L'ATTENTATO FALLITO

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S_Daniele
00martedì 13 ottobre 2009 11:33
L'ATTENTATO FALLITO

Bomba a Milano, due i complici

Avevano 100 kg di esplosivo

Gli uomini della squadra mobile di Milano hanno fermato nella notte due uomini che potrebbero avere avuto un ruolo nell'attentato di ieri contro la caserma dell'esercito Santa Barbara di Milano. Si tratterebbe di un egiziano e un libico che sarebbero presunti complici di Mohamed Game, il libico che ieri mattina ha fatto esplodere un ordigno all'interno della caserma di Piazzale Perrucchetti.

All'interno delle loro abitazioni sono stati trovati 100 chili di nitrato di ammonio, un concime che se combinato con altri materiali può dare vita a miscele esplosive. I due fermati oggi avrebbero accompagnato il libico Mohamed Game ad acquistare il concime. Gli inquirenti stanno verificando se i due fermati avessero in programma gesti simili a quello commesso da Game.

Le reazioni della comunità islamica: gesto da condannare. Intanto è unanime nel mondo islamico milanese la condanna per l’attentato alla caserma di piazzale Perrucchetti. La «totale solidarietà a tutto il corpo dei carabinieri» è arrivata dalla Casa della Cultura islamica. «Noi non conosciamo l’attentatore, Mohammed Game – aggiunge il presidente dell’istituto di via Padova, Mahmoud Asfa –. Sono pochissimi i libici a Milano e quasi nessuno frequenta la nostra moschea». Game «si vedeva a volte», invece, al Centro culturale islamico di viale Jenner. «Veniva a pregare da noi qualche volta, ma era uno dei tanti. Niente mi ha mai fatto pensare che potesse avere intenzioni simili» dice il presidente Abdel Hamid Shaari, che condanna «qualunque tipo di violenza, di qualunque marchio essa sia. Noi come comunità islamica – aggiunge – rifiutiamo nella maniera più assoluta questi gesti». Il gesto «di un pazzo, slegato da qualsiasi organizzazione»: il responsabile dell’istituto di viale Jenner, luogo in passato al centro di indagini e di polemiche cittadine (e che fino a ieri, dopo l’attentato, il vicesindaco di Milano, Riccardo De Corato, ha definito un «covo di fondamentalisti»), esclude anche che fra gli islamici milanesi vi sia un clima di ostilità per la presenza di truppe italiane in Afghanistan (ieri circolava la voce, smentita dai militari, che il libico che si è lanciato a piedi da solo all’ingresso della caserma innescando la bomba avrebbe gridato «via dall’Afghanistan»).

«Condanniamo con forza questo gesto e qualsiasi altro gesto simile» è la reazione di Mohammed Nour Dachan, presidente dell’Ucoii, l’Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia. Per Dachan fatti come quello avvenuto ieri alla caserma “Santa Barbara” o i recenti episodi di violenza che hanno visto coinvolti cittadini di origine islamica «sono tutti lontani dagli sforzi di inserimento nella comunità che vengono operati dalle mosche e dalle associazioni islamiche in Italia». E il presidente dell’Ucoii rincara: «Basta parlare di terrorismo religioso: il terrorismo è terrorismo e ancora una volta questo fatto dimostra che l’Islam non c’entra niente».

Anche il vice presidente della Comunità religiosa islamica di Milano, Yahya Sergio Yahe Pallavicini, ribadisce la «netta e decisa condanna» della Coreis al gesto violento del cittadino libico. Imam della moschea Al-Wahid, Yahya Pallavicini assicura «l’estraneità totale dei musulmani e dell’Islam» da episodi di «violenza e brutalità fisica che restano, come quello recente del padre di Sanaa Dafani, isolati». Altre sono, ripete, «le espressioni popolari e autentiche dell’islam e dei musulmani».

Tra i reparti ospitati nella Santa Barbara anche le Trasmissioni inquadrate nella Nato. La caserma Santa Barbara di Milano, chiamata dai milanesi «la Perrucchetti» dal nome del piazzale antistante, non ha solo un valore storico, come sede del più antico reggimento di stanza a Milano, il Reggimento Artiglieria a Cavallo detto «le Voloire», ma ha un’importanza strategica fondamentale. Di fatto, è la caserma dove sono di stanza gli unici reparti operativi milanesi, circa 1000 uomini che operano sia in Italia sia all’estero (una «dependence» è la caserma Montello di piazzale Firenze, dove si trova il battaglione Spluga con 400 uomini del Primo Reggimento Trasmissioni).

Nella Santa Barbara, costruita negli Anni 30 come parte di una cittadella militare, risiede innanzitutto
il Reggimento Artiglieria a Cavallo, che fa oggi parte della Brigata di Cavalleria Pozzuolo del Friuli di stanza ad Udine. In totale si tratta di circa 600 uomini e di un parco mezzi che comprende mezzi corazzati, veicoli speciali e obici FH70. L’adiacente Piazza d’Armi è usata per l’addestramento dei reparti: l’ultima missione delle Voloire è stata il Libano da cui il Reggimento è tornato nel maggio scorso. Senza dimenticare che qui è il centro comando dell’operazione «strade sicure».

Importante, all’interno della caserma che ricopre una superficie di 165mila metri quadrati, è anche la presenza del battaglione Sempione del Primo Reggimento Trasmissioni. Ne fanno parte circa 450 uomini che si occupano delle più sofisticate tecnologie di comunicazione in aree di crisi, e un parco mezzi che comprende decine modernissimi mezzi corazzati Iso 20 e Iso 40, delle vere postazioni ipertecnologiche viaggianti. Significativo, nell’ottica dell’importanza della Santa Barbara come «obiettivo sensibile», che tale Reggimento Trasmissioni sia inquadrato nella Brigata Trasmissioni del Corpo d’Armata di Reazione Rapida della Nato con sede a Solbiate Olona, e che molti dei suoi uomini, a rotazione, siano costantemente impegnati in missioni all’estero, soprattutto in Afghanistan.


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