Insegnamenti degli evangelici scorretti

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Cattolico_Romano
00giovedì 6 novembre 2008 11:13
Sfatiamo anche questa accusa...dal momento che gli evangelici.altervista.org   alla sezione "Cattolicesimo".....    sostengono che s.Agostino NON era un vescovo della attuale Chiesa Cattolica (Roma) e che hanno scritto che Agostino NON conosceva il primato petrino.....leggiamo dalla penna di Agostino che cosa ne pensava, chiediamoglielo a lui.......
Omelia 7:

[Il nome di Pietro è simbolo della Chiesa.]

14. E lo condusse a Gesù. Fissandolo, Gesù disse: Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; tu ti chiamerai Cefa - che vuol dire: Pietro (Gv 1, 42). Non è una gran cosa che il Signore abbia detto a Simone di chi egli era figlio. Che c'è di grande per il Signore? Egli conosceva il nome di tutti i suoi santi, che aveva predestinato prima della creazione del mondo, e ti meravigli che abbia detto ad un uomo: Tu sei il figlio del tale, e ti chiamerai con il tal nome? E' una gran cosa che gli abbia mutato nome, e di Simone abbia fatto Pietro? Pietro deriva da pietra, e la pietra è la Chiesa: nel nome di Pietro, dunque, era raffigurata la Chiesa. Chi è più sicuro di colui che costruisce sulla pietra? Il Signore stesso lo dice: Chiunque ascolta queste parole che io vado dicendo e le mette in pratica, può paragonarsi ad un uomo accorto che ha costruito la sua casa sulla pietra (cioè, non cede alle tentazioni); è caduta la pioggia, son scesi i torrenti, hanno soffiato i venti e si sono scatenati contro quella casa, ed essa non è crollata; perché era stata costruita sulla pietra. Invece, chi ascolta le mie parole e non le mette in pratica (e qui ognuno di noi ha di che temere e stare in guardia), può essere paragonato a un uomo insensato che ha costruito la sua casa sulla sabbia; è caduta la pioggia, son scesi i torrenti, hanno soffiato i venti, e si sono abbattuti contro quella casa, ed essa è crollata; e grande è stata la sua rovina (Mt 7, 24-27). A che giova entrare nella Chiesa quando si vuol costruire sulla sabbia? Poiché ascoltando e non facendo, uno costruisce sulla sabbia.

Chi non ascolta non costruisce; chi, invece, ascolta costruisce. L'importante è sapere su che cosa. Chi ascolta e fa, costruisce sulla pietra; chi ascolta e non fa, sulla sabbia. Ci sono due modi di costruire: sulla pietra e sulla sabbia. Che sarà dunque di coloro che non ascoltano? Non corrono alcun rischio? Non corrono alcun rischio perché non costruiscono nulla? Sono nudi sotto la pioggia, esposti ai venti, ai torrenti; quando questi sopraggiungono, se li portano via, prima ancora di abbattere la casa. C'è quindi una sola sicurezza: costruire e costruire sulla pietra. Se pensi di ascoltare senza mettere in pratica, costruisci, ma costruisci per la rovina: quando verrà la prova, abbatterà la casa, e assieme ad essa travolgerà anche te. Se nemmeno ascolti, ti troverai indifeso di fronte alla prova, che ti abbatterà. Ascolta, dunque, e metti in pratica: è l'unica soluzione. Quanti che ascoltano e non mettono in pratica, forse oggi sono stati trascinati dalla corrente di questa festa! Siccome ascoltano e non mettono in pratica, è sopraggiunta questa ricorrenza annuale come un torrente, che via via si è ingrossato: esso è destinato a scorrere via e a rimanere secco; ma guai a quelli che si son lasciati travolgere! Sappia quindi la vostra Carità che chi ascolta e non mette in pratica, non costruisce sulla pietra, e non appartiene a quel grande nome cui il Signore attribuisce tanta importanza. Egli volle richiamare la tua attenzione. Infatti, se Pietro avesse già avuto prima questo nome, non avresti colto il mistero della pietra e potresti pensare che egli si chiamasse così per caso, non per divina provvidenza. Per questo il Signore volle che prima si chiamasse diversamente, affinché dal cambiamento stesso del nome risaltasse luminosamente il suo disegno.

