Il Rosario è Preghiera che UNISCE

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Caterina63
00lunedì 1 dicembre 2008 19:15


Oggi insieme confermiamo che il santo Rosario non è una pia pratica relegata al passato, come preghiera di altri tempi a cui pensare con nostalgia.
(Benedetto XVI 3.5.2008)

Il Rosario culla l’anima

Il noto teolologo Card. JOSEPH RATZINGER - prefetto per la Congregazione per la dottrina della fede - intervistato sulle diverse realtà della nostra fede, racconta il suo rapporto personale con la preghiera del rosario sottolineando come quest’espressione della "pietà popolare" sia fondamentale per l’anima che da essa attinge serenità e pace.


Dice così il card. Ratzinger:

<< L’origine storica del rosario risale al Medio Evo. Era un tempo in cui i Salmi rappresentavano il punto di riferimento principale per chi pregava. Ma i Salmi biblici rappresentavano un ostacolo insuperabile per tutti coloro che all’epoca non sapevano leggere, che erano i più. Si è così cercato un Salterio adeguato alle loro esigenze e lo si è trovato nella preghiera mariana cui si aggiungevano i misteri della vita di Gesù Cristo, allineati uno dopo l’altro, come grani di una collana, o come un roseto, da qui il termine di Rosario per altro divulgato ai Frati Predicatori di san Domenico ai quali ben vi si associarono i santi ed anche i Francescani nelle loro predicazioni itineranti. In poche parole il Rosario ebbe un successo immediato per l'evangelizzazione di quel tempo, e chiunque usava questo strumento difficilmente cadeva nell'errore o di predicare cose sbagliate.

Queste preghiere toccano la corda della meditazione; il ritmo ripetitivo culla l’anima e le trasmette serenità, mentre il concentrarsi sulla parola di e in particolare sulla figura di Maria e sulle immagini di Cristo, suo Figlio, che si sgranano davanti ai nostri occhi, calmano l’anima e la liberano da preoccupazioni e le consentono di sollevare lo sguardo verso Dio.
In effetti il rosario ci restituisce quella sapienza originaria che sa bene come la ripetizione sia una componente importante della preghiera e della meditazione, sia un modo per cullarsi in un ritmo sempre uguale che ci trasmette la serenità. Non è così importante seguire con razionale concentrazione ogni singola parola, ma al contrario lasciarsi cullare dalla calma che induce la ripetizione, l’uniformità del ritmo. Tanto più che questa parola non è vuota di contenuto, propone ai nostri occhi e alla nostra anima grandi immagini e visioni, innanzitutto, la figura di Maria &emdash; e attraverso di lei anche la figura di Cristo.

Coloro che recitavano il rosario avevano duramente lavorato tutto il giorno. Non erano in grado, pregando, di compiere grandi percorsi intellettuali. Al contrario, avevano bisogno di una preghiera che restituisse loro la serenità, che li distraesse anche, che li liberasse dalle preoccupazioni e offrisse loro consolazione e ristoro.
L’esperienza della ripetizione, del ritmo, della parola ( e quale Parola, tutta evangelica!) collettiva e della coralità personalmente mi trascina e mi culla e riempie di sé lo spazio, che non mi tormenta, ma mi trasmette la calma, mi consola e mi libera. Questa esperienza arcaica è stata assunta pienamente dal cristianesimo e ispira la preghiera e l’interiorizzazione della preghiera nel contesto mariano e nella riproposizione della figura di Cristo agli uomini scavalcando l’intellettualismo a favore di una valorizzazione dell’effetto rasserenante che produce il cullarsi dell’anima nelle parole della preghiera. Il Rosario è la preghiera per eccellenza che dovrebbe essere riutilizzato come nel Medioevo per la nuova evangelizzazione che si vuole fare e sui parametri stessi del Concilio Vaticano II che non a caso ha dichiarato Maria: Mater Ecclesiae, Madre della Chiesa >>.


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....e così, appena diventato Papa con il nome di Benedetto XVI, il teologo Ratzinger si è premunito di raccomandare più volte il Rosario [SM=g27988]

Angelus del 2.10.2005

Invochiamo la loro protezione sui lavori sinodali come pure quella degli Angeli custodi, che oggi ricordiamo. Preghiamo con fiducia soprattutto la Beata Vergine Maria, che il prossimo 7 ottobre venereremo con il titolo di Madonna del Rosario. Il mese di ottobre è dedicato al santo Rosario, singolare preghiera contemplativa con la quale, guidati dalla celeste Madre del Signore, fissiamo lo sguardo sul volto del Redentore, per essere conformati al suo mistero di gioia, di luce, di dolore e di gloria. Questa antica preghiera sta conoscendo una provvidenziale rifioritura, grazie anche all’esempio e all’insegnamento dell’amato Papa Giovanni Paolo II. Vi invito a rileggere la sua Lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae e a metterne in pratica le indicazioni a livello personale, familiare e comunitario. A Maria affidiamo i lavori del Sinodo: sia Lei a condurre la Chiesa intera ad una consapevolezza sempre più chiara della propria missione a servizio del Redentore realmente presente nel sacramento dell’Eucaristia.

