Influenza dei suini: Resta alto l'allarme internazionale per l'epidemia

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Cattolico_Romano
00giovedì 30 aprile 2009 09:44
Resta alto l'allarme internazionale per l'epidemia

Un bimbo texano prima vittima

dell'influenza suina fuori dal Messico




Città del Messico, 29. L'allarme internazionale per l'epidemia di influenza suina esplosa in Messico resta alto e tutti i Paesi approntano misure di prevenzione, anche se i dati finora certi non delineano una pandemia. Questa mattina, tuttavia, le autorità sanitarie statunitensi hanno comunicato il decesso in Texas di un bambino di 23 mesi, il primo morto al di fuori del Messico.

Poche ore prima, l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) aveva diffuso un bilancio dal quale risulta che i casi accertati sono 105 in tutto il mondo e i decessi 7, tutti in Messico.
Quest'ultimo resta il Paese più colpito, anche se solo in 26 casi c'è stata finora la conferma di contagio del virus AH1N1, quello responsabile della febbre suina. L'ultimo bilancio reso noto ieri sera dal ministro messicano della Sanità, José Angel Córdova Villalobos, riferisce di 159 decessi che potrebbero essere attribuiti al virus e di oltre 1.300 persone ricoverate in ospedale, su un circa 2.500 casi sospetti.

La maggior parte delle 159 morti sospette si sono verificate a Città del Messico, e nei vicini stati di Mexico e San Luís Potosi. In altri Stati colpiti, come Aguascalientes e Veracruz, sono stati registrati solo pochi casi. Gran parte delle vittime erano persone tra i 25 e i 45 anni e questo delinea uno scenario diverso da quello delle comuni influenze stagionali, che uccidono principalmente vecchi e bambini.

Ad aggravare la situazione in Messico hanno contribuito le precarie condizioni igieniche. La maggior parte delle vittime - si tratti o meno di influenza suina - erano abitanti di quartieri e zone povere. Tra l'altro, a Città del Messico, negli ultimi mesi è stata sospesa più volte la fornitura d'acqua.

L'epidemia sta avendo ricadute pesanti anche sul piano strettamente economico. Per evitare quanto più possibile il contagio, le autorità messicane stanno prendendo misure per impedire tutte le occasioni di assembramento di folle. Persino le partite di calcio si disputeranno senza pubblico. Le conseguenze sono gravi anche sul turismo, uno dei principali settori economici. Ieri sera, le autorità hanno disposto la chiusura di tutti i siti archeologici.

La disposizione più rilevante resta comunque la chiusura di tutte le scuole, per ora stabilita fino al 6 maggio. La pur necessaria misura precauzionale ha impedito a molte persone, soprattutto donne, di recarsi al lavoro per non lasciare soli i figli e questo sta pesando sui ceti meno abbienti.
Conseguenze meno drammatiche l'epidemia ha avuto finora in altre parti del mondo. Secondo i dati dell'Oms, negli Stati Uniti i casi di contagio accertati sono 64, in Canada 6, in Nuova Zelanda 3, in Gran Bretagna 2, in Spagna 2 e in Israele 2. Oggi sono stati poi confermati tre casi in Germania. Tra tutti questi casi, l'unico mortale è quello del bambino in Texas.

Paesi americani con casi sospetti sono anche il Cile (14), il Brasile (12), la Colombia (12) e il Guatemala (1). In Australia ci sono 89 casi sotto osservazione, in Francia 20, compresi due definiti oggi fortemente sospetti dalle autorità, in Danimarca 11, in Svizzera 9, in Austria 5, in Norvegia 1, in Portogallo 1 e in Corea del Sud 1.



(©L'Osservatore Romano - 30 aprile 2009)
Cattolico_Romano
00domenica 3 maggio 2009 07:42
Confermati un caso in Italia, due in Francia e la presenza del virus in Cina e in Corea del Nord

Il contagio dell'influenza A accertato anche in Asia




Città del Messico, 2. La presenza del virus della nuova influenza - denominata influenza A dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms)- viene confermata anche in Asia, oltre che in altre parti del mondo, comprese nelle ultime ore l'Italia e la Francia.

In Messico, dove l'epidemia è scoppiata, i casi mortali accertati sono 16, secondo l'ultimo bilancio diffuso dal ministro della Sanità, José Angel Córdova Villalobos. Il ministro ha comunque aggiunto che i casi di morte sospetta si sono ridotti da 176 a 101 e che sono 85 quelli sui quali si sta ancora indagando. Sempre secondo i dati forniti dal ministro, le persone che hanno denunciato sintomi del contagio da virus AH1N1, quello responsabile della nuova influenza, sono 397. A Città del Messico, scuole, uffici governativi, ristoranti e locali pubblici restano chiusi per evitare il diffondersi dell'epidemia. Per la stessa ragione, ieri sono state cancellate tutte le manifestazioni per la festa del lavoro.

