Caro evangelico le citazioni non bastano per screditare la Chiesa, così come non bastano due citazioni per negare la Trinità come fanno i T. di G. così come non basta che gli apostoli non dissero mai la forumula piena del Battesimo, per far dire agli Unitariani che si deve battezzare solo nel nome di Gesù.
Le citazioni messe sono tante, alcune inesistenti come il riferimento alla sigla "UR" che non compare nelle abbreviazioni del post 54 e quindi non si può controllare il testo.
Vanno fatte diverse considerazioni che riguardano il processo evolutivo del rapporto con le altre religioni, l'infallibilità non riguarda il concetto di comprensione di questo rapporto che è sempre in Riforma, ma le dottrine e dire ieri una cosa su come comportarsi e dirne un altra oggi in modo diverso, non è parte di nessun dogma, è come per le scomuniche si danno, ma si possono anche togliere.
Vediamo ora una frase che prendo dal post 53
I protestanti possono giuridicamente ricevere i sacramenti da noi. UUS:46, 05/25/1995 | Nessun protestante può ricevere i sacramenti. Leone XIII, ENL |
Se leggiamo il contesto della Ut Unum Sint alla quale si riferisce la citazione di Giovanni Paolo II, ti accorgerai Alfonso che non ritratta assolutamente le parole di Leone XIII, ecco il contesto:
46. In questo contesto, è motivo di gioia ricordare che i ministri cattolici possano, in determinati casi particolari, amministrare i sacramenti dell'Eucaristia, della Penitenza, dell'Unzione degli infermi ad altri cristiani che non sono in piena comunione con la Chiesa cattolica, ma che desiderano ardentemente riceverli, li domandano liberamente, e manifestano la fede che la Chiesa cattolica confessa in questi sacramenti. Reciprocamente, in determinati casi e per particolari circostanze, anche i cattolici possono fare ricorso per gli stessi sacramenti ai ministri di quelle Chiese in cui essi sono validi. Le condizioni per tale reciproca accoglienza sono stabilite in norme e la loro osservanza si impone per la promozione ecumenica.78
Come puoi leggere Alfonso, quella frase messa nel riquadro NON ESISTE, Giovanni Paolo II ribadisce che questi Sacramenti comunque non possono essere dati se non sussistono le condizioni che sono:
e manifestano la fede che la Chiesa cattolica confessa in questi sacramenti. Come vedi se colui che chiede il Sacramento però non manifesta la comune fede in questi Sacramenti, inutile chiederli. Ciò che Giovanni Paolo II offre è un atto di responsabilità civile e personale. Non si contraddice con le parole di Leone XIII perchè è ovvio che se il protestante riconosce la comune fede, decade la divisione.
E' come per le scomuniche, una volta compresi i motivi, e accolti gli sforzi di perdono, decadono come avvenne nel 1964 con Paolo VI e Atenagora i quali si tolsero le rispettive scomuniche del 1054.
Come vedi è scorretto fare piccole citazioni per altro interpretate, estrapolandole dal loro contesto.
Se a te va bene così, era giusto però che lo segnalassi.
Sempre dall'elenco 53, leggo quest'altra frase:
È contro il Vangelo condannare i fratelli separati. UUS:15, 05/25/1995 | È nel Vangelo condannare gli eretici. Martino I, D.271-272 |
Non ho il testo di papa Martino I, ma non parla di protestanti a quanto pare, mentre la frase attribuita a Giovanni Paolo II, sempre citata dalla Ut Unum Sint è stata malamente interpretata, leggiamo il contesto intero del paragrafo 15 a cui fa riferimento?
Rinnovamento e conversione
15. Passando dai principi, dall'imperativo della coscienza cristiana, alla realizzazione della via ecumenica verso l'unità, il Concilio Vaticano II mette soprattutto in rilievo la necessità della conversione del cuore. L'annuncio messianico « il tempo è compiuto e il Regno di Dio è vicino » e l'appello conseguente « convertitevi e credete al Vangelo » (Mc 1, 15) con cui Gesù inaugura la sua missione, indicano l'elemento essenziale che deve caratterizzare ogni nuovo inizio: la fondamentale esigenza dell'evangelizzazione in ogni tappa del cammino salvifico della Chiesa. Ciò riguarda, in modo particolare, il processo al quale il Concilio Vaticano II ha dato avvio, inscrivendo nel rinnovamento il compito ecumenico di unire i cristiani tra loro divisi. «Ecumenismo vero non c'è senza interiore conversione ».21
Il Concilio chiama sia alla conversione personale che a quella comunitaria. L'aspirazione di ogni Comunità cristiana all'unità va di pari passo con la sua fedeltà al Vangelo. Quando si tratta di persone che vivono la loro vocazione cristiana, esso parla di conversione interiore, di un rinnovamento della mente.22
Ciascuno deve dunque convertirsi più radicalmente al Vangelo e, senza mai perdere di vista il disegno di Dio, deve mutare il suo sguardo. Con l'ecumenismo la contemplazione delle « meraviglie di Dio » (mirabilia Dei) si è arricchita di nuovi spazi nei quali il Dio Trinitario suscita l'azione di grazie: la percezione che lo Spirito agisce nelle altre Comunità cristiane, la scoperta di esempi di santità, l'esperienza delle ricchezze illimitate della comunione dei santi, il contatto con aspetti insospettabili dell'impegno cristiano. Per correlazione, il bisogno di penitenza si è anch'esso esteso: la consapevolezza di certe esclusioni che feriscono la carità fraterna, di certi rifiuti a perdonare, di un certo orgoglio, di quel rinchiudersi non evangelico nella condanna degli « altri », di un disprezzo che deriva da una malsana presunzione. Così la vita intera dei cristiani è contrassegnata dalla preoccupazione ecumenica ed essi sono chiamati a farsi come plasmare da essa.
Vedi fratello? Forse la frase in blu è stata interpretata arbitrariamente facendo dire che Giovanni Paolo II avrebbe detto: È contro il Vangelo condannare i fratelli separati.
UUS:15, 05/25/1995
Come puoi vedere già su tre frasi si sono scoperte tre falsità.
Pax et bonum