LETTERA A GHEDDAFI DI DON DE MEO... E COMMENTO DI UN IMMAGINARIO DIPLOMATICO ISLAMICO

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S_Daniele
00lunedì 6 settembre 2010 19:07

LETTERA A GHEDDAFI DI DON DE MEO... E COMMENTO DI UN IMMAGINARIO DIPLOMATICO ISLAMICO



Pubblico con grande piacere la seguente lettera di don Matteo De Meo al colonnello Gheddafi. Don Matteo è, tra l'altro, autore di uno splendido volume di prossima pubblicazione dedicato al senso e alla possibilità del dialogo fra cattolici e laici nel nostro mondo contemporaneo. Un saggio che porta la prefazione del Parlamentare Europeo, Mario Mauro rappresentante del PDL presso il Partito Popolare Europeo.

Lettera a Muammar Gheddafi

O illuminato Colonnello, dal cuore della cristianità, lei si è rivolto con carismatico e zelante ardore all’Italia e all’intera Europa dicendo: «L'Islam dovrebbe diventare la religione di tutta Europa». Come cristiano non posso non porre attenzione a una tale provocazione....! Ma discutiamone. Valutiamo alla luce della ragione i motivi per cui, o illuminato colonnello, dovremmo, cristiani e non, accogliere un tale invito. Perché potrebbe anche essere possibile, anzi, dovremmo tutti farlo; ma non prima di averne provata la verità, alla luce della nostra ragione e della nostra intelligenza, e poi della nostra libertà e della nostra volontà.

Mi vengono in mente immediatamente, le parole dell’imperatore bizantino Manuele II Paleologo, nel suo dialogo con il saggio persiano, diventato tristemente noto dopo che il Pontefice Benedetto XVI le fece sue a Ratisbona nel 2007, parole ritenute offensive e intolleranti non solo da voi islamici ma anche da tanti intellettuali e politici illuminati e pluralisti del nostro Occidente: «Mostrami pure ciò che Maometto ha portato di nuovo, e vi troverai soltanto delle cose cattive e disumane, come la sua direttiva di diffondere per mezzo della spada la fede che predicava».
Si ricorderà, Colonnello, l’uso che il Pontefice fece di quelle parole dicendo cose che nessun politico occidentale direbbe. E lo fece nel quadro dell'esposizione dei rapporti tra fede e ragione, riportando la differenza tra la concezione cristiana e quella islamica di Dio. Volendo soprattutto affermare che una fede, qualsiasi, non potrà mai essere contro la ragione, e che solo attraverso di essa sarà possibile provarne, non solo la bontà, ma la sua stessa verità.



Letta la lettera (perdonate l'allitterazione), vi propongo due o tre mie riflessioni personali sugli ultimi eventi che hanno visto protagonista il buon Gheddafi. Le metterò in bocca ad un improbabile diplomatico di un Paese islamico del nord Africa. Si abbinano alle riflessioni di don De Meo e forse ambiscono a fornire risposte a molti dei suoi interrogativi.

di Ismail Bin K. (diplomatico islamico)

a. La schiavitù dei popoli d'Occidente

L'Occidente che tanto si sciacqua la bocca con termini quali valori diritti tolleranza e idiozie varie, non può che dimostrare il proprio banale opportunismo dinanzi alle geniali invenzioni del Colonnello Gheddafi. Voi vi stupite del fatto ch'egli venga a predicare il Santo Corano nella vostra terra, ma non siete afflitti dalla volgare attitudine alla schiavitù dei vostri popoli? Trovatemi un solo giovane che nella nostra Nazione islamica sia disposto a partecipare ad una messa del vostro Papa dietro il pagamento di qualche decina di dollari! Non ne troverete e non perché da noi vi sia la ricchezza - tutt'altro - bensì perché la nostra tradizione, il nostro ordine sociale, la nostra religione, è così importante per i nostri cittadini che sarebbe segno d'indegnità profonda svendere la propria identità, la propria cultura, la propria Santa religione, per ascoltare i vaneggiamenti di un Papa cattolico. E quale abominio sarebbe la conversione dinanzi ad un sacerdote cristiano!
Al contrario le vostre ragazze, corrotte da una società fondata solo sul denaro, sull'interesse, sulla volontà d'apparire, si sono prestate alla grande lezione del colonnello, lezione che non era essenzialmente rivolta a quelle 500 schiave prezzolate, bensì a tutti i popoli d'Europa. Il colonnello non ha forse ampiamente dimostrato che il vostro grado di corruzione è ormai senza limite? Non ha dimostrato che nelle vostre famiglie il primo posto non è più riservato alla religione, al vostro Dio, alla tradizione, all'identità della vostra cultura? Non ha dimostrato che voi popoli d'Europa, corrotti da tutti quei ragionamenti ipocriti infarciti di tolleranza, liberalismo, dialogo, confronto, rispetto, e via dicendo, vi siete svuotati della vostra identità e siete diventati esili burattini nelle mani dei vostri politicanti? Siete schiavi infiacchiti e corrotti dal materialismo e prima di guardare a noi e di giudicarci dovreste guardarvi dentro e chiedervi chi siete ancora e quanto manca alla vostra conquista da parte di popoli più volitivi e fedeli a se stessi e alle proprie radici.

