso! Non solo ne riceveranno sollievo le missioni cattoliche cui io e l'editore abbiamo deciso di devolvere i proventi, ma credo sia giusto e sacrosanto che i fedeli sappiano quello che è accaduto lì, a San Giovanni Rotondo. E mi auguro che Padre Pio voglia assistere questa piccola opera di verità con il suo paterno aiuto, anche quando i suoi confratelli mancano di carità e ricorrono al discredito ad personam per schivare i contenuti.
Intanto vi propongo questa intervista apparsa su Tempi in edicola questa settimana!

di Valerio Pece

Laurato in Filologia classica, innamorato di tutto ciò che è cultura ellenica tanto da parlare correntemente il greco, è stato capace di trascinare nell’avventura dell’Appello al Papa per un’arte autenticamente cattolica mostri sacri come Nikos Salingaros e Martin Mosebach, oltre a illustri teologi, vaticanisti e docenti universitari. Tutti affascinati dall’impeto selvaggio e dal pensiero colto del giovane cavaliere, strenuo difensore della bellezza e dell’ordine classico.
Da pochi giorni è uscito il suo nuovo libro, “Il mistero della Chiesa di San Pio” (ed. Settecolori) in cui il giovane filologo conclude un’indagine durata anni sulla chiesa progettata da Renzo Piano a San Giovanni Rotondo.

Dottor Colafemmina, nel sottotitolo del suo nuovo libro si legge: “Coincidenze e strategie esoteriche all'ombra del grande Santo di Pietrelcina", perché questa indagine?

Tutto è nato da un semplice viaggio a San Giovanni Rotondo. Da devoto di Padre Pio, nel maggio 2007 mi recai lì per una visita al santo, ma una volta entrato nel nuovo tempio sono dovuto fuggire, letteralmente spaventato. Ricordo poi che sentii un profondo richiamo da parte di San Pio. La notte non dormii e il giorno seguente ripartii subito alla volta di San Giovanni Rotondo. E’ così che è iniziata la mia inchiesta, che tra l’altro ho sempre sottoposto in Vaticano. A Mons. Piacenza, allora Presidente della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa, e al Cardinal Josè Saraiva Martins, Prefetto emerito della Congregazione delle Cause dei Santi.

E cosa è emerso dalla sua inchiesta?

E' affiorata pian piano la percezione di un chiaro programma. Quella chiesa con tutte le sue stravaganti opere d'arte doveva avere uno scopo diverso da quello che ci si attende da un luogo sacro. Così, nel corso della ricerca, non ho potuto fare a meno di imbattermi nella presenza della massoneria.

Cosa l’ha turbata in quella chiesa?

Innanzitutto va detto che chi entra in quel tempio prova un senso di straniamento, e ciò per l’assenza di connotati tipici di un luogo di culto. E’ proprio da qui che bisognerebbe partire, da questa impressione riscontrata in maniera direi “oggettiva” da migliaia di fedeli, persone prive di pregiudizio ed esperienza nel riconoscere simbologie a-cristiane.

Proviamo a fare virtualmente il percorso del fedele che si appresta ad entrare nella nuova chiesa.

Anzitutto il viale che conduce al santuario non collega all’ingresso della chiesa, che è invece sul “retro” del santuario. Il fedele viene indotto ad entrare in chiesa in un modo nuovo, inusuale, a mo’ di “percorso di iniziazione”. Eccolo quindi dinanzi al portale: cosa rappresenta quel capretto con le gambe spezzate? Esiste nella simbologia cristiana? E quella stella a cinque punte? Sarebbe interessante saperlo.

Superato l’ingresso?

Chi entra viene accolto da due colonne sormontate da volti umani, misteriosi, colonne piene di simboli assolutamente inintelligibili. Il fedele cerca poi il tabernacolo ma.. non lo trova. Deve prima rintracciare e poi entrare nella “Cappella dell’Adorazione”, uno spazio a forma di triangolo in cui non c'è altro che una stele di pietra nera, una sorta di totem dedicato ad un Dio oscuro, nascosto e senza volto. L’esatto contrario del Dio cristiano. Ciò che più rattrista, poi, sono le formelle del tabernacolo: che ci fa una colomba nella scena della moltiplicazione dei pani e dei pesci? Non ve n’è traccia nella scrittura. E il gatto ai piedi del banchetto pasquale? E quel Cristo con una bandana al posto della corona di spine, e con le mani rivolte verso il basso? Potrei continuare ancora molto. Ecco, nel libro tento di documentare il vero significato di questa e altra simbologia.

