Il dibattito tra gli anglicani sui poteri delle donne vescovo

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S_Daniele
00lunedì 12 ottobre 2009 19:05


Nuove proposte del Revision Committee della Chiesa d'Inghilterra

Il dibattito tra gli anglicani sui poteri delle donne vescovo


Londra, 12. Se in futuro nella Chiesa d'Inghilterra alcune donne dovessero essere ordinate vescovo, a esse potrebbero essere concessi poteri limitati:  questa la proposta adottata nei giorni scorsi dal Revision Committee del Sinodo generale della Chiesa d'Inghilterra nel corso del dibattito sulle possibili ordinazioni episcopali di donne che sono attualmente membri del clero.

Un portavoce del Revision Committee ha dichiarato che nel corso dell'ultima riunione di questo organismo esponenti tradizionalisti hanno posto il caso di numerose parrocchie di diocesi inglesi dove le comunità dei fedeli sono contrarie, per via del rispetto verso la tradizione, ad accogliere una donna in qualità di vescovo.

Il portavoce ha quindi reso noto che i membri del Revision Committee hanno proposto la possibilità che dove ci siano parrocchie che non riconoscono le donne vescovo e vogliono cercare un altro vescovo, i doveri e le responsabilità del vescovo (donna) verso quelle parrocchie vengono automaticamente ridotti. Il portavoce ha aggiunto che in questi casi alcuni poteri della carica vescovile andranno a un vescovo uomo.

Le proposte adottate dal Revision Committee dovranno essere accettate o respinte dai gruppi regionali della Chiesa d'Inghilterra (Church of England) prima di essere sottoposte al Sinodo generale. In questa sede, le proposte verranno esaminate dal Consiglio dei vescovi, da quello del clero e da quello dei laici. Per la loro approvazione, è prevista una maggioranza di due terzi dei membri. Solo dopo l'approvazione da parte del Sinodo generale, le proposte del Revision Committee verranno inviate al Parlamento di Westminster per diventare legge se verranno votate dalla maggioranza semplice dei rappresentanti.
Da quando, nel 1994, la Chiesa d'Inghilterra decise di permettere l'ordinazione di pastori donna, è cresciuto il numero dei fedeli che non accettano questo tipo di violazione alla tradizione religiosa. Gli "anglo-catholics" sono gli appartenenti alla Chiesa d'Inghilterra che più fondano le loro motivazioni su quanto è contenuto nell'Antico e Nuovo Testamento e sulla tradizione della Chiesa di Roma, delle Chiese ortodosse e della stessa Chiesa d'Inghilterra sino in tempi recenti.

È dal 1949 in poi che i fedeli delle confessioni protestanti negli Stati Uniti, in Canada e in Australia hanno accettato l'ordinazione di pastori donna ma la maggioranza dei settantasette milioni di fedeli della Comunione anglicana rimane fedele alla tradizione.
Le decisioni prese lo scorso luglio dagli episcopaliani degli Stati Uniti, nel corso della loro Assemblea generale ad Anaheim in California, hanno provocato sconcerto anche nella maggioranza dei fedeli anglicani. Nel corso di quell'Assemblea vennero approvate due mozioni:  la prima per l'approntamento di una nuova liturgia per i matrimoni tra persone dello stesso sesso; la seconda, per procedere alla nomina episcopale di membri del clero maschile e femminile pur conviventi con persone dello stesso sesso.

Il primate della Comunione anglicana, l'arcivescovo di Canterbury Rowan Williams, ha più volte condannato in modo inequivocabile le decisioni degli episcopaliani degli Stati Uniti e ha preso atto che quanto da loro è stato stabilito nell'Assemblea generale li pone su un "cammino separato" dal resto dei fedeli anglicani. La proposta avanzata dal Revision Committee ha suscitato commenti contrastanti tra gli esponenti dei vari orientamenti. Ruth McCurry, che rappresenta un gruppo di fedeli favorevoli all'ordinazione delle donne vescovo, ha accusato i membri del Revision Committee di volere creare una "divisione interna con una Chiesa dove vi sono vescovi di seconda classe".

Al contrario, Paul Dawson, esponente del gruppo evangelico "Reform", ha  accolto  con  favore  le  raccomandazioni  espresse  dai  membri del Revision Committee. "Credo che questa raccomandazione - ha affermato il leader religioso - sia capace di evitare ulteriori divisioni e rafforzare l'unita dei fedeli della Chiesa d'Inghilterra".


(©L'Osservatore Romano - 12-13 ottobre 2009)
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