LE « LEZIONI » DI SCALFARI AL PAPA E AL PRESIDENTE DELLA CEI

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S_Daniele
00sabato 24 ottobre 2009 09:06

LE « LEZIONI » DI SCALFARI AL PAPA E AL PRESIDENTE DELLA CEI

Ci sono giornalisti che sono e sanno tutto

Ci sono giornalisti che sono e sanno tutto.
Noi che siamo solo cronisti semplici sappiamo che è una condizione quantomeno eccessiva. E che è spesso madre di eccessi. Un’altra prova l’abbiamo avuta ieri, incappando nella monografica
terz’ultima pagina dell’Espresso.
Una tirata sentenziosa e smisurata su ciò che la Chiesa cattolica sarebbe e sarebbe stata per l’Italia e per il mondo, scritta con l’acido della supponenza e l’approssimazione biliosa del sussiego. Ma in fondo è comprensibile, con gli occhi di chi è e sa tutto Papa Benedetto XVI non può che essere raccontato ai comuni mortali (e a qualche professorucolo come Habermas) che magari avevano tutt’altra impressione come un «modesto teologo».
E il cardinal Angelo Bagnasco, non può che essere dipinto, con sovrano sprezzo del ridicolo e delle banalità della logica, a tinte contemporaneamente evanescenti e fosche come un «ecumenico» dispensatore di «ukase».
Ma non finisce qui. Il sereno richiamo del presidente della Cei alla specificità di un’ora di religione pensata e voluta nella scuola di tutti non come «una catechesi confessionale» ma come «una disciplina culturale» merita, infatti e ovviamente, di essere svelato nella sua reale essenza di bieco attentato alla libertà religiosa.
Già, ci sono giornalisti che sono e sanno tutto.
E nel dialogo con se stessi esauriscono eleganza e senso del profondo, agli altri – lettori e bersagli designati – regalano pomposa e insultante superficialità
.
Era da un po’ che Eugenio Scalfari non riusciva a stupirci così tanto.

© Copyright Avvenire, 24 ottobre 2009
S_Daniele
00sabato 24 ottobre 2009 09:12

Scalfari ha dimenicato di avere definito Benedetto XVI "finissimo teologo" in un editoriale del 5 febbraio 2006?

Grazie a Mariateresa ho ritrovato l'editoriale del signor Scalfari a commento dell'enciclica "Deus Caritas est". Non riporto il testo perche' non serve (lo trovate qui), ma copio ed incollo una singola frase:

"E questa a mio parere è la ragione per cui il Papa, finissimo teologo, si è avventurato su un terreno un tempo così rischioso ma oggi diventato desueto..."

Scalfari si riconcili con se stesso! O Benedetto XVI e' un teologo finissimo o un teologo modesto. Si decida una volta per tutte.
Certo che la figura e' pessima...

R.
S_Daniele
00sabato 24 ottobre 2009 13:21
PAPA: "RATZINGERBLOG", SCALFARI OFFENDE PERCHE' NON HA ARGOMENTI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 24 ott.

"Si puo' criticare Benedetto XVI, ma non si puo' assolutamente affermare che Joseph Ratzinger e' un modesto teologo".
Il "paparatzingerblog"
risponde cosi' all'articolo di Eugenio Scalfari che sull'ultimo numero dell'Espresso critica "pesantemente" l'attuale Pontefice arrivando a scrivere che "fa rimpiangere i suoi predecessori".
"Evidentemente il signor Scalfari non ha altri argomenti ed e' costretto ad offendere il Santo Padre sul piano personale e su quello professionale", replica il sito cattolico che quotidianamente monitora tutto quanto viene scritto sul Papa e che nel post di oggi - illustrato con un'immagine di San Sebastiano trafitto dai dardi - ricorda al fondatore di Repubblica gli innegabili successi editoriali del teologo chiamato nel 2005 ad essere successore di San Pietro: alla recente Buchmesse di Francoforte e' emerso che nei cataloghi dei suoi editori sono disponibili ben 178 titoli di Joseph Ratzinger/Benedetto XVI, mentre il libro "Gesu' di Nazaret" e le prime tre encicliche di questo Pontificato, diffuse in milioni di copie, hanno scalato le classifiche librarie di tutto il mondo.
"E' dura da accettare, ma ci sono persone che passano alla storia", continua il blog che invita Scalfari a rileggersi lo straordinario discorso sui fondamenti della cultura rivolto l'anno scorso da Benedetto XVI agli Accademici di Francia, al College des Bernardins di Parigi: "si' - sottolinea polemicamente il post - il Papa ha parlato davanti alla crema della crema di Parigi mentre non e' riuscito ad andare alla Sapienza, universita' che non figura di certo nelle classifica dei migliori atenei (il dato e' recente). Ricordiamo tutti la sua presa di posizione di allora, caro Scalfari: pieno sostegno a quei professori che avevano scritto la famosa lettera contro il Papa, non distinguendo il pensiero del grande teologo Ratzinger da una citazione".
Divenuto Benedetto XVI, oggi quel teologo "e' il Vicario di Cristo", che guida oltre un miliardo di cattolici nel mondo, e dunque "offendere lui significa offendere tutti noi": per questo, conclude il blog ratzingeriano, "la prossima volta, caro signor Scalfari, usi argomentazioni valide e non si arrabbi piu' con il Papa se vende cosi' tanto e se e' universalmente riconosciuto come uno dei piu' grandi teologi viventi".