L’altare?

Anche questo ha una forma esoterica: è una piramide rovesciata con il culmine al di sotto dell’altare. Alzando lo sguardo non va meglio. C'è il grande arazzo di Robert Rauschenberg, l'esponente della Pop Art americana scomparso nel 2008. Colui che ha sbeffeggiato il cristianesimo in chiave demoniaca nell'opera "Monogram", in cui un caprone che rappresenterebbe il Cristo intrappolato in uno pneumatico di automobile.

L’arazzo però rappresentata l’Apocalisse. O no?

Oppure una parodia dell’Apocalisse? Il protagonista dell’arazzo è indiscutibilmente il drago. Col suo Giudizio Michelangelo, per citare un esempio di immediata comprensione, non è stato certo equivoco: Cristo Giudice era bene al centro. Qui la stessa Vergine ha un ruolo marginale, il suo piede non schiaccia la bestia, piuttosto sembra difendersi, certo non la sconfigge. Dov’è Cristo Vincitore? Dov’è l’Arcangelo Gabriele? Non ci sono. C’è solo il rendere onore ad un terrificante drago rosso a sette teste che si erge - si badi bene - al di sopra della stessa Gerusalemme Celeste, stranamente posta non sopra ma sotto di lui.

Contempla la possibilità che con la sua indagine abbia preso il classico granchio?

In tutta onestà debbo dirle che i miei studi sono stati giudicati credibili sia da esponenti del mondo ecclesistico che da massoni professi a cui è stata chiesta una valutazione. Ciò detto però non sarebbe ragionevole escludere totalmente che io mi sia sbagliato, che tutta la mia analisi sia errata. Paradossalmente, però, la domanda più importante resterebbe in piedi: perché un cattolico totalmente estraneo alle dottrine esoteriche e alchemiche finisce per riscontrare in quelle che dovrebbero essere opere d'arte sacra dei simboli esoterico-massonici? Dov’erano i “controllori” dell’edilizia sacra mentre si realizzava un’opera dai connotati così ambigui?

Il 19 aprile si è aperto un nuovo capitolo. Le reliquie del santo, dopo 42 anni, sono state traslate da Santa Maria delle Grazie alla cripta della nuova chiesa, cripta che per la sua sontuosità non ha mancato di creare, uso un eufemismo, qualche perplessità.

Da devoto del Santo non posso fare a meno di notare la lenta e inesorabile trasformazione del Santuario in una sorta di circo!
La nuova cripta d’oro, che sarebbe certamente piaciuta a Ramses II o a Tutankhamon, è solo l’ultimo atto. Basterebbe leggere le volontà disattese di Padre Pio, come quella contenuta nel suo testamento dell’agosto 1923: “esprimo il mio desiderio che, ove i miei superiori non si oppongano, le mie ossa siano composte in un tranquillo cantuccio di questa terra”. Non esattamente sotto volte d’oro e pietre preziose, quindi.

Fides et Forma
 
S_Daniele
00venerdì 7 maggio 2010 16:42

Importante replica di Francesco Colafemmina all'intervista, letta con stupore, rilasciata da Stefano Campanella in merito al Saggio sulla chiesa di San Pio

Importante replica di Francesco Colafemmina all'intervista, letta con stupore, rilasciata da Stefano Campanella in merito al Saggio sulla chiesa di San PioCaro Dottor Volpe, ho letto con vivo stupore l'intervista a Stefano Campanella in merito al mio saggio sulla chiesa di San Pio. Le rispondo dunque brevemente: 1) Prima di criticare un libro occorrerebbe leggerselo. E Campanella non lo ha letto. Se mi dà il suo indirizzo glielo invio con piacere e con dedica personale. 2) Se Campanella avesse letto il libro si sarebbe accorto che a pagina 215 è scritto che i ricavati del libro saranno devoluti ad "istituzioni cattoliche". Dunque il ricavato andrà in beneficenza, d'altra parte io non uso Padre Pio per far soldi. I Frati Cappuccini che hanno apposto una maschera al silicone sul suo scheletro per ingannare i fedeli e che disseminano il santuario di macchinette per raggranellare denari sono invece coerenti con il loro voto di povertà? 3) La conchiglia di San Rocco o conchiglia del pellegrino non è un Nautilus ovvero la specifica conchiglia dal retrogusto esoterico usata da Piano ...