Cattolico_Romano
00giovedì 6 novembre 2008 11:17
Amici.....chiariamo un attimo la posizione di s.Agostino e comprenderemo con QUALE MENZOGNA certi evangelici insegnano........
nel sito di evangelici.altervista.org alla sezione cattolicesimo scrivono:

Quando parliamo di CATTOLICESIMO ANTICO non dobbiamo avere in mente il cattolicesimo romano che noi oggi conosciamo; il cattolicesimo romano è un processo evolutivo continuo. Qualcuno ha giustamente detto che se, per esempio, si potesse chiedere ad Agostino di Ippona (450 d.C.): A quale chiesa appartieni? Lui non avrebbe certamente risposto: Alla chiesa cattolica apostolica romana.

Questo, perché non esisteva ancora la chiesa cattolica romana così come noi la conosciamo. Agostino nel V° secolo non conosceva la pratica della confessione, la teologia mariana, il primato romano, il papato non esisteva ancora; non esistevano tutti quei dogmi che si sono sviluppati col tempo dopo Agostino. Perciò lui avrebbe risposto: « Io appartengo alla Chiesa ». C'è chi sostiene giustamente che i primi cosiddetti Padri (2) della chiesa non soltanto non erano cattolici romani, ma certamente non aderirebbero oggi alla chiesa romana. Su che base si fonda una tale affermazione? Dalle dichiarazioni dei Padri contenute nei loro scritti emerge la loro teologia. Dal confronto tra gli scritti dei Padri e il credo della chiesa cattolica romana risulta evidente una differente teologia. Benché si vorrebbe sostenere una certa continuità tra gli scritti dei Padri e la chiesa cattolica romana, di fatto le due teologia non sono in armonia. Gli scritti dei Padri della chiesa sono patrimonio comune di tutti, nessuno può vantarne il monopolio; non sono certo la regola di fede dei cristiani, la loro teologia può essere condivisa o rigettata sulla base dell'insegnamento neotestamentario. La vera tradizione è quella che risale a Gesù e agli apostoli, contenuta nei libri del NT (cf 1 Corinzi 11:2,23; Giuda v.3), accolta da tutti gli uomini di fede che nei secoli hanno amato il Signore....

........

.....bè....se non altro ora sappiamo le MENZOGNE CHE CIRCOLANO........"qualcuno ha detto"....ma chi l'ha detto? dove sta la possibilità di fare un confronto? bel modo di essere credibili.....e intanto ingannano e seminano zizzania.....

Come avrete potuto notare, se avete letto i testi che ogni tanto inseriamo.... s.Agostino non solo cita LA CHIESA CATTOLICA, ma sapeva benissimo chi erano quei vescovi con i quali si sente COLLEGA NEL MINISTERO.....se la Chiesa di allora NON era quella che oggi Roma rappresenta....qual'era quella Chiesa a cui Agostino fa riferimento?

veniamo ai particolari il testo dice:

non conosceva la pratica della confessione, la teologia mariana, il primato romano, il papato non esisteva ancora...

.....

Intanto Agostino, nel suo Libro " LA VERA RELIGIONE " scriveva:

6. 10. La Chiesa cattolica, diffusa saldamente ed ampiamente per tutta la terra, si serve di tutti gli erranti per i propri fini e per farli redimere, se vorranno svegliarsi. Si serve infatti dei gentili come terreno di proselitismo, degli eretici a riprova della propria dottrina, degli scismatici a dimostrazione della propria stabilità, dei Giudei come termine di confronto per la propria eccellenza. Pertanto invita i primi ed esclude i secondi, abbandona gli altri ed oltrepassa gli ultimi; a tutti comunque dà la possibilità di partecipare alla grazia di Dio, sia che si tratti ancora di formare o di correggere, sia che si tratti di recuperare o di accogliere.....