© Copyright (AGI)
S_Daniele
00domenica 25 ottobre 2009 08:56
Sempre dal Blog "Papa Ratzinger Blog" leggiamo:

Scalfari risale in cattedra «Il Papa? Modesto teologo»

di Anna Maria Greco

Roma

Affogata in una pagina in cui Eugenio Scalfari attacca senza fioretto ma con la sciabola il cardinale Angelo Bagnasco, la frase non può comunque sfuggire.
Il Papa, scrive su L’espresso, «è un modesto teologo che fa rimpiangere i suoi predecessori». Per l’ex-tutore dell’Ortodossia cattolica, che proprio per la sua alta statura teologica Giovanni Paolo II volle alla guida dell’antico Sant’Uffizio, è un’accusa pesante ma più ancora sorprendente. E infatti subito insorgono sdegnati Avvenire e i Papa-boys sul loro blog.
A Scalfari sono piaciuti gli «esemplari» Giovanni XXIII, Paolo VI e Karol Wojtyla, ma Joseph Ratzinger non gli sembra all’altezza del soglio pontificio. E sceglie di colpirlo non sul piano pastorale, o sul suo insegnamento o sui suoi comportamenti, ma sul livello teologico.
Proprio dove, da ammiratori e contestatori, è ritenuto inattaccabile.
Per il fondatore di Repubblica la sua «modestia» in scienza divina, gli impedisce l’accesso al club ristretto dei grandi Papi, quelli che «combattevano guerre e non soltanto di religione, ma di potere». Con lui, secondo Scalfari, nella Chiesa italiana si respira una «aura untuosa», tra valeriana e tisane alla verbena, che il presidente della Cei riflette bene. Soprattutto quando Bagnasco entra nelle lotte interne tra Curia e gerarchia ecclesiastica, e osa definire «inaccettabile» la proposta di un’ora di religione islamica a scuola.
Dicono che Scalfari parli con Dio e certo ha le sue fonti molto in alto, ma sulla levatura teologica di Joseph Ratzinger sembra proprio che abbia preso una bufala.
«Si può criticare Benedetto XVI, ma non si può assolutamente affermare che Joseph Ratzinger è un modesto teologo», scrive il «paparatzingerblog».
Mentre Avvenire titola un breve pezzo: «Ci sono giornalisti che sono e sanno tutto». Per ironizzare sul fatto che da quel pulpito Benedetto XVI può essere raccontato ai comuni mortali come un «modesto teologo». La «lezione» di Scalfari, per il quotidiano dei vescovi, è viziata dagli eccessi di chi ha un ego smisurato e racconta quello che la Chiesa è ed è stata per l’Italia e per il mondo, con «una tirata sentenziosa e smisurata», «scritta con l’acido della supponenza e l’approssimazione biliosa del sussiego». Insomma, gli attacchi al Papa e a Bagnasco sono frutto di «pomposa e insultante superficialità».
Non basta, perché per confutare quel «modesto teologo» scagliato contro Ratzinger, Avvenire fa solo un nome en passant, per chi volesse approfondire: quello del «professorucolo Habermas». Chi è costui? Solo l’ultimo rappresentante della Scuola di Francoforte, uno dei maggiori filosofi razionalisti laici del nostro tempo. Un ateo e di sinistra, che nel 2004 rispose all’appello del cardinal Ratzinger per un confronto sull’attacco laicista alla Chiesa. E lo fece in un memorabile dialogo all’Accademia Cattolica di Monaco di Baviera. Un innegabile riconoscimento del livello teologico del futuro Papa. E nel libro «Etica,religione e Stato liberale», pubblicato su quel confronto, Ratzinger e Habermas sono presentati come i campioni l’uno del pensiero cattolico e l’altro del pensiero laico. Ma forse per convincere Scalfari ci vuole altro.
«Paparatzingerblog», il sito cattolico che monitora quotidianamente quello che viene scritto su Benedetto XVI, apre una pagina illustrata con l’immagine di San Sebastiano trafitto dai dardi. E cita gli innegabili successi editoriali di Ratzinger teologo: 178 titoli, più il libro «Gesù di Nazaret» e le prime 3 encicliche, diffuse in milioni di copie e in cima a tutte le classifiche. A Scalfari si consiglia di leggere lo «straordinario discorso sui fondamenti della cultura» rivolto l’anno scorso da Benedetto XVI agli Accademici di Francia. Quello che non pronunciò alla «Sapienza» di Roma, quando Scalfari appoggiò quei professori che si opposero alla visita.