... per la pianta della chiesa. Dunque il Nautilus non ha alcun legame col cattolicesimo.

4) Quanto contenuto nell'intervista al Giornale è riportato in un volume scritto da Padre Gerardo Saldutto e dal titolo "Bella come il Paradiso, Grande come il Mare", Edizioni San Pio, Euro 27 (ma nessuno sospetta che Padre Saldutto voglia far soldi sfruttando la figura di San Pio!). In particolare chiedo a Campanella:

a. è vero o non è vero che fu Mario Codognato a suggerire gli artisti cui furono commissionate le opere d'arte della chiesa?

b. è vero o non è vero che Mons. Crispino Valenziano vietò la realizzazione di banchi con inginocchiatoi nella chiesa (tranne che nella cappella eucaristica) e impose una croce sull'altare priva di crocifisso?

c. è vero o non è vero che la decisione di mettere il corpo di San Pio nella colonna centrale della cripta fu presa nel 2002 e che nel 2008 i Frati Cappuccini e l'intero establishment locale smentirono ogni ipotesi di traslazione pur sapendo che prima o poi sarebbe avvenuta?

5) Quanto al metodo, sappia il Campanella che nel volume sono citate le posizioni ufficiali dei Frati espresse anche in libri come quello di Fra Cabodevilla Gardes (un altro che non usa San Pio per fare soldi) "Una chiesa per San Pio. Una santità per la Chiesa" (Edizioni San Pio, Euro 7).

Mi rendo conto che dinanzi all'evidenza dei fatti non ci siano argomentazioni valide, e che dunque si ricorra alla diffamazione, la cosa però mi fa un po' ridere... Il libro comunque ha la prefazione di uno stimato docente di Teologia Fondamentale ed Ecclesiologia della Facoltà Teologica Pugliese, don Matteo De Meo. Inoltre è stato vagliato da eminenti esponenti di Chiesa. Ad ogni modo, visto che nè Campanella, nè il Vescovo Castoro sono stati responsabili della realizzazione della chiesa, non vedo perché avrei dovuto chiedere lumi proprio a loro. Piuttosto perché non leggono lo splendido diario di Padre Gerardo Saldutto? Impareranno a darmi ragione! Con stima le invio un cordiale saluto e se mi dà il suo indirizzo invio con piacere anche a lei una copia del libro per conoscenza.

In Cristo
Francesco Colafemmina

Pontifex

S_Daniele
00martedì 11 maggio 2010 10:58

IL SILENZIO DEI CAPPUCCINI E LE MEMORIE DI PADRE SALDUTTO


di Francesco Colafemmina

Visto che i Frati Cappuccini preferiscono il silenzio stampa, onde evitare di dare pubblicità a quanto contenuto nel mio saggio, ho deciso di rivelare pubblicamente una serie di informazioni che ritengo oltremodo utili per comprendere la nascita e lo sviluppo di quella famigerata nuova chiesa nella quale è stato rinchiuso il sarcofago dorato contenente il corpo di San Pio.

Capisco che il silenzio è spesso un'arma molto sottile ed utile. Ma non è onesto! Se i Frati Cappuccini non hanno nulla da nascondere, se credono di essere in buona fede, perché non rispondono alle mie affermazioni circostanziate? Perché non spiegano ai fedeli le ragioni per cui nel 2008 li hanno ingannati affermando che non sarebbe mai avvenuta la traslazione di San Pio quando invece era già stata decisa nel 2002? Perché non spiegano come hanno potuto spendere quasi 50 milioni di euro per realizzare una chiesa dalla forma assurda, con panche senza inginocchiatoi e croci senza crocifissi?

