Il cardinale Gracias al congresso internazionale in India

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Cattolico_Romano
00martedì 20 ottobre 2009 18:17
Il cardinale Gracias al congresso internazionale in India

In missione per la libertà religiosa


Mumbai, 20. "Nessuna autorità civile ha il diritto di entrare nel santuario che è la coscienza di ogni singola persona, ancor meno di decidere cosa una coscienza dovrebbe dire. Nessuno Governo può entrare nella mia anima e bloccare la mia coscienza dicendo "non puoi cambiare la tua religione"":  il tema della libertà religiosa è stato al centro delle parole di riflessione pronunciate dal cardinale Oswald Gracias, arcivescovo di Bombay e vicepresidente della Catholic Bishops' Conference of India, nella giornata conclusiva del primo congresso missionario del Paese, svoltosi a Goregaon (Mumbai). La difesa della libertà religiosa ha caratterizzato molti degli interventi e delle testimonianze dei laici e dei religiosi che si sono susseguiti per cinque giorni sul palco del seminario San Pio x e, per questo, il porporato ha voluto approfondire proprio tale aspetto della realtà sociale dell'India, che non riguarda soltanto la minoranza cristiana. "I partiti politici cercano i numeri per il potere. La Chiesa - ha ribadito il cardinale - non è un partito politico. Non cerca il potere e il prestigio, né di aumentare il numero dei fedeli per esercitare maggiore influenza. Le conversioni forzate, di cui spesso sono accusati i cristiani, sono senza senso per la Chiesa". "Non solo perché - ha aggiunto - i documenti del concilio Vaticano ii parlano in modo chiaro contro di esse, ma soprattutto perché la conversione per il cristiano è innanzitutto una trasformazione del cuore". "Siamo consapevoli - ha osservato il porporato - che vi è la paura della conversione. Ci sono alcuni Governi che vogliono approvare leggi contro il proselitismo, affermando che con esse si intendono bloccare le conversioni forzate. La nostra risposta è che non c'è bisogno di queste leggi".

Il cardinale, sottolineando che la libertà religiosa è "un diritto custodito come sacro nella Costituzione indiana e riconosciuto anche da altre nazioni del mondo", ha quindi esortato i fedeli a non lasciarsi intimorire nella testimonianza, ma "a essere messaggeri di Gesù diventando loro stessi il Suo messaggio con le proprie vite". "Vogliamo - ha concluso - solo servire, fare solo ciò che Gesù ci ha detto, vivere secondo le Sue Beatitudini, amare e servire tutti e rendere il mondo un posto migliore".

Il pensiero del cardinale si è poi rivolto all'Orissa. Le violenze subite dai cristiani sono state, per il porporato, "un cattivo ricordo". "Le vittime - ha evidenziato - hanno perdonato coloro che hanno inflitto loro del male, perché Cristo ci insegna a perdonare". Rivolgendosi all'arcivescovo di Cuttack-Bhubaneswar, Raphael Cheenath, il cardinale ha comunque affermato:  "Siamo con voi, la Chiesa in India è con voi". E, allo stesso tempo, ai governanti dell'India:  "Non dimenticate il vostro dovere costituzionale di proteggere tutte le minoranze, cristiani e musulmani, è gli indù là dove essi stessi sono minoranza. Questo è anche il dovere per il quale siete stati eletti".

In una intervista alla Radio Vaticana, il cardinale ha rilevato che "la situazione in Orissa è chiaramente migliore, ma in alcune zone c'è ancora tensione perché alcuni induisti hanno detto che i cristiani non possono tornare nelle loro case se non cambiano la loro religione".


