L’albero viene introdotto in Inghilterra nel secolo XVIII. Viene menzionato per la
prima volta nel 1789. Nel 1800, la regina Charlotte, tedesca di nascita e moglie di Georges
III, collocò un pino di Natale a Queen’s Lodge (Windsor). Ornato con luci, mele rosse e
con figure di Maria, di Giuseppe, dell’asino e del bue. Sulla cima c’era l’immagine di Gesù
Bambino: è la fusione delle tradizioni latine con quelle tedesche. Solamente nel 1840, in
piena epoca vittoriana, che a Londra si diffonde pienamente l’uso di questo simbolo
natalizio: il principe Alberto di Sassonia-Coburgo, sposo della regina Vittoria, lo aveva
introdotto nel palazzo provocando l’imitazione da parte della nobiltà e della borghesia. Nel
1869, Charles Dickens scrive “Nuove storie per il Natale” con un magnifico saggio
sull’albero.
Ricordiamo anche, nel secolo passato, l’iniziativa della principessa Hèlene de
Mecklembourg, contessa d’Orleans, quando fece adornare in Avvento un pino a Tuilleries
(Parigi). Una grande diffusione ebbe in seguito a Zurigo, Vienna e Praga.
Dall’Inghilterra arriva agli Stati Uniti, dove troviamo il primo albero adornato in una
via pubblica a Boston (1912). Per influenza nord-americana torna in Europa e diviene
molto popolare nei nostri paesi. A Roma figura, insieme alla rappresentazione della grotta
di Betlemme, davanti alla Basilica Vaticana.
6 Per es. il mosaico della Natività nella Chiesa del Salvatore in Kora, Instambul, e l’adorazione dei pastori di T. di Bartolo (s. XVI°). Pinacoteca di Siena.
7 Così appare in una rappresentazione della Natività conservata nel Museo della Biblioteca Apostolica Vaticana, sec.