Confidando nel tempo che scorre silenziosamente e probabilmente nell'ingenuità dei fedeli pronti a dimenticare e condonare tutto, i Cappuccini di San Giovanni Rotondo se ne stanno in silenzio. Solo il bravo Stefano Campanella, persona che personalmente stimo, ha parlato e non lo ha neanche fatto ufficialmente, ma in una breve conversazione telefonica con Bruno Volpe. Quindi anche quella non è una risposta ufficiale! In attesa di un loro cenno, vi vorrei riportare ad un giorno di febbraio del 1997...

La chiesa di Renzo Piano è un cantiere animatissimo, ma rischia di subire uno stop da parte del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. Di che si tratta? Ebbene, San Giovanni Rotondo rientra in una zona sismica, pertanto per realizzare edifici architettonici in pietra bisogna prestare particolari accorgimenti tecnici. Che dire poi di una chiesa fatta di enormi archi di pietra? Gli archi, in quanto sistemi spingenti, costituiscono elementi di carenza strutturale per un edificio soggetto alle azioni del sisma.

Così il 13 Febbraio 1997 Renzo Piano invia un fax ai Frati Cappuccini. Leggiamo le memorie di Padre Saldutto: "Renzo Piano elenca la serie di operazioni che gli archi in pietra, pur essendo una splendida sfida ingegneristica ed architettonica, comportano: approvazione del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, tests, complicazioni di montaggio in cantiere, i cui tempi non solo sono lunghi, ma soprattutto sono soggetti a dilatabilità incontrollata. Dichiara espressamente che si deve cambiare: gli archi in pietra devono diventare in legno, superando le osservazioni sollevate dal Consiglio Superiore dei LL. PP. e semplificando in modo drastico il montaggio e quindi i tempi del cantiere. Parla poi di risparmio, di significato spirituale inerente all'ordine francescano, 'povertà'."(p.176).

Questo, dunque, Renzo Piano. L'architetto non solo è intellettualmente onesto sotto il profilo tecnico, ma è anche in grado di contraddire se stesso, visto che il 10 ottobre 1991 a Roma, in Curia Generale, Piano si esprimeva così, rispondendo a chi gli faceva notare che la scelta della pietra avrebbe coinciso con un eccesso di lusso: "non sono i soldi che devono preoccupare, ma preoccuparsi di finanziare un progetto fatto bene" (p.45).
Concetto ribadito il 16 marzo 1992 a San Giovanni Rotondo, quando Piano - secondo quanto riferito da Saldutto - "si difende bene, a quelli che insistevano sull'argomento 'lusso'(=pietra) risponde che l'opera fatta bene non è un lusso, ma se proprio insistono sul cemento armato, risponde con educata fermezza: 'vi dico che avete sbagliato architetto'." (p.49).

Piano, la grande archistar, nel 1997 deve fare marcia indietro. Chi potrebbe approvare al Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici un'opera così ambiziosa in una zona sismica di 2a categoria (classificazione del 1984)?

Alle 17.41 di quel 13 febbraio 1997 Piano telefona a padre Saldutto e gli dice: "stiamo per prendere una decisione storica, ti prego di non sottovalutare quello che sto per dire, nè devi rispondermi subito. Giacché il Consiglio Superiore dei LL. PP. è un ostacolo troppo difficile, dobbiamo tentare in tutti i modi di non portare più il nostro progetto. Lo so perché sta capitando la stessa cosa col mio progetto dell'Auditorium di Roma. Per ottenere questo dobbiamo modificare qualcosa nel progetto della chiesa: gli archi invece di farli in pietra li facciamo in legno. La chiesa sarà bella lo stesso, anzi più bella ancora, e comunque la pietra verrà utilizzata lo stesso in tantissimi punti...".

Come risponderà padre Saldutto? Sarà preoccupato per il rischio rappresentato da una struttura in pietra in zona sismica? Sarà preoccupato per la salute dei fedeli che non dovranno rischiare, fosse pure in una remota ipotesi, di vedersi crollare addosso la chiesa?