(©L'Osservatore Romano - 21 ottobre 2009)
S_Daniele
00mercoledì 21 ottobre 2009 09:14
Storico Congresso missionario in India

Un Arcivescovo chiede che i missionari siano messaggio e non solo messaggeri



BOMBAY, martedì, 20 ottobre 2009 (ZENIT.org).-

Circa 1.500 delegati, inclusi più di cento Vescovi, centinaia di sacerdoti, monaci e dirigenti laici di 160 Diocesi dell'India, hanno partecipato al primo Congresso missionario che si celebra nel Paese.

Sul tema “Lascia brillare la tua luce”, il Congresso si è celebrato dal 14 al 18 ottobre al Collegio San Pio a Goregaon, una località suburbana di Bombay.L'ambasciatore vaticano in India e rappresentante del Papa, l'Arcivescovo Pedro López Quintana, ha inaugurato il Congresso mercoledì, ha reso noto la Conferenza Episcopale Indiana.

Il presule ha sottolineato che “la missione della Chiesa è diffondere la speranza” e ha affermato che “la Chiesa non lavora per far valere il suo potere o il suo dominio, ma solo per servire l'umanità, specialmente i poveri”.

La sessione inaugurale è iniziata con una processione in cui rappresentanti delle Chiese dei tre riti portavano la Bibbia. Uno di loro ha acceso una luce al suono di cantici e inni sul tema della luce.

Il presidente del Congresso Missionario, il Cardinale Oswald Gracias, ha pronunciato alcune parole di benvenuto e ha sottolineato il suo desiderio che l'incontro fornisca a ciascuno “una comprensione più profonda della nostra missione come discepoli di Cristo”.

E' intervenuto anche il presidente della Conferenza Cattolica dei Vescovi dell'India e guida della Chiesa siro-malabar, il Cardinale Varkey Vithayath, che ha esortato i partecipanti a dare una coraggiosa testimonianza di Cristo, visto che non c'è un sostituto alla Buona Novella di Cristo per la felicità.Nessuna ricchezza e nessun piacere in questo mondo possono dare la gioia profonda e duratura che dà Cristo, ha dichiarato.

Non solo messaggeri

Il Cardinale Varkey Vithayath ha sottolineato l'importanza dei mezzi di comunicazione nella proclamazione di questo messaggio, anche se ha rimarcato la necessità che i cristiani diventino non solo messaggeri, ma anche il messaggio di un'autentica sequela di Cristo.

Né Gesù Cristo né la Chiesa cattolica, ha aggiunto, costringe nessuno a convertirsi, ed è necessario respingere l'intolleranza nei confronti della fede altrui.Dal canto suo, il leader della Chiesa siro-cattolica malankar dell'India, l'Arcivescovo Moran Mar Baselios Mar Cleemis, ha affermato che quello di Gesù Cristo è un messaggio di pace e amore per tutti il mondo, e non per un unico gruppo etnico, linguistico o regionale.

Ha anche sottolineato che la Chiesa in India è piccola rispetto ad altri gruppi religiosi, ma il suo servizio che si estende a tutti i settori della popolazione, con un particolare impegno nei confronti dei poveri, è un importante contributo alla Nazione.

Durante l'atto, i cristiani dell'Orissa, duramente perseguitati l'anno scorso, sono stati proposti come esempio di cristiani coraggiosi che svolgono la missione evangelizzatrice.

Il Congresso ha incluso conferenze, esibizioni, attività culturali, celebrazioni liturgiche, testimonianze su vie nuove e creative che alcuni sacerdoti stanno mettendo in pratica nel Paese e preghiere nei tre riti della Chiesa in India.

L'evento si è ispirato all'appello di Papa Giovanni Paolo II a celebrare un Congresso missionario continentale.

Ha seguito anche la scia del Congresso missionario asiatico svoltosi in Thailandia nel 2006, al quale hanno partecipato 50 delegati dell'India, che hanno sentito che il Paese doveva organizzare un evento simile.

Il Cardinale Gracias ha spiegato che “il Congresso è una celebrazione dei duemila anni di storia della Chiesa in India” e “un appello al rinnovamento del nostro cammino di fede”. 
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