© Copyright Il Giornale, 25 ottobre 2009 consultabile online anche qui.

Grazie per la citazione :-)
A questo punto mi pare il caso di segnalare il video dell'intervista del signor Scalfari all'attuale Presidente della Rai per Repubblica TV a proposito della mancata visita alla Sapienza.
L'intervista e' farcita di grossolani errori (almeno nei pochi minuti che ho ascoltato).
Caro Scalfari, Ratzinger non partecipo' al Concilio come vescovo (e chi e'? Matusalemme?) ma come perito, cioe' come teologo.
Basta leggere una qualunque biografia per saperlo, anche solo quella di Wikipedia!
Pensi, Scalfari, che l'allora professor Ratzinger scrisse un discorso per il card. Frings ritenuto ancora oggi storico.
Non male, vero?
La Santa Messa celebrata nel gennaio 2008 nella Cappella Sistina adotto' il Messale di Paolo VI e la LINGUA ITALIANA, non quella latina! Ne parlammo sul blog qui.
Mi pare che Benedetto XVI ami citare Agostino piu' che Tommaso, ma mi fermo qui.
Ho sentito solo cinque minuti dell'intervista, poi sono passata ad altro. In genere non amo gli opinionisti che non sorridono mai.
Ribadisco che trovo quanto meno contraddittorio affermare, nel febbraio 2006 (clicca qui), che il Papa e' un finissimo teologo per poi declassarlo a mediocre nel 2008 e nel 2009.

R.

p.s. Sono rimasta sorpresa nel leggere (lo confesso: in modo molto superficiale) l'editoriale scalfariano di stamattina. E' tutto incentrato sulla critica alla maggioranza di governo e Marrazzo viene citato solo di passaggio. L'ho trovato molto strano, ma credo sia un mio limite.
R.
S_Daniele
00lunedì 26 ottobre 2009 10:56
Anche Antonio Socci ha scritto contro le amenità di Scalfari, cliccate qui per leggere l'articolo di Socci.
S_Daniele
00martedì 27 ottobre 2009 16:35
ll Corriere dà una mano a Scalfari

PRIMO PIANO
Di Marco Bertoncini

Scambio di sostegni fra il cardinal Martini e il Fondatore (ma dell'altro giornale)