No, padre Saldutto è preoccupato di una sola cosa: delle offerte dei fedeli!
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Sentite:

"Gli obietto che mi coglie di sorpresa, che sono confuso, per non dire stordito, e che non sono affatto in grado di dare una risposta perché spetta ai miei superiori. E come si risolvono i problemi di tanta pubblicità: 'l'offerta per una pietra', la durata nel tempo, ecc."

Piano risponde che "della pubblicità fatta non se ne importa (si fa subito a cambiare...e in meglio)". Piano concede 12 ore di tempo a Saldutto. Così questi esce dalla sua stanza e trova "nel salottino di fronte il Padre Provinciale p. Mariano Di Vito ed il segretario provinciale p. Francesco Colacelli, sempre molto attento e solerte per tutto ciò che concerne i lavori per la nuova chiesa e p. Franco Guarino." Saldutto riferisce subito il contenuto della telefonata. E come regisce il Provinciale? Almeno lui sarà preoccupato per la salute dei fedeli, per la stabilità dell'opera? Considererà l'opportunità di quella "povertà" richiamata addirittura dall'archistar Renzo Piano?

Sentiamo: "Padre Mariano esclama subito: ma che sono pazzi! e dove nascondiamo la faccia! e che costruiamo un pagliaio!". Commenta dunque Saldutto: "Sono tutti convinti che non si può, e non si deve cambiare. Noi tutti siamo distrutti per ovvi motivi: lo scadimento del progetto, la figura davanti al mondo e ai mass media, le lungaggini, ecc.".

Dunque i Frati Cappuccini erano solo interessati all'effetto mediatico che avrebbe conseguito il cambiamento strutturale. Avevano spinto così tanto sulla pietra per motivare le offerte che ora temevano una reazione dei fedeli ed una chiusura dei rubinetti... Così decidono che nonostante tutto la chiesa si farà in pietra!

Il progetto alla fine verrà comunque leggermente modificato, sarà scelto un grande esperto per effettuare i calcoli strutturali e ci si avvarrà dell'aiuto e del supporto morale dell'ingegner Angelo Balducci. Quest'ultimo, dopo aver instaurato una bella relazione d'amicizia con Saldutto (cfr. ad es. p.151, 15 maggio 1996: "al Ministero dei LL.PP. incontro l'ing. Angelo Balducci, come sempre, ci scambiamo un fraterno abbraccio. Mi porta nel suo ufficio, la conversazione è piacevolissima."), una volta trasferito dalla Commissione che curava il progetto, assicura a Saldutto che "continuerà a seguire personalmente il nostro problema" (p.151).
Infatti, prima della discussione finale del progetto modificato dopo quel turbolento febbraio del 1997, nel luglio dello stesso anno chi viene contattato per partecipare all'Assemblea Generale del Consiglio Superiore LL. PP.? Chiaro, no? Angelo Balducci. Anzi, Saldutto specifica: "lo convinco pure a partecipare all'assemblea del 31 p.v. anche se deve affrontare un lungo viaggio. Arriva da Creta: lo farà volentieri".

Chissà come mai Balducci interrompe le proprie vacanze cretesi per correre a Roma in occasione della discussione del progetto dei frati. Tanto più che non aveva un ruolo esplicito nella vicenda. Padre Saldutto non lo spiega nei suoi diari e anche noi siamo costretti a prendere semplicemente atto di questo volonteroso impegno di Balducci.

Aggiungo una piccola nota di colore: nel 1994 Padre Saldutto è chiamato a testimoniare nell'ambito del processo per il fallimento della Fincredit, una finanziaria di Campobasso. Padre Saldutto confesserà di aver consegnato "ingenuamente" al titolare della finanziaria, Nicola Avornia, circa 6 miliardi di lire costituiti da offerte dei fedeli per la nuova chiesa. Questi 6 miliardi scompaiono con il crack della finanziaria.

Nonostante tutto Padre Saldutto viene "perdonato" dai confratelli e continua a gestire la realizzazione della nuova chiesa sino al 2004, anno della sua consacrazione. I brani sono tratti dal suo diario pubblicato nel 2008 dalle Edizioni San Pio da Pietrelcina e dal titolo "Bella come il Paradiso. Grande come il mare.".

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