L'Anno sacerdotale un tempo di rinnovamento interiore

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Cattolico_Romano
00mercoledì 27 maggio 2009 09:06
  Lettera della Congregazione per il Clero a tutti i vescovi

L'Anno sacerdotale un tempo di rinnovamento interiore




L'Anno sacerdotale in programma dal 19 giugno 2009 al 19 giugno 2010 sarà l'occasione per "riscoprire la bellezza e l'importanza del sacerdozio e dei singoli ordinati", con una particolare attenzione "all'indispensabile e prioritaria promozione delle vocazioni al ministero ordinato". È l'auspicio contenuto nella lettera inviata dalla Congregazione per il Clero a tutti i vescovi del mondo.

Il Papa, lo scorso 16 marzo, durante l'assemblea plenaria del dicastero, aveva annunciato l'evento ecclesiale sottolineando la necessità di "una tensione verso la perfezione morale, che deve abitare ogni cuore autenticamente sacerdotale". L'indizione dell'Anno sacerdotale si inserisce, pertanto, in questa ricerca della "perfezione spirituale dalla quale soprattutto dipende l'efficacia del loro ministero". Esso avrà inizio nella solennità del Sacro Cuore di Gesù, giornata della santificazione sacerdotale, nella basilica di San Pietro, con la celebrazione dei vespri presieduti dal Pontefice. L'Anno giubilare coincide con il 150° della morte di san Giovanni Maria Vianney, "vero esempio di pastore a servizio del gregge di Cristo". Per sottolineare questa ricorrenza, durante le celebrazioni di apertura, la reliquia del santo verrà portata a Roma dal vescovo di Belley-Ars e il curato verrà proclamato dal Pontefice "patrono di tutti i sacerdoti del mondo". 

Altra iniziativa in programma è la pubblicazione del Direttorio per i confessori e i direttori spirituali, insieme con una raccolta di testi del Pontefice sui temi essenziali della vita e della missione sacerdotale nell'epoca attuale. Il tema scelto per l'Anno giubilare è "Fedeltà di Cristo, fedeltà del sacerdote", a indicare "il primato assoluto della grazia, "Noi amiamo perché Egli ci ha amato per primo" (1 Giovanni 4,19) e, nel contempo, l'indispensabile cordiale adesione della libertà amante, memori che il nome dell'amore, nel tempo, è:  "fedeltà!"".

Per la buona riuscita dell'evento ecclesiale, il Papa ha affidato alla Congregazione per il Clero, d'intesa con i vescovi diocesani e i superiori degli istituti religiosi, il compito di "promuovere e coordinare le varie iniziative spirituali e pastorali che appariranno utili a far percepire sempre più l'importanza del ruolo e della missione del sacerdote nella Chiesa e nella società contemporanea". La lettera, a firma del cardinale Cláudio Hummes, prefetto della Congregazione, e dell'arcivescovo Mauro Piacenza, segretario, vuole essere un invito a celebrare l'Anno sacerdotale in ogni diocesi, premettendo un'adeguata preparazione e sollecitando iniziative e incontri, che risveglino l'attenzione del clero e dei fedeli al valore del ministero ordinato. In particolare, i vescovi di ogni parte del mondo sono invitati a unirsi il 19 giugno alla recita dei vespri presieduti dal Papa, promuovendo analoghe celebrazioni in ogni cattedrale o santuario o chiesa significativa della diocesi, coinvolgendo sacerdoti e fedeli.

Allo stesso modo, il dicastero esorta a coinvolgere nelle iniziative le parrocchie, i luoghi di formazione sacerdotale, le associazioni, i movimenti, le scuole cattoliche, i monasteri, gli istituti di vita consacrata e ogni realtà ecclesiale che, "secondo la propria condizione e il proprio carisma, possono offrire un valido contributo all'Anno sacerdotale". Occorre, cioè, sensibilizzare "tutto il popolo santo di Dio:  i consacrati e le consacrate, le famiglie cristiane, i sofferenti e, soprattutto, i giovani così sensibili ai grandi ideali, vissuti con autentico slancio e costante fedeltà".

L'Anno sarà occasione privilegiata per un "approfondimento teologico-spirituale e di missione pastorale - si legge nel testo -, feconda innanzitutto per gli stessi sacerdoti, chiamati a rinnovare la consapevolezza della propria identità e, per conseguenza, a rinvigorire la tensione missionaria che scaturisce dall'intimità divina, dallo "stare" con il Signore. Fecondità pastorale che si dilata a ogni ambito e persona della Chiesa". Perciò è opportuno "riservare la giusta visibilità attraverso i mass media". Oltre a questo necessario coinvolgimento dei mezzi di comunicazione di massa, la lettera del dicastero consiglia ai presuli di consultare il sito internet (www.clerus.org), dove saranno annunciati gli eventi e offerti sussidi utili per ritiri spirituali, momenti di preghiera, convegni e iniziative pastorali.

