LE INDULGENZE: COME AIUTANO I VIVI E I DEFUNTI?

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enricorns
00martedì 28 aprile 2009 15:54
da altro sito

Che cosa sono le Indulgenze?

  • “Le Indulgenze sono la remissione dinanzi a Dio della pena temporale meritata per i peccati, già perdonati quanto alla colpa, che il fedele, a determinate condizioni, acquista, per se stesso o per i defunti mediante il ministero della Chiesa, la quale, come dispensatrice della redenzione, distribuisce il tesoro dei meriti di Cristo e dei Santi” (Compendio del CCC, 312).
  • “Il dono dell’Indulgenza manifesta la pienezza della misericordia di Dio, che viene espressa in primo luogo nel sacramento della Penitenza e della Riconciliazione. Questa antica pratica, circa la quale non sono mancate incomprensioni storiche, va bene compresa ed accolta. La riconciliazione con Dio, pur essendo dono della misericordia di Dio, implica un processo in cui l’uomo è coinvolto nel suo impegno personale e la Chiesa nel suo compito sacramentale. Il cammino di riconciliazione ha il suo centro nel sacramento della Penitenza, ma anche dopo il perdono del peccato, ottenuto mediante tale sacramento, l’essere umano rimane segnato da quei “residui” che non lo rendono totalmente aperto alla grazia ed ha bisogno di purificazione e di quel rinnovamento totale dell’uomo in virtù della grazia di Cristo, per ottenere il quale, il dono dell’Indulgenza gli è grandemente di aiuto” (Penitenzeria Apostolica, Il dono dell’Indulgenza).
  • La pratica della Indulgenze va  pertanto intesa come espressione e attuazione della misericordia di Dio, che aiuta i suoi figli a cancellare le pene dovute ai loro peccati, ma anche e soprattutto a spingerli verso un maggior fervore di carità.



Come le Indulgenze sono legate al sacramento della Confessione?

Al sacramento della Confessione sono strettamente connesse le Indulgenze, in quanto queste sono la remissione dinanzi a Dio della pena temporale per i peccati, già rimessi quanto alla colpa col sacramento della Confessione.



Quali sono gli elementi caratteristici dell’Indulgenza?

  • L’Indulgenza: 
    • è la remissione della pena temporale per i peccati;
    • si ottiene mediante la Chiesa;
    • può essere:
      • parziale;
      • plenaria;
    • può essere applicata a sè e anche ai defunti.
  • Esaminiamo per gradi e più dettagliatamente tali elementi.



1 - L’Indulgenza rimette la pena:

Che cosa sono le pene?
  • Il peccato,  sia  mortale  sia   veniale, anche perdonato quanto alla «colpa» mediante il sacramento della Penitenza, lascia nel peccatore: «residui», «tracce», «zone d’ombra».
  • Tali «residui», «tracce», «zone d’ombra», si esprimono in:
    • abitudini cattive;
    • affetti e attaccamenti disordinati alle creature;
    • disposizione al peccato veniale (egoismo, orgoglio, indolenza…);
    • spinte, più o meno forti, a ricadere nel peccato; 
    • debolezza  della volontà a contrastare  la tendenza  al peccato; 
    • sorta di apatia interiore nella preghiera, nell’amore di Dio e nelle opere di carità. 
  • Questi «residui» del peccato meritano la «pena temporale», che il cristiano deve scontare in questa vita o nel purgatorio, per essere totalmente purificato e in tal modo essere ammesso alla visione di Dio nel paradiso.
  • La pena dunque è l’effetto del peccato, il quale comporta sia la colpa (rimessa col sacramento della Confessione) sia la pena.
  • “E’ dottrina divinamente rivelata che i peccati comportino pene infinite dalla santità e giustizia di Dio, da scontarsi sia in questa terra, con i dolori, le miserie e le calamità di questa vita e soprattutto con la morte, sia nell’aldilà anche con il fuoco e i tormenti o con le pene purificatrici” (Paolo VI, Indulgentiarum doctrina, 2).

Di quali tipi può essere la pena?

Può essere di due tipi:
  1. eterna:
    • comporta la separazione eterna da Dio;
    • è conseguenza del peccato mortale;
    • viene rimessa, insieme alla  colpa, con la Confessione;
  2. temporale (effetto del peccato veniale).
Che cosa indica la pena?

La realtà della pena indica:
  • l’esistenza del peccato:
    • la sua gravità;
    • le conseguenze / danni che provoca in noi, negli altri, nel creato …
  • la necessità di riparare tali danni;
  • il castigo che meritiamo: castigo/pu-nizione da intendersi come medicina  salutare,  che ci aiuta a:
    • prendere coscienza del peccato;
    • rimediare alle sue conseguenze,;
    • liberarcene;
  • l’infinita misericordia di Dio che, pur condannando, essendo giusto e santo, il peccato, nello stesso tempo è infinitamente misericordioso e paziente verso il peccatore, al quale perdona il peccato, condona la pena, dona la sua grazia;
  • la vita oltre la morte (i novissimi);
  • la necessità della purificazione completa per accedere al paradiso;
  • il purgatorio per l’espiazione delle pene rimaste;
  • l’unità e lo scambio-aiuto con i defunti. L’Indulgenza chiesta dai vivi per i loro defunti aiuta la purificazione di chi in Purgatorio attende di essere ammesso in Paradiso.