Entrambi i quotidiani dicono che il papa è un teologo scadente

Eugenio Scalfari fa da spalla al cardinale Carlo Maria Martini. Il cardinale Carlo Maria Martini ricambia, facendo da spalla a Eugenio Scalfari. Il tutto nel giro di tre giorni. Scalfari suona il consueto trombone e, dalle colonne de L'Espresso in edicola venerdì scorso, inneggia al cardinal Martini perché «la pensa in modo radicalmente diverso da ciò che pensa la Gerarchia; rappresenta quella Chiesa che la Gerarchia tollera con fastidio».
Il Fondatore, però, tromboneggia anche in senso negativo, addirittura colpendo più in alto di quanto sia collocato Martini: i vertici della stessa «Gerarchia». Elenca alcuni papi «esemplari: Giovanni XXIII, Paolo VI, Papa Wojtyla». Quest'ultimo, ad essere attenti, non aveva ricevuto molti elogi da Scalfari, quand'era in vita; ma quel che conta è l'affondo: «Quello attuale è un modesto teologo che fa rimpiangere i suoi predecessori». S'ignorano le competenze teologiche di Eugenio Scalfari, che finora, oltre che considerarsi giornalista principe e maestro insuperato di politica, aveva al più vantato narcisisticamente velleità filosofiche; però non si ha notizia di sue specifiche incursioni nell'ardua disciplina che è la teologia. Passano due giorni, ed ecco sul Corriere della Sera di domenica apparire la paginata del citato cardinal Martini, dispensatore di etica, esegesi biblica, teologia, storia e sociologia in pillole, in risposta agli interrogativi dei lettori.
Una lettrice milanese gli chiede: «Ci consiglia qualche lettura tra i grandi teologi contemporanei?». Ecco la risposta dell'arcivescovo emerito di Milano: «Non posso citare libri singoli, ma ribadire quanto ho affermato, cioè che il secolo scorso ha visto un cospicuo numero di grandi teologi ed esegeti, tanto da essere probabilmente il secolo più fecondo della storia. Basti ricordare nomi come M. Blondel, J. Danielou, H. de Lubac, Y. Congar, M.D. Chenu, H. Bouillard, P. Benoit, R. Guardini, H. Urs von Balthasar, H. Rahner, K. Rahner, O. Cullmann, R. Bultmann, G. Colombo, G. Moioli ecc. Io ricorderei anche P. Teilhard de Chardin, benché non teologo di professione, e moltissimi altri. A lei l'imbarazzo della scelta».
Si dirà che viene omesso il nome di Eugenio Scalfari, e pazienza; ma quel che preme rilevare è che, pur presente un personaggio assai discusso e a suo tempo oggetto di attenzioni da parte della Santa Sede per la sua scarsa ortodossia quale Teilhard de Chardin, manca un teologo d'indubbia notorietà, molto maggiore di quelli citati da Martini. Manca Joseph Ratzinger. Ecco che, così, il cardinal Martini fa da sponda a Scalfari. Scalfari definisce Ratzinger «modesto teologo», Martini avvalora la tesi cassandolo dal «cospicuo numero di grandi teologi ed esegeti» del Novecento. Tutt'al più Ratzinger potrebbe starsene in quell'eccetera piazzato dopo quindici nomi.
La sparata scalfariana quindi riceve l'avallo di un principe della Chiesa, perfino ex papabile; lasciamo stare se compare, non su una rivista di scienza teologica, bensì in una pagina che può parere un salotto di donna Letizia della fede.
Qualche buonista asserirà che in fondo Martini potrebbe aver avuto un vuoto di memoria oppure aver voluto evitare un omaggio al pontefice «felicemente regnante», come un tempo soleva dirsi. A spulciare gli archivi, però, si trova un'acida stilettata dello stesso cardinale verso il non più collega Ratzinger.
Il 24 maggio 2007, infatti, sullo stesso Corriere apparve una poco benevola recensione di Martini al vendutissimo primo volume del Gesù di Nazaret, opera del pontefice. Accanto a una bordata di critiche al testo, tutte enunciate con spigolosità accademia di professore che strizza un esponente di scuola avversa, il cardinale notava: «L'autore [cioè Ratzinger-Benedetto XVI: si noti l'asetticità dell'indicazione] non è esegeta, ma teologo, e sebbene si muova agilmente nella letteratura esegetica del suo tempo, non ha fatto studi di prima mano per esempio sul testo critico del Nuovo Testamento». Insomma: dopo aver limitato la competenza del papa alla teologia (nel 2007), rimarcandone presunte carenze filologiche, due anni dopo Martini nega all'ex prefetto della congregazione per la Dottrina della fede anche la competenza teologica. Dal che si evince che Scalfari aveva pienamente ragione nell'esprimersi con tanta sintetica asprezza verso il papa.

P. S. Le annotazioni critiche dell'esegeta Martini verso il teologo (modesto, dice Scalfari) Ratzinger furono demolite ad una ad una, con puntualità netta e acribia ammirevole, citando testi originali, commentatori, traduzioni, da un teologo, don Pietro Cantoni, un mese dopo l'apparizione della stroncatura sul Corriere della Sera. Lo studio («Joseph Ratzinger-Benedetto XVI, Gesù di Nazaret: errori del Papa o dei suoi critici») si può leggere all'indirizzo internet
www.opusmariae.it/cantoni_ratzingergesu.htm.

© Copyright Italia Oggi, 27 ottobre 2009 consultabile online anche
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