.......

Quale Chiesa Cattolica, se per gli Evangelici non era quella oggi rappresentata da Roma.....era "diffusa su tutta la terra" ai tempi di Agostino? , sappiamo benissimo CHE DI CHIESA CATTOLICA ve ne è UNA SOLA e che il termine ROMANA le fu dato dalla Chiesa Anglicana per differenziarsi da Roma......

Vi rammento che ai tempi di Lutero i Padri della Chiesa VENNERO MESSI AL BANDO DAI PROTESTANTI.....non si poteva più citarli nei confronti dottrinali...Zwingli PROIBI' I RIFERIMENTI AI PADRI.......sostenendo che per parlare di dottrine bastava "solo la Scrittura"......Ma ben presto gli stessi studiosi e pastori protestanti si resero conto che NON SI POTEVANO CANCELLARE i lavori dei Padri....e non pochi iniziarono ad usarli per un proprio tornaconto, si iniziarono a "studiare i Padri" tentando DI ESTRAPOLARE tutto quanto potesse far comodo a loro......I PENTECOSTALI DELLA PRIMA ORA come i grandi Predicatori MAI CITARONO I PADRI.....gli stessi evangelici soltanto da una ventina d'anni li hanno presi a rileggere per poter anch'essi estrapolare quanto potesse tornare utile alle loro dottrine......

Se questa è onestà.....no comment.....

Dottrina sulla Confessione.......leggiamo un accenno sulle "QUESTIONI DISPUTATE".....è un indice.....e leggiamo:

26. - LA DIVERSITÀ DEI PECCATI

Alcuni sono peccati di debolezza, altri di inavvertenza, altri di malizia. La debolezza è contraria alla fortezza, l’inavvertenza alla sapienza, la malizia alla bontà. Chi è in grado di conoscere cos’è la potenza e la sapienza di Dio 1 può discernere quali sono i peccati veniali; chi è in grado di conoscere cos’è la bontà di Dio può valutare quali peccati meritano una determinata pena sia in terra che nel secolo futuro. E dopo aver ben valutato tutto ciò, si può giudicare, con probabilità, chi non deve essere sottoposto alla penitenza luttuosa e lacrimevole, sebbene confessi i suoi peccati, e chi invece non può sperare salvezza, a meno che non offra a Dio come sacrificio uno spirito contrito dalla penitenza.........

********

Qualcuno dica agli Evangelici che Agostino CONOSCEVA  la pratica della confessione tanto da RICONOSCERE LA QUESTIONE DEI PECCATI VENIALI......e riconosce in quelle due righe IL PURGATORIO......

Riguardo alla teologia mariana...ne parlammo....S.Agostino non ne parla in termini che conosciamo oggi semplicemente perchè all'epoca NON CE N'ERA ANCORA BISOGNO, tuttavia......l'ha dove si rese necessario, Agostino ne parlò.....
La questione mariana con s.Agostino fu proprio INGARBUGLIATA dai protestanti che usarono la questione PELAGIANA per sostenere che s.Agostino disse che anche Maria era nata con il peccato......in verità Agostino NON solo non lo disse, ma ciò che scrisse era per chiarire l'errore Pelagiano che faceva DI MARIA UNA DEA....sostenendo che nascendo Maria senza peccato visse senza peccato CON LA SUA SOLA FORZA....QUESTO CONTESTO' S,AGOSTINO.......infatti se avrete la paziienza di leggere dal collegamento inserito, forse comprenderete.....
".......

Di fronte alla difficoltà di Pelagio risponde riconfermando la sua tesi e facendo una eccezione per Maria. Nessuno, neppure i santi, vive su questa terra senza peccato, per quanto lieve; e se tutti i santi nominati da Pelagio fossero qui presenti e li potessimo interrogare, certamente ci ripeterebbero le parole di Giovanni: Se dicessimo di essere senza peccato mentiremmo e faremmo menzognero lui, il Cristo (1 Gv 1, 8-10).