2 - L’Indulgenza si ottiene mediante la Chiesa:

  • Cristo vuole associare a sé la Chiesa, nell’accrescere e nel dispensare il suo tesoro spirituale ottenuto da lui solo mediante il suo Sacrificio di Morte e di Risurrezione.
  • Si manifesta e si attua così:
    • anzitutto l’unità, la solidarietà e l’interdipendenza nella Chiesa: la comunione dei santi (cfr. CCC 1475), lo scambio  di  beni  spirituali, il vincolo di comunione fra i cristiani nel:
      • convertirsi,
      • riparare, 
      • condannare pubblicamente e privatamente il peccato,
      • chiedere a Dio la mitigazione e/o la cancellazione delle pene;
    • il ruolo ministeriale della Chiesa: la  Chiesa ‘ministra’ / madre, la quale, per volontà di Cristo, Suo Capo, dispensa i benefici acquistati da Cristo stesso a vantaggio del bene spirituale dei suoi membri e di tutta l’umanità.



3 - L’Indulgenza può essere plenaria o parziale:

  • L’Indulgenza è parziale o plenaria secondo che libera in parte o in tutto dalla pena temporale dovuta per i peccati. 
  • Le Indulgenze sia parziali che plenarie possono sempre essere applicate ai defunti a modo di suffragio. 
  • L’Indulgenza parziale può essere acquistata più volte al giorno, salvo esplicita indicazione in contrario. L’Indulgenza plenaria invece può essere acquisita una sola volta al giorno. 
  • L’Indulgenza plenaria può essere giornaliera, oppure annuale o occasionale.



Come ottenere l’Indulgenza plenaria:
a) giornaliera?

In vari modi. Con:
  • l’adorazione del SS.mo Sacramento per almeno mezz’ora; 
  • la pia lettura della Sacra Scrittura per almeno mezz’ora; 
  • il pio esercizio della Via Crucis; 
  • la recita del Santo Rosario (anche una terza parte) in chiesa o in famiglia; 
  • la visita al cimitero: al fedele che devotamente visita il cimitero e prega, anche soltanto mentalmente per i defunti, si concede l’Indulgenza, applicabile solo ai defunti, dall’1 all’8 di novembre. 
b) annuale o occasionale? 

La Chiesa offre anche varie modalità durante l’anno, per ricevere l’Indulgenza plenaria:
  • accoglienza devota, anche solo per mezzo della radio, della benedizione impartita dal Sommo Pontefice al Mondo (Urbi et Orbi);
  • partecipazione agli Esercizi spirituali almeno per tre giorni;
  • visita devota della chiesa parrocchiale nella festa del titolare o il giorno due agosto, in cui ricorre l’Indulgenza della «Porziuncola» (il Perdon d’Assisi);
  • rinnovo delle promesse battesimali la vigilia di Pasqua e nell’anniversario del proprio battesimo; 
  • altre circostanze particolari, indicate dalla Santa Sede.



Quali sono le condizioni per l’acquisto dell’Indulgenza plenaria?

  • Il credente si dispone a ricevere l’Indulgenza plenaria compiendo questi segni esteriori e interiori di partecipazione:
  1. Si impegna a sviluppare in se stesso un atteggiamento interiore di distacco affettivo ed effettivo da ogni peccato.
  2. Celebra degnamente (anche nei giorni precedenti o seguenti) il Sacramento della Penitenza, per aprire il cuore alla misericordia. Con una confessione sacramentale si possono acquistare più Indulgenze plenarie.
  3. Partecipa con devozione alla Santa Eucaristia (anche nei giorni precedenti o seguenti).
  • Quando l’Indulgenza plenaria richiede la visita a una chiesa, si deve recitare in essa il Credo come professione di fede, il Padre Nostro, e una preghiera secondo le intenzioni del Santo Padre.



Come si ottengono le Indulgenze parziali?

I modi di ottenere le Indulgenze «parziali» sono molti. Esse ordinariamente sono unite alla recita di una determinata preghiera o giaculatoria, e/o al compimento di atti di carità e di penitenza, come ad esempio: pellegrinaggi, preghiere, opere caritative ai poveri, pubblica testimonianza di fede, rinunce, volontaria ascesi, astensione dai consumi superflui (fumo, bevande alcooliche ecc.), digiuno, astinenza dalle carni (o altro cibo secondo le specificazioni degli Episcopati) devolvendo una proporzionata somma ai poveri, accettazione di sofferenze, preghiere e opere di suffragio per i defunti… Tutto questo aiuta ad esprimere la conversione del cuore.
rondine0.
00martedì 28 aprile 2009 16:51
Interessante
Cattolico_Romano
00mercoledì 29 aprile 2009 10:55
Io rimango della convinzione che la miglior indulgenza sia la Carità (Amore) come dice san Pietro:

(1Pt 4, 8) La carità copre una moltitudine di peccati.
enricorns
00mercoledì 29 aprile 2009 11:33
Si certo.