Buona domenica e buona settimana a tutti voi! Grazie!

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BENEDETTO XVI

ANGELUS

Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo
Domenica, 1° ottobre 2006


Cari fratelli e sorelle,

oggi, primo giorno di ottobre, vorrei soffermarmi su due aspetti che, nella Comunità ecclesiale, caratterizzano questo mese: la preghiera del Rosario e l'impegno per le missioni. Il giorno 7, sabato prossimo, celebreremo la festa della Beata Vergine del Rosario, ed è come se, ogni anno, la Madonna ci invitasse a riscoprire la bellezza di questa preghiera, così semplice e tanto profonda. L'amato Giovanni Paolo II è stato grande apostolo del Rosario: lo ricordiamo in ginocchio con la corona tra le mani, immerso nella contemplazione di Cristo, come egli stesso ha invitato a fare con la Lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae. Il Rosario è preghiera contemplativa e cristocentrica, inseparabile dalla meditazione della Sacra Scrittura. È la preghiera del cristiano che avanza nel pellegrinaggio della fede, alla sequela di Gesù, preceduto da Maria. Vorrei invitarvi, cari fratelli e sorelle, a recitare il Rosario durante questo mese in famiglia, nelle comunità e nelle parrocchie per le intenzioni del Papa, per la missione della Chiesa e per la pace nel mondo.

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V Domenica di Pasqua, 6 maggio 2007



Cari fratelli e sorelle!

È iniziato da qualche giorno il mese di maggio, che per molte Comunità cristiane è il mese mariano per eccellenza. Come tale, esso è diventato nel corso dei secoli una delle devozioni più care al popolo ed è stato sempre più valorizzato dai Pastori come occasione propizia per la predicazione, la catechesi e la preghiera comunitaria. Dopo il Concilio Vaticano II, che ha sottolineato il ruolo di Maria Santissima nella Chiesa e nella storia della salvezza, il culto mariano ha conosciuto un profondo rinnovamento. E il mese di maggio, coincidendo almeno in parte con il tempo pasquale, è assai propizio per illustrare la figura di Maria quale Madre che accompagna la Comunità dei discepoli raccolti in unanime preghiera, in attesa dello Spirito Santo (cfr At 1, 12-14). Questo mese, pertanto, può essere occasione per ritornare alla fede della Chiesa delle origini e, in unione con Maria, comprendere che anche oggi la nostra missione è annunciare e testimoniare con coraggio e con gioia Cristo crocifisso e risorto, speranza dell'umanità.


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BENEDETTO XVI

ANGELUS

Piazza San Pietro
Domenica, 7 ottobre 2007




Cari fratelli e sorelle,

questa prima domenica di ottobre ci offre due motivi di preghiera e di riflessione: la memoria della Beata Vergine Maria del Rosario, che ricorre proprio oggi, e l'impegno missionario, a cui il mese è dedicato in modo speciale. L'immagine tradizionale della Madonna del Rosario raffigura Maria che con un braccio sostiene Gesù Bambino e con l'altro porge la corona a San Domenico. Questa significativa iconografia mostra che il Rosario è un mezzo donato dalla Vergine per contemplare Gesù e, meditandone la vita, amarlo e seguirlo sempre più fedelmente. È la consegna che la Madonna ha lasciato anche in diverse sue apparizioni. Penso, in particolare, a quella di Fatima avvenuta 90 anni fa. Ai tre pastorelli Lucia, Giacinta e Francesco, presentandosi come "la Madonna del Rosario", raccomandò con insistenza di recitare il Rosario tutti i giorni, per ottenere la fine della guerra. Anche noi vogliamo accogliere la materna richiesta della Vergine, impegnandoci a recitare con fede la corona del Rosario per la pace nelle famiglie, nelle nazioni e nel mondo intero.

Sappiamo, tuttavia, che la vera pace si diffonde là dove gli uomini e le istituzioni si aprono al Vangelo. Il mese di ottobre ci aiuta a ricordare questa fondamentale verità mediante una speciale animazione che tende a tener vivo l'anelito missionario in ogni comunità e a sostenere il lavoro di quanti - sacerdoti, religiosi, religiose e laici - operano sulle frontiere della missione della Chiesa. Con speciale cura ci prepariamo a celebrare, il prossimo 21 ottobre, la Giornata Missionaria Mondiale, che avrà come tema: "Tutte le Chiese per tutto il mondo". L'annuncio del Vangelo resta il primo servizio che la Chiesa deve all'umanità, per offrire la salvezza di Cristo all'uomo del nostro tempo, in tante forme umiliato e oppresso, e per orientare in senso cristiano le trasformazioni culturali, sociali ed etiche che sono in atto nel mondo. Quest'anno un ulteriore motivo ci spinge ad un rinnovato impegno missionario: il 50° anniversario dell'Enciclica Fidei donum del Servo di Dio Pio XII, che promosse e incoraggiò la cooperazione tra le Chiese per la missione ad gentes. Mi piace ricordare anche che 150 anni or sono partirono per l'Africa, precisamente per l'attuale Sudan, cinque preti e un laico dell'Istituto di Don Mazza di Verona. Tra loro vi era San Daniele Comboni, futuro Vescovo dell'Africa centrale e patrono di quelle popolazioni, la cui memoria liturgica ricorre il prossimo 10 ottobre.