In questa tesi così generale, che Agostino conferma di fronte alla provocazione di Pelagio, viene esclusa una sola persona umana, Maria. Eccetto dunque la Beata Vergine Maria, di cui non vuole in alcun modo discutere quando si tratta di peccato. L'eccezione è chiara; qual è la motivazione per questa eccezione? Una sola, quella cristologica: propter honorem Domini, per onore del Signore.

.........
Agostino, dunque.....parlò di Maria IN TERMINI CRISTOLOGICI......

Infine...il papato e il riconoscimento del Vescovo di Roma.....
Partiamo da un fatto....IN QUASI TUTTE LE LETTERE DI AGOSTINO si fa rimento alla CHIESA CATTOLICA  e si citano i vescovi.......qualche evangelico sa dire di quale Chiesa stiamo parlando se non è quella che Roma oggi rappresenta?
Ora leggiamo prima questa lettera
(il corsivo è la lettera di Papa Innocenzo che Agostino riporta nel suo discorso contro i Pelagiani)

Scritta il 27 gennaio 417.

Il Papa Innocenzo risponde ai Padri del concilio Milevitano, lodandoli d'aver voluto deferire all'autorità suprema del Romano Pontefice (n. 2) le definizioni e le sanzioni prese contro l'eresia pelagiana, i suoi autori e i suoi seguaci; conferma la sentenza di scomunica contro gli eretici i quali sono da ricevere nella Chiesa qualora si ravvedano (nn. 1, 6, 7) e ribadisce la dottrina della grazia (n. 3), affermata da tutta la Sacra Scrittura (n. 4), e la necessità del battesimo per i bambini, affinché ottengano la vita eterna (n. 5).

INNOCENZO AL PRIMATE SILVANO, A VALENTINO E A TUTTI GLI ALTRI DILETTISSIMI FRATELLI CHE HAN PRESO PARTE AL CONCILIO MILEVITANO, SALUTE NEL SIGNORE

Atteggiamento della Chiesa verso gli eretici.

1. In mezzo a tutte le altre occupazioni della Chiesa Romana e della Sede Apostolica con cui trattiamo, in base a moderato e fedele esame, i quesiti rivoltici da diverse parti, Giulio, nostro fratello e collega nell'episcopato, mi ha recapitato inaspettatamente, insieme con una lettera del concilio di Cartagine sulla medesima questione, la lettera della vostra Carità che m'avete inviata dal concilio di Milevi, mossi da zelo più ardente per l'integrità della fede. E, naturalmente, una gran gioia per la Chiesa che i pastori manifestino tanta sollecitudine per il gregge affidato alle loro cure: essi non solo non lasciano che alcuna delle loro pecorelle si smarrisca nell'errore, ma se qualcuna di esse, sedotta dalla dolcezza d'un pascolo funesto, perisse nell'errore, o la allontanano completamente dal gregge oppure, qualora esse evitino ciò cui qualche tempo prima aspiravano illecitamente, le proteggono con la circospezione usata nella primitiva sorveglianza, provvedendo cioè per un verso ad evitare che, nel riaccoglierle in seno alla Chiesa, tutte le altre siano sedotte dal loro esempio e per un altro verso a non respingerle qualora vogliano ritornare, per non esporle agli assalti rabbiosi dei lupi. L'averci consultato è un atto molto prudente e improntato pienamente alla fede cattolica. Chi mai infatti potrebbe sopportare chi erra e non accogliere di nuovo chi si corregge? Orbene, come stimo che sia impudenza mostrarsi conniventi con chi pecca,, così giudico empietà rifiutare l'aiuto ai convertiti.

