di José Adolfo González
Approfondire il significato del vocabolo teologico "discernimento", in un mondo globalizzato e culturalmente impregnato di relativismo filosofico, si rende sempre più necessario.
Scritti sul discernimento, soprattutto a partire dagli anni Settanta, appaiono nelle librerie, sia religiose che laiche, sotto forma d'articoli o di libri. Oltre che negli studi sulla rivelazione cristiana in generale, il termine ricorre, infatti e sempre più frequentemente, in quelli di teologia spirituale, considerata come materia teologica. Da vari anni, anzi, occupa un suo posto anche negli studi di carattere antropologico, filosofico, sociale e perfino politico. Basta pensare che il silenzio imposto dai Governi ai partiti nella vigilia delle elezioni, è denominato "giorno di discernimento politico". In simili casi, caratterizzati da confusione, complessità e anche oscurità, si cerca la soluzione "politica" di astenersi dalla propaganda per riflettere e "fare discernimento", come se questo potesse, facilmente e quasi per magia, dileguare le ambiguità verbali, concettuali o ideologiche delle "nuove proposte" e renderle chiare e convincenti.
Nelle discipline umanistiche e nella stessa teologia, considerata come "scienza divina", diventa, poi, ogni giorno più necessario chiarire il senso e i contenuti dell'espressione "discernimento degli spiriti" e la differenza con parole simili, in uso nella teologia spirituale, come "discrezione". Vari autori, per evitare confusioni, errate interpretazioni o radicali deviazioni concettuali, adottano, forse acriticamente, l'una o l'altra. Nel libro che presentiamo - frutto di anni di ricerca e d'insegnamento, di direzione spirituale e di pratica pastorale - padre Pietro Schiavone offre, fin dalle prime pagine, un'ampia chiarificazione dell'espressione discernimento degli spiriti (preferita dalla gran parte dei cultori della spiritualità ignaziana), si sofferma, a suo tempo, sul significato del termine discrezione e, con grande abilità e proprietà di linguaggio teologico, propri di un veterano e di un maestro versato nella materia, espone le finalità, l'importanza e l'attualità dell'argomento, sia per la vita spirituale personale che per l'opera di evangelizzazione.
Lo studio si sviluppa in cinque parti, di cui le prime tre riguardano soprattutto la teoria, le altre due la pratica. Sono ricorrenti i riferimenti al magistero, anche dei nostri giorni, ad alcuni teologi contemporanei, che hanno trattato del discernimento orante e teologico, ai padri del monachesimo dei primi secoli della Chiesa, ai grandi dottori e ai mistici della storia della spiritualità.
Posto particolare occupa Ignazio di Loyola, con i suoi Esercizi Spirituali e i Direttòri, soprattutto nelle parti riservate alle regole sul discernimento, ma anche con il Diario spirituale, l'Autobiografia (dettata al segretario Luis Gonçálves da Câmara e nota pure come Racconto del pellegrino), le Costituzioni e le Lettere. Non pochi teologi "sistematici" o "dogmatici", esperti in teologia pastorale e impegnati nel campo dell'evangelizzazione, riconoscono in lui il "grande maestro classico del discernimento". Anche perché il santo non perde mai di vista l'intento apostolico ed evangelizzatore di "portare a vivere nella divina volontà". Nasce da qui l'impegno di dimostrare la coerenza e l'armonia tra la teoria e la prassi della ricerca e della scoperta della volontà salvifica e redentrice delle tre divine Persone (cfr. Esercizi [107]).
Un'affermazione audace e densa del teologo gesuita tedesco Karl Rahner fa da fondamento allo studio: le regole del discernimento degli spiriti costituiscono la "scoperta più autentica" dell'autore degli Esercizi. Questi, poi, sono originali non tanto per il loro contenuto quanto per l'esperienza cui sollecitano, il modo di viverla, il dialogo tra "chi li dà" e "chi li fa", il rapporto diretto tra Creatore-creatura. E il volume raccoglie in unità dinamica elementi che troviamo sparsi in altre opere di spiritualità e negli studi sul metodo ignaziano. La spiegazione e il magistrale commento delle regole del discernimento degli spiriti (Esercizi [313-336]), in particolare, riempiono un vuoto che si riscontra in vari manuali di teologia spirituale.
Con un ben articolato e approfondito lavoro, grazie alle appropriate citazioni, alle note illuminatrici e alle necessarie spiegazioni d'ordine anche dogmatico e pastorale, l'autore ci conduce, anzi, per mano a conseguire una personale assimilazione dell'arte del discernimento spirituale per una conseguente applicazione nel nostro mondo.
Questo pregevole testo può, inoltre, essere punto di riferimento per coloro che scoprono negli Esercizi ignaziani un metodo d'evangelizzazione in un mondo globalizzato e relativistico, ma ricco di promesse e di valori, di desiderio di scoprire la Verità, vivere nella speranza e realizzare l'incontro con il Dio che continua a chiamare e ad attrarre (cfr. Giovanni, 6, 45).
Chi, infine, desidera avere a portata di mano un testo sul tema del discernimento sarà grato al padre Schiavone per questo contributo. Anche noi che abbiamo vari anni di ministero presbiterale, apostolico e teologico possiamo trovarvi un apprezzabile strumento di consultazione e di cultura spirituale.
Per queste ragioni, mi permetterei di sognare la diffusione del libro anche in altre lingue.