All'intercessione di questo pioniere del Vangelo e dei numerosi altri Santi e Beati missionari, particolarmente alla materna protezione della Regina del Santo Rosario affidiamo tutti i missionari e le missionarie. Ci aiuti Maria a ricordarci che ogni cristiano è chiamato ad essere annunciatore del Vangelo con la parola e con la vita.

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e ancora.......

PREGHIERA DEL ROSARIO PRESIEDUTA DAL SANTO PADRE

DISCORSO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI

Basilica di Santa Maria Maggiore
Sabato, 3 maggio 2008




Cari fratelli e sorelle,

al termine di questo momento di preghiera mariana, desidero rivolgere a tutti voi il mio cordiale saluto e ringraziarvi per la vostra partecipazione. Saluto in particolare il Cardinale Bernard Francis Law, Arciprete di questa stupenda Basilica di Santa Maria Maggiore. Questo è, in Roma, il tempio mariano per eccellenza, in cui il popolo della Città venera con grande affetto l’icona di Maria Salus Populi Romani. Ho accolto volentieri l’invito che mi è stato rivolto nel primo sabato del mese di maggio, a guidare il santo Rosario, secondo la bella tradizione che ho vissuto fin dalla mia infanzia. Nell’esperienza della mia generazione, infatti, le sere di maggio rievocano dolci ricordi legati agli appuntamenti vespertini per rendere omaggio alla Madonna. Come, infatti, dimenticare la preghiera del Rosario in parrocchia oppure nei cortili delle case e nelle contrade dei paesi?

Oggi insieme confermiamo che il santo Rosario non è una pia pratica relegata al passato, come preghiera di altri tempi a cui pensare con nostalgia. Il Rosario sta invece conoscendo quasi una nuova primavera. Questo è senz’altro uno dei segni più eloquenti dell’amore che le giovani generazioni nutrono per Gesù e per la Madre sua Maria. Nel mondo attuale così dispersivo, questa preghiera aiuta a porre Cristo al centro, come faceva la Vergine, che meditava interiormente tutto ciò che si diceva del suo Figlio, e poi quello che Egli faceva e diceva. Quando si recita il Rosario si rivivono i momenti importanti e significativi della storia della salvezza; si ripercorrono le varie tappe della missione di Cristo. Con Maria si orienta il cuore al mistero di Gesù. Si mette Cristo al centro della nostra vita, del nostro tempo, delle nostre città, mediante la contemplazione e la meditazione dei suoi santi misteri di gioia, di luce, di dolore e di gloria. Ci aiuti Maria ad accogliere in noi la grazia che promana da questi misteri, affinché attraverso di noi possa “irrigare” la società, a partire dalle relazioni quotidiane, e purificarla da tante forze negative aprendola alla novità di Dio. Il Rosario, quando è pregato in modo autentico, non meccanico e superficiale ma profondo, reca infatti pace e riconciliazione. Contiene in sé la potenza risanatrice del Nome santissimo di Gesù, invocato con fede e con amore al centro di ogni Ave Maria.

Cari fratelli e sorelle, ringraziamo Dio che ci ha concesso di vivere questa sera un’ora così bella di grazia, e nelle prossime sere di questo mese mariano, anche se saremo distanti, ciascuno nelle proprie famiglie e comunità, sentiamoci ugualmente vicini e uniti nella preghiera. Specialmente in questi giorni che ci preparano alla solennità della Pentecoste restiamo uniti con Maria invocando per la Chiesa una rinnovata effusione dello Spirito Santo. Come alle origini, Maria Santissima aiuti i fedeli di ogni comunità cristiana a formare un cuore solo e un’anima sola. Vi affido le intenzioni più urgenti del mio ministero, le necessità della Chiesa, i grandi problemi dell’umanità: la pace nel mondo, l’unità dei cristiani, il dialogo fra tutte le culture. E pensando a Roma e all’Italia vi invito a pregare per gli obiettivi pastorali della Diocesi, e per lo sviluppo solidale di questo amato Paese. Al nuovo Sindaco di Roma, Onorevole Gianni Alemanno, che vedo qui presente, rivolgo l’augurio di un proficuo servizio per il bene dell’intera comunità cittadina. A tutti voi qui convenuti e a quanti si sono uniti a noi mediante la radio e la televisione, in particolare ai malati e agli infermi, imparto di cuore la Benedizione Apostolica.


(la foto di Benedetto XVI si riferisce proprio al momento in cui ha celebrato il Rosario a Santa Maria Maggiore il 3.5.2008
Attenzione anche ai fotomontaggi, essi non sono messi per caso [SM=g27987] in questa immagine Gesù sostiene il Calice con l'Eucarestia, ergo sono racchiusi tutti i Misteri del Rosario: dall'Annunciazione alla Gloria...)

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