Nell'ultima comunicazione dell'Oms la presenza dell'influenza A veniva confermata in 15 Paesi, per un totale di 615 casi, diciassette dei quali mortali (i 16 in Messico e il bambino messicano morto in Texas quattro giorni fa). Proprio questa mattina, però, i Paesi in questione sono diventati 17 con il primo caso di contagio accertato in Italia. Si tratta di un cinquantenne di Aulla, ricoverato in ospedale a Massa dopo essere tornato, il 23 aprile, da un viaggio in Messico. L'uomo è guarito ed è già stato dimesso dall'ospedale. Il direttore sanitario dell'Azienda sanitaria locale ha detto all'Ansa che la presenza del virus è stata accertata nei campioni biologici dell'uomo inviati all'Istituto superiore di sanità a Roma. Hanno invece dato esito negativo gli esami virologici effettuati su quanti erano entrati in contatto con lui.

Prima che venisse segnalato il caso in Italia, gli ultimi Paesi aggiunti alla lista dell'Oms erano stati la Francia, con due casi confermati ieri sera dal ministro della Sanità, Roselyne Bachelot, la Cina e la Corea del Sud. Le autorità sanitarie di Seoul hanno comunicato oggi che il contagio è stato accertato su una suora di 51 anni tornata di recente da un viaggio in Messico e ricoverata in isolamento da martedì.

In Cina, in un albergo di Hong Kong, il Metropark Hotel, circa trecento persone, tra ospiti e dipendenti, sono state messe sotto osservazione, dopo che è risultato positivo al test dell'AH1N1 un giovane messicano arrivato due giorni fa su un aereo proveniente da Città del Messico e che aveva fatto scalo a Shanghai. Il Governo cinese ha confermato che per una settimana verranno tenute sotto controllo le persone presenti nell'albergo e ha chiesto a quanti si trovavano sullo stesso aereo di presentarsi alle autorità sanitarie per controlli. Al tempo stesso, il Governo ha annunciato la sospensione dei voli da e per il Messico.

Al momento, non vi sono invece conferme di contagi in India. Nel Ram Manohar Lohia Hospital di New Delhi sono sotto osservazione due persone, un giovane di 25 anni di Ghaziabad, nell'Uttar Pradesh, tornato dal Texas il 19 aprile, e un cittadino britannico di 35 anni. Altre tre persone, una donna di 30 anni, il suo bambino di 20 mesi e un turista americano, erano stati messi in osservazione nello stesso ospedale e poi dimessi.

L'Oms non ritiene, al momento, di sconsigliare i viaggi, ma alcune tra le principali compagnie aree mondiali hanno deciso di limitare i voli verso il Messico. Le statunitensi Continental e United hanno già annunciato una contrazione a partire da lunedì, mentre la U.S. Airways taglierà i voli del 38 per cento fino al primo luglio. Misure simili sono state adottate da Air Canada, che ha sospeso la tratta verso Cancún e Puerto Vallarta. Anche la spagnola Air Europa ha fermato i voli charter per il Messico, mentre la tedesca Lufthansa, che sta studiando misure per ridurre i voli, ha deciso di far salire medici a bordo dei propri aerei.



(©L'Osservatore Romano - 2-3 maggio 2009)
rondine0.
00domenica 3 maggio 2009 12:44
Preghiamo per i nostri bambini...
Cattolico_Romano
00mercoledì 6 maggio 2009 07:56
  Attuato un dispositivo speciale d'emergenza contro l'influenza A