Tutto ciò senza perdere di vista che l'Anno sacerdotale è un evento "non spettacolare ma che si vorrebbe fosse vissuto soprattutto come rinnovamento interiore nella riscoperta gioiosa della propria identità, della fraternità del proprio presbiterio, del rapporto sacramentale con il proprio vescovo". In particolare, si raccomanda che "sia curata la "presenza" dei sacerdoti in ogni ambito della missione della Chiesa, anche andando incontro a coloro che, pur battezzati, non sono ancora stati sufficientemente evangelizzati".

L'Anno si concluderà con una Giornata mondiale per i sacerdoti, celebrata con il Papa nella solennità del Sacro Cuore di Gesù del giugno 2010. Solo allora sapremo se l'evento avrà risposto alle attese di Benedetto XVI che, nel discorso di indizione, ha ricordato quanto sia "urgente anche il recupero di quella consapevolezza che spinge i sacerdoti a essere presenti, identificabili e riconoscibili sia per il giudizio di fede, sia per le virtù personali sia anche per l'abito, negli ambiti della cultura e della carità, da sempre al cuore della missione della Chiesa".



(©L'Osservatore Romano - 27 maggio 2009)
Cattolico_Romano
00giovedì 28 maggio 2009 09:06
Lettera del Cardinale Hummes per l'Anno sacerdotale

CITTA' DEL VATICANO, mercoledì, 27 maggio 2009 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito la lettera ai sacerdoti del Cardinale Claudio Hummes, Prefetto della Congregazione per il Clero, in vista dell’Anno loro dedicato, che avrà inizio con la celebrazione dei Vespri, presieduti da Benedetto XVI, nella Basilica Vaticana, nella festa del Sacro Cuore di Gesù, il 19 giugno prossimo.  

* * *

Cari Sacerdoti,

L’Anno Sacerdotale, indetto dal nostro amato Papa Benedetto XVI, per celebrare il 150º anniversario della morte di S. Giovanni Maria Vianney, il Santo Curato D’Ars, è alle porte. Lo aprirà il Santo Padre  il 19 giugno p.v., festa del Sacro Cuore di Gesù e Giornata Mondiale di preghiera per la santificazione dei sacerdoti. L’annunzio di quest’anno speciale ha avuto una ripercussione mondiale positiva, specialmente tra gli stessi sacerdoti. Tutti vogliamo impegnarci, con determinazione, profondità e fervore, affinché sia un anno ampiamente celebrato in tutto il mondo, nelle diocesi, nelle parrocchie, in ogni comunità locale, con il coinvolgimento caloroso del nostro popolo cattolico, che indubbiamente  ama i propri sacerdoti e li vuol vedere felici, santi e gioiosi nel lavoro apostolico quotidiano.

Dovrà essere un anno positivo e propositivo, in cui la Chiesa vuol dire innanzitutto ai sacerdoti, ma anche a tutti i cristiani, alla società mondiale, attraverso i massmedia globali, che è fiera dei suoi sacerdoti, li ama, li venera, li ammira e riconosce con gratitudine il loro lavoro pastorale e la loro testimonianza di vita. Davvero, i sacerdoti sono importanti non solo per ciò che fanno, ma anche per ciò che sono. Al contempo, è vero che alcuni sacerdoti sono talora apparsi coinvolti in  problemi gravi e situazioni delittuose. Ovviamente, bisogna continuare ad investigarli, giudicarli debitamente e punirli. Questi casi, però, riguardano una percentuale molto piccola del clero. Nella stragrande maggioranza i sacerdoti sono persone molto degne, dedicate al ministero, uomini di preghiera e di carità pastorale, che  investono l’intera esistenza nell’attuazione della propria vocazione e missione, spesso con grandi sacrifici personali, ma sempre con amore autentico verso Gesù Cristo, la Chiesa e il popolo, solidali con i poveri e i sofferenti. Perciò, la Chiesa è fiera dei suoi sacerdoti in tutto il mondo.

