Il coraggio della speranza nel cammino ecumenico

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Cattolico_Romano
00giovedì 27 agosto 2009 19:01
  Il discorso di fine mandato del segretario generale del World Council of Churches

Il coraggio della speranza nel cammino ecumenico


Ginevra, 27. "Il coraggio della speranza". Sta in questo, in estrema sintesi, per Samuel Kobia, tutto il senso del suo mandato di segretario generale del World Council of Churches (Wcc). Il comitato centrale sta per eleggere il successore che dovrà prendere la guida dell'organismo ecumenico. I membri sono attualmente riuniti per scegliere il nome.

L'attuale segretario da tempo aveva dichiarato di non poter accettare il secondo mandato "per motivi personali". "L'ecumenismo - aveva aggiunto - è nel profondo del mio animo e qualsiasi cosa farò in futuro, una volta terminato il mio compito, non sarà altro che la continuazione di ciò che ho fatto per anni a favore dell'organismo".



Ieri, a Ginevra, sede del Wcc, nel suo saluto finale, Kobia ha voluto incoraggiare i membri dell'organismo a proseguire con coraggio lungo il sentiero tracciato. "Spero che non sia necessario - ha evidenziato Kobia - enfatizzare che il coraggio della speranza è stato un tema centrale del mio viaggio ecumenico". "Tenendo insieme - ha aggiunto - croce e resurrezione, la realtà peccaminosa che affrontiamo e la buona novella del Vangelo, la speranza in Cristo unisce il realismo alla visione ispiratrice del Regno di Dio che verrà".

Il segretario generale ha, per questo, voluto porre l'accento sul valore della sua missione pastorale in vari luoghi del mondo. In particolare, ha citato la Repubblica Democratica del Congo, il Rwanda, le Filippine, Israele e i Territori Palestinesi, dove, ha osservato, "gli effetti dell'occupazione sono evidenti". Compiendo numerosi viaggi nel mondo, in visita alle comunità ecclesiali locali, ha detto, "abbiamo voluto far sapere loro che non sono sole nell'affrontare le difficoltà".

Durante il mandato, infatti, si è particolarmente sviluppata l'attività dei team ecumenici del programma "Living Letters". Si tratta di gruppi formati ognuno da quattro-cinque rappresentanti dell'organismo che compiono visite in vari Paesi per portare solidarietà e aiuti concreti.

Una delle ultime tappe ha riguardato la repubblica Democratica del Congo, una nazione che conta migliaia di donne oggetto di violenze di ogni genere.

"Ho viaggiato nel mondo - ha spiegato Kobia - e ho visto e sentito dure espressioni di disperazione e di pessimismo. Una delle mie più grandi preoccupazioni è stata se il movimento ecumenico possa ispirare speranza in quelle situazioni che farebbero pensare in maniera differente".

L'implementazione della cooperazione interreligiosa e l'appello per una "giustizia trasformatrice" sono, fra l'altro per Kobia, le aree su cui il Wcc è chiamato a impegnarsi in misura maggiore. "Vi prego - ha detto, rivolgendosi ai presenti - di non perdere di vista il quadro più grande e di non lasciarsi travolgere dalle necessità e dalle preoccupazioni istituzionali". "Abbiate a mente - ha sottolineato - una visione più grande che è la chiave per il futuro dell'umanità e di questo mondo. Il futuro ha preso forma tra di noi in Cristo, nella sua morte sulla croce e nella resurrezione".

Il segretario non ha mancato di puntualizzare le presenti difficoltà che attraversano le nazioni, a partire dalla crisi economica, ha specificato, "spinta dall'avidità che ha contribuito alle preoccupazioni globali" e che ha, peraltro, "aggravato la situazione finanziaria dello stesso Wcc". Altre problematiche toccate sono state quelle relative ai cambiamenti climatici e all'impatto dei flussi migratori sulle dinamiche sociali.
Una riflessione specifica è stata quindi dedicata al giovani, visti come risorsa vitale del movimento ecumenico. Kobia ha espressamente affermato la necessità di coinvolgere le nuove generazioni nel processo di sviluppo del dialogo.

Nel suo intervento in qualità di moderatore durante i lavori del comitato centrale, il reverendo Walter Altmann, presidente della Evangelical Church of the Lutheran Confession in Brasile, ha rilevato che il Wcc si trova "a un bivio". Secondo Altmann, l'attuale contesto storico è molto complesso, ma offre tuttavia "una particolare opportunità per rispondere in maniera creativa al bisogno di ispirare una visione ampia che affronti le realtà del momento e il percorso da compiere". "Il nuovo quadro - ha proseguito - dell'orizzonte ecumenico è davanti ai nostri occhi, viene sperimentato nella vita quotidiana delle nostre comunità e nelle loro relazioni, ma ancora non siamo in grado di descriverlo".

Per Altmann c'è, fra l'altro, necessità che il Wcc diventi maggiormente rappresentativo. Infine, ha citato come obiettivo della riunione del comitato centrale, oltre alla nomina del nuovo segretario generale, la scelta del luogo dove si dovrà svolgere la prossima assemblea generale del 2013.

Sono due i candidati più accreditati alla successione:  si tratta del reverendo Park Seong-won, appartenente alla comunità presbiteriana in Corea del Sud e del reverendo Olav Fykse Tveit, della comunità luterana in Norvegia. Il segretario generale è assieme organo esecutivo e portavoce, con il compito di interpretare e promuovere la visione strategica del Consiglio ecumenico.

Il comitato si riunisce quest'anno per la terza volta, dopo l'elezione avvenuta nel febbraio del 2006 a Porto Alegre, in Brasile. I due candidati sono stati scelti a giugno dai membri di un apposito comitato di ricerca.

Sono 347 le comunità protestanti, ortodosse e anglicane, riunite nel Wcc.


(©L'Osservatore Romano - 28 agosto 2009)
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