...........
Ed ora leggiamo Agostino come si esprime SUL CLERO ROMANO:

2. 4. La smettano dunque i pelagiani di rinfacciare ai cattolici d'essere quello che non sono, ma essi stessi piuttosto si affrettino ad emendare quello che sono, né vogliano passare per amabili con l'avversare l'odioso errore dei manichei, ma riconoscano d'essere meritamente odiosi per non rivoltarsi contro il proprio errore. Possono infatti i due errori essere contrari tra loro, ma sono da detestare ambedue, perché sono ambedue contrari alla verità. Infatti, se la ragione di dover amare i pelagiani fosse che costoro odiano i manichei, anche i manichei sarebbero da amare perché odiano i pelagiani. Ma non sia mai che la Cattolica, la quale è madre, scelga di amare gli uni perché odiano gli altri, poiché per volontà del Signore e con il suo aiuto deve evitare gli uni e gli altri e desiderare di guarire gli uni e gli altri.

L'accusa di prevaricazione lanciata contro il clero romano dai pelagiani.

3. 5. Costoro attaccano per giunta i chierici romani scrivendo: "Per paura di un editto non si vergognarono di commettere un crimine di tradimento, così da dichiarare successivamente che la natura umana è cattiva, contro la propria precedente sentenza con la quale avevano sostenuto in giudizio il dogma cattolico".

CLICCATE QUI PER IL LIBRO SECONDO......

Scusate amici...mi sono accorta che il sito augustinus ha cambiato veste e quindi sto notando che anche i collegamenti sono cambiati......
La famosa Lettera di Papa Innocenzo RIPORTATA DA AGOSTINO......contro le eresie Pelagiane...e che ho citato al messaggio sopra, la trovate intera cliccando qui:
......

......

Se queste sono parole di un vescovo CHE NON CONOSCEVA LA CHIESA CATTOLICA, oggi, chiamata ROMANA da dopo la nasciata della Chiesa Anglicana.......bè che dire?......è come chiedere ad un cieco dalla nascita.... di spiegarci di che colore è il latte.....(e chiedo scusa al cieco....)

E quando Agostino appoggiava IL CANONE BIBLICO ATTUALE.......PARLANDO DI CHIESE..A QUALE CHIESE SI RIFERIVA CHE USANO ed usavano.... LA LXX??




Cattolico_Romano
00giovedì 6 novembre 2008 11:18
chiariamo un altra BUGIA ed insegnamento scorretto contro i cattolici......Gli Evangelici dicono "I Cattolici hanno tolto un Comandamento dal Decalogo"....quello sulle IMMAGINI......
E da dove l'avrebbe tolto la Chiesa dalla Bibbia?...non ci risulta.....e chiunque di voi può controllare....l'ha tolto dal Catechismo Cattolico? manco per sogno, cliccate qui se non avete un Catechismo a casa (ma compratevelo, non costa molto.... e può anche essere scaricato da internet....SCARICA IL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA)
e leggiamo:

SEZIONE SECONDA: I DIECI COMANDAMENTI

In sintesi

CAPITOLO PRIMO: « AMERAI IL SIGNORE DIO TUO CON TUTTO IL TUO CUORE, CON TUTTA LA TUA ANIMA E CON TUTTA LA TUA MENTE »

Articolo 1: Il primo comandamento

I. « Adorerai il Signore Dio tuo e lo servirai »
II. « A lui solo rendi culto »
III. « Non avrai altri dèi di fronte a me »
IV. « Non ti farai alcuna immagine scolpita... »
In sintesi

Articolo 2: Il secondo comandamento

I. Il nome del Signore è santo
II. Il nome di Dio pronunciato invano
III. Il nome cristiano
In sintesi

..........

avete letto qui? IV. « Non ti farai alcuna immagine scolpita... »

Ma molti evangelici dicono: "...che c'entra, nei libri di scuola è stato tolto perchè il decalogo E' DIMEZZATO".....

LIBRI DI SCUOLA???.....ma perchè NOI a scuola facciamo CATECHISMO??

