Il vertice della Fao non fissa impegni precisi Niente certezze nella lotta alla fame nel mondo
Roma, 17. Mancano certezze - di tempi e di quantità - nell'impegno internazionale di combattere la fame nel mondo ribadito dai partecipanti al vertice mondiale della Fao, aperto ieri mattina a Roma con l'obiettivo dichiarato di dare una risposta all'emergenza alimentare che coinvolge oltre un miliardo di persone.
Alle dichiarazioni di principio, contenute nel documento in cinque punti approvato all'unanimità, non fanno riscontro stanziamenti certi e immediati per salvare subito qualcuno di quei bambini che ogni sei secondi muoiono di fame nella parte povera del mondo. Sul documento finale, smussato nelle settimane scorse da ogni possibile asperità e approvato per acclamazione poco più di due ore dopo l'inizio del vertice, non c'è stato dibattito. Si evocano cinque azioni da mettere in campo per combattere la fame, i cosiddetti "Cinque principi di Roma per una sicurezza alimentare globale sostenibile", e si chiede ai Governi di assicurare ai Paesi in via di sviluppo i soldi promessi.
Sul quando non ci sono scadenze. L'unica certezza in questo senso è venuta dal presidente della Commissione europea José Manuel Durão Barroso, il quale ha garantito che l'85 per cento del miliardo di euro deliberato dall'Unione europea per combattere la fame sarà assegnato già entro il 2009. Nessuna traccia, invece, dei 44 miliardi di dollari ritenuti indispensabili dal direttore generale della Fao Jacques Diouf per sostenere i piccoli agricoltori. Diouf, tra l'altro, pur parlando di un segnale incoraggiante venuto nello scorso luglio dal vertice dei g8 all'Aquila riguardo all'attenzione rivolta dai Paesi più forti allo sviluppo dei piccoli agricoltori nei Paesi in via di sviluppo, ha ricordato che "i 20 miliardi di fondi stanziati sono ancora promesse che devono materializzarsi".
Di un vertice senz'anima hanno parlato molti commentatori e pressoché unanimamente i rappresentanti delle organizzazioni non governative, sottolineando, tra l'altro, che a impedire un vero confronto contribuisce l'assenza al vertice dei leader della quasi totalità dei Paesi più ricchi e anche di quelli di alcuni Paesi in via di sviluppo.
La condanna solenne del Papa di opulenza, spreco e speculazioni, il discorso autorevole del segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon sul legame tra sicurezza alimentare e sicurezza climatica, gli appelli accorati di Diouf non sono bastati a dare certezze e risposte, come hanno sottolineato numerosi interventi.
In questo senso, tra gli altri, si è espresso il presidente egiziano Hosni Mubarak, invitando "a oltrepassare la fase del dialogo verso delle misure serie e concrete". Altrettanto ha fatto il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula Da Silva, ricordando che "la fame è la più terribile delle armi di distruzione di massa esistenti sul pianeta".
Ne ha preso atto lo stesso Diouf nella conferenza stampa che ha concluso la prima giornata del vertice, dicendo di non essere soddisfatto per la mancanza di scadenze precise all'interno del documento finale. Il direttore della Fao si è anche detto rammaricato per le modalità con le quali la dichiarazione è stata messa a punto: "Non ho negoziato io il documento" - ha detto - anzi "ne sono stato escluso, non c'ero neppure".
(©L'Osservatore Romano - 18 novembre 2009)
Mi domando per quale ragione questi signoroni si incontrano se poi nessuno fa nulla?!
La stessa cosa sta avvenendo sul discorso climatico, decine di incontri per decidere nulla sul da farsi nel contrastare i cambiamenti climatici, e si badi bene, ogni vertice, anche il meno importante, costa milioni di euro!