Quest’anno sia anche un’occasione per un periodo di intenso approfondimento dell’identità sacerdotale, della teologia del sacerdozio cattolico e del senso straordinario della vocazione e della missione dei sacerdoti nella Chiesa e nella società. Ciò richiederà convegni di studio, giornate di riflessione, esercizi spirituali specifici, conferenze e settimane teologiche nelle nostre facoltà ecclesiastiche, ricerche scientifiche e rispettive pubblicazioni.Il Santo Padre, nel discorso d’indizione, durante l’Assemblea Plenaria della Congregazione per il Clero, il 16 marzo u.s., disse che con quest’anno speciale si vuole “favorire questa tensione dei sacerdoti verso la perfezione spirituale dalla quale soprattutto dipende l’efficacia del loro ministero”. Perciò deve essere, in modo molto speciale, un anno di preghiera dei sacerdoti, con i sacerdoti e per i sacerdoti, un anno di rinnovamento della spiritualità del presbiterio e dei singoli presbiteri. In questo contesto, l’Eucaristia si presenta come il centro della spiritualità sacerdotale. L’adorazione eucaristica per la santificazione dei sacerdoti e la maternità spirituale di monache,  donne consacrate e laiche verso i singoli presbiteri, come già proposte, qualche tempo fa, dalla Congregazione per il Clero, potrebbero essere sviluppate con sicuri frutti di santificazione.

Sia anche un anno in cui si prendono in esame le condizioni concrete ed il sostentamento materiale in cui vivono i nostri sacerdoti, alle volte obbligati a situazioni di dura povertà. Sia, al contempo, un anno di celebrazioni religiose e pubbliche, che portino il popolo, le comunità cattoliche locali, a pregare, a meditare, a festeggiare e a prestare  il giusto omaggio ai loro sacerdoti. La festa nella comunità ecclesiale è un’espressione molto cordiale, che esprime e nutre la gioia cristiana, una gioia che sgorga dalla certezza che Dio ci ama e con noi festeggia. Sarà un’opportunità per sviluppare la comunione e l’amicizia dei sacerdoti con la comunità loro affidata.

Molti altri aspetti ed iniziative potrebbero essere nominati per arricchire l’Anno Sacerdotale. Qui dovrà intervenire la giusta creatività delle Chiese locali. Perciò, è bene che ogni Conferenza Episcopale, ogni diocesi ed ogni parrocchia e comunità locale stabilisca, al più presto possibile, un vero e proprio programma per quest’anno speciale. Ovviamente, sarà molto importante cominciare l’anno con un avvenimento significativo. Nello stesso giorno dell’apertura dell’Anno Sacerdotale a Roma con il Santo Padre, il 19 giugno, le Chiese locali sono invitate a partecipare, in qualche modo, alla inaugurazione, magari con un atto liturgico specifico e festivo. Coloro che potranno venire a Roma per l’apertura, vengano senz’altro, per manifestare la propria partecipazione a questa felice iniziativa del Papa. Dio, senza dubbio, benedirà questo impegno con grande amore. E la Vergine Maria, Regina del Clero, pregherà per tutti voi, cari sacerdoti.

 Cardinale Cláudio HummesArcivescovo Emerito di São PauloPrefetto della Congregazione per il Clero
Cattolico_Romano
00martedì 23 giugno 2009 08:05
Cosa si aspettano fedeli, religiosi e presbiteri dall'Anno Sacerdotale?

In migliaia hanno iniziato a pregare per i propri pastori



di Carmen Elena Villa


CITTA' DEL VATICANO, lunedì, 22 giugno 2009 (ZENIT.org).- Rinnovamento per i sacerdoti, unione per tutta la Chiesa che sta pregando in particolare per i suoi pastori... Sono questi alcuni dei frutti che i cattolici si aspettano dall'Anno Sacerdotale, inaugurato da Benedetto XVI il 19 giugno.
Dopo i Vespri nella Basilica di San Pietro, ZENIT ha parlato con alcuni fedeli – religiosi, diaconi e sacerdoti – delle loro aspettative e dei loro propositi per quest'anno.

Futuri presbiteri

Fr. Carlos Ranninger, legionario di Cristo proveniente dalla Spagna, sarà ordinato sacerdote nel mese di dicembre insieme a una cinquantina di compagni. Considera un dono della Provvidenza ricevere questo sacramento proprio nell'Anno Sacerdotale.“Quest'anno rafforzerà la nostra vocazione – ha detto a ZENIT –. Il Papa ci presenta nel Santo Curato d'Ars un modello che ha davvero dato tutta la vita per la sua parrocchia, che ha amato Gesù Cristo in un modo estremamente intimo. E' questo che cerchiamo noi giovani che verremo ordinati in questa generazione”.