Come leggiamo dunque.....nella Bibbia usata dalla Chiesa Cattolica i Comandamenti ci sono TUTTI...e nel Catechismo della Chiesa Cattolica i Comandamenti ci sono tutti.....

Dove sta la  malafede di alcuni Evangelici? Che tu glielo dici e glielo fai notare...e loro non rispondendo NULLA....se li rincontrate dopo un mese RITORNANO NUOVAMENTE A FARTI QUESTA ACCUSA..........hanno le prove sotto gli occhi, tu glielo dimostri, ma loro insistono con questa scorrettezza.....

Visto che siamo partiti citando  S.Agostino.... leggiamo cosa credeva la Chiesa che all'epoca Agostino RAPPRESENTAVA.....

La Città di Dio - LIBRO 08

Agostino qui sta parlando della filosofia...e parla di tale Ermes che giustamente CRITICA i riti egiziani definendoli IDOLATRICI.....in questa occasione il vescovo spiega LA DIFFERENZA DEL CULTO CRISTIANO.... e ......

23. 2. In seguito Ermes sviluppa ampiamente questo argomento, nel quale, come appare, predice il tempo in cui la religione cristiana tanto più efficacemente e liberamente, quanto è più veracemente santa, abbatterà tutte le fallaci finzioni per liberare, con la vera grazia del Salvatore, l'uomo dagli dèi creati dall'uomo e per renderlo sottomesso a quel Dio da cui è stato creato l'uomo. Ma Ermes, quando predice questi eventi, parla come sostenitore delle mistificazioni dei demoni e non parla esplicitamente della religione cristiana ma fa capire che sarebbero definitivamente eliminati i riti mediante la cui osservanza veniva conservata in Egitto la somiglianza col cielo. Quindi deplorando tali futuri avvenimenti li previene per così dire con un triste presentimento. Era uno di quelli, di cui parla l'Apostolo, che pur conoscendo Dio, non gli hanno dato lode e ringraziamento come a Dio ma si sono smarriti nei propri pensieri e si è accecato il loro cuore sciocco, perché ritenendo di esser sapienti sono divenuti stolti e hanno sostituito la gloria del Dio fuori della materia con la raffigurazione dell'uomo soggetto alla materia 73. Si aggiungano gli altri concetti che sarebbe lungo citare. Ermes infatti esprime secondo verità molte idee sull'unico vero Dio creatore del mondo. Non so proprio quindi come per l'accecamento del cuore decade al punto da volere che gli uomini siano sottomessi per sempre a dèi che per sua confessione sono stati fatti dagli uomini e deplori che nell'avvenire vengano aboliti quei riti, quasi che ci sia un essere più disgraziato dell'uomo se lo signoreggiano le proprie invenzioni. Al contrario è più verosimile che nell'adorare dèi che ha prodotto, egli stesso cessi di essere uomo, anziché diventino dèi mediante la sua adorazione esseri che ha prodotto l'uomo. Avviene infatti più facilmente che l'uomo, sebbene più perfetto, si adegui alle bestie 74 perché non usa l'intelligenza, anziché un'opera dell'uomo sia considerata superiore all'opera di Dio fatta a sua immagine, cioè l'uomo stesso. Pertanto l'uomo fa defezione da chi lo ha fatto quando fa superiore a sé ciò che egli ha fatto.