Ma non è sconveniente pensare che vi sia questa possibilità
Perchè la citazione di Pietro si riferisce, coem si evince dal documento alla remissione in quanto alla colpa e non alla pena temporale. Pur considerando, e questo non lo sappiamo, che nell'aldilà vi sia un "tempo" in qualche modo calcolabile.


Il documento infatti precisa:
Al sacramento della Confessione sono strettamente connesse le Indulgenze, in quanto queste sono la remissione dinanzi a Dio della pena temporale per i peccati, già rimessi quanto alla colpa col sacramento della Confessione.

Da notare anche che solitamente, almeno io lo faccio ma credo e sento anche molti altri, che le indugenze si applicano per i propri cari, generalmente defunti.
Cattolico_Romano
00mercoledì 29 aprile 2009 11:59
Non metto in discussione il valore delle indulgenze, però c'è sempre il rischio che esse siano interpretate male dai credenti, come una specie di assicurazione per il paradiso.
Riflettendo bene la Carità è il fondamento della salvezza, essa non solo, come dice Pietro, cancella una moltitudine di peccati, ma ne previene ancor più in maggioranza.
Cosè il peccato se non un atto di infedeltà a Dio e di poco rispetto al prossimo?
Ma se io Amo sarò fedele a Dio, e chi ama rispetta il prossimo.
Le parole di sant'Agostino risuonano sempre nella mia mente: "Ama e fai ciò che vuoi"
Se io amo il mio operare deve essere per forza conforme al mio sentimento, quindi il fare ciò che voglio altro non è che l'amare tutti quanti col mio operare.

Detto questo concordo con quanto hai postato, il mio intervento era solo per ampliare il discorso sulla predisposizione del cuore che è il vincolo anche per le indulgenze.

Dio vi benedica!
enricorns
00mercoledì 29 aprile 2009 12:32
Non metto in discussione il valore delle indulgenze, però c'è sempre il rischio che esse siano interpretate male dai credenti, come una specie di assicurazione per il paradiso.

Beh penso che questo rischio non lo possiamo evitare totalmente, sta nella natura dell'uomo, quanti di noi ancora fanno delle cose come l'andare a messa, partecipare ai sacramenti, fare opere di carità per "guadagnarsi" o "meritarsi" la salvezza, il paradiso
, non considerando che questa e quello ce l'ha già ottenuto Gesù Signore con la sua passione morte e resurrezione e quelle azioni diventano utili  per accoglierli

Riflettendo bene la Carità è il fondamento della salvezza, essa non solo, come dice Pietro, cancella una moltitudine di peccati, ma ne previene ancor più in maggioranza.


Non credo di cadere nell'errore affermando che Pietro intendesse parlare di Gesù Signore stesso quando si riferiva alla Carità.
La moltitudine di peccati e non la totalità, come è detto anche nell'ultima cena

 E disse: "Questo è il mio sangue, il sangue dell`alleanza versato per molti. (Mc 14,24)

è in riferomento appunto all'accoglienza della suddetta salvezza che opera per mezzo della carità (cf Gal 5,6)
Cattolico_Romano
00giovedì 30 aprile 2009 08:32

Beh penso che questo rischio non lo possiamo evitare totalmente, sta nella natura dell'uomo, quanti di noi ancora fanno delle cose come l'andare a messa, partecipare ai sacramenti, fare opere di carità per "guadagnarsi" o "meritarsi" la salvezza, il paradiso
, non considerando che questa e quello ce l'ha già ottenuto Gesù Signore con la sua passione morte e resurrezione e quelle azioni diventano utili  per accoglierli



Ovviamente è un'utopia pensare di eliminare questo problema ma credo che una buona catechesi e delle omelie incentrate più sul Kerigma e non su banalità (come purtroppo molte volte ho dovuto udire) diminuirebbe il fenomeno oltre a migliorare la fede delle persone.


Non credo di cadere nell'errore affermando che Pietro intendesse parlare di Gesù Signore stesso quando si riferiva alla Carità.
La moltitudine di peccati e non la totalità, come è detto anche nell'ultima cena



Se leggerai bene il contesto delle frasi di Pietro è evidente che parla dell'amore fraterno non della persona di Cristo.


 E disse: "Questo è il mio sangue, il sangue dell`alleanza versato per molti. (Mc 14,24)

è in riferomento appunto all'accoglienza della suddetta salvezza che opera per mezzo della carità (cf Gal 5,6)



La carità cancella una quantità di peccati veniali il sacrificio di Cristo citato nell'ultima cena cancella tutti i peccati quindi la totalità, quando dice "versato per molti" non si riferisce ai peccati ma alle persone; "versato per molte persone".

Dio vi benedica!
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