b. La viltà dei politici d'Occidente

Mentre voi occidentali criticate i nostri politici, i nostri leaders, dovreste invece pensare ai vostri, a coloro che voi stipendiate, che voi eleggete democraticamente, dopo dibattiti e discussioni, ma che nessun rispetto hanno della vostra cultura, della vostra millenaria tradizione e tantomeno della vostra religione. Che politici sono codesti che si arrendono dinanzi al denaro, al potere, agli affari e quando trovano leaders carismatici come il colonnello, diventano proni alle sue volontà? Sarebbero in grado di passare sulla propria identità, sulla propria cultura, sulla religione, sul senso del rispetto per la loro patria, pur d'elemosinare qualche miliardo di metri cubi di gas, qualche milione di barili di petrolio. Vili! Cos'altro infatti sono i vostri politici? E avrete anche notato che tale viltà non ha colore nei vostri Paesi. Quanto è accaduto di recente in Italia non ha visto d'altronde contrapposizioni che non fossero motivate dall'interesse politico. La sinistra attacca la destra solo per strumentalizzare a suo favore gli eventi. Ma anch'essi avrebbero fatto lo stesso. Perché voi avete bisogno di noi. Perché siete schiavi dei vostri desideri, del vostro benessere, delle vostre comodità. E per quello che voi chiamate progresso, avete svenduto ogni autentico progresso umano che s'identifica solo con lo sviluppo totale dell'uomo in ambito spirituale come materiale. Ma a voi interessa solo il materiale e corrotti da questa vostra natura degenere, portate le vostre Nazioni alla deriva. E la vostra religione l'abbandonate perché non vi serve. Perché la religione vuole la fede. E la fede è sacrificio. E voi non volete il sacrificio ma solo la comodità. Dice il Profeta: "Se non fosse per il fatto che gli uomini sarebbero diventati una sola comunità di miscredenti, avremmo fatto d'argento i tetti delle case di coloro che non credono al Compassionevole, e scale per accedervi. Avremmo fatto per le loro case, porte e divani sui quali distendersi, e ornamenti d'oro. Tutto ciò non sarebbe che godimento effimero di questa vita, mentre l'Altra vita, presso il tuo Signore, è per i timorati." (Sura XLIII 33-35).

c. Il silenzio dei religiosi d'Occidente

E veniamo, infine, ai vostri uomini di religione. E' o non è ridicolo che abbiate paura di difendere la vostra fede? Dal vostro Vaticano nessuno ha alzato la voce per le parole del Colonnello. E' venuto a Roma e ha parlato per la seconda volta, ma i vostri sacerdoti neppure una parola hanno speso per condannare le sue parole. Dunque voi le approvate oppure temete una reazione del Colonnello. Anche nella religione, fiaccati da troppi dialoghi, non avete più la forza di affermare, ma preferite il silenzio. E poi, come non ridere, dinanzi agli inviti che le vostre autorità religiose rivolgono agli immigrati clandestini: "venite, venite! Noi siamo accoglienti! Anche Gesù era un immigrato!" Ah ah ah... Aggiungete alla viltà una insensata voglia di autodistruzione. Ha dunque perfettamente ragione il Colonnello: l'Europa non solo in pochi anni sarà islamica, ma sarà anche nera. E i vostri religiosi saranno complici di questi eventi che vi condurranno alla rovina. Il profeta ha detto: "Di’: «O miscredenti! Io non adoro quel che voi adorate e voi non siete adoratori di quel che io adoro. Io non sono adoratore di quel che voi avete adorato e voi non siete adoratori di quel che io adoro: a voi la vostra religione, a me la mia»." (Sura CIX).

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