...ma non si converte.
23. 3. L'egiziano Ermes provava nostalgia per i riti falsi, ingannevoli, funesti e sacrileghi perché sapeva che sarebbe giunto un tempo in cui sarebbero stati aboliti, ma si rattristava da impudente perché da insensato ne era venuto a conoscenza. Infatti non glielo aveva rivelato lo Spirito Santo come ai santi profeti, i quali, prevedendo questi eventi, dicevano con esultanza: Se l'uomo farà degli dèi, essi non sono dèi 75, e in un altro passo: Sarà in quel giorno, dice il Signore, e io farò scomparire dalla terra i nomi degli idoli e non se ne avrà il ricordo 76. E proprio dell'Egitto, per quanto attiene all'argomento, dice il profeta Isaia: E saranno allontanati gli idoli dell'Egitto dal suo territorio e il cuore degli Egiziani proverà lo smarrimento 77. E così via. Simili ai profeti erano gli individui i quali godevano perché era venuto colui che essi sapevano sarebbe venuto, come Simeone e Anna che riconobbero Gesù appena nato 78, come Elisabetta la quale avvertì che era concepito nello Spirito 79, come Pietro che per rivelazione del Padre dice: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivo 80. All'Egiziano invece indicarono che sarebbero venuti i tempi della loro rovina quegli spiriti i quali tremando dissero anche al Signore presente nel mondo: Perché sei venuto a mandarci in rovina prima del tempo? 81. Forse fu per loro un fatto improvviso perché ritenevano che dovesse avvenire, sì ma più tardi, oppure affermavano che era per loro una rovina il fatto che una volta smascherati venivano disprezzati. E questo era prima del tempo, cioè prima del tempo del giudizio nel quale devono essere puniti assieme anche a tutti gli uomini che sono loro legati. Parla in tal senso la religione che non inganna e non s'inganna a differenza di Ermes che, sbattuto per così dire di qua e di là da ogni vento di dottrina 82 e mischiando vero e falso, si rattrista che una religione divina possa cessare e poi ammette che è un errore.

........
ATTENZIONE ORA A CIò CHE AGOSTINO DICE:

Il culto dei martiri nel profetismo ermetico.
26. 1. Ma si deve esaminare il significato di alcune parole di Ermes l'egiziano, quando si rammarica per l'avvento di un tempo nel quale sarebbero state abolite dall'Egitto le pratiche che, come egli stesso riconosce, erano state istituite da individui caduti in un grave errore, miscredenti e lontani dal culto della religione divina. Dice fra l'altro: Allora questa terra, sede santa di luoghi sacri e templi sarà piena di sepolcri e di morti 91. Sembrerebbe quasi che se quelle pratiche non fossero abolite, gli uomini non sarebbero più morti ovvero che i cadaveri si dovessero riporre altrove che sottoterra. Ovviamente quanto più tempo e giorni fossero trascorsi, tanto maggiore sarebbe stato il numero dei sepolcri a causa del maggior numero dei cadaveri. Ma, a me sembra, egli si rammarica che le tombe dei nostri martiri sostituiscano i loro templi e luoghi sacri. Così coloro che leggono con animo empiamente maldisposto verso di noi possono pensare che dai pagani furono venerati gli dèi nei templi, da noi sono venerati i cadaveri nei sepolcri. Gli uomini miscredenti a causa di una grande cecità vanno a sbattere, per così dire, contro i monti e non vogliono vedere cose che colpiscono la loro vista, al punto da non riflettere che in tutta la letteratura pagana non si trovano o a malapena si trovano dèi che non fossero uomini, ai quali dopo morte furono riservati onori divini. Tralascio che secondo Varrone tutti i morti sono da loro considerati dèi mani 92. Lo prova mediante i misteri che sono celebrati quasi esclusivamente per i morti. Fra di essi ricorda gli spettacoli funebri quasi ad indicare che il più grande indizio della divinità è il fatto che abitualmente gli spettacoli si celebrano soltanto in onore delle divinità.

........
 

Il culto dei santi nel cristianesimo...