Caritas Messico in aiuto della popolazione


Città del Messico, 5. Caritas Messico ha avviato un dispositivo speciale di emergenza per mobilitare tutte le strutture diocesane a dare una risposta urgente alle comunità più vulnerabili di fronte all'epidemia di influenza a.
La commissione pastorale sociale-Caritas messicana, oltre a essere in contatto e a sostenere la Caritas della zona metropolitana di Città del Messico - dove duecentocinquantanove dispensari parrocchiali e sedici ospedali di istituti religiosi stanno assistendo la popolazione e collaborando con le autorità sanitarie per rispondere all'epidemia - è particolarmente vicina alla Caritas di San Luis Potosí, una delle zone in cui si sta confermando il più alto numero di casi del virus ah1n1.
Nella Caritas di San Luis Potosí, oltre all'assistenza ai cittadini messicani, è stato avviato un efficace programma di sostegno ai migranti centroamericani in transito verso gli Stati Uniti.
Caritas Messico, con un comunicato stampa, ha fatto sapere che oltre all'allarme, a causa dell'emergenza sanitaria ed economica, a San Luis Potosí si è diffusa una grande insicurezza perché si sono verificati casi di persone che si presentano come membri o collaboratori di équipe sanitarie e approfittano della fiducia degli abitanti per introdursi nelle loro case e rubarne i beni. La Caritas messicana ha anche ringraziato pubblicamente per le dimostrazioni di solidarietà e di sostegno di cui è oggetto da parte di numerosi istituzioni e di molti privati che si sono messi a disposizione dell'organizzazione per collaborare nella risposta all'emergenza.
Le strutture diocesane della pastorale sociale-Caritas Messico hanno anche iniziato una riflessione congiunta con tutta la Chiesa in Messico volta a promuovere nell'immediato tre linee di azione pastorale.
In primo luogo - si legge nel comunicato della Caritas - c'è la speranza:  "Il Messico non soccomberà. È fiaccato, ma per questo si richiede maggiore responsabilità e una maggiore azione congiunta".
In secondo luogo serve preparazione:  "Cosa possiamo fare per far fronte all'emergenza nei prossimi mesi e nei confronti delle persone più povere?".
In terzo luogo - conclude il comunicato - bisogna promuovere un dialogo nella Chiesa messicana, nella società e con i Governi degli altri Paesi per poter rispondere alle sfide. "Quali saranno le necessità più pressanti? Quali opportunità si presenteranno per costruire un futuro migliore? Cosa abbiamo imparato dall'emergenza e dalla crisi?".



(©L'Osservatore Romano - 6 maggio 2009)
Cattolico_Romano
00mercoledì 27 maggio 2009 18:15
Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità

Tredicimila casi di influenza a nel mondo


Ginevra, 27. Sfiorano quota tredicimila i casi dell'influenza a segnalati nel mondo. Secondo gli ultimi dati forniti dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), 12.954 infezioni sono state segnalate in quarantasei Paesi e il numero dei decessi è a novantadue. In 24 ore, i casi supplementari sono stati 439.
La stragrande maggioranza dei contagi è stata registrata nel Nordamerica, epicentro dell'epidemia. Gli Stati Uniti hanno segnalato il più alto numero di infezioni, con 6.764, di cui dieci letali. In Messico sono stati registrati 4.174 contagi, ottanta dei quali mortali. Seguono il Canada, con 921 infezioni, e il Giappone, con 350 contagi. L'Oms, ricorda l'agenzia di stampa Ansa, prende in considerazione soltanto i casi ufficialmente notificati e confermati in laboratorio.
Nel frattempo si segnala un'impennata dell'influenza a in Gran Bretagna:  nelle ultime ventiquattro ore sono stati registrati quarantasette nuovi casi, quarantaquattro dei quali in una scuola presso Birmingham. "I casi localizzati di influenza a nel Regno Unito - ha detto un portavoce del ministero della Salute britannico - hanno avuto debole intensità, e finora non abbiamo visto prove di ampia trasmissione nelle comunità. La nostra strategia di contenere la diffusione con antivirali sembra aver avuto successo nel contenimento dei sintomi e di ulteriore propagazione. Comunque continuiamo a prepararci alla possibilità di una pandemia".
Oggi si è appreso di un secondo decesso in Canada:  si tratta di un uomo di 44 anni, che viveva a Toronto. È morto nella sua abitazione a causa di un improvviso peggioramento delle sue condizioni. La prima vittima dell'influenza a era stata, alcune settimane fa, una donna che soffriva di altri gravi problemi di salute. Il Canada è stato il Paese più colpito, dopo Stati Uniti e Messico, da questo tipo di influenza, con oltre ottocento casi. Le autorità sanitarie canadesi hanno comunque assicurato che il virus è sotto controllo e che i casi accertati finora nel Paese non sono gravi e facilmente curabili.
Intanto, il Governo di Singapore ha confermato oggi di aver registrato il primo caso di influenza a:  si tratta di una ragazza di ventidue anni, tornata ieri da New York con un volo della Singapore Airlines. Ora la giovane è in ospedale ed è stata messa in quarantena. Nello stesso tempo le autorità sanitarie greche hanno annunciato un terzo caso di influenza, aggiungendo che si stanno vagliando altri quattro casi sospetti. Il ministro della Sanità, Dimitris Avramopoulos, ha detto che il nuovo caso riguarda uno studente di Salonicco, che si trovava in compagnia di un altro studente individuato all'aeroporto di Atene dalle telecamere termiche al suo rientro da Edimburgo. Entrambi, ricoverati, sono fuori pericolo.



(©L'Osservatore Romano - 28 maggio 2009)
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