Il segno della Croce

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Cattolico_Romano
00mercoledì 5 novembre 2008 18:15
 
Nella Chiesa russa si era soliti di fare il segno della croce con due dita della mano destra, il quale gesto doveva ricordare al credente la duplice natura di Cristo - quella divina e quella umana. Il segno di croce per un ortodosso è qualcosa di più che il semplice memoriale dell’azione salvifica di Cristo, avvenuta sulla croce. Questo è anche segno della compartecipazione alla salvezza, il segno della vittoria sul male, l’espressione della presenza di Dio nella vita umana, del desiderio dell’uomo di sottomettere la propria volontà a quella del Creatore e, in questo modo, al progetto divino della salvezza del mondo. Per questo anche il più semplice cambiamento nella forma nella quale si fa il segno della croce profondamente toccava i sentimenti dei credenti. Per di più in quanto si parla della gente, per la quale l’abituale rituale è diventato già da molto una naturale espressione delle seri emozioni religiose. Durante il partiarcato di Nichon hanno iniziato a introdurre il segno della croce fatto “con tre dita”: nelle chiese ortodosse orientali del XVII secolo era già dappertutto accettato questo segno fatto con tre dita, antico quasi come quello fatto con due dita.
Il mettere insieme tre primi dita simbolizza l’unità di Dio nelle tre persone - la Santissima Trinità, e lo stringere al palmo altri due dita - due nature di Cristo. La nuova simbolica sarebbe stata accettata causando meno dolore, se non la presunzione delle autorità, che non volevano prendere in considerazione i sentimenti della gente, diventata mero strumento della realizzazione di tale ideale.
Gli organizzatori delle riforme accusarono i seguaci del fare il segno della croce con due dita di eresia. I servizievoli “teologi” hanno fondato il simbolico legame del segno di mettere insieme due dita ai dogmi di famosi insegnamenti eretici. La stessa cosa fu fatta nei confronti di altri dissensi nel rito e rituale celebrativo: ai dissaccordi rituali fu dato il carattere principiale - come alle differenze nella fede. Così lo stesso Concilio del 1666 che ha privato Nichon dell’ordine sacro, ha confermato i nuovi riti e rituali celebrativi. I vecchi libri e riti furono dichiarati non ortodossi.


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