“Sappiamo che molta gente pregherà per noi, che molti rifletteranno su cosa sia il sacerdozio e sul ruolo che possiamo svolgere oggi, e questo rappresenta una responsabilità e un dono per ricevere il sacramento dell'ordine, perché sappiamo che Dio vuole donare molte grazie ai sacerdoti e a quanti desiderano sostenere il sacerdozio”, ha aggiunto.

Religiose che pregano per i sacerdoti

L'Anno Sacerdotale sarà anche particolarmente importante per molte comunità religiose, come le suore della Santa Croce, congregazione il cui carisma è la preghiera per la santificazione dei sacerdoti.

Una delle sue suore ha affermato che con questa celebrazione sperano di “fare di più per i sacerdoti, pregare per loro che hanno tanto bisogno della grazia di Dio. Ed essere in comunione con l'invito del Santo Padre”.

Per suor María Leticia, della Comunità del Verbo Incarnato, quest'Anno sarà “un rinnovamento della vita sacerdotale a beneficio di tutta la Chiesa. Abbiamo iniziato l'Anno Sacerdotale come dobbiamo fare sempre, pregando per i sacerdoti che hanno bisogno del sostegno di tutta la comunità ecclesiale”.

Riscoprire la chiamata

Da parte sua padre Paul Marie, della comunità dell'Opera di Gesù Sommo Sacerdote, crede che questo periodo sarà molto positivo per lui e per tutti i suoi confratelli: “Credo che tutti ci aspettiamo moltissimo, specialmente in questo momento difficile in cui i mass media attaccano la nostra immagine sacerdotale e ci sono sacerdoti scoraggiati che spesso si sentono abbandonati”.

“Ma quando ci troviamo davanti al Santissimo, nella festa del Sacro Cuore, ritroviamo noi stessi, si irrobustisce e si fortifica la convinzione che il sacerdote ha la vocazione più bella che sia possibile”.

La preghiera dei laici

L'Anno Sacerdotale sarà un periodo che darà immensi frutti anche per i laici che cercano di ricevere nella loro vita cristiana e nella loro quotidianità il sostegno spirituale dei sacerdoti.

Lo ha detto l'argentino Juan Caballero, sposato e padre di quattro figli: “Ho ricevuto il sacramento del matrimonio grazie a un sacerdote. I miei figli sono stati battezzati da un sacerdote. Tutto ciò che di più bello ha sperimentato la mia famiglia, che è l'unione con l'Eterno attraverso i sacramenti, lo devo ai sacerdoti”.

“Attraverso questi 'altri Cristo' ricevo l'Eucaristia e la Riconciliazione, che mi incoraggiano ad andare avanti nel mio compito di padre e capofamiglia e come professionista – ha concluso –. Mi sono chiesto allora: 'Come potrei non assistere all'inaugurazione dell'Anno Sacerdotale? Come non intensificare in quest'Anno le mie preghiere per quei 'buoni pastori' che danno la vita per le proprie pecore?'”.

Cattolico_Romano
00mercoledì 24 giugno 2009 07:34
Card. O'Malley: nell'Anno Sacerdotale rafforzare l'identità corporativa

Annuncia una campagna di confessioni



BOSTON (Massachusetts, Stati Uniti), martedì, 23 giugno 2009 (ZENIT.org).- L'Arcivescovo di Boston chiede un rinnovamento del sacerdozio attraverso una maggiore vita di preghiera e un senso corporativo dell'identità e della missione.

Il Cardinale Sean O'Malley lo ha affermato durante una convocazione di presbiteri per l'inaugurazione dell'Anno Sacerdotale, alla quale hanno partecipato quasi 400 sacerdoti per preparare l'Anno che segna il 150° anniversario della morte di San Giovanni Maria Vianney, il Santo Curato d'Ars.

Il Cardinale ha sottolineato l'esempio del Santo e il suo operato in una situazione che, “umanamente parlando, sembra impossibile”, caratterizzata da “indifferenza, ostilità, cinismo in un mondo post-rivoluzione francese in cui la cultura era stata rovesciata”.

“In molti modi, lo stato di crisi della Chiesa del suo tempo riecheggia la situazione che questa affronta nel mondo odierno”, ha constatato.“Nella vita di Giovanni Maria Vianney c'erano grandi mentori, sacerdoti santi che hanno aiutato questo chierico dalle capacità limitate. L'incoraggiamento e il buon esempio di questi sacerdoti santi lo posero su una via che portò alla trasformazione sua e della sua parrocchia”, ha aggiunto.Il Cardinale O'Malley ha osservato che mentori di questo tipo sono necessari anche oggi per aiutare i nuovi sacerdoti a comprendere la propria identità, e ha ricordato l'amore di San Giovanni Maria Vianney per coloro che doveva servire, “anche quando non lo apprezzavano, erano totalmente indifferenti o gli si opponevano apertamente”.