27. 1. Comunque noi cristiani non istituiamo per i martiri templi, sacerdozio, misteri e sacrifici perché non essi ma il loro Dio è Dio per noi. Veneriamo, è vero, le loro tombe, in quanto furono uomini di Dio e combatterono fino alla morte fisica per la verità affinché fosse riconosciuta la vera religione nella confutazione delle false dovute alla leggenda. Se alcuni prima del cristianesimo la pensavano così, stavano zitti per timore. Nessuno dei fedeli ha però udito mai che il sacerdote in piedi all'altare, anche se eretto sul corpo di un martire a onore e adorazione di Dio, abbia detto nelle preghiere: "Ti offro il sacrificio, o Pietro, o Paolo, o Cipriano". Sulle loro tombe si offre il sacrificio a Dio che li ha resi uomini e martiri e li ha associati ai suoi angeli nella gloria del cielo. Quindi con quel rito noi ringraziamo il vero Dio per le loro vittorie, ci sproniamo alla imitazione di tali trionfi invocando l'aiuto di lui nel ridestare il loro ricordo. Quindi tutti gli atti di venerazione dei devoti nei sepolcri dei martiri sono decoro delle tombe, non misteri o sacrifici a morti come a dèi. Alcuni vi recano anche il proprio cibo. I cristiani migliori non lo fanno e in molte regioni non esiste questa usanza. Tuttavia quelli che lo fanno, dopo averlo collocato vicino, pregano e poi lo portano via per cibarsene e per offrirne anche ai bisognosi e intendono che il cibo venga santificato per loro mediante i meriti dei martiri nel nome del Signore dei martiri. Chi conosce l'unico sacrificio dei cristiani, che si offre anche sulle tombe, sa che questi non sono sacrifici per i martiri.

..........

Visto che gli Evangelici sostengono che s.Agostino NON sarebbe stato un vescovo della Chiesa Cattolica Romana....e poichè però LO USANO  perchè sostengono che i loro scritti (dei Padri) E' UN PATRIMONIO comune a tutti....sarebbe il caso che qualcuno faccia leggere a loro ciò che questa Chiesa insegnava ed ancora insegna.....

Cattolico_Romano
00giovedì 6 novembre 2008 11:19
 
....e sempre in riferimento al messaggio di apertura, cioè, al riferimento della falsità che insegnano gli evangelici dicendo che S.Agostino NON conocseva il "primato del Papa"....leggiamo dempre da S.Agostino la smentita......
Sant'Agostino - Gli atti di Pelagio - Libro
di Pelagio nel Concilio palestinese che lo assolse. 1. 1. Dopo che nelle nostre mani, o santo papa Aurelio, sono giunti gli Atti ecclesiastici, nei quali Pelagio ...
che cosa leggiamo qui che è accaduto?
Che Pelagio al Concilio Palestinese venne ASSOLTO dalle accuse che altri gli mossero.....nelle mani di Agostino vengono raccolti gli...ATTI ECCLESIASTICI (Agostino li chiama così) perchè li esamini attentamente....e infatti Pelagio in un secondo riscontro verrà invece confermato nell'accusa di eresia......
Tutto questo ci dimostra il lavorio della Chiesa e dei VESCOVI......e ciò che a noi interessa è il riferimento di Agostino che scrive:
Dopo che nelle nostre mani, o santo papa Aurelio, sono giunti gli Atti ecclesiastici, nei quali Pelagio è stato dichiarato cattolico dai quattordici vescovi della provincia della Palestina, è terminata la mia esitazione per la quale non mi decidevo ad esaminare in maniera un poco più ampia e libera la sua stessa autodifesa. ...
....
S.Agostino legge gli Atti del Concilio dove si legge:
La sentenza del Concilio.

20. 44. Il Sinodo disse: " Poiché è stata data ora soddisfazione a noi con le spiegazioni del monaco Pelagio qui presente, il quale da una parte assentisce ai pii insegnamenti della Chiesa e dall'altra smentisce e anatematizza le affermazioni contrarie alla fede della Chiesa, noi dichiariamo che egli è nella comunione ecclesiastica e cattolica ".....

....

Ma Agostino rimane perplesso e NON si convince ed inizia la sua stesura per confutare le eresie pelagiane.....riuscendo a dare ragione alle sue dimostrazioni...il seguito leggetevelo.....a noi interessava dimostrare che Agostino era un vescovo CATTOLICO-ROMANO....

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