“Sapeva istintivamente che il suo compito principale era recuperare le pecorelle perdute, che erano molte di più di quelle salvate”, ha spiegato il Cardinale.

Pastore


“Parte dell'identità di un sacerdote diocesano deve essere l'amore per il suo popolo”, ha proseguito il Cardinale O'Malley. “Non un amore egoista o narcisistico, ma uno che si traduce in un pressante desiderio di aiutare la gente a conoscere Dio e a sperimentare il suo amore”.

“Un desiderio di aiutare la gente a condurre una buona vita che la preparerà per la vita eterna vivendo una vita di fede – ha sottolineato –. La nostra fede non è un pesante fardello, ma un'ala che eleva le persone e porta alla vera felicità”.

Il porporato ha osservato che il celibato sacerdotale “deve saper esprimere il nostro amore pastorale”. “Per un sacerdote diocesano, il celibato significa una paternità speciale, un amore che dona la vita per il nostro popolo”.“Come i padri compiono tanti sacrifici per nutrire, vestire ed educare i loro figli, così il sacerdote, padre spirituale, compie innumerevoli sacrifici per assicurare la salvezza del popolo che Dio gli ha affidato”.

Il porporato ha annunciato una campagna che avrà luogo durante questo Anno Sacerdotale, chiamata “Leaving the Lights On” (Lasciare le luci accese), che includerà confessioni il mercoledì sera durante l'Avvento e la Quaresima e un programma promozionale per preparare alla riconciliazione.L'iniziativa “incoraggerà il nostro popolo cattolico a rimettersi in contatto con questo sacramento della misericordia di Dio”, ha spiegato, e come sacerdoti “questo sacramento deve essere parte del nostro viaggio spirituale”.Il Cardinale O'Malley ha auspicato che tutti i sacerdoti prendano ad esempio il Curato d'Ars e Padre Pio per il loro amore per il confessionale “come trono della misericordia divina ed espressione del nostro amore pastorale per il popolo di Dio e del nostro desiderio di vederlo vivere vite di grazia nell'amicizia con Dio”.


Maestro


Il Cardinale ha anche incoraggiato i sacerdoti a seguire l'esempio di San Giovanni Maria Vianney come “maestro della fede” e ad approfittare delle opportunità di “guidare nuovi discepoli nella fede”.

“La nostra vita di studio, formazione continua e riflessione personale ci aiuta a prepararci a questa sfida”.“Dobbiamo aiutare la gente a vedere che i vari aspetti della nostra fede sono interconnessi e derivano da Cristo, che è la Guida della Chiesa”, ha ricordato. “In primo luogo dobbiamo aiutare la gente a conoscere Cristo, a sperimentare il suo amore, e allora le parole dure del Vangelo diventeranno il giogo che è dolce e il carico che è leggero”.

Per il porporato, il “ruolo della pietà e della devozione nella vita della Chiesa non può essere trascurato quando cerchiamo di aiutare la gente ad avere un rapporto personale con il Signore”, perché “una religione troppo cerebrale non tocca il cuore delle persone”.Per questo, ha esortato i sacerdoti a “dedicare più tempo alla preghiera”, a predisporre un “programma, una regola di vita che assicuri che diamo tempo e spazio a Dio nella nostra vita”.

“Il breviario, la Messa quotidiana, alcune meditazioni dovrebbero essere l'asse portante della vita spirituale di un sacerdote. Essenziali sono anche la devozione mariana e la pietà eucaristica”.“Il nostro ritiro annuale e il check-up con il dottore sono il modo in cui ci prendiamo responsabilmente cura di noi stessi. Trascurare uno dei due è un errore enorme”.

Il Cardinale O'Malley ha quindi esortato a un “ritorno all'antica teologia di presbiterato – una fratellanza sacramentale intima, che è stata sostituita da una forte nozione di ministero individuale”.“Dobbiamo sviluppare un senso corporativo di identità e missione sacerdotale – ha dichiarato –. Dobbiamo diventare uomini di comunione”.“Più diventiamo amici e ci concentriamo su Cristo e sulla missione di annunciare la Buona Novella di costruire una civiltà dell'amore, più la Chiesa di Cristo fiorirà”, ha aggiunto.

Il porporato ha poi concluso chiedendo ai sacerdoti di usare questo Anno per “riparare insieme le nostre reti, e prepararci per la pesca miracolosa”.
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